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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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Consegnai al Balì Gregorio Redi, mio nipote, una scatoletta entrovi due corone di pietre<br />

e medaglie di filagrana, una per sé e l’altra per portare al Sig. Balì Giovanni Battista<br />

Redi, mio fratello, nel suo ritorno in Arezzo.<br />

A dì 23 settembre 1695<br />

Il Sig. Giulio Giannerini, con sua lettera de’ 22 settembre, mi scrive di aver venduto<br />

staia trecentocinquanta incirca dei mio grano a Domenico di Benedetto, lavoratore del<br />

Sig. Camillo Albergotti al podere del Molin Bianco, a ragione di crazie quarantasei lo<br />

staio.<br />

A dì 29 settembre 1695<br />

Consegnati al Balì Gregorio Redi, mio nipote, de’ bogli di cioccolata di gelsomini, della<br />

sopraffine, per portare in regalo al Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello.<br />

Per la festa di San Francesco detti una lira per ciaschedun a tutta la mia servitù.<br />

Questo dì si prese il coltrone nuovo pel letto.<br />

Per la festa di San Francesco regalai il Nardi terre di Savona e vino.<br />

A dì 8 ottobre 1695<br />

Ricordo che pagai il Sig. Senatore Marucelli scudi ventotto per la pigione della casa, e<br />

gli detti scudi ventotto con sua ricevuta, ed è pagato per tutto il mese di ottobre corrente.<br />

Dico scudi 28.<br />

A’ Catani, speziali di Ponte Vecchio, lire cinquanta e un soldo per debito che io aveva<br />

con loro per lettere riscossemi dal dì 10 novembre 1693 a tutto il dì 7 di ottobre 1695.<br />

Dico lire 50-1.<br />

La ricevuta l’ho messa nella solita scatola.<br />

Dico lire 50-1.<br />

E questo conto resta saldato totalmente.<br />

A dì 11 ottobre 1695<br />

Al barbiere donato i guanti.<br />

Ricordo che dal Sig. pagatore del Serenissimo Granduca son pagato della mia solita<br />

provvisione di cinquanta scudi il mese; son pagato, dico, per tutto il prossimo passato<br />

mese di settembre.<br />

Dico scudi 50.<br />

A Monsù Francesco Collarettaro donai quattro fiaschi di vino scelto di Palazzo.<br />

A dì 15 ottobre 1695<br />

Ricordo che Suor Maria Diomira, mia sorella, monaca in Santa Maria Novella di<br />

Arezzo, con sua lettera de’ 12 ottobre mi scrive di aver ricevuto dal Sig. Abate Giulio<br />

Giannerini scudi ventidue, lire sei, soldi otto e danari quattro. Questo danaro suddetto il<br />

Sig. Giulio lo aveva ricevuto da Don Andrea Buoninsegni, agente in Arezzo di casa, per<br />

staia cinquanta e mezzo del mio grano, da esso agente venduto alla spicciolata in<br />

Arezzo. La medesima Suor Maria Diomira mi scrive di aver riposto il suddetto danaro<br />

fra lo altro danaro mio, che ella mi conserva.<br />

Dico scudi 22-6-8-4.<br />

Vedi sotto il 16 settembre.<br />

A dì 18 ottobre 1695

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