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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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esso signor Balì le deve rimettere in Arezzo in mano di Suor Maria Diomira Redi, mia<br />

sorella, monaca in Santa Maria Novella, la quale ha ancora altro denaro in mano di mio.<br />

Dico lire 14.<br />

A dì detto 21 maggio 1693<br />

Pagai, qui in Firenze, alla moglie del Sig. Senatore de Fortuna lire sessanta e soldi 18,<br />

d’ordine di Suor Maria Diomira Redi, mia sorella, ed essa mia sorella le deve rimettere<br />

tra l’altro denaro che ha in mano di mio.<br />

Dico lire 60-18.<br />

Le rimesse.<br />

A dì 25 maggio 1693<br />

Il Caromi mi chiese una delle mie medaglie ed io gliela diedi.<br />

Ricordo come feci rimettere quattro doppie in Siena al Padre maestro frate Elia Astorini<br />

Carmelitano, acciocché potesse terminare le sue stampe.<br />

Lire 80.<br />

A dì 3 di giugno<br />

Il Senatore Ricasoli ebbe una delle mie medaglie, di quelle fatte da Massimiliano<br />

Soldani.<br />

A dì 3 di giugno 1693<br />

Mandai in Arezzo al Sig. Balì Giovanni Battista Redi, mio fratello, della cera lacca<br />

venutami di Spagna, uno occhialino del Galileo corto da pugno, certi bottoni di argento<br />

da camicie, certi coralli rossi macinati. Mandai a donare alla Sig.ra Maria Chiara<br />

Gamurrini, mia cognata, un ventaglio da dame, che me ne avea fatta istanza.<br />

Suor Maria Diomira Redi, mia sorella, monaca in Santa Maria Novella in Arezzo, con<br />

sua lettera in data de’ 16 luglio 1693 mi scrive che il dì 10 del medesimo luglio ha<br />

ricevuto dal Sig. Giulio Giannerini scudi cinquanta di mio, i quali sono a conto del<br />

censo che ha di mio il Sig. Giovanni Battista di Baldassarri Redi. Vedi il libro de’ censi.<br />

Fatti pagamenti, questo censo suddetto resta solamente di sorte principale di scudi<br />

cento. Dico di scudi cento.<br />

Avendo il Sig. Giulio Giannerini venduto al vetturale Caggi, in Arezzo, una partita del<br />

mio grano vecchio di staia milleottocentoquarantasei, e avendone riscosso il prezzo, lo<br />

pagò in mano di Suor Maria Diomira, mia sorella, in somma di scudi<br />

cinquecentonovantanove, lire tre, soldi sei e danari otto. E mi scrive che il restante del<br />

prezzo, che è rimasto, lo pagherà presto.<br />

Con lettera de’ 30 di luglio mi scrive Suor Maria Diomira qualmente, il dì 29 del<br />

corrente mese, ha ricevuto dal Sig. Giulio Giannerini scudi trenta, i quali egli aveva<br />

ricevute dal Caggi da Quarata Giuseppe, per a buon conto del mio grano già a lui<br />

venduto, e il Sig. Giulio mi scrive che, fatta la festa di S. Lorenzo, il Caggi ha promesso<br />

di pagare il resto che deve.<br />

Scudi 30.<br />

Benedetto Menzini, con sua lettera di Roma, mi chiede un poco di aiuto di costà ne’<br />

suoi bisogni. Gli rispondo che gli darò due doppie, cioè quaranta lire. Mi risponde che<br />

io le paghi al Sig. Antonio Fiani, Priore di Santa Maria in Campo.<br />

L’ultima licenza de’ libri proibiti venuti di Roma è nella solita scatola. La licenza è<br />

segnata il dì 22 settembre 1692, per tre anni.

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