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La Verità Medica N. 1 - Facoetti

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l<br />

GENNAIO 1932 (Conto C0ir. Postale) . BERGJ<br />

RIVISTA MENSILE DI SCIENZE MEDICHE E CHIRU RGICHE<br />

Fondata e diretta dal Dott. E. M. POLETT:.<br />

SOMMARIO :<br />

Dott. POLETTI - Io voglio . . . . . .<br />

1<br />

Prof. LUIGI LUGIATO direttore dell'Ospedale Psickiatrico della P 'rovincia<br />

di Milano (in Monibello) - Batfesimo . . . 3<br />

Prof. FRANCO D'ALESSANDRO direttore dell'lstituto di Anatoi mia<br />

tifd<br />

Patologica dell'Ospedale Maggiore di Bergamo - Sull'inzrnm<br />

. . . . . . . . . . . .<br />

locale 3<br />

Prcf. FIORENZO CLAUSER direttore della Divisione Ostetrica dell'Ospedale<br />

'L Principessa di Piemonte , Bergamo - Considerazioni<br />

sulla Pafogenesi e Terapia delle Anemie perniciose puerperali 9<br />

Prof. P. L. DELLA TORRE Chirurgo Primario e Direttore dellYO-<br />

spedale di Treviglio - Le possibilità della Neurochirurgia . 18<br />

Albo d'oiiore (Prof. Malan - Dott. Pieragostini)<br />

Notizie c Cominenti . . . . . .<br />

Libri ricevuti . . . .<br />

Dal libro 'l <strong>La</strong> Biocellula ,,<br />

Società Mlidico-Chirurgica di Bergar<br />

Piccola Posta<br />

.<br />

.<br />

. . . 22<br />

. . . 22<br />

. . 2 5<br />

. . 2 6<br />

. . 2 7<br />

Ittdirizzare inatzoscritti, lettere, pubblicità, alla<br />

I DIREZIONE e REDAZIONE in DALMINE (Bergamo)<br />

Abbonamento annuo L. 10 <strong>La</strong> Rivista b inviata in omaggio ai<br />

Un numero separato ,, l '1 Medici Collaboratori della U. T. I.<br />

EDITRICE LA<br />

-<br />

" U. T. I. ,,<br />

(UNIONE TERAPEUTICA ITALIE<br />

VIA SETTALA, 6<br />

.,n *.a-<br />

TO-P. POklilD<br />

Pag.


l<br />

ANNO 1.O N. 1 GENNAIO 1932 BERGAMO<br />

~RFA~XRFA~.**RFA~XRFA~%RFA~XRFA~XRFA~X~FA~WARFA<br />

RIVISTA MENSILE di SCIENZE MEDICHE e CHIRURGICHE<br />

Fondata e diretta dal Dott. E. M. POLETTI<br />

Creare una rivista io voglio, nuovissima utile bella.<br />

Pagine limpide e lucenti, dove splendor di scienza dei Maestri più<br />

insigni, si dispòsi a serena armonia di bellezza di forma, a perfetta<br />

compostezza di stile italico.<br />

Una rivista particolarmente dedicata ai Medici condotti, ai quali<br />

i più esimi Clinici offrirznno il contributo di lor geniali indagini e<br />

il frutto prezioso di lor faticata esperienza.<br />

Pagine, scritte appositamente per noi, d'altissimo pregio di scienza,<br />

che saranno la buona semente per maturar nel travaglio pensoso<br />

della nostra pratica quotidiana, più copiose fecondità di mèssi<br />

venture.<br />

Pagine, che diranno la fede che ci ànima, la chiara onestà che<br />

ci guida; e pur nell'urnile veste della lor forma esigua, saranno<br />

attese come voci amiche e-fedeli dai Colleghi migliori, cui non<br />

altro chiediamo. in ricambio, che il dono sereno della loro<br />

solidarietà spirituale e l'inestimabile conforto della lor compia-<br />

\ cenza fraterna.<br />

l<br />

Ma, oltrechè palestra di scienza, queste pagine vogliono essere<br />

anche realizzazione di bontà, mònito di bene.<br />

Perocchè, diranno esse che, in questo meraviglioso fervore di<br />

vita italica creata dal fascismo, bisogna salvare l'anima dal con-<br />

tagio impuro di arrivismi insensati e inonesti, - noi medici dando<br />

l'esempio alto solenne preclaro di civismo decoro nobiltà.


Noi, i più vecchi, restando lietamente inchiodati sulla croce della<br />

nostra passione, pur seguendo con lo studio costante il cammino<br />

della scienza nel suo perenne dinamismo culturale.<br />

Ma sopratutto, i più giovani, che intendano il divino richiamo del<br />

nostro doloroso dovere, con umiltà con purità con fraternità:<br />

e vivano l'avvio della lor vita professionale senza frettolose<br />

impazienze, senza rancori verso chi ascende, senza ostilità verso<br />

chi resta in penombra, senza violare il minimo diritto del Collega.<br />

E si adattino, volonterosi, alla soma di tutti i sacrifici, anche di<br />

condotta, anche di oscure incomprensioni, anche di eroica disci-<br />

plina di studio e di lavoro :<br />

. . . . . secondo il verbo del mio Comandante D'Annunzio, che ogni<br />

lavoro " per oscuro, per umile che sia, tende alla bellezza e adorna<br />

il mondo ,, perchè esalta la volontà e potenzia la vita:<br />

..... secondo il verbo del mio compianto Maestro ed Amico,<br />

padre Semeria, che " si pu6 lavorare tutt'una vita, si può stu-<br />

diare scrivere e leggere per imparare, ed è curiosità; perchè<br />

altri sappiano di noi, ed è vanità; per fare del bene, ed è carità;<br />

ma sopratutto per diventare più buoni, ed è questa la più alta<br />

e celeste sapienza ,, .<br />

dr. POLETTI.<br />

-<br />

ARNALDO MUSSOLINI<br />

È MORTO<br />

Al momento di uscire, la Rivista apprende la ferale notizia<br />

della fulminea morte del Fratello del Duce !<br />

Il carattere rigorosamente scientifico di queste pagine, ci vieta<br />

di illustrare a lungo l'alta figura dello Scomparso. Ma è dovere di<br />

Italiani e bisogno del nostro cuore, gonfio d'amara tristezza, espri-<br />

mere al Duce la nostra devota solidarietà spirituale ; dargli il con-<br />

forto del nostro affettuoso condolère fraterno ; tendergli le mani,<br />

in silenzio, per dirgli che nell'ora atroce del dolore d'oggi, come<br />

nel sole della gioia e della gloria, e come sempre, la Nazione tutta<br />

è con Lui e per Lui !


(<br />

ipJwmmmmmmm~m~wmm@<br />

8<br />

9 BATTESIMO<br />

ipJ~m~mmmm~~mmmmmm~<br />

Prof. LUIGI LUGIATO Direttore dell'Ospedale Psichiatrico della Provincia<br />

di Milano (in Mombello).<br />

Il chiaro Amico e ottimo Collega, Cav. Dott. E. M. Poletti, con vivace<br />

sl~irito giovatzile si accinge a redigere uno Rivista <strong>Medica</strong>, rivolta in modo<br />

particolare ai Medici Condotti.<br />

Nessun altro, pi2 del Poletti, potrebbe soddisfare in modo degno a<br />

questo compito nobilissimo e delicato, perc/zè egli, come è noto, unisce le<br />

doti d'un grande cuore a quelle di una mente sazace e aperta a tutti i problemi<br />

più a/~passionanti dell'arte medica. Il Poletti infatti appartiene a quella<br />

~ategoi-ia di Sanitari umanissimi, cfze sanno fondere, in bella e proporzionata<br />

armonia, lo spirito d'uno scienziato a quello d'un artista.<br />

Più volte ho avuto occasione di affermare nei miei modesti lavori che<br />

nessun uomo può considerarsi vero scienziato, se non abbia anche uno spirito<br />

illuminato dalla sacra luce dell'arte, perchè le nozioni profonde della<br />

scienza soltanto da una profonda visione artistica possono essere fuse e interpretate<br />

secondo una luce di verità. Lo scienziato, che si ferma all'arida<br />

osservazione e catalogazione dei fatti, è un meccanico della scienza, se mi<br />

si permette la frase, ma non potrà mai aspirare ad essere un vero indagaiore,<br />

un a/iostolo, un innovatore.<br />

Scienza ed Arte non sono, come credono i più, due estremi opposti di<br />

due linee che si allontanano fra loro, ma due aspetti d'una medesima tendenza,<br />

che mira a raggiungere la perfetta bellezza, che è anche la perfetta<br />

verità. E soltanto lo sguardo lungimirante dell'artista saprà cogliere, nella<br />

oceanica e spesso confusa congerie delle nozioni scientifiche, quella linea<br />

direttiva suprema che guida alla scoperta dei nuovi veri.<br />

Per queste ragioni appunto credo che il Collega Poletti - artista, scienziato,<br />

uomo di cuore - possa essere particolarmente chiamato allo speciale<br />

ztffico di dirigere un giornale Medico, perchè all'elegante perizia nel magisiero<br />

della penna, alla fine sensibilità artistica, associa una profonda conoscenza<br />

di tutti i problemi scientifici, che agitano ora l'ansiosa ricerca dell'arte<br />

sanitaria. Egli sa perciò che, accanto al polmone che non respira, allo<br />

- stomaco che non digerisce, al rene che non secerne, si deve sempre ricercare<br />

un'anima che soffre, che pensa e che sospira. Anche a questa dunque saprà<br />

rivolgere la sua /~ensosa ed amorevole attenzione, non limitando le sue amorevoli<br />

cure soltanto all'organo malato, come farebbe un meccanico che rìvolge<br />

le sue cure alla sola ruota arrugginita, senza preoccuparsi di quell'insieme<br />

-2<br />

8


.?znoJs ?l?qou ?A?SOA ?ap ossamns oyw??naw l? anz1n.i~~ wn~od uou<br />

? o W ~ '??zla?mpua?. ?lBap w??nnd W? al ?zzau! ?ap wzzap???u W? a417.82~ anap<br />

wun?noJ W? aa- onan as j wnac/o,~lw '???alod qzuy pa wBallo3 'wno p2<br />

j alwn??qds a alwnozu wlyuanwd W? anw?uwn qnd<br />

o??opu03 o3?pa~/ l? qwnb wlpp 'w?l?u/n aurjyqns wns wlpu apuwn.3 ayz/awwnan<br />

WUI 'w?qsquwu/n wnnB?j 'oA?~~s ??.Q ?n2 ?p ?~uaww?zw~Bu?n ?uwn ?ano anap<br />

-zra#w wzuas 'oqpwnwd lap qnod allo o?zzrq?s u? w?3swl 01 'o?no?wBni7d lap a<br />

oz/naJu~,llap a?nnac/w? a?n qlw osnanwngw oloc/a3s?p O?~O~UO~ nanw odop (aq3<br />

'o?y?Bn?~ wpod lap wgsa?uwa wnnB?J wllw o?wuoBwnwd anassa ond -ananop<br />

oso~sawzu a O~IW un o?uau/wynw wzz/as ana?dwo3 oyndws wz/ ?q3 azuo3 'ounn?<br />

-pw? a apqwnauan 'WSSW~ uwn.3 ?p ?noBwnJ WZZ/~S ~ ~ S ~ W 'PUO?SS?W L / S wnpnw wns<br />

wllap au?J wllw 07un?.3 'a o?w~o~sodw oso?zual?s ons l? a?dww 71.3 'wzuapso3<br />

w?nCIOAd wlpp o?Bola ozrlandns .lwp o?nua?sos 010s 'oz~azu ouoBuan y.8 ossads<br />

azp '??uaur?xouo~l~ ?p op?nw ziou 'onnxo pa oso,lnzuand 'oyonap a al?wn<br />

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g?z1-8?p W] an??san?n DJ g.3 a- 'anwlo~?gnwd W?ZDA.~ ?p O?W~ oun u? anln o?sanb<br />

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B6X96X9mmmwm6X9mc)mm@<br />

Sull'lrnmunità locale i<br />

8<br />

@6m6mmm6mmm~~06mmm~<br />

Prof. FRANCO D'ALESSANDRO, Direttore dell'Istituto di Anatomia Pato-<br />

logica dell'ospedale Maggiore di Bergamo.<br />

Avrei voluto intitolare queste mie brevi<br />

note : « I1 Crepuscolo degli anticorpi », ma<br />

forse il titolo sarebbe stato un po' prema-<br />

turo, giacchè gli anticorpi non sono ancora<br />

del tiitto tramontati o per lo meno non<br />

sono sconiparsi dall' orizzonte scientifico.<br />

Resta ancora per loro un settore dell'em-<br />

pireo che per un trentennio hanno domi-<br />

nato indiscussi, settore che non sappiamo<br />

se in avvenire più o meno prossimo si<br />

restringerà ancora, ma dal quale rischia-<br />

rano tuttora se non proprio con luce me-<br />

ridiana, alcuni fatti immunitarii. Io non<br />

oso affermare che per le nuove vie per le<br />

quali ci siamo incamminati splenda radioso<br />

il sole.. . dell'avvenire ma è un fatto che<br />

la luce vi è meno tremula e più suadente.<br />

Troppo in lungo mi porterebbe il rifare<br />

la storia dettagliata di tutti i fatti sperimen-<br />

tali che hanno aperta la via alle nuove<br />

visioni. Mi basterà accennare a qualcuno<br />

dei più significztivi.<br />

È noto che i punti fondamentali su cui<br />

si basano le nuove concezioni sono l'in-<br />

fezione locale e la corrispondente immunità<br />

locale. L'idea che in talune malattie infet-<br />

tive il conseguimento di uno stato d'im-<br />

munità generale fosse in dipendenza di<br />

una precedente infezione di un determinato<br />

apparato od organo e non in rapporto con<br />

un meccanismo immunobiologico umorale,<br />

non è nuovo. Era già noto che vi fossero<br />

delle malattie a localizzazione ectodermica<br />

(eresipela, vaiuolo, poliomielite, sifilide,<br />

rabbia, e recentemente encefalite letargica),<br />

altre a localizzazione entodermica (tifo, co-<br />

lera, dissenteria). Ma è nuova I'acqiiisizione<br />

che I'infezione sperimentale da parte dei<br />

relativi germi non è possibile se non at-<br />

taccando direttatnenle determinati organi<br />

o gruppi di organi o, per dirla alla Besredka,<br />

la cellula reattiva. Ciò ha reso possibile la<br />

spiegazione di quanto era stato finora una<br />

osservazione empirica. Per esempio fin dal<br />

1901 Calmette aveva visto che iniettando<br />

la polpa vaccinica nel peritoneo d'un ani-<br />

male, questo non ammala nè resta immune<br />

verso infezioni siiccessive. Solo determi-<br />

nando una infezione della cute, se l'animale<br />

supera la malattia, I' immunità si stabilisce.<br />

Dobbiamo arrivare al 1922 per vedere<br />

questo fatto isolato riprodotto per altri<br />

germi ed infezioni essenzialmente per<br />

opera di un geniale osservatore ed espe-<br />

rimentatore: il Besredka.<br />

Egli con i suoi collaboratori ha iniziato<br />

i suoi studi con I'infezione carbonchiosa<br />

ed ha dimostrato che quella che fino ad<br />

ora ci avevano insegnato a considerare<br />

come un'infezione generale, è invece una<br />

infezione, anzi la piìi tipica delle infezioni,<br />

locale. Egli lavorando sulla cavia che fra<br />

gli animali di laboratorio, è particolarmente<br />

ricettiva alllinfezione carbonchiosa tanto<br />

che in pratica era stato tentato invano di<br />

vaccinarla, poichè bastava I' iniezione di<br />

pocliissimi bacilli per produrre una setti-<br />

cemia mortale, ha provato che questa


estrema ricettività è dovuta ad Una speciale<br />

sensibilità al bacillo del suo rivestimento<br />

cutaneo. Se infatti si fa in modo di pre-<br />

servare la pelle da qualsiasi contatto col<br />

materiale infettante che si introduce o nel<br />

peritoneo o nei miiscoli, si possono iniet-<br />

tare centinaia di dosi mortali senza che<br />

l'animale abbia a soffrirne.<br />

I germi scompaiono rapidamente dal<br />

circolo; il plasma contiene anticorpi spe-<br />

cifici, nia se con iina nuova iniezione in-<br />

tradermica si riinfetta l'animale, questo<br />

muore come uno nuovo. D'altra parte se<br />

sulla cute rasata dell'animale (rasamento<br />

che necessariamente porta piccole escoria-<br />

zioni) si applicano bacilli del carbonchio<br />

dapprima molto attenuati, poi gradatamente<br />

sempre più virulenti, si arriva a vaccinare<br />

l'animale contro una infezione intradermica<br />

anche massiva. Gli animali così vaccinati,<br />

pur esistendo un così alto stato d'immu-<br />

nità non presentano anticorpi circolanti<br />

dimostrabili almeno sierologicamerite. Ri-<br />

sulta come conclusione : 1) che l'infezione<br />

carbonchiosa nella cavia e per analogia<br />

forse nell'uomo, è strettamente legata al-<br />

l'infezione della cute; - 2) che l'immunità<br />

verso il carbonchio è anche una proprietà<br />

della cute stessa e che perciò l'immunità<br />

generale si riduce ad una pura immunità<br />

locale senza che gli anticorpi iimorali ab-<br />

biano uno speciale carattere difensivo.<br />

Analoghe ricerche sperimentali sono state<br />

estese in seguito allJaltro gruppo di infezioni<br />

che erano già considerate come a localiz-<br />

zazione endodermica : tifo, paratifo, dis-<br />

senteria, colera.<br />

In tutte queste infezioni è stato osservato<br />

che mentre l'ingestione dei rispettivi bacilli,<br />

sia per l'azione dei succhi gastrici, sia per<br />

lo strato muco-epiteliale che protegge la<br />

mucosa intestinale, non produce negli ani-<br />

mali da esperimento un quadro netto di<br />

infezione e tanto meno d'immunità, se<br />

invece s'introd~icono questi stessi bacilli<br />

per via parenterale si osserva che essi per<br />

una specie di parti'colare tropismo, pure<br />

dopo aver circolato nel sangue per un<br />

tempo più o meno breve (sangue che non<br />

possiede potere battericida, come ha dimo-<br />

strato Sanarelli), si ritrovano quasi esclu-<br />

sivamente nell'intestino e nella vescichetta<br />

biliare. Se d'altra parte si sopprime la bar-<br />

riera muco-epiteliale che riveste la mucosa<br />

e si portano i germi a diretto contatto con<br />

essa, l'infezione ha luogo.<br />

<strong>La</strong> distruzione di questa barriera può<br />

essere praticamente ottenuta con la soni-<br />

ministrazione per os di bile. sperimental-<br />

mente poi è stato visto, nei riguardi della<br />

immunità, che questa si istituisce solo at-<br />

traverso una prima infezione del]' intestino,<br />

immunità che si accorda con i segni siero-<br />

logici di un'immunità umorale in quanto<br />

che se in un primo tempo si nota presenza<br />

di anticorpi ben presto questa reazione<br />

umorale diminuisce o anche si estingue,<br />

proprio quando più saldamente si manifesta<br />

1' immunità generale. Forse questi fatti spe-<br />

rimentali ci avviano alla giusta interpre-<br />

tazione di quanto si osserva nell'uonio e<br />

ci farà modificare le nostre convinzioni<br />

riguardo alla sieroagglutinazione di Widal.<br />

<strong>La</strong> presenza o meno di anticorpi circolanti<br />

se può conservare fino ad un certo punto<br />

un valore diagnostico relativo, deve consi-<br />

derarsi completamente destituito di qua-<br />

lunque valore pronostico.<br />

Ma non solo l'intestino e la cute avreb-<br />

bero questa particolare recettività e sareb-<br />

bero capaci di diventare imniuni (immunità<br />

generale) ma anche il polmone; questo<br />

organo che normalmente oppone a livello<br />

dell'epitelio alveolare una resistenza ai<br />

germi introdotti per via tracheale, può ve-<br />

dere questa resistenza abbassarsi se si altera


il filtro alveolare con opportuna diluizione<br />

di bile come la può vedere esaltarsi ove,<br />

con opportuna tecnica, lo si vaccini. Intro-<br />

ducendo per tre volte bacilli difterici uccisi<br />

per l'albero bronchiale nella cavia, l'ani-<br />

male resta protetto contro un' inoculazione<br />

sottocutanea di bacilli mortale per una<br />

cavia controllo.<br />

Io penso che qiiesto rilievo già molto<br />

importante per la difterite, apre l'adito a<br />

molte speranze nei riguardi del nostro mas-<br />

simo flagello, la tiibercolosi. Per quanto<br />

non sia stato ancora provato che si possa<br />

ottenere con i bacilli tubercolari lo stesso<br />

ris~iltato, niilla vieta di pensare che forse<br />

la via per cui potremo ottenere risultati<br />

concreti sia questa, anzi gli scacchi subiti<br />

finora e la quotidiana osservazione dei<br />

fatti che non trovano spiegazioni logiche<br />

con la teoria iin~orale, renderebbero piene<br />

di speranze queste nuove ipotesi sia che<br />

si riguardi la tubercolosi di origine inte-<br />

stinale, sia d'origine bronchiale. Sarà que-<br />

stione di sapere scegliere la via per la<br />

vaccinazione.<br />

Altri fatti importanti sono stati osservati<br />

nei riguardi dello stafilococco e dello<br />

streptococco.<br />

Anche per questi germi si è riuscito a<br />

rendere inimuni rendendo immune la cute<br />

e non solo con vaccini uccisi applicati siilla<br />

cute rasata ma anche, almeno per lo stafi-<br />

lococco, con filtrati di culture in brodo.<br />

E pare che non si tratti di un eventuale<br />

virus filtrabile, di cui attualmente si è forse<br />

un po' troppo abusato ma di particolari<br />

ed ignote sostanze contenute nel filtrato<br />

alle quali, almeno per il momeiito, il Be-<br />

sredka ha dato il nome di antivi~~~s.<br />

Da tutti questi dati di fatto resta definito<br />

il concetto di immunità locale che, secondo<br />

il Besredka sarebbe cioè « un' immunità<br />

ottenuta con la vaccinazione di iin solo<br />

organo che si accompagna con uno stato<br />

di immunità di tutto l'organismo ». Ad<br />

illustrazione di tale enunciato il Besredka<br />

ipotizza così il meccanismo immunitario.<br />

Quando un animale è sottoposto a vacci-<br />

nazione, qualunque sia il germe adoperato,<br />

i fagociti digeriscono il corpo microbico e<br />

mettono in libertb il rispettivo antivirus;<br />

questo raggiunge le cellule elettivamente<br />

ricettive per quella determinata infezione<br />

e le satura quasi, si combina con esse<br />

cioè in modo che queste diventano refrat-<br />

tarie ad una nuova combinazione con<br />

germi provenienti da una siiccessiva inva-<br />

sione.<br />

Credo inutile rilevare che questa conce-<br />

zione non può inquadrarsi nè alla antica<br />

concezione dell'immunità istogena nè tanto<br />

meno negli schemi che Erlich ci ha inse-<br />

gnati e Iian dominato per anni la nostra cul-<br />

tiira. Possiamo dire d'altra parte che ciò<br />

spieghi tutta l'immunità? Dobbiamo cioè<br />

ritenere che I'imm~inità generale è sempre<br />

condizionata da un' immunità locale ? Io<br />

penso che sarebbe azzardato o per lo meno<br />

prematuro.<br />

Intanto è per ora difficile dire quale sia<br />

la vera essenza anche dell' immunità locale<br />

pur dopo lo schema su accennato di Be-<br />

sredka. Molto probabilmente si tratta anche<br />

qui di fenomeni fisico-chimici nei quali si<br />

compendia il processo vitale della materia,<br />

fenomeni che renderebbero la cellula iper-<br />

sensibile, capace di dare reazioni abnormi<br />

attraverso niodificazioni biologiche speciali<br />

e caratteristiche. Recentemente qualciino<br />

ha cercato d' identificare I' immunità con<br />

I'anafilassi. Qualunque sia però lo scetti-<br />

cismo che ciascuno può portare nell'acco-<br />

gliere i nuovi orientamenti della Scienza<br />

che in principio sono necessariamente ipo-<br />

tetici, bisogna riconoscere che un nucleo<br />

di verità ci sia in queste nuove concezioni


oltre per i fatti sperinientali da cui deri-<br />

vano, anche per i corollarii pratici che<br />

sono già stati ricavati e che si sono in<br />

gran parte dimostrati di risiiltati concreti.<br />

Prescindendo dai buoni effetti ottenuti<br />

nella profilassi animale, come quelli avuti<br />

nei bovini da Marzucclii in Italia, da Velii<br />

al Marocco e da Broq-Roiisseau e Urbain<br />

nei cavalli dell'Armata Francese del Le-<br />

. vante, anche nell'~ioino è stata tentata con<br />

buoni effetti che però meritano ulteriori<br />

coiifernie, I'entero-vaccinazione per le rna-<br />

lattie intestinali e la vaccinoterapia con gli<br />

antiviriis nelle pii1 svariate lesioni e nelle<br />

pii! varie malattie: foriincoli, osteoniielite,<br />

suppiirazioni varie, con tragitto fistoloso,<br />

paterecci, fleiiimoni ed ascessi, dacriocistiti,<br />

blefariti, ecc. In questi casi sono stati usati<br />

pensenients di compresse imbevute dei fil-<br />

trati di ciiltura dei diversi germi (anti virus)<br />

con risultanti sempre confortanti e rapidi.<br />

Sono stati iniettati nelle sierose .in casi<br />

di pleuriti purulente da streptococchi, di<br />

peritoniti; applicati siigli organi genitali<br />

in casi di infezioni p~ierperali. Già si pre-<br />

para un antivirus gonococcico; si combinano<br />

varii antivirus seguendo 1' idea che diversi<br />

possono essere i microbi che sostengono<br />

un' irifezione.<br />

Come si vede il campo d'applicazione<br />

si va sempre più estendendo ed ha delle<br />

attuabilità indefinite. Naturalmente è ovvio<br />

che come si estende questa pratica tera-<br />

peutica, fondata sulla vaccinoterapia e<br />

sulla vaccinoprofilassi, va restringendosi il<br />

canipo della sieroterapia.<br />

Del resto il Besredka ha creduto di tro-<br />

vare la ragione dei successi di questa, nei<br />

casi in cui è indiscutibilmente vantaggiosa.<br />

Per esenipio per il siero antistreptococcico<br />

Egli giustamente pensa che non sono certo<br />

gli anticorpi, contenuti in proporzioni sva-<br />

riatissime, a cui devesi l'efficacia curativa<br />

/<br />

1 ma forse alla presenza di antivirus specifico<br />

formatosi nel sangue dei cavalli siero<br />

produttori durante la vaccinazione. E per<br />

I il siero antimeningococcico, partendo dal<br />

i fatto che per essere utile bisogna che sia<br />

iniettato nelio speco vertebrale, cioè a coii-<br />

tatto con le celliile ricettive per i menin-<br />

gococchi, cosa vieta di pensare che sia<br />

l'eventuale antivirus nel siero contenuto<br />

che immunizzi dette cellule? E ciò è tanto<br />

piìi probabile in quanto nel caso della<br />

vaccinoterapia, questa avrebbe il solo scopo<br />

'<br />

di proteggere, con il meccanisnio già detto<br />

I le cellule ricettive che non sono ancora<br />

i<br />

1 ~<br />

aminalate, in iliodo che I' infezione non<br />

possa progredire, ma non esplicherebbe<br />

1;<br />

nessiiiia azione sii quelle già aminalate che<br />

"<br />

subirebbero la loro sorte. Circoscrivendosi<br />

i focolai d'infezione ne deriverebbe però<br />

sempre una più grande probabilità di guarigione.<br />

Dobbiamo dunque abbandonare la pra-<br />

'<br />

tica della sieroterapia-e negare agli anticorpi<br />

anche il più piccolo posticino al<br />

sole? <strong>La</strong> scienza non ha ancora detto I'ull<br />

tima parola. Resta intanto per gli anticorpi<br />

incontestato tutto il cainpo dell'immunità<br />

antitossica. Per quella antibatterica devono<br />

accontentarsi di vedersi sostituiti forse da<br />

altri nuovi dèi. Come abbiamo visto, per<br />

'<br />

molte infezioni già viene loro negato qualunque<br />

compartecipazione, per altre viene<br />

per ora solo niersa in dubbio. Del resto<br />

forse è una sorte meritata come quella di<br />

tutti i tiranni. Gli anticorpi hanno avuto<br />

il torto di essersi fatti trovare troppo siste-<br />

1 maticamente nelle nostre ricerche cliniche<br />

/ e sperimentali. Ma la colpa non è tutta<br />

loro. Certamente il loro ufficio essi lo ca-<br />

I pivano e IO compiono nia forse non è<br />

qiiello che noi ostinatamente abbiamo ad<br />

essi attribuito per tanto tempo.


~ m ~ m ~ m m r n m ~ m ~ m m ~ ~ r<br />

Considerazioni sulla Patogenesi e Terapia delle Anemie<br />

f perniciose puerperali D<br />

@Jmmrxmmmm~mm~~mmmmmmm<br />

Prof. FIORENZO CLAUSER, Direttore della Divisione Ostetrica dell'ospe-<br />

dale « Principessa di Piemonte » Bergaino.<br />

Vi sono in medicina alcuni argomenti,<br />

che hanno quasi periodicamente l'onore<br />

d'essere portati all'ordine del giorno da<br />

una serie di lavori espeiimentali e clinici,<br />

coi quali il processo morboso in questione<br />

viene studiato di nuovo sotto i vari punti<br />

di vista derivanti dalle applicazioni pra-<br />

tiche di varie scienze sussidiarie della<br />

medicina e dello sfruttaineiito dei pro-<br />

gressi realmente compiuti da alcune bran-<br />

che mediche, come la chimica fisiologica,<br />

la fisica chimica, la farinacologia, ecc.<br />

Tale fatto ha un significato ben netto, per<br />

quanto doloroso, -essendo indizio che ad<br />

onta di tutti gli sforzi compiuti, molto si<br />

ignora ancora o sulla eziologia o siilla<br />

patogenesi della malattia, che viene fatta<br />

oggetto di tanti studi, oppure ancora, che<br />

la terapia si è mostrata insufficiente o<br />

addirittura impotente.<br />

Fra questi processi morbosi figura anche<br />

l'anemia perniciosa puerperale.<br />

Questa malattia, veramente terribile per<br />

l'enorme percentuale di mortalità che solo<br />

da poche altre malattie è eguagliata o<br />

superata, presenta ancora molti punti<br />

oscuri nel suo quadro nosologico, che<br />

non poterono essere risolti dalle ricerche,<br />

pure numerosissime, finora compiute,<br />

basti ricordare le interminabili discussioni<br />

sulla sua patogenesi e la insufficienza<br />

spesso palese dei mezzi terapeutici adot-<br />

tati per combatterla.<br />

Se noi diamo uno sguardo generale al<br />

carattere dei lavori sperimentali e delle<br />

ricerche cliniche fatte sull'anemia perni-<br />

ciosa criptogenetica in generale e su quella<br />

puerperale in particolare, possiamo di-<br />

stinguere quasi nettamente quattro pe-<br />

riodi, che segnano altrettante tappe in<br />

avanti nello studio di questo processo.<br />

In uri primo periodo prevale lo studio<br />

dei siritomi -clinici ed in base al chiaro,<br />

seppure variopinto quadro, sintomatolo-<br />

gi'co risultante, si tentò una prima indi-<br />

vidualizzazione dell' anemia perniciosa,<br />

che fu resa più completa e precisa nel<br />

secondo periodo, che potrebbe essere<br />

definito periodo delle ricerche ematolo-<br />

giche ; da queste nacque il concetto di<br />

malattia essenziale e primitiva del midollo<br />

delle ossa. Successe un periodo di ricer-<br />

che fisico-chimiche su sangue in toto, sui<br />

globuli rossi, sul siero ecc., e finalmente<br />

da ultimo, incominciando a vacillare il<br />

concetto patogenetico di processo essen-<br />

ziale primitivo del midollo osseo, le ri-<br />

cerche si estesero a tutto il complesso<br />

meccanismo delle correlazioni funzionali<br />

fra le ghiandole a secrezione interna, di<br />

cui è recentissimo e tipico per il suo<br />

esclusivismo il lavoro di Stephan, il quale<br />

riduce il problema patogenetico dell'ane-<br />

mia perniciosa ad un antagonismo fra le<br />

ghiandole surrenali e la milza.<br />

Se. il risultato di tali ricerche si con-


cretò praticaniente nella deiinizione di<br />

una sintomatologia ben determinata e nella<br />

descrizione di un quadro classico delle<br />

modificazioni morfologiche del sangue,<br />

ben poco si ottenne invece che servisse<br />

a chiarire l'essenza stessa della malattia.<br />

Fra tutte le varie teorie enunciate a<br />

questo proposito, mi sembra opportuno<br />

ricordare per ora solo le due più impor-<br />

tanti, ai concetti fondamentali delle quali<br />

si possono ricondurre in estrema analisi<br />

quasi tutte le altre.<br />

Secondo la prima, sostenuta da Ehrlich<br />

al Congresso di Medicina interna già nel<br />

1892, l'anemia perniciosa sarebbe dovuta<br />

ad una alterazione inorfologica e fun-<br />

zionale del midollo osseo, alla cosidetta<br />

degenerazione megaloplastica, che a sua<br />

volta sarebbe determinata da tossici di<br />

varia provenienza circolanti nel sangue.<br />

In conseguenza di questa azione tossica<br />

si avrebbe un ritorno della eritropoiesi<br />

al tipo embrionale ed un'insufficienza<br />

della leucopoiesi.<br />

Seguendo questo concetto anche Nageli<br />

ritiene l'anemia perniciosa come un com-<br />

plesso sintomatico, che può essere de-<br />

terminato da varie cause, ma che si tra-<br />

duce senipre in un'unica tipica alterazione<br />

funzionale del midollo osseo. Si tratte-<br />

rebbe dunque non di una unità morbosa,<br />

ma di unJunica lesione organica (Erch).<br />

Quasi contemporaneamente però Birch-<br />

Hirschfeld avanzò l'ipotesi che la distru-<br />

zione aumentata degli eritrociti potesse<br />

avere una importanza maggiore che non<br />

il disturbo nella loro neoformazione.<br />

Questo concetto andò un po' alla volta<br />

sempre più avvalorandosi, tanto che Mo-<br />

rawith arrivò fino ad ammettere, con<br />

molti altri autori, che le modificazioni ri-<br />

scontrate nel midollo osseo non doves-<br />

sero rappresentare altro che un processo<br />

compensatorio, una spxie di reazione<br />

dell'organisnio tendente a combattere la<br />

aumentata distruzione degli eritrociti.<br />

L1emolisi dunque costituirebbe il fatto<br />

primitivo, la modificazione del midollo<br />

osseo la reazione secondaria; sempre se-<br />

condo Morawitz gli eritrociti circolanti<br />

sarebbero lesi nella loro resistenza da<br />

qualche tossico presente nel sangue e<br />

verrebbero in seguito distrutti rapida-<br />

mente fuor dalla circolazione sanguigna,<br />

nel fegato e nella milza; da ciò la sua<br />

definizione di a anemia cronica emolitica~.<br />

In appoggio a questo concetto verreb-<br />

bero alcuni fatti di comune osservazione<br />

nelle aiieniie perniciose come la emosi-<br />

derosi di vari organi, specialmente del<br />

fegato, l'aumento nellleliminazione della<br />

urobilina e il colorito talvolta sub-isterico<br />

della pelle di queste malate, tutti feno-<br />

meni che si possono spiegare con una<br />

enorme distruzione di eritrociti per opera<br />

di eniolisine di varia provenienza.<br />

Si ignora però tuttora quali e di che<br />

natura siano queste emolisine, per cui la<br />

definizione d'anemia perniciosa criptoge-<br />

netica può ancora valere per la grande<br />

maggioranza di queste forme di anemia:<br />

fanno eccezione le anemie da sifilide, da<br />

botriocefalo e da gravidanza.<br />

Che lo stato puerperale costituisca un<br />

fattore molto importante nel determinare<br />

il manifestarsi di un'anemia<br />

un'osservazione che risale ad un'epoca<br />

abbastanza remota relativamente, allo<br />

studio delle anemie; difatti già Biermer,<br />

Gusserow, Graefe ed altri cultori di ema-<br />

tologia richiamarono l'attenzione sull'im-<br />

portanza di questo momento eziologico<br />

e Eichhorst in una sua pubblicazione del<br />

1876 su 50 casi di anemia perniciosa che<br />

colpirono delle donne, ne' attribuisce 29<br />

alla gravidanza.


Questo concetto fu in seguito ripetuta-<br />

mente avversato e perchè le osservazioni<br />

cliniche di questo genere divennero piu<br />

rare, e perchè non si trovava una spie-<br />

gazione soddisfacente del meccanismo per<br />

cui una gravidanza potesse determinare<br />

una così grave forma di anemia. Non bi-<br />

sogna inoltre dimenticare che nelle vec-<br />

chie statistiche, in rapporto alle condi-<br />

zioni in cui si trovavano allora gli studi<br />

di ematologia, si hanno spesso dei reperti<br />

ematologici incompleti o addirittura gli<br />

esami del sangue mancano del tutto, co-<br />

sicchè sono possibili gli errori diagno-<br />

stici con altre forme di anemia, come per<br />

esempio con anemie secondarie ad emor-<br />

ragie. Per queste ragioni vari autori, e<br />

fra questi in un'epoca abbastanza recente<br />

Grawitz e Kurter, negarono alla gravi-<br />

danza qualsiasi importanza eziologica nei<br />

riguardi del17anemia perniciosa.<br />

I ginecologi invece si mantennero in<br />

gran parte fedeli al concetto primitivo,<br />

come risulta in modo evidente dalle mol-<br />

teplici raccomandazioni di interrompere<br />

presto la gravidanza onde fare una terapia<br />

causale dell'anemia.<br />

Fra coloro che considerano lo stato<br />

puerperale come frequente e spesso come<br />

il più grave fattore determinante l'anemia<br />

perniciosa, ricorderb i nomi di Merletti<br />

Bertino, Residelli, Naegeli, Gerhardt, Mo-<br />

rawitz, Furk, <strong>La</strong>zarus e molti altri.<br />

Dalle poche citazioni bibliografiche fin<br />

qui fatte si vede di già quanto sia com-<br />

plesso questo problema, sopratutto per<br />

quanto riguarda i rapporti fra stato puer-<br />

perale e anemia perniciosa, ed è fuori<br />

dubbio che chi cerca di farsi un concetto<br />

chiaro di tutte queste questioni sui libri<br />

delle anemie, finisce collo smarrirsi in<br />

un labirinto d'opinioni, teorie e suddivi-<br />

sioni, spesso contrastanti fra di loro,<br />

tanto da richiamare alla memoria quanto<br />

scrisse Zweifel in riguardo alla eclam-<br />

psia : che nel campo dell'alta sierologia<br />

tutto è ancora vago e vacillante; questo<br />

pensiero si potrebbe riferire all'eniato-<br />

logia per quanto riguarda le anemie. Ve-<br />

diamo ora che cosa ci insegna I7osser-<br />

vazione clinica.<br />

Dall'anamnesi di tutte le mie pazienti<br />

risulta in modo chiarissimo, che I' inizio<br />

della malattia avviene senza eccezione<br />

durante la gravidanza, non prima di essa,<br />

non in puerperio; precisando maggior-<br />

mente l'epoca in cui dall'aggravamento<br />

dei vari sintomi venne a concretarsi il<br />

quadro minaccioso dell' aneniia grave,<br />

possiamo dire che risulta perfettamente<br />

confermata l'osservazione di altri autori<br />

(Merletti, Bertino, Clivio, ecc.) che tali<br />

forme morbose insorgono nella seconda<br />

metà della gravidanza, di modo che si<br />

b costretti ad ammettere un' influenza<br />

qualunque essa sia, dello stato gravidico<br />

nel determinare I' insorgere della ma-<br />

lattia.<br />

Questa influenza è stata a varie riprese<br />

negata da vari ematologi, sopratutto te-<br />

deschi, i quali avanzarono come obbie-<br />

zione l'estrema rarità dei casi veramente<br />

dimostrativi fra i numerosi descritti: (Esch).<br />

Questa obbiezione è in uno strano accordo<br />

con quanto scrisse Bowland in un suo<br />

lavoro, che i casi conosciuti di anemia<br />

perniciosa o emolitica (secondo la sua<br />

definiiione) in gravidanza fino al 1917<br />

fossero 23 1 I casi' di questa malattia os-<br />

servati in Italia (sopratutto nella Clinica<br />

Ostetrico-Ginecologica di Parma) e al-<br />

l'estero, sopratutto a Zurigo, sono al<br />

giorno d'oggi innumerevoli e fra di essi<br />

sono numerosi quelli che presentano tanto<br />

nelle alterazioni nel sangue, che nella sin-<br />

tomatologia generale e purtroppo anche


all'autopsia, il quadro clinico dell'anemia<br />

perniciosa. Non è perciò piu possibile<br />

negare la comparsa di tali anemie, rigo-<br />

rosamente studiate, durante la gravidanza.<br />

Un' altra obbiezione contro il valore<br />

eziologico della gravidanza si basava sul<br />

fatto che il parto, sia spontaneo, che pre-<br />

maturo provocato non dovrebbe mai por-<br />

tare. ad una netta modificazione nel de-<br />

corso della malattia - (<strong>La</strong>bendizincki); si<br />

sosteneva che qualora la gravidanza si<br />

trovasse realmente in rapporto causale<br />

colla malattia, appena essa fosse cessata<br />

dovrebbe aversi un immediato niigliora-<br />

mento. Bisogna riconoscere che nel mag-<br />

gior numero dei casi subito dopo il parto<br />

si osserva un aggravarsi del inale e tal-<br />

volta si ha la morte della paziente. L'itn-<br />

portanza di tale obbiezione sembra a pri-<br />

ma vista tanto più grave in quanto che è<br />

un fatto noto e che io ho osservato co-<br />

stantemente in tutti i miei casi, che il<br />

parto si svolge in queste malate in modo<br />

molto rapido con scarse sofferenze e con<br />

scarsissima perdita di sangue, quasi che<br />

la natura provvedesse affinchè queste<br />

donne già profondamente indebolite e<br />

gravemente aneniizzate non abbiano a<br />

perdere ulteriormente sangue al momento<br />

del parto. Tuttavia anche questa obbie-<br />

zione può essere facilmente confutata.<br />

In primo luogo non si può ammettere<br />

che le sostanze tossiche che hanno de-<br />

terminato la malattia e che circolano nel<br />

sangue, possano essere immediatamente<br />

eliminate dall'organismo in seguito al-<br />

l'espulsione del feto e degli annessi.<br />

Anche il peggioramento successivo al<br />

parto si può facilmente spiegare. <strong>La</strong><br />

puerpera ha sempre un aspetto piu ane-<br />

mico della gestante, fatto che pub essere<br />

messo in rapporto coll'abbassamento della<br />

pressione sanguigna che si verifica dopo<br />

il parto anche in condizioni fisiologiche<br />

e colle modificazioni nella distribuzione<br />

del sangue. Inoltre è ben noto che ogni<br />

eccesso di lavoro che venga imposto ad<br />

un organismo affetto da anemia grave<br />

dichiarata, ha un'azione dannosa sull'or-<br />

ganismo stesso ; per cui si rende facil-<br />

mente comprensibile un peggioramento,<br />

sia pure passeggero, come conseguenza<br />

di quel maggior consumo di energia, che<br />

si verifica durante un parto, per quarito<br />

esso si svolga in modo rapido ; questo<br />

peggioramento può infine essere ancora<br />

aggravato dalla perdita di sangue che<br />

accompagna il parto e che anche se di<br />

brevissime entità, può farsi risentire sul-<br />

l'organismo cosi gravemente indebolito,<br />

come pure dalla lochiazione e dalla se-<br />

crezione lattea.<br />

Il complesso di tutti questi fattori spiega<br />

facilmente i peggioramenti osservati in<br />

puerperio, c.he possono alla loro volta<br />

essere passeggeri o condurre alla morte,<br />

sempre però a seconda della gravitA che<br />

la malattia aveva raggiunto già prima<br />

del parto. Qualora questo periodo sca-<br />

broso di pochi giorni venga superato<br />

dalla paziente, si vede inimediatamente<br />

subentrare un miglioramento progressivo,<br />

che talvolta è cosi subitaneo da giustifi-<br />

care il terniine di crisi della malattia.<br />

Un altro fatto viene ancora ad infirmare<br />

il valore della obbiezione surricordata ed<br />

è I1estrenia rarità dei casi in cui si sia<br />

verificato un miglioramento o la guari-<br />

gione di questa malattia durante la gra-<br />

vidanza, ad onta di tutte le cure prati-<br />

cate. Nella letteratura, che io ho consul-<br />

tato molto attentamente a questo riguardo,<br />

gli unici casi di grave anemia puerperale<br />

in cui si abbia avuto un miglioramento<br />

gi8 durante la gravidanza sono il caso di<br />

Weber, quello di Gerhardt, quello di


Avezzù e un caso da me osservato nella<br />

Clinica di Padova. All'infuori di queste<br />

4 eccezioni da tutte le altre osservazioni<br />

fatte risulta con impressionante concor-<br />

danza, che non si ebbe nè miglioramento<br />

nè guarigione se non dopo che la gravi-<br />

danza era cessata, sia in seguito a parto<br />

spontaneo o provocato.<br />

Se il dogma a cessante causa, cessat<br />

effectus %, ha di essere citato in rnedi-<br />

cina, mi sembra che questo sia il caso<br />

di farlo.<br />

Tutte le obbiezioni dunque finora mosse<br />

contro il valore eziologico della gravi-<br />

danza in questa malattia, non reggono<br />

ad una critica severamente condotta.<br />

E fuori dubbio che nella gravida sus-<br />

siste, almeno in potenza, iina certa pre-<br />

disposizione ai processi einolitici, che<br />

può palesarsi evidentemente in particolari<br />

condizioni patologiche, come nell'emo-<br />

globinuria gravidica (Brauer, Meinhold),<br />

nell'ittero delle gravide che può ripre-<br />

sentarsi nelle gravidanze successive, (Ahl-<br />

feld, Schaffer, Rolleston, ecc.) ed in certe<br />

diatesi eniorragiche, che compaiono du-<br />

rante la gravidanza.<br />

In base a queste conoscenze di fisio-<br />

patologia della gravidanza, Esch con altri<br />

Autori crede di poter concludere che il<br />

nieccanismo d'azione dello stato puerpe-<br />

rale nel determinare le anemie si svolga<br />

in base ad un processo emolitico, che<br />

sarebbe il fatto primitivo, mentre le mo-<br />

dificazioni del midollo osseo sarebbero<br />

ad esso'secondarie, egli viene in tal modo<br />

a conclusioni nettamente opposte a quelle<br />

di Nageli e Oettingen che si mantengono<br />

fedeli al concetto di lesione primitiva,<br />

pure tossicogena, del midollo osseo.<br />

Sia che si voglia ammettere a base<br />

dell'anemia puerperale un processo emo-<br />

litico, oppure una lesione del midollo<br />

osseo, resta bene assodato un fatto inop-<br />

pugnabile ed è che il processo stesso è<br />

dovuto ad un quid tossico, che si trova<br />

in stretto rapporto collo stato di gravi-<br />

danza.<br />

Mettendo a capo delle nostre conside-<br />

razioni patogenetiche sull'anemia puer-<br />

perale il fattore tossico entriamo inevi-<br />

tabilmente nel campo delle ipotesi sul-<br />

I'eziologia dell'anemia perniciosa, che le<br />

ricerche rrioderrie tendono senipre più a<br />

spogliare di quei veli misteriosi, in cui<br />

l'aveva avvolta la sua vantata criptoge-<br />

nesi e veniamo a classificare questa ma-<br />

lattia fra le autointossiqazioni gravidiche.<br />

Nei riguardi dell'eziologia e della pato-<br />

genesi delle gravi anemie piierperali si<br />

deve ammettere dunque che esse sono<br />

la conseguenza di un'autointossicazione<br />

gravidica in donne che presentano una<br />

predisposizione congenita o acquisita alle<br />

anemie, di modo che le tossine circolanti,<br />

pur agendo su tutti gli organi colpiscono<br />

a prevalenza il sangue e il midollo osseo<br />

determinando le mcdificazioni sanguigne<br />

e midollari ben conosciute.<br />

Per quanto riguarda la sintomatologia<br />

generale ed il decorso clinico delle gravi<br />

anemie peuperali dobbiamo fare rilevare<br />

il modo subdolo di inizio della malattia,<br />

che è caratteristico pure delle anemie<br />

perniciose. I primi disturbi non si hanno<br />

generalmente che verso la meta della<br />

gravidanza e non sono dapprima tali da<br />

preoccupare subito la paziente e i pa-<br />

renti.<br />

Essi consistono per lo più in adinamia,<br />

facile esaurimento, inappettenza e ven-<br />

gono considerati come innocui fenomeni<br />

della gravidanza. Ben presto però si in-<br />

comincia ad osservare il pallore della<br />

cute progressivamente accentuantesi, cui<br />

si aggiungono altri sintomi come cardio-


palmo, ambascia respiratoria, talvolta ron-<br />

zio alle orecchie, disturbi visivi, emor-<br />

ragie nasali, gengivali, edemi alle estre-<br />

mitA inferiori, mentre lo stato di nutri-<br />

zione generale sembra ancora abbastanza<br />

buono, pur essendo i disturbi gastro-in-<br />

testinali costanti e spesso assai gravi.<br />

Accanto alle modificazioni sanguigne<br />

giA descritte si osserva poi un accelera-<br />

mento del polso, flaccidezza della musco-<br />

latura con tessuto adiposo sottocutaneo<br />

ben conrsevato, aumento nell'eliminazione<br />

dell'urobilina. Molto spesso si avvertono<br />

pure soffi anemici al cuore, rumore di<br />

trottpla sulle giugulari e si riscontra<br />

aumento di volume della milza e talvolta<br />

anche del fegato.<br />

Tutti questi fenomeni si sviluppano e<br />

si accentuano parallelamente col progre-<br />

dire della gravidanza.<br />

Nel maggior numero dei casi il parto<br />

avviene prima che la gravidanza abbia<br />

raggiunto il suo termine.<br />

E osservazione generale che il parto<br />

in queste pazienti si svolge in modo ra-<br />

pido e con una scarsissirna perdita di<br />

sangue.<br />

Questo fatto si può spiegare con la<br />

relativa scarsith di ossigeno nel sangue<br />

di queste malate. Che l'ossigeno scar-<br />

seggi nel sangue delle anemiche è facil-<br />

mente comprensibile data la forte dimi-<br />

nuzione degli eritrociti e dell>emoglobina,<br />

ed è reso ancor più evidente dai disturbi<br />

respiratori e delllacceleramento compen-<br />

satore dell' azione cardiaca. Essendo nota<br />

in seguito alle esperienze di Max Runge<br />

e Palm, l'azione stimolante, che la man-<br />

canza di ossigeno nel sangue esercita<br />

sulla contrazione della muscolatura ute-<br />

rina mi sembra logico attribuire a questa<br />

azione la rapiditg del parto e la scarsitA<br />

della perdita sanguigna successiva.<br />

Un1 altra osservazione interessante ri-<br />

guarda i dolori del parto, che sono<br />

scarsi e in qualche caso si può dire<br />

assenti.<br />

In linea generale la diminuzione della<br />

sensibilith dolorifica è proporzionale alla<br />

gravitA della malattia ed è da attribuirsi<br />

allo stato di torpore in cui si trovano<br />

queste pazienti, probabilmente in seguito<br />

alla insufficiente ossigenazione.<br />

Ad onta delle condizioni favorevoli in<br />

cui si svolge il parto, generalmente nei<br />

giorni ad esso immediatamente succes-<br />

sivi, si osserva un aggravamento delle<br />

condizioni generali ; la debolezza si ac-<br />

centua, il polso si fa più frequente e<br />

piii piccolo, gli edemi si estendono, la<br />

dispnea si aggrava.<br />

Quando le pazienti muoiono predomi-<br />

nano i sintomi del coma, della stasi cir-<br />

colatoria e dell'edema polmonare.<br />

Quando invece le malate sopravvivono<br />

il miglioramento avviene in un modo<br />

lento e progressivo, oppure talvolta in<br />

modo brusco a a crisi come ho visto in<br />

due dei miei casi.<br />

I processi febbrili che si hanno in puer-<br />

perio, sono dovuti, come 6 noto da lungo<br />

tempo (Clivio), a fenomeni putrefattivi<br />

intestinali o uterini, che acquistano una<br />

particolare importanza dato lo stato di<br />

scarsa resistenza organica di queste pa-<br />

zienti.<br />

Per quanto riguarda le recidive di que-<br />

sta malattia si può dire che pur scarseg-<br />

giando le notizie in proposito, appunto<br />

per questo esse devono essere estrema-<br />

mente rare o non verificarsi affatto. L'u-<br />

nico caso che mi è noto di recidiva a<br />

distanza di una grave anemia iniziatasi<br />

in gravidanza è quello del Turk, in cui<br />

la paziente però venne a morte con un


quadro sanguigno che ricordava quello<br />

della carcinosi del midollo osseo.<br />

Accennato così all'eziologia ed esposto<br />

il probabile meccanismo patogenetico<br />

delle anemie perniciose puerperali devo<br />

aggiungere qualche riga sulla terapia, che<br />

nella continua, affannosa ricerca di nuovi<br />

mezzi tradisce la sua impotenza piY o<br />

meno palese.<br />

A prescindere dal trattamento causale,<br />

interrompendo la gravidanza, sul quale<br />

ritornerò in seguito, si pu6 dire che<br />

tutte le altre cure tentate non hanno mai<br />

dato risultati veramente soddisfacenti.<br />

L'.uso dei preparati ferrugginosi, prima<br />

assai diffuso, è ora limitato ai casi in<br />

cui si abbia ipocromia, perchè è stato<br />

dimostrato che esso pub riuscire perfino<br />

dannoso nelle forme avanzate di anemia<br />

perniciosa ; l' emosiderosi osservata co-<br />

stantemente negli organi delle ammalate<br />

venute a morte in seguito a questa ma-<br />

lattia, starebbe anzi a dimostrare che si<br />

ha un accumulo di ferro, per cui il fab-<br />

bisogno dovrebbe essere sicuramente co-<br />

perto. <strong>La</strong> somministrazione di ferro può<br />

essere efficace invece in quelle forme<br />

che ricordano le cloroanemie.<br />

L'arsenico ha ancora molti sostenitori<br />

ed il suo uso è universale, pur essendo<br />

poco conosciuto il suo modo d'azione,<br />

che probabilmente consiste sopratutto in<br />

uno stimolo energico della cilogenesi.<br />

Debbo confessare che i risultati ottenuti<br />

coll'arsenico nei casi di anemia perni-<br />

ciosa puerperale osservati nella Clinica<br />

di Padova e nell'0spedale di Bergamo<br />

non furono molto brillanti. Anche la opo-<br />

terapia midollare ha dato dei risultati<br />

scarsissimi ed è ora quasi completamente<br />

abbandonata; del resto era difficile a<br />

spiegarsi anche teoricamente la possibile<br />

azione terapeutica del midollo rosso fre-<br />

sco di ossa di bue, sia somministrato per<br />

via gastrica che con iniezioni degli estratti<br />

glicerici.<br />

<strong>La</strong> rontgenterapia è ancora in esperi-<br />

mento, nè si possono riferire dati sicuri<br />

sui suoi risultati.<br />

<strong>La</strong> splenectomia ha dato realmente in<br />

qualche caso dei buoni risultati, ma solo<br />

temporanei, perchh dopo qualche tempo<br />

la sindrome morbosa si ripresentava in<br />

tutta la sua gravita; l'atto operativo stesso<br />

poi importa una mortalith molto rilevante<br />

(20°/,) e se il quadro clinico dellJanemia<br />

perniciosa puerperale 6 completamente<br />

sviluppato, basta uno sguardo alle con-<br />

dizioni generali delle pazienti per far<br />

passare la voglia a chiunque di sotto-<br />

porle ad un atto operativo di tale gravitli.<br />

Ricorderb solo di sfuggita il metodo<br />

del raschianiento del midollo osseo, che<br />

a quanto risulta dai casi pubblicati non<br />

da grandi risultati e non salva le pazienti<br />

dalle recidive; d'altronde dato il concetto<br />

che ci siamo formati sulla malattia in<br />

questione la sua esecuzione non è nep-<br />

pure logica, o almeno l'intervento è spro-<br />

porzionato allo scopo che si prefigge,<br />

che dovrebbe essere quello di stimolare<br />

gli organi emotopoietici.<br />

Per quanto riguarda le trasfusioni san-<br />

guigne non dobbiamo nasconderci i vari<br />

inconvenienti che troppo spesso le accom-<br />

pagnano.<br />

Non h raro osservare fenomeni di shock,<br />

forti rialzi termici con febbre alta 400,<br />

emoglobinuria, ecc. ; ma questo non è<br />

tutto. Si conoscono infatti anche dei casi<br />

mortali, e forse non tutti questi furono<br />

pubblicati. Sono molto istruttivi a questo<br />

proposito i tre casi di. morte in seguito<br />

a trasfusione sanguignadescritti da Schwei-<br />

tzer, Schafer e Grossmann.<br />

Tutti questi fenomeni che si possono


avere in seguito alla trasfusione sangui-<br />

gna diretta. si manifestano in modo an-<br />

cora più grave quando si inietti invece<br />

il sangue citratato, il cui uso è percib<br />

da ritenersi come assolutamente contro-<br />

indicato in tutte le gravi forme di anemia,<br />

per il pericolo inai prevedibile di uno<br />

shok letale (Yube, Bernhein, ecc.).<br />

Si deve ricordare infine che talvolta<br />

in seguito a trasfusioni sanguigne si è<br />

verificata la mortt: improvvisa di feti vi-<br />

tali che doveva essere attribuita esclusi-<br />

vaniente ai gravi fenomeni insorti nel-<br />

I' organismo materno e sopratutto alle<br />

forti oscillazioni della temperatura (Esch).<br />

Le iniezioni intramuscolari di sangue<br />

defibrinato avrebbero il vantaggio di essere<br />

assolutamente innocue e di non provocare<br />

dolore alcuno (Huber, Anerbacli, Wolf-<br />

sgruber, Kowler, Esch, ecc.); anche con<br />

esse però si verificano talvolta dei feno-<br />

meni sgradevo!i, come brividi e rialzi<br />

termici, e i successi terapeutici ottenuti<br />

sono scarsi e poco convincenti, come<br />

appare da un recente lavoro di Esch,<br />

che su 5 casi confessa di aver ottenuto<br />

qualche risultato solo in una paziente,<br />

nella quale però già prima dell' inizio<br />

della cura si avevan i segni di una vivace<br />

attività eritroblastica degli organi emato-<br />

poietici.<br />

Le trasfusioni sanguigne costituiscono<br />

dunque un intervento tutt'altro che indif-<br />

ferente per le pazienti e che non è perciò<br />

consigliabile nelle forme di anemia per-<br />

niciosa puerperale in cui lo shock pub<br />

colpire delle donne, la cui resistenza<br />

organica è ridottissima; tanto più che le<br />

conoscenze odierne hanno dimostrato che<br />

il sangue trasfuso agisce soltanio come<br />

stimolo sugli organi ematopoietici.<br />

Se noi accettiamo il concetto patoge-<br />

nico, che lega casualmente la anemia<br />

I<br />

perniciosa puerperale allo stato di gra-<br />

vidanza, non deve esistere esitazione al-<br />

I curia nel praticare quello che la natura<br />

stessa sembra indicarci col gran numero<br />

di parti prematuri spontanei che si ve-<br />

l rificano in tale malattia, nell' interrompere<br />

1 ' la gravidanza. Non bisogna attendere che<br />

la gravidanza si interrompa da sè ; indi-<br />

I zio questo che l'ammalata si trova ormai<br />

in condizioni molto gravi. Nè valgono a<br />

1 trattenerci dall'intervenire le considera-<br />

zioni di quelli Autori che dagli insuccessi<br />

avuti nella provocazione del parto pre-<br />

i<br />

maturo in queste ammalate furono indotti<br />

a ritenere sconsigliabile qualunque intervento<br />

di questo genere. È naturale che<br />

qualora troppo si attenda, le condizioni<br />

generali si aggravino in modo tale da<br />

rendere l'organismo incapace di reggere<br />

anche alla minima scossa.<br />

Le parole scritte dal Prof. Bertino quasi<br />

venti anni or sono, che la cura piiì<br />

proficua nei casi di anemia grave e? ancora<br />

rappresentata dall' interruzione della<br />

gravidanza 3, hanno sapore di attualità<br />

anche al giorno d'oggi e non sono state<br />

sufficientemente valutate se le statistiche<br />

degli esiti dell'aneinia perniciosa puerperale<br />

riportano ancora una mortalità che<br />

si aggira attorno al 40°/,.<br />

<strong>La</strong> vita del feto non deve preoccuparci<br />

di fronte a quella socialmenfe molto più<br />

importante della madre, che per lo più<br />

è una pluripara. D'altro canto sicome il<br />

maggior numero di queste ammalate si<br />

presenta alla nostra osservazione al settimo<br />

o all'ottavo mese, l'intervento si<br />

riduce alla provocazione di un parto prematuro,<br />

col quale si pub ottenere benissimo<br />

un feto vitale.<br />

E naturale che possano insorgere delle<br />

difficoltà e delle esitazimi qualora la<br />

diagnosi non sia certa.


Per lo più le ammalate vengono portate<br />

in Ospedale in condizioni tali da non<br />

permettere dubbio alcuno sulla vera na-<br />

tura del processo e da rendere possibile<br />

la diagnosi quasi alla semplice ispezione,<br />

sopratutto perchè i medici curanti non<br />

hanno dapprima il sospetto di una pos-<br />

sibile anemia perniciosa puerperale ed<br />

attribuiscono i disturbi alla gravidanza e<br />

alla leggera albuminuria, che spesso si<br />

osserva in tale malattia.<br />

Sarebbe perciò di grande importanza<br />

per la vita di queste ammalate che i me-<br />

dici pratici si abituassero a pensare alla<br />

possibilitti di questa grave complicazione<br />

della gravidanza, perchè solo allora le<br />

pazienti potrebbero essere sempre rico-<br />

verate in tempo utile nelle Cliniche o<br />

Ospedali.<br />

Si capisce che nessuno penserA mai<br />

ad interrompere la gravidanza in una<br />

donna che si trovi giti in stato comatoso,<br />

o con polso frequentissimo oscillante, o<br />

gravemente dispnoica con edemi diffusi<br />

a tutto il corpo ; ed in questo caso, la<br />

morte inevitabile.<br />

Si deve dunque lasciare all'esperienza<br />

dello specialista il giudizio sul momento<br />

opportuno di intervenire coll' interruzione<br />

della gravidanza, ricordando che nel for-<br />

mulare questo giudizio bisogna basarsi<br />

forse più sulle condizioni generali delle<br />

malate che non siti reperti degli esairii<br />

del sangue.<br />

Concludendo io ritengo che le amma-<br />

late di anemia perniciosa puerperale deb-<br />

bano essere ricoverate al piu presto pos-<br />

sibile negli Istituti opportuni, che qualora<br />

la diagnosi risulti assodata non si debba<br />

perdere tempo in inutili tentativi di cure<br />

mediche, che possono dare tutt'al piu<br />

dei miglioramenti passeggeri, nia si deb-<br />

ba senz'altro procedere all' interruzione<br />

della gravidanza, qualora naturalmente le<br />

condizioni della paziente non siano ormai<br />

aggravatissime; durante i1 parto è op-<br />

portuno stimolare I' azione cardiaca con<br />

i comuni cardiocinetici ; contemporanea-<br />

mente si devono iniziare le iniezioni di<br />

preparati arsenicali e la somministrazione<br />

di fegato ad alte dosi allo scopo di sti-<br />

molare energicamente I'attivitA eritrobla-<br />

stica del midollo osseo.<br />

Echi del Congresso Pediatrico.<br />

/l 21 Dic. u. S. a un Congresso tenutosi presso I' Uaiversità<br />

di Padova parteciparono 50 Pediatri veneti, che votarono<br />

un ordine del giorno favorevole alI' intensifiazione<br />

delle cure profilattiche e preventive ' della difterite.<br />

Siamo solidali anche noi per quanto riguarda le iniezioni<br />

di siero, sia pure ad alte dosi, a scopo profiattico e curativo;<br />

ma ci diclziariamo decisamente contrari a qualsiasi vaccinazione<br />

a carattere preventivo. Con questa moda della vaccino-profilassi,<br />

si dovebbe inoculare ogni sorta di vaccini: antipneumonico,<br />

antitifico, antigrippale, ecc. E i pericoli dell'amafilassi ?...


Prof. P. L. DELLA TORRE, Chirurgo Primario e Direttore dell'ospedale<br />

di Treviglio.<br />

Tra breve tempo, sotto l'alto patronato<br />

del Rettorato della Provincia di Bergamo,<br />

inizierà la sua attività il Centro neurolo-<br />

gico di profilassi delle malattie nervose<br />

e mentali cui andrà strettamente unito il<br />

Centro neurochirurgico per tutte quelle<br />

forme morbose del sistema nervoso -<br />

del cervello e del midollo in modo pre-<br />

cipuo - che gravitano nell'orbita della<br />

terapia operativa. Non i? chi non veda<br />

l'importanza fondamentale di questa isti-<br />

tuzione che per la prima sorge in Italia<br />

in tale veste completa, di ente benefico<br />

pubblico di assistenza medica e chirur-<br />

gica. Nessun atteggiamento dubitante di<br />

fronte al concetto della profilassi delle<br />

malattie neuro-mentali ; qualche incer-<br />

tezza di fede pub esservi e siissistere per<br />

la neuro-chirurgia, per la chirurgia del<br />

sistema nervoso centrale specialmente.<br />

Basterebbe ricordare, per non andar<br />

molto lontano, le vicissitudini dell'Isti-<br />

tuto neuro-chirurgico francese che sola-<br />

mente nel dicembre 1929 ha potuto final-<br />

mente sorgere, affermarsi e vivere per<br />

suo proprio ampio respiro dopo dician-<br />

nove anni di lunghi sforzi, di lotte contro<br />

scetticismi vacui ed avversioni irridenti,<br />

di fatiche eroiche che De Martel ha por-<br />

tato e sopportato con la fede di un poeta.<br />

L'Istituto neuro-chirurgico di Parigi 6<br />

oggi un esempio e un mònito. <strong>La</strong> neuro-<br />

chirurgia - e con questa vogliamo dire<br />

specialmente della chirurgia dei tumori<br />

del cervello e del midollo spinale -<br />

non ha oggi più motivo d'essere guar-<br />

data con la diffidenza paurosa e I'incre-<br />

dulità ironica di appena una ventina di<br />

anni or sono: quanto cammino in breve<br />

numero d'anni e quanta luce I<br />

Cotanta ascesa rapida e luminosa fu.<br />

resa possibile dal perfezionamento e dalla<br />

semplificazione della tecnica operativa<br />

cosi da conferire a questa branca chirur-<br />

gica uno spirito ed una manualitti spe-<br />

cialissimi, e, in modo specifico, dalla<br />

strettissima collaborazione che per impre-<br />

scindibile necessità si venne a stabilire<br />

fra neurologo e chirurgo.<br />

Nessuna meraviglia, perciò, se per lungo<br />

tempo e fino a pochi anni fa il medico<br />

si mostrasse scettico verso la chirurgia<br />

del sistema nervoso centrale o non pre-<br />

stasse fede affatto alla terapia operativa<br />

dei neoplasmi del cervello e del midollo;<br />

se il neurologo, pur vedendo nell'opera-<br />

zione l'unico mezzo terapeutico, evitasse<br />

o fosse restio ad inviare i propri malati<br />

al chirurgo; se i chirurghi stessi sentis-<br />

sero un effettivo disagio e nlostrassero<br />

una palese renitenza di fronte agli inter-<br />

venti chirurgici sull'organo più nobile,<br />

anatomicamente e fisiologicamente meno<br />

chiaro del corpo umano.<br />

In verità i primi - i medici pratici -<br />

non potevano formulare un giudizio be-


nevolo nè formarsi una sana convinzione rione diagnostica di chi gli è a fianco,,<br />

di fronte ai risultati operativi veramente<br />

disastrosi ; i neurologi vedevano nel chi-<br />

rurgo generale, non specializzato in ma-<br />

teria nevrologica, l'operatore strettamente<br />

manuale, incerto e pesante che non sa-<br />

peva trovare nella sua propria tecnica<br />

quella chiarezza, quella lievità e finezza<br />

pari alla nobilth dell'organo e della ma-<br />

teria che trattava; i chirurghi, infine, con-<br />

vinti che anche per tale chirurgia si do-<br />

vesse eccellere in rapidith e tecnica bril-<br />

lante, plasmavano le manualith operatorie<br />

sullo stesso ritmo e sullo stesso stile<br />

adottati per la chirurgia degli altri organi<br />

e si trovavano poi scoraggiati e disorien-<br />

tati di fronte agli inevitabili insuccessi.<br />

Oggi le cosi dette simbiosi neuro-chi-<br />

rurgiche, hanno segnato la giusta via e<br />

ben si è compreso quale valore fonda-<br />

mentale abbia per la esatta comprensione<br />

e sviluppo di questa branca chirurgica<br />

la stretta, dirb meglio, vincolata collabo-<br />

razione fra neurologo e neurochirurgo<br />

sussidiata a sua volta assai da viciiio dal-<br />

l'opera del radiologo, dell'oftalmologo,<br />

dell'otologo.<br />

P, bella posta ho detto neurochirurgo,<br />

ed effettivamente il chirurgo generico che<br />

si accinge ad impadronirsi di quella tec-<br />

nica particolarmente precisa ed oculata,<br />

lenta e leggera qual'è quella che I'ence-<br />

falo e il midollo richiedono, deve cono-<br />

scere con chiarezza l'anatomia e la fisio-<br />

logia di questi organi delicatissimi e<br />

sopratutto conoscerne la morfologia pa-<br />

tologica nel vivente.<br />

Solo con tale completezza manuale ed<br />

intellettuale il chirurgo diviene il vero<br />

collaboratore del neurologo : non più I'ar-<br />

tefice operante in luce non sua, ma I'ar-<br />

tista veggente che nel conforto delle fi-<br />

nezze dell'indagine e della descrimina-<br />

1<br />

discute con intelletto l' indicazione ope-<br />

ratoria ed intraprende con entusiasmo e<br />

con sorretta fede ogni più rischioso ma<br />

necessario intervento. Sarebbe cosa ideale<br />

che il neurologo fosse pure chirurgo, per<br />

1 1 quanto sia da ritenersi esser piU facile<br />

1<br />

1 ,<br />

che un operatore generico divenga buon<br />

neurochirurgo, che non un neurologo diventi<br />

buon operatore.<br />

Ogni intervento sul cervello e sul midollo<br />

spinale, specie per tumori, è sempre<br />

operazione severa, molte volte cosi<br />

seria, anche Ih dove non esistano o sorgano<br />

difficoltà tecniche di importanza,<br />

da porre la vita del paziente in grave<br />

pericolo.<br />

E questo purtroppo un triste appannaggio<br />

della chirurgia del sistema nervoso<br />

centrale, data la sua fragilità e la sua<br />

estrema differenziazione di materia e di<br />

funzione.<br />

Q<br />

<strong>La</strong> neurochirurgia, d'altra parte, non è<br />

più la chirurgia della sola scatola cranica<br />

e delle circonvoluzioni cerebrali come<br />

voleva il Bergmann; oggi l'audacia e la<br />

tecnica hanno efficacemente raggiunto regioni<br />

e zone sempre più riposte e delicate<br />

per nobilth di funzione e per importanza<br />

vitale, regioni che sembravano<br />

ancor pochi anni fa inaccessibili e al di là<br />

di ogni risorsa o realizzazione tecnica.<br />

I<br />

'i l<br />

Tumori dell'ipofisi e del chiasma, tumori<br />

endoventricolari dell'ependima e dei<br />

plessi coroidei, tumori del cervelletto,<br />

della ghiandola pineale, dell'angolo ponto-cerebellare,<br />

del ponte, del midollo allungato<br />

sono stati raggiunti ed operati<br />

, con successo; gliomi diffusi ed infiltranti -<br />

i hanno potuto essere asportati insieme a<br />

quasi tutto un emisfero cerebrale; meningectomie<br />

estese per meningiomi a<br />

placca della corteccia o per aracnoiditi<br />

l l


!)[om e![auioBrt!~!s e[ aq1o !so3 '~~!B.IIIJ!~:,<br />

o$uauig$eJ$ [ep 0!3!jatlaq a~apo8 assa,q3ua.<br />

orteJquias 'e!la!uioBu!~!s i?[ autos auo!z.<br />

-n[oaa 0.101 qlau !Ie$ej a o3!paui o!u!uiop<br />

!p e10 pe ou!~ a!$jelaW 'p$!l!sq ea!$eIal<br />

uo3 a$!nBasa !D'so ouos ![!q!len8u! !le~~op.<br />

-!w a!B~e allau !lelale1 a!uiolopo3 al a<br />

ol[op!ui (ap auo!zas!uia,l ! aleu!ds-olnga3.<br />

-ua e!aln~!q3 zI[ap a~ua~~or, aluauiea!geIal<br />

o!u!uiop !p !a930 ouos !$ue~.~eo:, aalsape:<br />

a~ape3 ouossod ay3 !wse[doau !ap aleqolz<br />

e.13!3 e1 ad a qsoddo auo!z~odo~d ellau<br />

aIonaJnp es!u!l3 o e3!uio$eue auo!Z!~ei~%<br />

elle a$uoq !p qsod alassa eqqap !~eu!ds<br />

-0~qa~a3 !loun$ !au e!lop~ado y$!~q~oui<br />

qlap a3!pu!,1 aq3 is.tapa.13 e a u o ~<br />

.(UO$SO~<br />

!p a!las) I'II ,lIap e~lanb e (elotu!~~eg<br />

!p apas) O/, o's£ [ap o!lo$elado yl!le~~our<br />

eun ep a.~e~o!lfd!m op!a eq 8u!qse3 !uua<br />

p!pu!nb !p o!zeds ollau aq3 - eso!lZ!~<br />

-ad a aIp!j!!p n!d e1 - !~ellaqa~a3-o$uod<br />

!Jouin$ !ap e!K~n~!q2 e[ eBlea ! !$.Io~I !p<br />

L I! a I! !qo9ln~!q3o~nau !~0!18!ui !ap<br />

!uettr allau eladns uou !D9090 ay3 e!rrIopas.<br />

-!jod! ,l e81ea ! (ua!zelj) O/, E'O le 'eue!~<br />

-asse8oqal e!uio$oJnau a[ uo3 e~npe3<br />

'aqxloq~ad! alejquias ouossod !8Bo ay9.<br />

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e3!usa$ e1 a e3!~sou2e!p au!Zepu! ,l eneu!j<br />

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opua~ena 2nd 'o en!$!u!jap auo!B!lenlà eun<br />

a~aràun!%8e~ ouossod !se3 ! !$$n$ uou '![!q<br />

-mado !18ap ! alexpel qda~a! !p eslos!J<br />

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-njpp o~ol e[ ad o e3!8olo$edo$s! elnleu<br />

ouos gsanb<br />

essals OJOI e1 ad 'oddo~~~nd<br />

aq3 e ojloa a alepads opow u! atp a onp<br />

-le o![Beaw~. 'e3!usa$ ellap o$uauieuo!zag<br />

-1ad I! uo3 'e3!$sou8e!p au!%epu! ,p !zzaui<br />

!aonu !p osuaju! n!d a~duias o!pn$s 01<br />

uos (ona!sa oddoq ~03u-e oJauinu u! !m!+<br />

-In !$sanb o~uenb ad) '!qa~nl!q3o~nau !p<br />

a !801olnau !p ~.1a!q3s ellala eun e3gej<br />

apqqaj uos opue~oae~ qs e!aln.t!qso~nau<br />

ellap !$uozz!.~o a3s!litesadde e~o3ue<br />

atp aaa~2 olap ojsanb a~e~e!q3s!~ v<br />

*E$!'' !P<br />

o103!~ad lap ejeae.18 alassa ad e!s essa<br />

as aqme 'o.101 e aJjjo e!B~n~!q3 e1 aq3<br />

anual a~nd r?!s ES.IOS!.I e1 'a[eyej a 'alon<br />

-alas!ut a a+s!J$ n!d alem I! ?s uo3 ouq<br />

-1od aq3 !ieIeui !$sanb e ale%au !p o$l!~!p<br />

I! alaai? ~nd ounssau a leso:, apue.18<br />

q!:, !u!mon 118 !lenKn !$)n$ ej aq3 ezue~<br />

-ads ezuas a a$!uI!I ezuas alolop 1aN<br />

'ol!sue~$ Iap ezza31op e1<br />

a$umolop o~!~!ds o11e pa od103 le a~apa:,<br />

-1103 a asoqe ezualaljos ellau qsos eun<br />

'e$!a !p o$uauie8un1old un '!Ie.ra$e[ !IO~!J$<br />

-uaa !ap a$uaueiu~ad a[elnpo$los o!8%er1<br />

-alp I! o aa!ssa.~duio~ap a!iuoi3a!ue~3 al<br />

'!le!zled !uo!ze~~odse a[ alassa ouossod<br />

yenb '!xldutas !$uaaJa$u! uo3 a.iep slo~ue<br />

qnd e!8~n~!q3o~nau e1 'e3!$nade~a$ y$!~<br />

-!q!ssod !u%o !p a$!w!l o[riaJ$sa,l o$m30$<br />

ouueq y!B aq3 o !~!q!pa~S(àe a$uarue3!%~n~<br />

-!q3 uou !se3 ! lad aqsue r ? .ouron,llap<br />

~<br />

!$uq.~odw! n!d aiuauie3!8o[o!s!~ a !le3!1ap<br />

n!d a$uauiea!plado !uelào !l09 epq aq3 els<br />

-anb !p auo!Sel ~o!aBeui e '-e!aln~!q:, !uZo<br />

!p azua%u!luo:, alelej a e3!Bo1 a O!Q<br />

.esoaJau yj!leuo!zunj qe;alle,Ilap olald<br />

-tuo3 o$uauiepuauia [In 'a~uauiea!~!u!jap


la diagnosi del male possa essere preci-<br />

sata precocemente, anche nella stia natura<br />

istologica e la localizzazione di essa sta-<br />

bilita in modo perfetto.<br />

E diagnosi e localizzazione precoce sono<br />

i fattori che più d'ogni altro permet4---<br />

di migliorare in misura notevolissim<br />

mortalità postoperatoria e i risultati<br />

rarivi. .\la tutto ciò non basta: OCCUILC<br />

,-"5 i3 spirito di fede nella neurochirurgia<br />

c. 'zccia strada in niodo precipuo nei<br />

-5f'ci e questi divengano i più intimi<br />

i2 alacri collaboratori.<br />

In America, dove organizzazioni parti-<br />

colarmente grandiose ed una mentalità<br />

rigorosamente pratica fanno si che il ma-<br />

lato ricorra direttamente allo specialista<br />

e di qui venga incanalato senz'altre soste<br />

verso istituti specializzati di concentra-<br />

mento, la neurochirurgia può esser svolta<br />

su larghe basi e su vasta scala senza un<br />

sentito bisogno che il medico pratico e<br />

generico sia chiamato ad un lavoro di<br />

collaborazione stretta; in Europa queste<br />

organizzazioni non esistono ancora e so-<br />

pratutto manca od è ben difficile che<br />

esista, nel malato quella mentalità essen-<br />

zialmente pratica che crea nella contin-<br />

genza della malattia il calcolo freddo e<br />

deciso sul modo più opportuno e più di-<br />

retto di eliminarla.<br />

E percib necessario che il medico con-<br />

dotto in modo precipuo verso cui gravi-<br />

tano in primo tempo i malati nella loro<br />

1 globalità e che piii d'ogni altro per il<br />

primo pub farsi un criterio ienipestivo<br />

del male, senta la necessità di approfon-<br />

1<br />

1 dirne la conoscenza e l'opportunità di<br />

indirizzare il paziente verso l'istituto di<br />

assistenza e di cura adatto. Non si può<br />

pretendere certo che il medico generico<br />

precisi in un campo vasto, difficile e<br />

spesso incerto qual' è quello della neuropatologia,<br />

una diagnosi esatta o che a<br />

fondo conosca e sappia valutare e discriminare<br />

i segni di un tumore encefalico<br />

o midollare ; ciò pub esser gih il risultato<br />

I faticoso di una lunga osservazione e di<br />

difficili esami di laboratorio anche i11 istil<br />

I tuti specializzati ; ma basterà che egli<br />

ponga mente a quei pochi segni d'allarme<br />

I che nessun medico deve saper ignorare<br />

e che son dati essenzialmente dalla cefalea<br />

, ribelle, dai vomiti e dall'abbassamento<br />

1 della vista, dalle nevralgie radicolari osti-<br />

~<br />

nate o da alterazioni della motilità anche<br />

~ brevi, perchè il sospetto di una organopatia<br />

nervosa centrale si affacci alla sua<br />

1 mente e rifletta che forse al malato non<br />

1<br />

1<br />

1<br />

resta tempo da perdere in una vana o<br />

dannosa terapia d'attesa.<br />

I Specialmerite con questa intima e fidu-<br />

I<br />

ciosa comunione di spirito di collaborazione<br />

anche da noi la neurochirurgia potrà<br />

I fare rapido e chiaro cammino e indirizzarsi<br />

verso quelle organizzazioni di assistenza<br />

sociale che toccano presso nazioni<br />

d'oltre oceano un ritmo quasi perfetto.<br />

AI prossimo numero, interessanti lavori dei Pro-<br />

fessori Dott. Minelli, Galli, Lussana, Raffaelli,<br />

Galmozzi, Pizzini, Ruggeri, Pipia, ecc.


ALBO D'ONORE<br />

Citiamo all'ordine del giorno il Prof. Guido Malan, Direttore<br />

dell'ospedale S. Luigi di Torino, Segretario del Gruppo Piemontese<br />

della Società di Studi scientifici sulla Tubercolosi, che non potè<br />

partecipare al IVO Congresso per la lotta Antitubercolare, tenutosi<br />

il 14 ottobre scorso, perchè immobilizzato a letto per una grave frat-<br />

tura. al femore, riportata mentre visitava i suoi ammalati.<br />

Citiamo all'ordine del giorno il Collega dott. cav. Pieragostini,<br />

medico condotto di Stezzano (Bergamo), che visitando una piccola<br />

difterica, s'ebbe, d'un colpo di tosse violenta, spruzzato il viso di<br />

materiale tossico, per cui amrrialb di difterite, e dopo giorni di<br />

spasimi e pericolo di morire, solo oggi entra nella lunga e penosa<br />

convalescenza.<br />

I1 martirologio dei Medici s'accresce ogni giorno del fulgore<br />

sereno d' altri sacrifici. Dopo i martiri della Chiesa e della Patria,<br />

non v'è casta sociale che più di sè dia, di quella dei medici.<br />

Non vanità d'effimera gloriola, non volgarità di un pugno di<br />

monete, e non l'illusione d'una gratitudine che non c'è, inducono<br />

il medico a quotidiana abnegazione di sè: ma la sacra coscienza<br />

del dovere, ma la regale dignità del suo ministero, ma la bellezza<br />

sovrana del suo destino: che si perpetua nel mondo: chè « gli<br />

uomini passano, ma il desiderio del bene, no! »<br />

Colleghi Malan e Pieragostini, onore a Voi !


.- - I NOTIZIE E COMMENTI 1<br />

A Parigi, nella seduta del 3 dic. u. S.<br />

della Società Neurologica, il dott. Negro<br />

di Torino ha fatto una comiinicazione, che<br />

ha suscitato enorme interesse internazionale:<br />

ha riferito cioè, sulla azione e<br />

funzione del liquido cefalo-rachidiano, che<br />

finora si riteneva avesse il compito essenziale<br />

meccanico, secondario, di pro- 1 '<br />

1 ;<br />

reggere dagli urti, dai contraccolpi, ecc.<br />

l!<br />

il sistema nervoso centrale, l'asse cere- I<br />

3ro-spinale. Introdotto il liquor per via 1'<br />

parenterale, su 192 malati colpiti da sindromi<br />

asteniche gravi, il dott. Negro ottenne<br />

rapido miglioramento in toto, euforia<br />

fisica e mentale, accrescimento in peso<br />

da 10 a 12 Kgr., con ripristino delle fun- I<br />

zioni sessuali. Il liquor cioC, avrebbe 1 1<br />

sopratutto una funzione biologica di prim'ordine,<br />

a tipo ormonico, che presiede- 11<br />

rebbe alla regolazione del metabolismo 11<br />

organico, dell'atrofismo tessulare, del<br />

ricambio idrico, stimolando le attivith<br />

funzionali e rialzando il tono del substrato<br />

umorale generale.<br />

Dopo il discorso fraterno tenuto da<br />

S. E. Giuriati al Congresso di Bari dei<br />

Medici condotti, la parola di eccelsa bontà<br />

del DUCE amatissimo per l'opera dei<br />

Medici, detta in Roma recentissimamente,<br />

è il più santo conforto e il supremo compenso<br />

alla dura disciplina del nostro<br />

,quotidiano sacrificio. E, con una incrollabile<br />

fede nella somma. saggezza di Chi<br />

li<br />

ci governa, e nel suo limpido spirito di<br />

umanesimo creatore, noi, medici condotti<br />

attendiamo la realizzazione di cib che ci l<br />

fu sempre negato e per cui strenuamente il<br />

l '<br />

lottiamo; la statizzazione o la provincia-<br />

lizzazione della condotta, che non sarà<br />

pii1 la morta gora che impalùda e inca-<br />

tena, nia libera carriera aperta alla giusta<br />

ascesa dei migliori, anche degli umili.<br />

AL 1110 Concorso, indetto fra medici<br />

condotti, per un lavoro su temi clinico-<br />

sociali, ha preso parte un solo concor-<br />

rente ! E davvero sconfortante! Ma di chi<br />

la colpa? Dei Colleghi, che dimostrano<br />

scarsa comprensione delle finalità ideali<br />

del concorso, penosa incapacità di dedi-<br />

care attimi di volontà sagace, parentesi<br />

di tregua operosa, ritagli di lor cospicuo<br />

sapere, alla creazione d'uri'opera sia pur<br />

esigua di mole, ma lucente di bellezza e<br />

aerata di saggezza vittoriosa? O colpa<br />

della pochezza dei premi, che non allet-<br />

tano il giusto e sensato positivismo dei<br />

lavoratori del pensiero, a distrarsi da<br />

altre occupazioni pratiche più vantag,' ~lose<br />

e proficue? O colpa delle Giurie, che<br />

non sempre godono la simpatia d'alcuno<br />

che teme apriorismi preconcetti scolastici<br />

o vedute valutative antiquate?<br />

L' Istituto Nazi.onale delle Assicura-<br />

zioni indice un Concorso, che scade il<br />

15-V-1932, con due premi di 20 mila e di<br />

10 mila lire, per due lavori, rispettiva-<br />

mente di circa 100 e 50 pagine, illustranti<br />

con molta chiarezza le norme d'igiene<br />

atte a prolungar la vita umana nelle mi-<br />

gliori condizioni di salute. Chiedere in-<br />

formazioni e inviare i lavori alla Direzione<br />

dell'Istituto in Roma, via Sallustiana 51.<br />

Ci auguriamo l'onore di veder molti medici<br />

condotti fra i concorrenti: vittoriosi.


A Bergamo, il 7 corr. m. con semplice<br />

e affettuosa cerimonia, nella magnifica<br />

sala del Rettorato del Palazzo del Governo<br />

fu consegnata la Commenda, concessa<br />

dalla Suprema Gerarchia dello Stato, al<br />

Medico Provinciale Dottor Abate. <strong>La</strong> folla<br />

di medici, farmacisti, levatrici presenti,<br />

tributò ovazioni sincere al festeggiato, di<br />

cui brevemente parlò il Presidente del-<br />

l'Ordine dei Medici, Cav. Uff. Nob. Ro-<br />

viglio, esaltandone i meriti e la bontà,<br />

seguito da un rappresentante dei medici<br />

condotti: rispose visibilmriite coininosso<br />

il Cornm. Abate, cui già il V. Prefetto<br />

aveva appeso al collo le insigne della alta<br />

onorificenza. (Non era inopportuno che<br />

anche il Collegio dei Farmacisti e I7As-<br />

sociazione delle Ostetriche delegasse uno<br />

dei loro membri a dire due parole di<br />

omaggio al loro Medico Provinciale, di<br />

tutte le categorie sanitarie più che supe-<br />

riore, amico).<br />

e signorile rinfresco offerto dalla Dire-<br />

zione dell'ospedale, i Congressisti si riu-<br />

nirono a banchetto al Moderno; indi<br />

ripresero fino a sera le sedute e le rela-<br />

zioni scientifiche.<br />

Grottesca sufficenza mentale. - Una<br />

pittrice americana, che non merita d'esser<br />

nominata, iii una recente esposizione di.<br />

suoi quadri a New York, ha lanciato le<br />

sue nuove teorie: sullJinfliienza che i<br />

colori avrebbero sulla salute. <strong>La</strong> perspi-<br />

cace imbrattatèle assicura che il colore è<br />

un antidoto certo contro la neurastenia,<br />

la gelosia, l'amore, la tristezza, i patemi<br />

d'animo: e cioè, diffondendo in gran.<br />

copia intorno a noi il colore che si pre-<br />

dilige, si può guarire d'ogni male e<br />

viver sani.<br />

Come gli antichi Indiani prima della<br />

pugna si pingevano il corpo, per cre-<br />

scerne prestigio e validith, cosi nei se-<br />

coli passati la fortezza d'animo la ardi-<br />

Un Congresso di scienzati lombardi<br />

neurc-otorino-oftalmologi si tenne nel<br />

i/ tezza eroica nei cimenti, era dovuta ai<br />

vestinienti di colori vivaci, allora in uso.<br />

novembre scorso a Berganio, presso I'O- E cosi, se non suonasse beffa atroce e<br />

spedale . Principessa di Piemonte n, con ironia oscena alla santità del dolore u-<br />

l'intervento di oltre cento fra i più noti mano, vorremmo che la detta sagace<br />

cultori delle specialità. Tutta la giornata pittrice provasse le sue supremamente<br />

fu occupata nelle varie e numerose co- balorde teorie su se stessa o sulla infimunicazioni<br />

scientifiche, fatte dai Profi. ~irz varietà di morbi che affliggono<br />

Medea, Besta, Clivio, Basiini, Borri, Be- davvero l'umanità. Ed è doloroso e studuschi,<br />

Vercelli, Agazzi, Viterhi, Secchi, piscs che, in mezzo al severo dinamismo<br />

Denti, Seguini, ecc. sotto la presidenza sociale d'oggi, possa prosperare ancora<br />

del Prof. D'Alessandro. Dopo un cordiale tanta sovrana oziosa stupidità.<br />

11 Opere recenti del Dott. Poletti : 11<br />

MUSSOLINI VUOLE L'IGIENE COSi - (Conferenze tenute al Dopolavoro di<br />

Dalmine) Vol. in 16" di oltre 2C0 pag. con prefazione di S. E. Suardo e<br />

del Prof. Murri. - Edit. Conti, Bergamo, 1928 - L. 8.- (esaurito).<br />

MEDICINA DEL LAVORO - Vol. in 8" di oltre 300 pag. con prefazione del<br />

Prof. Gavazzeni - 20 migliaio - Edit. Tavecchi, 1929, Bergamo - L. 20.-.<br />

LE VIE DEL BENE E DEL MALE - Vol. in 16" di 430 Dae. - Edit. Tavecchi.<br />

1930 Bergamo - L. 12.-.<br />

LE SORGENTI DELLA VITA - Vol. in 16" di pag. 200 e 8 Disegni originali<br />

di Antonio Piccardi - Edit. Tavecchi, 1931, Bergamo - L. 10.-<br />

. u


" Cultura fisica d'ogni giorno ,, - di<br />

LIBRI RICEVUTI<br />

(Gli Autori o gli Edifori che uniranno<br />

alle loro puDblicazioni, l'esatfo indirizzo,<br />

riceveranno in omaggio la Rivista con la<br />

recensione delle loro opere). 1<br />

Poggi Longostrevi e Guido Mantovani -.<br />

vol. di 300 pag. e 400 fig. - Ed. Hoepli<br />

1931 - L. 16.<br />

lo non esito a definire questo libro,<br />

una delle poche veramente eccellenti opere<br />

pubblicate in quest'anno. E d'una sobria<br />

eleganza di veste tipografica, e d' un raro<br />

pregio di valore intrinseco. Ogni etii<br />

trova in queste auree pagine le piu esatte<br />

indicazioni per conservare o acquistare<br />

salute forza linea vigore, sia nel viver<br />

,d'ogni giorno che nelle più elette inani-<br />

festazioni dello sport. D' una semplicità<br />

più pratica e comprensiva mi pare la<br />

parte svolta dal Mantovani, che non quella<br />

trattata, pur con mano maestra, dal Lon-<br />

gostrevi, uniforme e cattedratica nella<br />

sua troppo minuta e diluita esposizione,<br />

che stancherà il profano che voglia tro-<br />

varvi le nozioni che lo interessino, e me-<br />

glio serviranno piuttosto al maestro di<br />

ginnastica. 11 libro, che ebbe l'alto gra-<br />

dimento del Duce, 6 davvero quale lo<br />

definiscono i due illustri AA. : " una<br />

guida razionale al pieno rendimento fi-<br />

siologico, all'arnionia e all'equilibrio dello<br />

spirito, all'energia e alla gioia di vivere ,,.<br />

lo consiglio i Colleghi a prescrivere<br />

questo libro ai loro clienti che troveranno<br />

in limpide pagine tanta serena saggezza<br />

-di norma di vita. Chè, accanto alle teo-<br />

riche didattiche del Longostrevi, palpita<br />

l'anima di quel poeta ch'è il Mantovani,<br />

il quale anche in aitre sue pregevoli.opere<br />

ha saputo profondere tesori di sapere ma<br />

ancor più tesori di bontA e d'esperienza.<br />

Come nutrirci ? ,, - di Giulio Casalini<br />

- vol. in 150 pag. 320 - Ed. Casanova<br />

Torino 1931 - L. 12.<br />

E alla sua 3^ edizione, e cib è graran-<br />

zia del valore dell'opera. Tutto quanto<br />

può interessare al sano o all'ammalato<br />

per regolare la propria dietetica, è in<br />

queste nitide pagine espresso cosi chiaro,<br />

come soltanto un vecchio medico poteva<br />

e sapeva paternamente dire e insegnare.<br />

Dopo alcuni punti storici, e acconcie<br />

note di fisiologia alimentare, l'A. tratta<br />

del regime dietetico della gravida e della<br />

puerpera, del neonato e della lattante, e<br />

segue lo sviluppo del bimbo su su fino<br />

all'etti adulta e senile, e passa poi ai<br />

varii regimi alimentari dei sani, dei con-<br />

valescenti, dei magri, dei grassi, nelle<br />

malattie dello stomaco, del cuore, del<br />

fegato, delle diatesi diabetica e uricemica,<br />

e termina con iin'appendice del dottor<br />

Bergen Zoltail, sulla dieta e le malattie<br />

della pelle. È insomma, una vera enci-<br />

clopedia gastrologica medica, di somma<br />

utilità al profano e al medico. Ed è me-<br />

rito anche dell' editore Casanova, già<br />

benemerito in simile campo di divulga-<br />

zione scientifica, con altre opere di gran<br />

mole e pregio, l'avere arricchito la biblio-<br />

grafia italiana di questo volume bello e<br />

utilissimo.<br />

" <strong>La</strong> Chirurgia dell'lpofisi ,, - Pro-<br />

fescor Della Torre P. L. - VOI in So grande<br />

- pag. 300 Tip. Ed. Soc. - Treviglio 1923.<br />

All1 illustre Prof. Della Torre, chirurgo<br />

primario e Direttore dell' Ospedale di<br />

Treviglio, noi abbiamo espresso la no-<br />

stra grata ammirazione, per I' omaggio<br />

cortese di questo suo iiiagistrale lavoro,<br />

dissertazione di libera docenza, ricca di<br />

moltissime figure di anatomia topografica<br />

e descrittiva. In questo capolavoro mo-<br />

nografico, l'A. si rivela un tecnico e uno<br />

studioso d'eccezionale potenza, e vien<br />

fatto con malinconia di pensare, come<br />

non sempre nella vita emergano i mi-<br />

gliori, che lasciano ad altri, più infram-<br />

mettenti o più fortunati, cariche e uffici<br />

più alti. Il Prof. Della Torre è un mae-<br />

stro, che da questo suo libro c'insegna la<br />

virtù dell'umiltà e l'eccellenza del sapere.


Dal Libro " LA BIOCELLULA ,,(I)<br />

..... Ma poichè noi vediamo che ciascuno degli elementi costitutivi della<br />

cellula si possono scindire in altri organi più elementari ancora, in parte<br />

bene individualizzati, come per es. appunto i cromosomi, resta sempre insod-<br />

disfatta la domanda fin da principio rivoltaci, e insoluto il quesito propostoci:<br />

qual parte cioè della cellula debbasi ritenere come la sostanza viva real-<br />

mente più elementare, dove insomma trovare l'individuo ultimo e primo che<br />

da origine alla vita. Pare accertato che nei croinosoini proprio debbansi<br />

ricercar gli anelli della catena che noi chiamiamo le generazioni. E' qui<br />

forse dove alberga l'individuo ultimo ? Ogni naturalista ha risposto a<br />

questa domanda con l'afferinazione.<br />

Darwin chiamava « geminule » i teorici organismi eleinentari; HaeckeI<br />

li nominò « plastid~ili » ; Spencer « unità fisiologiclie » ; Weismann « biofori »;<br />

Altmann « granuli » ; Naegeli « micelli »; Oscar Hervig « idioblasti »; De Vries<br />

« pangeni »; da ultimo l'illustre professore di Heidelberg, Ottone BGtschli,<br />

fondò nel 1892 la sua teoria alveolare del protoplasma; altri, usò altri nomi.<br />

Nomi, nomi sempre e soltanto nomi, resta il microcosmo insondabile, l'offi-<br />

cina misteriosa della vita, nella quale la scala degli individui sembra discen-<br />

dere e approfondirsi all'infinito, senza che ivi mai possiamo trovare un<br />

punto di riposo al nostro pensiero inutilmente affaticato.<br />

..... E ci par doveroso chiudere questi brevi cenni, ricordando i due<br />

somini italiani che ci fu ventura d'avere Maestri in questo priino scorcio<br />

di secolo: Golgi e Luciani; da cui tanto lume venne alla scienza fisiologica<br />

da irradiare e diffondere per tutto il inondo i frutti d'incomparabile valore<br />

di lor scoperte nel campo mio-nervoso e cardiovascolare.<br />

Rivendicazione italica tanto piìi doverosa e quanto tnai opportuna oggi<br />

che, nel conflitto di tante eterodosse presunzioni .di priorità, chi realmente<br />

tiene il primato e merita il riconoscimetito della più alta degnità sia nell'ar-<br />

rengo politico sia nel perfezionamento dei sociali istituti, è l'Italia nostra, la<br />

la quale anche nel campo delle scienze biologiche vieppiù risalta e pri-<br />

meggia, di contro alla scarsa produttività delle scuole estere, con il cumulo<br />

pregevole dei suoi studi geniali, delle sue faticate ricerche, e delle sue<br />

feconde e contrastate vittorie!<br />

P-<br />

(1) Dott. Poletti : LA BIOCELLULA - Fisiologia e Patologia Cellulare - Maizrrale per Medici e Stu-<br />

denti - Vol. in 160 di oltre 250 pag. - Edit. Tavecchi, 1931, Bergamo - L. 20,-. - I1.e edizione, 4O migliaio.


Società Medico-Chirurgica di Bergamo<br />

Presieduta dal Presidente Prof. D'Alessandro, ebbe luogo il I8 u. S. il raduno-<br />

scientifico di questo importante sodalizio, con un ordine del giorno di sommo interesse,<br />

Dopo le votazioni per la nomina della nuova Presidenza, donde risultarono rieletti<br />

alla quasi unanimith i membri uscent', anche pel biennio 1932 - 33, nelle persone del<br />

Prof. D'Alessandro, presidente, dott. Roviglio, vice-presidente, dott. Camplani segre-<br />

tario, - si inizia la esposizione delle interessanti com~inicazioni.<br />

Dopo una breve e geniale comunicazione del Prof. Viterbi, primario della divisione<br />

oftalmica delllOspedale maggiore, che presentò suoi malati da lui operati con audace<br />

intervento, nuovo per l'Italia, parlò il nuovo direttore dell'ospedale psichiatrico Pro-<br />

fessor Muggia, sulle condizioni attuali della diffusione del gozzo in bergamasca.<br />

11 valente olatore, seguito da intensa attenzione da parte dei Colleghi, illustrò con<br />

perizia magistrale l'argomento importantissimo del gozzismo, dimostrando in base a suoi<br />

pazienti e geniali studi e a sue accurate ed esatte indagini statistiche, che la endemia<br />

nella nostra Provincia è in sensibile diminuizione, talchè dal 2 O posto Bergamo è pas-<br />

sato al 4 O posto, nella scala dei valori di morbilità rispetto al gozzo. Il Muggia parlò<br />

con bella facondia, con perfetta sicurezza e vasta competenza del soggetto cui da oltre<br />

20 anni dedica tante appassionate ricerche ; e la sua sapiente lezione fu salutata alla<br />

fine dal consenso e dal plauso di tutto l'uditorio.<br />

Lo segui il dott. Pistone, assistente delle Cliniche del Prof. Gavazzeni: esponendo<br />

il frutto di studi accuratissimi sul metabofismo basale e la velocità di sedimentazione<br />

per la diagnosi e la prognosi di talune forme morbose, sulla scorta di una casistica<br />

ricca di dati clinici. <strong>La</strong> sapiente relazione del giovane Collega, seppur rivela il sapiente<br />

indirizzo scientifico della scuola cui s'informa, che si riassume nel nome venerato e<br />

illustre del Prof. Gavazzeni, dimostra peraltro anche una peculiare personalità di stu-<br />

dioso, che la esperienza di altri anni di disciplina e di lavoro certamente matureranno a<br />

elette conquiste scientifiche.<br />

Da ultimo, il dott. Colombo, assistente 'dell'istituto radiologico, trattò la questione<br />

della elmintiasi intestinale, illustrandola con chiare radiografie, e mettendo in evidenza<br />

i nefasti di detti parassiti del tubo gastroenterico, insistendo sulla necessitii dell'even-<br />

tuale sussidio radiologico, per evitare errori diagnostici con altre affezioni addominali.<br />

Alle discussioni dei singoli argomenti presero parte vari Colleghi, e il Prof. d'Ales-<br />

sandro riassunse alla fine ogni relazione proponendone l'ulteriore sviluppo ed eventuali<br />

riprese in esame delle piu importanti questioni portate in discussione.<br />

PICCOLA POSTA.<br />

Prof. G. - Lecco - Le piace la Rivista? Attendo l'articolo promesso. Ossequii cordiali.<br />

Prof. 8. - VÌfIa Apvica - Pubbliclierb le parole fraterne della Sua lettera bella e buona. Mi mandi.<br />

qualche cosa Sua, geniale e interessante, che piibblicherò molto volentieri. Saluti.<br />

Dott. R. - Suisio - 11 bell'articolo, già composto, andrà nel 20 numero. Cordialità vivissime.<br />

-<br />

Direttore responsabile : Dott. E. M. POLETTI.


Gocce: Tonammina 1 O/, - Solfato Sparteina 0,30 - Glicerofosfato Sodio 5 in veicolo<br />

idroglicer. aroln.<br />

Fiale : Tonammina gr. 0,015 - Solfato sparteina gr. 0,02 - acqua distillata ster. cc. 2.<br />

C3-7sQ-m<br />

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Ricostituente in tutti i casi di deperimento organico.<br />

Tonico nelle astenie consecutive aiie malattie esaurienti di durata.<br />

Tonico cardiaco nelle iposistolie e nelle asistolie.<br />

DOSI :<br />

r3slL3-m<br />

Gocce : 15 gocce 2 o tre volte al giorno avanti ai pasti diluite in acqua.<br />

Fiale : 1 o 2 al giorno secondo la prescrizione medica.

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