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Quaderno - Piero Calamandrei

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virtù individuale: favorisce la meditazione e viene addirittura considerata la virtù per eccellenza<br />

di ogni monaco.<br />

Sulle orme della regola di S. Benedetto, dobbiamo menzionare gli usi di Citeaux, dove si serviva<br />

una generosa porzione di pane al pasto principale, con due verdure cotte e, come terza portata,<br />

frutta di stagione che consisteva in mele, pere, castagne, pesche, nespole, noci, prugne e frutti di<br />

bosco. Per la cena, quando era prevista, si servivano verdure cotte e frutta di stagione con quanto<br />

restava della porzione di pane. Per i giorni di festa era aggiunta una pietanza che consisteva in<br />

pane bianco - quello di frumento - segno di una condizione migliore rispetto alla popolazione<br />

contadina che consumava il pane nero - di segale o d’altri cereali inferiori - pesce e altre<br />

delicatezze monastiche.<br />

Il pesce divenne un alimento fondamentale contrapposto al divieto della carne; viene considerato<br />

un elemento freddo e che non attiva il desiderio carnale; solitamente i pesci venivano allevati<br />

all’interno degli stessi monasteri in grandi vasche, ne abbiamo un esempio nell’abbazia di Monte<br />

Oliveto Maggiore dove è presente una vasca in mattoni di grandi dimensioni che serviva appunto<br />

per l’allevamento dei pesci. Venivano allevati soprattutto specie d’acqua dolce come orate,<br />

mormora, anguille e salmoni che successivamente venivano conservati sotto sale oppure<br />

essiccati.<br />

In Avvento e in Quaresima, le restrizioni alimentari non permettevano l’uso di grassi animali, di<br />

formaggio e di uova. Nei venerdì di Quaresima, i monaci digiunavano a pane e acqua.<br />

Non era lecito servire una pietanza per tre giorni di seguito, neppure durante le sessioni di<br />

Capitolo generale.<br />

L’uso degli aromi era permesso solo nel caso in cui fossero stati coltivati all’interno del<br />

monastero, come ad esempio cannella, zenzero, zafferano, pepe e chiodi di garofano; mentre il<br />

dolcificante più utilizzato era il miele.<br />

Anche per i cistercensi vi sono delle concessioni speciali circa l’alimentazione dei giovani e<br />

degli infermi, ai quali era permesso prendere la colazione: latte unito ad una pagnotta di pane; a<br />

volte al pasto solito si aggiungeva anche una scodella di minestra.<br />

Solo a partire dal XVIII secolo si poteva anche bere il caffé oppure il tè.<br />

Il territorio dove i cistercensi si svilupparono si trova più a nord rispetto a quello dei benedettini<br />

e di conseguenza il vino fu sostituito con la birra oppure col sidro. La birra era di solito di tre<br />

qualità differenti, con minore o maggiore percentuale d’alcool. La birra migliore era privilegio<br />

per la mensa dell’abate, oppure era servita in refettorio in occasioni speciali.<br />

Un rito che era compiuto prima di poter mangiare era quello di lavarsi le mani in una fontana<br />

presente davanti all’entrata per il refettorio.<br />

I monaci poi occupavano posto nel lato esterno di lunghe tavole, disposte a forma di “U”. Il cibo<br />

era già servito sulle mense. Dopo una benedizione, pronunciata in latino, essi si sedevano, ma<br />

cominciavano a servirsi soltanto dopo che il priore aveva scoperto il pane.<br />

Come i benedettini, anche i cistercensi consumavano i pasti in perfetto silenzio, mentre un<br />

monaco leggeva, prende posto ad un leggio, collocato in una piattaforma elevata e inserita nel<br />

muro; nel caso in cui tale lettura disturbasse il colloquio tra l’abate e i suoi ospiti era concessa<br />

l’interruzione della lettura dietro ordine dell’abate stesso.<br />

Anche ai cistercensi era concessa una quantità di vino oppure di birra durante i pasti, contenuta<br />

in una piccola brocca di terracotta che era disposta davanti ad ogni monaco: la stessa quantità<br />

doveva bastare anche nei giorni di doppia refezione. Si cercava di non bere l’acqua pura a causa<br />

della difficoltà di reperire acqua potabile.<br />

I monaci in refettorio dovevano bere dalle proprie tazze tenendole con entrambe le mani e<br />

dovevano pulire le stoviglie servendosi del pane e non del tovagliolo.<br />

Le norme sull’alimentazione si fecero man mano sempre meno severe, soprattutto per quanto<br />

riguarda l’astinenza perpetua dalla carne; in un primo momento nessuno poteva mangiare carne<br />

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