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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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Venne qui il Dr. Francesco Pecorini e mi chiese un esemplare della mia Lettera intorno<br />

al tempo della invenzione degli occhiali da naso, che io scrissi al Sig. Falconieri, e io<br />

gliela diedi. Ebbe ancora il Bonomo, De’ pellicelli.<br />

A dì 6 ottobre 1693<br />

Venne qui Pier Francesco Tocci, segretario del Sig. Marchese Gerini, e mi lesse alcuni<br />

suoi bellissimi sonetti. Mi chiese le mie medaglie e gliene donai due, e di prima ne avea<br />

avuta una.<br />

A dì 13<br />

Il Serenissimo Granduca mi donò sei poponi vernini venuti di Spagna, i quali furono<br />

dolcissimi.<br />

A dì 14 ottobre 1693<br />

Ricordo per mia memoria che questo giorno il Padre Palei, cortonese, Bernabita, mentre<br />

io usciva di anticamera del Serenissimo Granduca, mi soffermò e mi disse che aveva<br />

bisogno di parlarmi, e dopo un lungo discorso indifferente mi disse apertamente che<br />

aveva incumbenza di fare scoperta se il Sig. Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello,<br />

avesse avuto inclinazione a maritare la sua figliola col Sig. Marchese Dal Monte di<br />

Lippiano, signore e giovane da me molto ben conosciuto. Risposi con la medesima<br />

libera sincerità che io non sapevo ancora se la figliuola del Sig. Balì fosse in grado di<br />

prender marito, e se ancora avesse risoluto di maritarsi, o se pure volesse esser monaca.<br />

Vedi sotto il 18 luglio 1694.<br />

A dì 7 novembre 1693, in Firenze<br />

Ricordo come il dì 4 novembre 1693, essendo io con la Corte alla villeggiatura<br />

all’Ambrogiana, ricevei piastre venti, mandatemi dal Sig. Giuseppe Zucchetti da Pisa, e<br />

sono frutti della commenda del Cavalier Gregorio Redi, mio nipote, maturati a tutto<br />

settembre 1693 prossimo passato, e riscossi da esso Sig. Giuseppe Zucchetti.<br />

Dico scudi 20.<br />

A dì detto 7 di novembre 1693<br />

Ricordo come questo giorno suddetto, con la Corte, tornai a Firenze dalla villeggiatura<br />

dell’Ambrogiana.<br />

A dì 7 di novembre 1693<br />

Ricordo come questo giorno suddetto ricevei una lettera del Sig. Abate Giulio<br />

Giannerini, in data de’ 5 di novembre, nella quale mi scrive qualmente il giorno 3 del<br />

corrente mese egli dette a Suor Maria Diomira, mia sorella, scudi sedici, i quali scudi<br />

sedici il giorno 30 di ottobre egli avea ricevuti dagli eredi di Valentino d’Alessandro<br />

Sandrelli da Vitiano, per a buon conto de’ frutti decorsi e non pagati del censo che<br />

tengono di mio, e per detti contò Donato di Pavolo Rossi da Villa Rada, uno de’<br />

mallevadori.<br />

Dico scudi 16.<br />

A dì 10 novembre 1693<br />

Ricordo che la limosina che feci a quella fanciulla raccomandata dalla Gran Duchessa<br />

fu di scudi dieci, in tanti livornini e due testoni.

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