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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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A dì primo settembre 1694<br />

Consegnai al Sig. Dottore Giannerini Tommaso un fagotto con 35 livornini, che sono<br />

scudi trenta, acciocché lo portasse in Arezzo a Suor Maria Diomira Redi, mia sorella,<br />

acciocché ella me lo serbasse.<br />

Dico scudi 30.<br />

A dì 2 settembre 1694<br />

Mi scrive il Sig. Giulio Giannerini di aver dato del mio danaro a Suor Maria Diomira,<br />

mia sorella monaca, scudi trenta, lire due, scudi diciotto e danari otto, e ciò il dì primo<br />

di settembre; e di più mi scrive di aver pagato in Arezzo il mio dazio, in somma di lire<br />

centodieci, soldi sette e danari otto.<br />

Suor Maria Diomira scrive aver ricevuti.<br />

A dì 4 settembre 1694<br />

Ricordo come questo giorno suddetto pagai lire ottantacinque, soldi cinque e danari<br />

quattro al Sig. Leonardo Giovagnuoli, d’ordine del Sig. Giulio Giannerini, per altrettanti<br />

che egli aveva ricevuti in Arezzo per il Signor Cavalier Tommaso Burali. Ed il Sig.<br />

Giannerini avea pagato questo suddetto denaro in mano di Suor Maria Diomira, mia<br />

sorella, monaca in Santa Maria Novella di Arezzo, la quale mi conserva altro mio<br />

denaro.<br />

Dico lire 85-5-4.<br />

La ricevuta è nella scatola solita.<br />

A dì 6 7mbre mandai sei giuli al parrocchiano per far dir messe. Detti la fiera alla<br />

servitù.<br />

A dì 10 settembre 1694<br />

Con lettera de’ 9 settembre corrente mi scrive il Sig. Giulio Giannerini che il giorno 7<br />

del corrente dette a Suor Maria Diomira scudi dieci, per altrettanti da me qui imprestati<br />

al Sig. Canonico Tommaso, suo nipote, e prima gne ne avevo dati dieci altri, pur da me<br />

imprestati al medesimo Sig. Canonico Tommaso, come si può vedere in questo libro<br />

due carte addietro.<br />

A dì 22 1694<br />

Mandai a donare un fagottino di guanti al Sig. Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello.<br />

A dì 23 settembre 1694<br />

Il Serenissimo Gran Duca, mio Signore, mi mandò a donare due poponi vernini venuti<br />

di Spagna, i quali erano dolcissimi. Uno era di midolla rossa e uno bianca. E veramente<br />

erano dolcissimi.<br />

A dì 25 settembre 1694<br />

Il Sig. Abate Giulio Giannerini, con sua lettera de’ 23 settembre, mi scrive d’Arezzo che<br />

questo anno, nel mio peculio quasi castrense di Arezzo, ho raccolto di mia parte, senza<br />

quella de’ contadini e lavoratori, staia ottocento sessanta sei di grano.<br />

Dico staia 866.

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