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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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Il Cav. Gualtieri, qui a Firenze, ebbe la medaglia col Baccanale.<br />

A dì 13 novembre 1693<br />

Ricordo come questo dì suddetto ricevei lettera del Sig. Giulio Giannerini d’Arezzo, in<br />

data de’ 12 novembre, nella quale mi scrive come il giorno 11 del corrente mese egli<br />

sborsò in mano di Suor Maria Diomira Redi, mia sorella, scudi dugento, dico scudi 200,<br />

i quali scudi dugento il Sig. Giulio gli avea ricevuti dal Sig. Silvestro Giuseppe<br />

Buonfiglioli in Arezzo, acciocché io ne pagassi, qui in Firenze, altrettanta somma al<br />

Camarlingo di Santa Maria Nuova; ed il Sig. Giulio mi mandò la minuta della ricevuta<br />

che io dovea farmene fare, dico scudi 200.<br />

Ricordo come la sera del dì 14 consegnai questo danaro suddetto al Sig. Stefano<br />

Bonucci, e lo pregai che gli volesse portare al suddetto Camarlingo di Santa Maria<br />

Nuova, conforme egli li portò e lo pagò il dì 15, e se ne fece fare la ricevuta. Ricordarsi<br />

di scriverlo al Sig. Giannerini e di mandare ad Arezzo la ricevuta; l’ho consegnata al<br />

Balì, acciò la mandi.<br />

A dì 15 novembre 1693<br />

Ricordo che il Sig. Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello, mi mandò d’Arezzo,<br />

secondo il solito, le pere per donare al Serenissimo Granduca, conforme io feci, ed<br />

erano pere fatte da certi innesti, che alcuni anni sono il Serissimo Granduca mi aveva<br />

donati. Quando il vetturale tornò in Arezzo, mandai in Arezzo, per servizio della villa<br />

degli Orti, quattro piatti grandissimi e bellissimi di terra di Savona, due sottocoppe<br />

simili, e una bellissima catinella simile.<br />

A dì 18 novembre 1693<br />

Al Sig. Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello, mentre era qui in Firenze, detti in<br />

diverse monete scudi ottantatre, e lire tre, e soldi sedici, e danari otto.<br />

Dico scudi 83-3-16-8. E questo danaro al suo ritorno lo deve dare a Suor Maria<br />

Diomira, nostra sorella, monaca in Santa Maria Novella d’Arezzo.<br />

Dico scudi 83-3-16-8.<br />

Al medesimo donai uno scatolino inverniciato da tabacco con piastra dentro.<br />

Suor Maria Diomira Redi, mia sorella, con sua lettera de’ 26 novembre 1693 mi scrive<br />

qualmente il Sig. Abate Giulio Giannerini il dì 25 detto novembre gli consegnò scudi<br />

quarantotto del mio denaro, acciocché ella me lo serbasse con l’altro denaro che ella ha<br />

in mano di mio in serbo.<br />

Dico scudi 48.<br />

Questo denaro suddetto di scudi quarantotto il Sig. Giannerini lo aveva riscosso dal Sig.<br />

Francesco Maria Saracini e, per detto, dalla Sig.ra Lucrezia Bacci, e per detta contò il<br />

Sig. Dott. Borri, cassiere della dogana d’Arezzo: e sono per a buon conto de’ frutti del<br />

censo, in somma di scudi trecentoventi, che esso Sig. Francesco Maria Saracini tiene di<br />

mio.<br />

Il giorno di Sant’Andrea regalai al Sig. Nardi, per la sua galleria, il lavoro dentro al<br />

cannone del tedesco, e un par di guanti.<br />

Il suddetto giorno fui a casa del Sig. Foggini scultore, che fa il mio ritratto di marmo.<br />

A dì 31 Xbre 1693<br />

Detti scudi dieci a Giuseppe Nencioni, mio servitore, a conto di suo salario, dico scudi<br />

10.

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