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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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Data io mancia ai fattori.<br />

Venerdì 12 ottobre 1696<br />

Domenica 14 ottobre 1696<br />

Accomodato un involtino di venticinque piastre, in piastre, per mandare in serbo in<br />

Arezzo, quando mercoledì il Balì Gregorio, nipote, partirà di qui di Firenze per<br />

tornarsene in Arezzo.<br />

Scudi 25.<br />

Partì e lo portò.<br />

Lunedì 15 ottobre 1696<br />

Accomodai un involtino, dentro del quale vi misi uno scatolino d’argento dorato da<br />

tabacco, e lo consegnai al Balì Gregorio Redi, mio nipote, acciocché lo portasse con mia<br />

lettera al Sig. Abate Giulio Giannerini, al quale io lo mandavo a donare: e il Balì<br />

Gregorio lo portò. Questo è lo scatolino venuto da Milano, a contenuto di consulto.<br />

Il Sig. Abate Giulio Giannerini con sua lettera scrive di aver ricevuto il detto scatolino.<br />

A dì 27 ottobre 1696<br />

Il Sig. Giulio Giannerini, con sua lettera de’ 24 ottobre, mi scrive che, trovandosi in<br />

mano di mio danaro scudi quattrocentonovantuno, lire una, soldi cinque e danari<br />

quattro, gli messe in due sacchetti e insieme col Balì Giovanni Battista, mio fratello, gli<br />

legò e sigillò, e gli mandarono in serbo nelle monache di Santa Maria Novella d’Arezzo,<br />

appresso Suor Angiola Felice Redi, mia sorella.<br />

Dico scudi 491-1-5-4.<br />

A dì 29 8bre 1696<br />

Il Sig. Massimiliano Soldani mi portò ventisei delle mie medaglie, di tre differenti<br />

rovesci.<br />

Soddisfeci pienamente. Le messi nel casson bianco grande.<br />

A dì detto<br />

Mandai a regalare al pagatore di S. A. S. terre di Savona e barchiglia venuta da<br />

Monticelli.<br />

La vigilia d’Ogni Santi, essendomi stati regalati ortolani grossissimi, gli regalai al Sig.<br />

Senatore Cerchi. Il bianco e rosso a F. G. Lorenzo di S. Francesco di Pisa.<br />

A dì 5 novembre 1696<br />

Il Serenissimo Gran Duca Cosimo Terzo, nostro Signore, avendo abolito in Arezzo la<br />

carica di Depositario e avendo rimesso in essere tutte le antiche cariche della medesima<br />

città d’Arezzo, da distribuirsi e da esercitarsi come anticamente tra’ cittadini di essa<br />

città di Arezzo; avendo la città avuta carissima e grandissima questa così favorevole<br />

risoluzione di S. A. S., perciò, a renderne le dovute testimonianze del dovuto e<br />

cordialissimo aggradimento, costituì suoi imbaciatori l’Auditor Francesco Bacci e<br />

Francesco Redi, suoi cittadini, ed essi tutti due insieme, oggi 5 novembre suddetto,<br />

furono all’audienza di S. A. S., la quale cortesissimamente gli accolse, e con espressioni<br />

veramente di stima e di amore verso la città di Arezzo.<br />

Quando l’Auditor Francesco Bacci d’Arezzo e Francesco Redi andarono a Palazzo, a<br />

rappresentare al Serenissimo Gran Duca, nostro Signore, il suddetto aggradimento e<br />

rendimento di grazie degli Aretini, vi andarono in carrozza di S. A. S., con la<br />

congiuntura che son già molti e molti anni, ed infin ne’ tempi del Serenissimo Granduca

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