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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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i quali scudi quaranta gli erano stati lasciati in mano dal Sig. Canonico Fossombroni, a<br />

fine che io glieli pagassi qui in Firenze.<br />

A dì primo maggio 1670<br />

Ricordo come il giorno 24 di aprile 1670 si fece dal Sig. Giannerini il contratto del<br />

soprammentovato campo ed è: Domenico e Giovanni, fratelli e figliuoli del quondam<br />

Alessandro Fantucci dalle Pezze Fontine nelle Camperie di Arezzo, e Bernardino di<br />

Andrea di Alessandro Fantucci, loro nipote di fratello, vendono a me Francesco Redi, e<br />

per me al Sig. Giulio Giannerini di Arezzo, mio procuratore, un pezzo di terra<br />

lavorativo di staiore tredici a tavola e tredici tavole, posto nel Comune di Antria,<br />

vocabolo Via di Mezzo, a fiorini trentaquattro lo staioro, che in tutto vale fiorini 469-2-<br />

13, tavolato da Raffaello Titi, agrimensore aretino, scudi 285-18.<br />

Confina: primo a tramontana e ponente Via [omissis]<br />

A mezzo giorno beni della Fraternita e beni di Sant’Agnolo d’Antria.<br />

A levante la Pieve di Arezzo.<br />

Fu a gabelle comuni, ed il Sig. Giulio Giannerini pagò la mia parte a dì 26 di aprile<br />

1670 a Orazio Maltacchini, Camarlingo della Dogana di Arezzo, come al libro B. 23, e<br />

furono lire sessantanove, tre e quattro.<br />

Del prezzo del suddetto campo il Sig. Giulio Giannerini ne pagò ai suddetti venditori<br />

scudi settantotto, dua lire e 19 soldi nel contratto, ed il restante si lasciorno in mano del<br />

Sig. Giulio, acciocché con esso danaro estinguesse due censi passivi che i venditori<br />

aveano, cioè:<br />

un censo di scudi cento con la Chiesa parrocchiale di S. Donato nella fortezza di<br />

Arezzo, con i frutti non pagati.<br />

Item un altro censo di scudi cento con la Compagnia della Trinità di Arezzo con i suoi<br />

frutti decorsi, per acquistare le ragioni di detti censi contro i tre suddetti venditori.<br />

Stette mallevadore Donato di Paolo di Bernardino de’ Rossi da Villa Rada. Rogò il<br />

contratto Ser Cristofano di Ser Girolamo Ruscelli, notaro aretino.<br />

Il de contro nominato censo con la Compagnia della Santissima Trinità di Arezzo fu<br />

estinto dal Sig. Giulio Giannerini di Arezzo, mio procuratore, il dì 26 di aprile 1670<br />

insieme con i frutti fino al giorno suddetto, e rogò il contratto Ser Cristofano Ruscelli,<br />

notaio aretino; dell’altro censo con la Chiesa della fortezza di Arezzo scrive il<br />

Giannerini non essersi estinto, perché bisogna che il Rettore di quella Chiesa trovi<br />

prima da rinvestire, e che il frutto corre a danno de’ contadini venditori e che, passato i<br />

due mesi della mora, il danaro si depositerà.<br />

A dì 10 maggio 1670<br />

Ricordo come per ordine del Sig. Giulio Giannerini pagai al Sig. Filippo Bracci,<br />

depositario della Religione di Santo Stefano, scudi cento, che altrettanti ne aveva<br />

ricevuti esso Sig. Giannerini dal Sig. Cristofano Ruscelli. Questi cento scudi devon<br />

servire al Sig. Giannerini per pagare parte del poderino che egli ha compro per me da i<br />

Ruscelli, posto a Giggiano, come sotto si dirà.<br />

A dì detto<br />

Ricordo come questo giorno suddetto, per ordine del Sig. Giulio Giannerini, pagai scudi<br />

cento al Sig. Carlo Torrigiani per altrettanti ricevuti, che per me ricevette in Arezzo il<br />

suddetto Sig. Giulio da Antonio Fabene, quali danari devon servire per pagar parte del

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