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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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A dì 14 Xbre 1669<br />

Ricordo come il danaro de i censi del Vivarelli e del Cav. Roselli, il Sig. Giannerini se li<br />

fece dare in Arezzo dal Ricciardetti; e per rimborsare detto Ricciardetti mi fece due<br />

polizze di cambio da pagarle al Sig. Orazio Marucelli, una di centotrenta scudi e l’altra<br />

di cento scudi di lire sette per iscudo; di più mi fece un’altra polizza di cambio, da<br />

pagarla al Sig. Giovanni Battista Gherardi di scudi cinquanta, le quali tre polizze questo<br />

giorno suddetto le ho pagate come sopra. E perché vi è di soprapago trenta scudi,<br />

ricordo che dei suddetti trenta scudi io ne ero debitore al Sig. Giulio Giannerini,<br />

avendogli egli pagati alle monache di Santa Caterina d’Arezzo quando io da esse<br />

comperai il pezzo di terra con gli ulivi posto nel mio podere di Ciggiano, nel Comune di<br />

Tregozzano. E perché il suddetto Sig. Giulio Giannerini, avendomi mandate le copie di<br />

tre contratti, era mio creditore di lire otto e una crazia, perciò per sua lettera mi ordinò<br />

che io pagassi dette lire otto e una crazia in mano del Sig. Giovanni Battista Redi mio<br />

fratello, ed io le ho pagate, sicché fino a questo giorno è saldato tra me il Sig.<br />

Giannerini ogni interesse di dare e di avere. Salvo ogni miglior conto.<br />

Ricordo come fino il dì 6 di novembre 1669 Agnolo Pientini venne a star meco per mio<br />

paggio, e gli assegnai in questo principio lire quattro il mese di suo salario; e, subito<br />

arrivato, bisognò che io lo rivestissi da capo a piede, e gli dessi camicie, scarpe, calze,<br />

collari e cappello; gli detti un vestito di persignano con la sua giubba vecchia, e di più<br />

gli feci un vestito nuovo di pelo di capra con il giustacorpo foderato di calisse verde.<br />

Compro il calisse in Firenze, di quello fatto in Firenze, colla sua fornitura di nastri a<br />

calzoni e giustacorpo.<br />

E detti al sarto, per fattura e spese di detto vestito di soppanno, lire 30.<br />

A dì 12 aprile 1670<br />

Ricordo come, essendo tornato di Pisa, detti a Agnolo Pientini lire diciassette a conto di<br />

suo salario.<br />

Lire 17.<br />

Ricordo come son pagato della prima e seconda terzeria della mia lettura di Lingua<br />

toscana di questo anno 1670, e che a S. Giovanni devo riscuotere la terza terzeria.<br />

Ricordo come, delle mie provvisioni di cinquanta scudi il mese, son pagato dal Sig.<br />

Averardo Ambrogi, pagatore di S. A. S., per tutto il dì 28 marzo prossimo passato.<br />

A dì 22 aprile 1670<br />

Ricordo come questo giorno suddetto pagai al Sig. Lorenzo Ipoliti d’Arezzo scudi<br />

centoventi per altrettanti che il suddetto Sig. Ipoliti aveva lasciato in mano al Sig. Giulio<br />

Giannerini d’Arezzo, i quali centoventi scudi per parte di prezzo d’un campo che il Sig.<br />

Giannerini mi scrive comprar per me nel Comune di Tregozzano, dico scudi centoventi.<br />

Scudi 120.<br />

A dì 27 aprile 1670<br />

Ricordo che oltre i centoventi scudi da me pagati al Sig. Lorenzo Ipoliti per ordine del<br />

Sig. Giulio Giannerini, come nella faccia addietro, quando esso Sig. Ipoliti ritornò in<br />

Arezzo li consegnai altri cento scudi in un sacchetto per consegnare al medesimo Sig.<br />

Giannerini, per servirsene al medesimo effetto di pagare il campo; e di più scrissi al Sig.<br />

Giannerini che si facesse pagare scudi quaranta da Suor Maria Cecilia Redi, mia sorella,

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