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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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L’ho ringraziato con mia lettera ancorché egli, nel mandarmi la sua medaglia, non mi<br />

abbia scritto.<br />

A dì 9 di maggio 1696<br />

Detti a Giuseppe lire 55, per avermi comprato due camicie di tela batista da portar di<br />

sopra, e un cappello nuovo col velo da bruno.<br />

Lire cinquantacinque. Rimasi debitore d’una lira.<br />

Pagai a Giuseppe lo speso nel refe e in quattro pezzuole di levante, comprate per<br />

mandare in Arezzo a Suor Angiola Felice, monaca in Santa Maria Novella: lire<br />

diciassette.<br />

Dico lire 17, cioè scudi due e tre lire.<br />

A dì 12 maggio 1696<br />

Riscossi dal Sig. Camarlingo delle decime ecclesiastiche scudi venticinque per la<br />

seconda terzeria della lettura della Lingua toscana, da quali scudi venticinque, detratta la<br />

ritenzione e la solita mancia che io soglio dare al Rontini, bidello della Accademia,<br />

restano al netto scudi 22-5-13-4.<br />

A dì 20 di maggio 1696<br />

Ricordo che, tornandosene il Balì Gregorio Redi, mio nipote, in Arezzo, gli consegnai<br />

un sacchettino serrato con cinquanta piastre, dico cinquanta piastre, diretto con lettera, e<br />

serrato, al Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello, acciocché egli al solito lo mettesse<br />

in serbo in Santa Maria Novella in Arezzo, al solito. Erano tutte piastre senz’altra<br />

moneta, e erano cinquanta.<br />

Dico piastre cinquanta.<br />

Gli portò e gli consegnò.<br />

A dì 23 maggio 1696<br />

Partii con la Corte, e si andò a villeggiare alla Petraia.<br />

Detti di mancia a Giuseppe Nencioni lire due, e una lira per uno alla cuciniera e a<br />

Marco.<br />

Lire 4.<br />

Nel partire detti a Giuseppe, per rispendere per me giornalmente, lire trentasette, soldi<br />

sei, danari otto.<br />

Dico lire 37-6-8.<br />

Per cagione di dolori nefritici mi convenne lasciar la Petraia e tornare a Firenze a casa,<br />

dove per alcuni giorni fui travagliato fortemente dal suddetto dolore.<br />

Ricordo che in questo tempo suddetto riscossi dal pagatore del Serenissimo Granduca i<br />

denari della mia solita provvisione dell’aprile e del maggio, e me gli riscosse il Sig.<br />

Bonucci, e me gli consegnò.<br />

A dì 23 giugno 1696<br />

Il dì suddetto il donzello dell’Arte mi portò la mancia del San Giovanni e di San<br />

Barnaba. In un cartoccino lire 17-2.<br />

In un altro cartoccino lire 5-4-4.<br />

Io pel San Giovanni detti la mancia a tutta la servitù di casa, lire 4.<br />

A dì 3 luglio 1696, martedi

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