Quaderno - Piero Calamandrei
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IL DIVIETO DELLA CARNE<br />
Benedetto da Norcia nel 540 pianificava per i monaci l’intera giornata con la sua 5HJROD. Essa<br />
infatti prescrive rigide e devote norme di condotta per il retto canone di vita dei monaci cenobiti,<br />
quelli che vivono in monastero e sotto la guida dell’abate.<br />
Obbedienza, Silenzio e Umiltà sono gli strumenti per le buone opere tassativamente richiesti e,<br />
se necessario, imposti con pene corporali e perfino con la scomunica.<br />
La continenza alimentare nella 5HJROD non è oggetto di nessuna teoria. Secondo Benedetto è così<br />
evidente che il monaco debba osservare il digiuno e l'astinenza da non aver bisogno di<br />
giustificazione.<br />
Del digiuno, come della castità, ci si limita a dire che deve essere amato, perchè l'una e l'altra<br />
sono componente essenziale della vita monastica.<br />
Infatti “castigare il proprio corpo”, “evitare le ghiottonerie”, “non darsi al vino e non mangiare<br />
molto”, sono le poche massime che su questo tema emergono nella regola benedettina.<br />
Benedetto fissò una triplice norma sull'alimentazione: misura del mangiare, misura del bere,<br />
orario dei pasti. I padri del monachesimo antico diedero grande importanza all'alimentazione:<br />
essa serviva come palestra per esercitarsi nella mortificazione e nella penitenza cosicché i<br />
monaci compresero ben presto che una alimentazione controllata aveva un ruolo importante per<br />
il loro perfezionamento spirituale.<br />
Ad esempio il regime alimentare dei monaci per Cassiano aveva 3 obbiettivi: dominare<br />
l'ingordigia, la lussuria, essere coerente con la povertà che si è professata.<br />
Esiste anche un altro aspetto, quasi simbolico: staccarsi dalle abitudini dei laici, distinguersi da<br />
loro per la moderazione e la rinuncia.<br />
Occorre infatti tener presente che un buon numero di monaci proveniva dall'aristocrazia<br />
fondiaria, che considerava l'abbondanza di cibo come uno VWDWXV VLPERO e che quasi tutti i<br />
monasteri erano ricchi di terra e che quindi avrebbero potuto non fare sacrifici. È perciò<br />
significativo che l'imposizione di una mensa povera possa indicare una scelta decisiva di vita,<br />
che imponeva sacrifici e rinunce.<br />
Il controllo dell'alimentazione per i monaci fu uno dei settori prescelti con cura quasi maniacale<br />
per esercitare l'ascetismo.<br />
Questa predilezione pone l'accento sul fatto che i monaci erano uomini provenienti da un<br />
ambiente sociale elevato, uomini che amavano la tavola, in quanto, in caso contrario, non<br />
avrebbero avuto bisogno di costanti e ripetuti inviti alla moderazione ed alla rinuncia dei cibi<br />
considerati più appetibili, ma anche più costosi (spezie) e in particolare carichi di forti valenze<br />
simboliche, come la carne rossa.<br />
Il regime alimentare proposto dalla 5HJROD benedettina era un regime sano e naturale anche se<br />
abbastanza monotono, condizionato dalla produzione agricola e dalla diversa collocazione<br />
geografica dei monasteri.<br />
Tutto era così monotono per far allontanare i cenobiti da ogni forma di intemperanza e golosità.<br />
Il pugno duro di tutte le regole monastiche è il digiuno e l'astinenza della carne, come<br />
“strumento”, insieme ad altri più spirituali per avvicinarsi a Dio, per rafforzare la fede e tenersi<br />
lontano dalle tentazioni carnali.<br />
L'astinenza dalle carni di quadrupedi era quindi normale per i monaci. Il divieto si è andato nel<br />
corso dei secoli più o meno attenuandosi, a causa della crescente debolezza generale<br />
dell'organismo e oggi si è quasi annullato nella legge ecclesiastica.<br />
Il monachesimo non si limitò a portare alle più estreme conseguenze il rifiuto del cibo,<br />
concedendo generalmente solo il consumo di acqua, pane, ortaggi coltivati o spontanei, legumi,<br />
frutta; ma imputò che chi mangia con piacere riversa sul cibo la sua anima, in modo tale che<br />
questo diventi condimento a quel che mangia, come affermò Bernardo da Chiaravalle (1091-<br />
1159) nelle sue 0HGLWDWLRQHV 3LVVLPH $G +XPDQDH &RQGLWLRQLV &RJQLWLRQHP.<br />
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