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pagina 2.pdf - Genetica e Immunologia Pediatrica

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Rivista Italiana di <strong>Genetica</strong> e <strong>Immunologia</strong> <strong>Pediatrica</strong> - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology<br />

Anno III numero 3 - luglio 2011 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali<br />

Malformazioni congenite delle basse vie aeree<br />

Congenital malformations of the lower airways<br />

Miriam Di Stefano, Maria Papale<br />

Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Catania<br />

Le malformazioni delle basse vie aeree sono patologie rare ed in passato quasi<br />

sempre letali. La loro presentazione clinica è estremamente variabile, da una grave<br />

dispnea alla nascita a modesti sintomi da ostruzione delle vie aeree in bambini più<br />

grandi. I sintomi più caratteristici sono rappresentati dallo stridore e le alterazioni del<br />

pianto e della tosse. Possono verificarsi episodi di cianosi e retrazioni della parete<br />

toracica con l'esercizio fisico. Nelle forme più gravi in cui le anomalie determinano<br />

grave ostruzione sono presenti i sintomi di una bronchiolite persistente atipica o di<br />

una grave difficoltà respiratoria che può portare a morte improvvisa. I sintomi<br />

possono peggiorare improvvisamente con il verificarsi di un'infezione respiratoria e<br />

richiedere l'intubazione [2].<br />

Derivano da un alterato sviluppo della gemma polmonare primitiva (che dà vita a<br />

tutto l’albero bronchiale), o da alterato sviluppo del IV arco aortico del tronco<br />

arterioso primitivo (che da vita a tutto l’albero vasale polmonare) [3]. Ciò spiega la<br />

frequente associazione con altre malformazioni del tratto respiratorio,<br />

cardiovascolare e dell'esofago.<br />

Richiami embriologici<br />

Lo sviluppo del polmone inizia intorno al 25° giorno di vita intrauterina, da<br />

un’estroflessione ventrale dell’intestino primitivo all’altezza della porzione esofagea,<br />

(rivestita da endoderma e ricoperta da mesenchima) e sarà pressocchè completo<br />

intorno all’8°anno di età [3]. L’epitelio di trachea, bronchi e alveoli ha origine<br />

dall’endoderma; muscoli, cartilagine, tessuto connettivo e strutture vascolari hanno<br />

origine dal mesoderma [4]. Questa si sviluppa prima in senso cranio caudale e<br />

successivamente si ramifica nelle destra e sinistra le quali daranno origine ad<br />

altri 16 ordini di ramificazioni per formare l’albero bronchiale dei polmoni [5]. Il tratto<br />

dell’albero respiratorio prossimale rispetto alla prima biforcazione si trasforma in<br />

laringe e trachea, e i tratti corrispondenti alle gemme bronchiali destra e sinistra si<br />

trasformano nei bronchi principali destro e sinistro. Il terzo ordine di ramificazioni che<br />

si origina all’inizio della quinta settimana, dà origine a tre gemme bronchiali<br />

secondarie a destra e due gemme a sinistra. queste gemme danno origine ai lobi<br />

polmonari: tre nel polmone destro e due nel sinistro (periodo embrionale). Nel corso<br />

della 16ᵃ settimana l’albero respiratorio produce piccoli rami chiamati bronchioli<br />

terminali (fase pseudo ghiandolare). Fra la 16ᵃ e la 28ᵃ settimana si formano i<br />

bronchioli respiratori e il mesenchima circostante diventa riccamente vascolarizzato<br />

(fase canalicolare). In questa fase inizia anche la differenziazione dell’epitelio<br />

respiratorio periferico in pneumociti di tipo I e II, la formazione delle prime barriere<br />

aria-sangue, e l’inizio della produzione di tensioattivi da parte degli pneumociti di II<br />

tipo [4]. Nella 28ᵃ settimana dai bronchioli respiratori si formano i sacchi terminali o<br />

alveoli primitivi che alla 30 settimana verranno avvolti da una fitta rete di capillari<br />

(fase sacculare). I neonati partoriti a quest’epoca spesso muoiono per insufficienza<br />

respiratoria, essendo gli alveli pochi e immaturi. Gli alveoli continuano a moltiplicarsi<br />

anche dopo la nasciata fino a raggiungere i 300-400 milioni nel polmone maturo<br />

all’età di circa 8 anni. Poco prima della nascita l’epitelio pavimentoso che tappezza i<br />

sacchi terminali comincia ad assottigliarsi progressivamente, si assottiglia pure il<br />

tessuto connettivo tra gli spazi aerei, matura il surfattante, finchè gli alveoli primitivi<br />

si differenziano in alveoli maturi (fase alveolare). Contemporaneamente allo sviluppo<br />

del polmone ha luogo la progressiva separazione dall’intestino primitivo, attraverso<br />

la formazione del setto tracheoesofageo che origina da una laterale invaginazione<br />

del mesoderma. L’incompleto o difettoso processo di separazione tra le strutture<br />

respiratorie dalle alimentari è una delle più frequenti anomalie congenite [4-5].<br />

Lo sviluppo dell’albero vasale è simile a quello bronchiale e subordinato a quello<br />

dell’albero bronchiale: l'arteria polmonare si sviluppa dal sesto arco aortico e dà<br />

origine ai rami che seguono parallelamente lo sviluppo delle vie aeree (vasi<br />

preacinari) e degli alveoli (vasi intraacinari).[3-5].<br />

Le principali malformazioni della trachea sono la tracheomalacia e la stenosi<br />

tracheale. Malformazioni congenite molto più rare sono l'atresia tracheale e il bronco<br />

tracheale. A livello bronchiale le principali malformazioni sono la broncomalacia, la<br />

stenosi bronchiale ed l’atresia bronchiale.<br />

Tracheomalacia<br />

Consiste in un indebolimento della parete tracheale causata da un’anomalia degli<br />

anelli cartilaginei e da un ridotto tono muscolare della pars membranacea. Alla<br />

nascita la cartilagine nelle vie respiratorie dei bambini normalmente non è rigida, e<br />

quindi tutti i bambini hanno un certo grado di collasso dinamico durante<br />

l'espirazione, quando la pressione esterna alla trachea supera la pressione<br />

all'interno. Nella tracheomalacia la struttura cartilaginea della trachea non è in grado<br />

di mantenere la pervietà delle vie aeree e il collasso dinamico porta ad ostruzione<br />

delle vie aeree [4, 7]. Perché un collasso tracheale possa creare ostacolo alla<br />

ventilazione polmonare deve essere superiore al 50% del diametro tracheale [8].<br />

Pertanto la tracheomalacia viene distinta in :<br />

• parziale: per ostruzioni >50% e 90%<br />

Si distinguono le forme primitive (lesioni isolate) dalle forme secondarie (correlate a<br />

compressione estrinseca della trachea) [2, 8]. La tracheomalacia primaria si pensa<br />

sia dovuta ad immaturità congenita della cartilagine tracheale. Nella tracheomalacia<br />

secondaria, la cartilagine in precedenza normale va incontro a degenerazione. La<br />

forma secondaria può essere associata ad altri difetti dello sviluppo per esempio alla<br />

presenza di un anello vascolare o ad fistola tracheoesofagea [4].<br />

La malacia può interessare un breve segmento tracheale, tracheomalacia<br />

segmentaria, o più raramente quasi tutta la sua lunghezza, tracheomalacia<br />

generalizzata [8].Tutti i tipi di tracheomalacia sono rare e non sono note predilezioni<br />

di razza o di sesso [9].<br />

Il quadro clinico è correlato all’ostruzione delle vie aeree. Nelle forme a<br />

localizzazione toracica (terzo medio e inferiore della trachea) è tipico lo stridore<br />

espiratorio, il respiro rumoroso sibilante in fase espiratoria, durante il pianto o<br />

l’espirazione forzata; il tirage e dispnea inspiratoria prevalgono invece nelle<br />

localizzazioni cervicali [1, 8]. Talora è difficile differenziare la sintomatologia della<br />

tracheomalacia da quella asmatica. Infatti i pazienti affetti da tracheomalacia spesso<br />

hanno una storia wheezing persistente o restistente alla terapia broncodilatatrice.<br />

Sono riportati in letteratura casi di tracheomalacia posta solo in età adulta dopo anni<br />

di impropria terapia asmatica. Nelle forme più gravi il quadro clinico può essere<br />

complicato da broncopolmoniti recidivanti, crisi di dispnea, tachipnea e cianosi [1,<br />

10].<br />

La diagnosi può essere sospettata con una radiografia laterale del torace che può<br />

mostrare un restringimento della trachea quando si immette il respiro (fig1a) oppure<br />

con un esofagogramma, che evidenzia una caratteristica impronta sull' esofago nel<br />

caso di una compressione vascolare. La diagnosi di certezza viene comunque posta<br />

esclusivamente sui seguenti reperti tracheobroncoscopici: diminuito diametro anteroposteriore<br />

della trachea, riduzione del suo lume superiore al 40%, scarsa<br />

visualizzazione degli anelli tracheali [2, 10].<br />

Durante la broncoscopia si può osservare direttamente come la parete anteriore<br />

della trachea collabisce sulla parete posteriore e allo stesso tempo (fig1b), possono<br />

essere diagnosticate o escluse altre lesioni per esempio anelli vascolari o corpi<br />

estranei. Si preferisce usare il broncoscopio flessibile in anestesia leggera perché il<br />

bambino respira spontaneamente e viene mantenuta la dinamica respiratoria.<br />

Inoltre, il broncoscopio rigido può agire come uno stent sulle vie aeree,<br />

mascherando la diagnosi. La RMN o la TC si possono eseguire per distinguere le<br />

forme secondarie correlate ad anelli vascolari o ad altre compressioni estrinseche su<br />

cui intervenire chirurgicamente. La ph-metria si può eseguire nel sospetto di un<br />

reflusso gastroesofageo Le malformazioni delle basse vie aeree sono patologie rare<br />

ed in passato quasi sempre letali. La loro presentazione clinica è estremamente<br />

variabile, da una grave dispnea alla nascita a modesti sintomi da ostruzione delle vie<br />

aeree in bambini più grandi. I sintomi più caratteristici sono rappresentati dallo<br />

stridore e le alterazioni del pianto e della tosse. Possono verificarsi episodi di cianosi<br />

e retrazioni della parete toracica con l'esercizio fisico. Nelle forme più gravi in cui le<br />

anomalie determinano grave ostruzione sono presenti i sintomi di una bronchiolite<br />

persistente atipica o di una grave difficoltà respiratoria che può portare a morte<br />

improvvisa. I sintomi possono peggiorare improvvisamente con il verificarsi di<br />

un'infezione respiratoria e richiedere l'intubazione [2].<br />

Derivano da un alterato sviluppo della gemma polmonare primitiva (che dà vita a<br />

tutto l’albero bronchiale), o da alterato sviluppo del IV arco aortico del tronco<br />

arterioso primitivo (che da vita a tutto l’albero vasale polmonare) [3]. Ciò spiega la<br />

frequente associazione con altre malformazioni del tratto respiratorio,<br />

cardiovascolare e dell'esofago.<br />

Richiami embriologici<br />

Lo sviluppo del polmone inizia intorno al 25° giorno di vita intrauterina, da<br />

un’estroflessione ventrale dell’intestino primitivo all’altezza della porzione esofagea,<br />

(rivestita da endoderma e ricoperta da mesenchima) e sarà pressocchè completo<br />

intorno all’8°anno di età [3]. L’epitelio di trachea, bronchi e alveoli ha origine<br />

dall’endoderma; muscoli, cartilagine, tessuto connettivo e strutture vascolari hanno<br />

origine dal mesoderma [4]. Questa si sviluppa prima in senso cranio caudale e<br />

successivamente si ramifica nelle destra e sinistra le quali daranno origine ad


altri 16 ordini di ramificazioni per formare l’albero bronchiale dei polmoni [5]. Il tratto<br />

dell’albero respiratorio prossimale rispetto alla prima biforcazione si trasforma in<br />

laringe e trachea, e i tratti corrispondenti alle gemme bronchiali destra e sinistra si<br />

trasformano nei bronchi principali destro e sinistro. Il terzo ordine di ramificazioni che<br />

si origina all’inizio della quinta settimana, dà origine a tre gemme bronchiali<br />

secondarie a destra e due gemme a sinistra. queste gemme danno origine ai lobi<br />

polmonari: tre nel polmone destro e due nel sinistro (periodo embrionale). Nel corso<br />

della 16ᵃ settimana l’albero respiratorio produce piccoli rami chiamati bronchioli<br />

terminali (fase pseudo ghiandolare). Fra la 16ᵃ e la 28ᵃ settimana si formano i<br />

bronchioli respiratori e il mesenchima circostante diventa riccamente vascolarizzato<br />

(fase canalicolare). In questa fase inizia anche la differenziazione dell’epitelio<br />

respiratorio periferico in pneumociti di tipo I e II, la formazione delle prime barriere<br />

aria-sangue, e l’inizio della produzione di tensioattivi da parte degli pneumociti di II<br />

tipo [4]. Nella 28ᵃ settimana dai bronchioli respiratori si formano i sacchi terminali o<br />

alveoli primitivi che alla 30 settimana verranno avvolti da una fitta rete di capillari<br />

(fase sacculare). I neonati partoriti a quest’epoca spesso muoiono per insufficienza<br />

respiratoria, essendo gli alveli pochi e immaturi. Gli alveoli continuano a moltiplicarsi<br />

anche dopo la nasciata fino a raggiungere i 300-400 milioni nel polmone maturo<br />

all’età di circa 8 anni. Poco prima della nascita l’epitelio pavimentoso che tappezza i<br />

sacchi terminali comincia ad assottigliarsi progressivamente, si assottiglia pure il<br />

tessuto connettivo tra gli spazi aerei, matura il surfattante, finchè gli alveoli primitivi<br />

si differenziano in alveoli maturi (fase alveolare). Contemporaneamente allo sviluppo<br />

del polmone ha luogo la progressiva separazione dall’intestino primitivo, attraverso<br />

la formazione del setto tracheoesofageo che origina da una laterale invaginazione<br />

del mesoderma. L’incompleto o difettoso processo di separazione tra le strutture<br />

respiratorie dalle alimentari è una delle più frequenti anomalie congenite [4-5]. Lo<br />

sviluppo dell’albero vasale è simile a quello bronchiale e subordinato a quello<br />

dell’albero bronchiale: l'arteria polmonare si sviluppa dal sesto arco aortico e dà<br />

origine ai rami che seguono parallelamente lo sviluppo delle vie aeree (vasi<br />

preacinari) e degli alveoli (vasi intraacinari).[3-5]. Le principali malformazioni della<br />

trachea sono la tracheomalacia e la stenosi tracheale. Malformazioni congenite<br />

molto più rare sono l'atresia tracheale e il bronco tracheale. A livello bronchiale le<br />

principali malformazioni sono la broncomalacia, la stenosi bronchiale ed l’atresia<br />

bronchiale.<br />

Tracheomalacia<br />

Consiste in un indebolimento della parete tracheale causata da un’anomalia degli<br />

anelli cartilaginei e da un ridotto tono muscolare della pars membranacea. Alla<br />

nascita la cartilagine nelle vie respiratorie dei bambini normalmente non è rigida, e<br />

quindi tutti i bambini hanno un certo grado di collasso dinamico durante<br />

l'espirazione, quando la pressione esterna alla trachea supera la pressione<br />

all'interno. Nella tracheomalacia la struttura cartilaginea della trachea non è in grado<br />

di mantenere la pervietà delle vie aeree e il collasso dinamico porta ad ostruzione<br />

delle vie aeree [4, 7]. Perché un collasso tracheale possa creare ostacolo alla<br />

ventilazione polmonare deve essere superiore al 50% del diametro tracheale [8].<br />

Pertanto la tracheomalacia viene distinta in :<br />

• parziale: per ostruzioni >50% e 90%<br />

Si distinguono le forme primitive (lesioni isolate) dalle forme secondarie (correlate a<br />

compressione estrinseca della trachea) [2, 8]. La tracheomalacia primaria si pensa<br />

sia dovuta ad immaturità congenita della cartilagine tracheale. Nella tracheomalacia<br />

secondaria, la cartilagine in precedenza normale va incontro a degenerazione. La<br />

forma secondaria può essere associata ad altri difetti dello sviluppo per esempio alla<br />

presenza di un anello vascolare o ad fistola tracheoesofagea [4].<br />

La malacia può interessare un breve segmento tracheale, tracheomalacia<br />

segmentaria, o più raramente quasi tutta la sua lunghezza, tracheomalacia<br />

generalizzata [8].Tutti i tipi di tracheomalacia sono rare e non sono note predilezioni<br />

di razza o di sesso [9].<br />

Il quadro clinico è correlato all’ostruzione delle vie aeree. Nelle forme a<br />

localizzazione toracica (terzo medio e inferiore della trachea) è tipico lo stridore<br />

espiratorio, il respiro rumoroso sibilante in fase espiratoria, durante il pianto o<br />

l’espirazione forzata; il tirage e dispnea inspiratoria prevalgono invece nelle<br />

localizzazioni cervicali [1, 8]. Talora è difficile differenziare la sintomatologia della<br />

tracheomalacia da quella asmatica. Infatti i pazienti affetti da tracheomalacia spesso<br />

hanno una storia wheezing persistente o restistente alla terapia broncodilatatrice.<br />

Sono riportati in letteratura casi di tracheomalacia posta solo in età adulta dopo anni<br />

di impropria terapia asmatica. Nelle forme più gravi il quadro clinico può essere<br />

complicato da broncopolmoniti recidivanti, crisi di dispnea, tachipnea e cianosi [1,<br />

10].<br />

La diagnosi può essere sospettata con una radiografia laterale del torace che può<br />

mostrare un restringimento della trachea quando si immette il respiro (fig1a) oppure<br />

con un esofagogramma, che evidenzia una caratteristica impronta sull' esofago nel<br />

caso di una compressione vascolare. La diagnosi di certezza viene comunque posta<br />

esclusivamente sui seguenti reperti tracheobroncoscopici: diminuito diametro anteroposteriore<br />

della trachea, riduzione del suo lume superiore al 40%, scarsa<br />

visualizzazione degli anelli tracheali [2, 10].<br />

Durante la broncoscopia si può osservare direttamente come la parete anteriore<br />

della trachea collabisce sulla parete posteriore e allo stesso tempo (fig1b), possono<br />

essere diagnosticate o escluse altre lesioni per esempio anelli vascolari o corpi<br />

estranei. Si preferisce usare il broncoscopio flessibile in anestesia leggera perché il<br />

bambino respira spontaneamente e viene mantenuta la dinamica respiratoria.<br />

Inoltre, il broncoscopio rigido può agire come uno stent sulle vie aeree,<br />

mascherando la diagnosi. La RMN o la TC si possono eseguire per distinguere le<br />

forme secondarie correlate ad anelli vascolari o ad altre compressioni estrinseche su<br />

cui intervenire chirurgicamente. La ph-metria si può eseguire nel sospetto di un<br />

reflusso gastroesofageo [9].<br />

Fig. 1a - Radiografia laterale durante l'inspirazione e l'espirazione. Il collasso<br />

tracheale di oltre il 50% durante l'espirazione è diagnostica di tracheomalacia.<br />

[9]<br />

Fig1b - Broncoscopia: tracheomalacia di forma ovale con lieve appiattimento<br />

anteriore [40]<br />

La terapia è conservativa nelle forme lievi considerato il frequente miglioramento<br />

clinico con la crescita del bambino La chirurgia diventa necessaria in quelle<br />

gravemente sintomatiche [2, 4]. La cura specifica della tracheomalacia consiste<br />

nell'ampliare e stabilizzare il lume tracheale mediante il posizionamento di uno stent<br />

metallico espansibile endoluminale di grandezza.<br />

Stenosi tracheale<br />

La stenosi tracheale è una patologia rara caratterizzata da un'ostruzione fissa della<br />

trachea, considerata quasi sempre fatale fino agli anni '80, e attualmente<br />

considerata correggibile, pur con un tasso di mortalità e morbilità non trascurabile [1,<br />

2]<br />

La stenosi può essere determinata:<br />

- da un ispessimento sottomucoso limitato ad un breve tratto della trachea;<br />

- da un anello tracheale più piccolo con una pars membranacea più ristretta;<br />

- da anelli cartilaginei completi.<br />

Le stenosi da anelli cartilaginei completi si distinguono a loro volta in tre tipi:<br />

- 1° tipo: uniformemente ristretto, coinvolgente tutta la trachea;<br />

- 2° tipo: progressivamente ristretto in direzione da prossimale a distale, spesso<br />

accompagnato anche da una trachea abnormemente più lunga, contenente più di 24<br />

anelli;<br />

- 3° tipo: stenosi segmentale, coinvolgente 3-5 anelli (fig 2)<br />

Fig 2 [12<br />

Circa il 50% delle stenosi tracheali congenite sono focali, il 30% generalizzate, e il<br />

20% a forma di imbuto (2° tipo). Le stenosi focali di solito coinvolgono il terzo<br />

inferiore della trachea e le dimensioni dei bronchi sono in genere normali [2, 4]. Si<br />

distinguono forme primitive e secondarie. Le forme primitive possono essere solo un<br />

reperto occasionale rilevato durante indagini eseguite per indagare altre patologie; le<br />

forme più severe, però, possono determinare un quadro respiratorio ingravescente<br />

legato al ristagno delle secrezioni distalmente alla stenosi con conseguenti frequenti<br />

episodi infettivi. Le forme secondarie sono legate a compressione estrinseca dovuta<br />

o a masse mediastiniche o ad anelli vascolari. Rimosse le cause della stenosi,<br />

possono persistere i sintomi di tracheomalacia dovuta all'alterato sviluppo della<br />

struttura cartilaginea tracheale a causa della compressione [1]. La stenosi tracheale<br />

da anelli completi può essere associata ad un'anomala origine dell'arteria polmonare<br />

sinistra (50%) o ad anomalie bronchiali (20%), come l'aplasia bronchiale con<br />

assenza di un polmone, il bronco tracheale, e un’ampia angolazione tra i due bronchi<br />

principali. Infine, può associarsi, seppur raramente, a malformazioni del tratto<br />

digestivo superiore [12].<br />

I sintomi compaiono nel 50% dei casi entro primo mese di vita. Caratteristici sono lo<br />

stridore bifasico, il wheezing e la dispnea con una prolungata fase espiratoria.<br />

Episodicamente può verificarsi un'ostruzione respiratoria acuta determinata da tappi<br />

di muco che riducono il lume dell'area stenotica. Nelle stenosi brevi è presente<br />

anche un atteggiamento di iperestensione della testa perchè questa postura<br />

conferisce in parte rigidità alla trachea, minimizza la compressione della trachea<br />

toracica e migliora la ventilazione [2]. La severità dei sintomi è legata più al grado<br />

che alla lunghezza della stenosi, poichè la resistenza al flusso dell’aria nelle vie<br />

aeree è linearmente proporzionale alla lunghezza ma aumenta di quattro volte in<br />

relazione alla diminuzione raggio del lume [4].<br />

Determinare la causa della stenosi in un bambino sintomatico è fondamentale<br />

anche perché piccole quantità di secrezioni o un lieve edema possono causare un'<br />

ostruzione completa. Quando questa si verifica, è necessario ricorrere<br />

all'intubazione. È importante, nell'attesa di una diagnosi, umidificare i gas per


minimizzare le lesioni della mucosa respiratoria e somministrare broncodilatatori e<br />

steroidi per ridurne l'edema. La radiografia del collo e del torace in proiezione laterolaterale,<br />

focalizzata sulla trachea, è spesso sufficiente per porre diagnosi di stenosi<br />

tracheale. Anche due radiografie antero-posteriori in ispirazione ed espirazione<br />

profonde, possono suggerire la presenza di un' ostruzione, soprattutto se il volume<br />

del polmone affetto non varia in modo significativo durante l'espirazione.<br />

L'ecocardiografia è molto utile nell'evidenziare eventuali anomalie vascolari arteriose<br />

associate, quali un doppio arco aortico, o difetti intracardiaci. L’esofagogramma<br />

suggerisce la stenosi quando è visibile un'indentazione anteriore che è dovuta ad<br />

uno "sling" dell’arteria polmonare, o un'indentazione posteriore determinata da un<br />

doppio arco aortico. La broncoscopia permette la visualizzazione di anelli tracheali<br />

completi nella trachea superiore, segno che anche la trachea sottostante è alterata.<br />

In tal caso non si deve tentare di superare la stenosi perché ciò provocherebbe<br />

edema aggravando l'ostruzione. La broncografia con contrasto è stata sostituita<br />

dalla TC assiale che è in grado di mostrare le reali dimensioni del lume tracheale e<br />

di evidenziare eventuali patologie compressive estrinseche associate. [2, 4]. La<br />

terapia endoscopica con dilatazione e/o laser resezione, viene utilizzata nelle<br />

stenosi molto corte dovute ad un ispessimento sottomucoso o limitate ad un anello<br />

tracheale più piccolo con pars membranacea ristretta [2]. Nelle altre forme di stenosi<br />

è sempre indicato l'intervento chirurgico. L'intervento ideale è la resezioneanastomosi,<br />

che può essere attuata soltanto nelle stenosi corte non superiori a 2, 5<br />

cm o interessanti non più di 3-5 anelli tracheali. Nelle stenosi tracheali più lunghe<br />

necessario ricorrere alle tecniche di tracheoplastica [2, 12, 13].<br />

Atresia e stenosi bronchiale<br />

L’atresia bronchiale è una rara anomalia che interessa più spesso i bronchi<br />

segmentali in prossimità della loro origine, tuttavia, anche i bronchi subsegmentali o<br />

lobari possono essere coinvolti. I bronchi del lobo superiore sono i più<br />

frequentemente colpiti. I bronchi distali alla stenosi riempendosi di muco formano un<br />

broncocele che appare radiologicamente come un nodulo rotondo. A causa<br />

dell’ostruzione, in genere il polmone omolaterale è atresico o ipoplasico e<br />

radiologicamente opaco, mentre quello contro laterale è sovradisteso. Talora però gli<br />

alveoli forniti dai bronchi atresici sono ventilati da vie collaterali (fori di Kohn e dotti di<br />

Lambert) e si verifica un fenomeno di air trapping per cui il polmone o il lobo<br />

coinvolto appaiono iperdistesi e radiologicamente iperdiafani. Anche i batteri<br />

possono entrare nel tessuto polmonare attraverso le vie collaterali e determinare un<br />

ascesso polmonare [2, 4].<br />

L’atresia bronchiale in genere è asintomatica e in circa il 50% dei casi il suo<br />

riscontro avviene in maniera incidentale, tramite radiografia del torace, in età adulta<br />

[4]. Possibili manifestazioni cliniche sono la dispnea, l’affaticamento, le infezioni<br />

polmonari ricorrenti [2]. Certamente la TC è la tecnica più sensibile per visualizzare<br />

l’atresia e le sue caratteristiche [4]. Il trattamento è chirurgico e consiste nella<br />

resezione della parte polmonare affetta per evitare l’insorgenza di processi infettivi<br />

[6].<br />

Nella stenosi bronchiale il polmone può essere ancora in parte ventilato, ma appare<br />

piccolo. Raramente si ha air-trapping, e in tal caso il polmone o il lobo interessati<br />

radiologicamente appaiono iperdistesi e iperdiafani. La broncoscopia ci permette di<br />

porre diagnosi di stenosi, ma la RM e la TC permettono di ottenere le informazioni<br />

indispensabile per pianificare l’intervento. Le stenosi bronchiali non fibrotiche,<br />

possono trarre beneficio dalla dilatazione endoscopica con il palloncino ripetuta<br />

periodicamente. Le stenosi rigide e fibrotiche richiedono intervento chirurgico di<br />

resezione-anastomosi e le stenosi molto lunghe, una broncoplastica d'ampliamento<br />

con pericardio o cartilagine costale [2, 14].<br />

Broncomalacia<br />

La broncomalacia, similmente alla tracheomalacia, consiste nell’indebolimento degli<br />

anelli cartilaginei bronchiali che si collassano durante l'espirazione, favorendo un air<br />

trapping, responsabile di difficoltà respiratoria e di infezioni broncopolmonari<br />

ricorrenti. Raramente è primitiva, invece spesso è secondaria ad una compressione<br />

estrinseca, legata ai grossi vasi (arterie polmonarie dilatate o anomalo decorso dei<br />

vasi polmonari), ad un atrio sinistro dilatato oppure alla presenza di una massa,<br />

come nel caso di una cisti bronchiale [2]. Il bronco principale sinistro è il più<br />

frequentemente interessato perché più lungo rispetto al destro, con minor numero di<br />

biforcazioni e più suscettibile a compressione. Clinicamente può presentarsi con<br />

tosse e asma non responder oppure con quadri ostruttivi severi associati a gravi<br />

infezioni polmonari. La diagnosi è endoscopica, mentre la TC spirale conferma e<br />

definisce la lunghezza dell’occlusione e chiarisce i rapporti con le strutture<br />

circostanti [8]. Il trattamento prevede l’eliminazione di eventuali cause di<br />

compressione estrinseca; nelle forme gravemente sintomatiche il posizionamento di<br />

uno stent endoluminale per via endoscopica o in alternativa di uno splint esterno [2].<br />

Le malformazioni polmonari sono determinate da insulti di diverso tipo che possono<br />

intervenire in qualsiasi momento dello sviluppo dell’abbozzo polmonare. I quadri<br />

clinici sono variabili da situazioni incompatibili con la vita, a condizioni di normalità.<br />

Si distinguono:<br />

• malformazioni legate allo sviluppo di abbozzi ectopici o soprannumerari (cisti<br />

bronchiale, sequestro polmonare)<br />

• malformazioni legate a difettoso sviluppo dell'abbozzo bronchiale durante il<br />

passaggio dallo stadio canalicolare a quello alveolare (malattia adenomatoide cistica<br />

polmonare).<br />

• malformazioni caratterizzate da aumento od una riduzione di tessuto polmonare<br />

(enfisema lobare congenito, ipoplasia o agenesia polmonare o lobare o segmentale)<br />

od una sua diversa morfologia (variazione delle segmentazioni e delle commissure).<br />

Non rara in questi casi è la coesistenza di una connessione con l'intestino anteriore<br />

e di malformazioni artero-venose.<br />

Cisti broncogena e cisti polmonare congenita<br />

La cisti broncogena prende origine dall’anomalo sviluppo di trachea e bronchi<br />

dall’intestino primitivo. È una cisti uniloculare, ripiena di muco, con una parete<br />

tappezzata da epitelio di tipo respiratorio e non comunica solitamente con le vie<br />

aeree. Può localizzarsi a livello della trachea cervicale o toracica, a livello dei<br />

bronchi ilari o più frequentemente a ridosso dei bronchi intraparenchimali. Sono più<br />

rare le sedi ectopiche, vicino alle vertebre e all'esofago.<br />

La cisti polmonare congenita prende origine dallo sviluppo anomalo delle vie aeree<br />

più distali, compresi gli alveoli, il tessuto linfatico e quello pleurico. Può essere uni o<br />

biloculare, con parete rivestita da epitelio respiratorio e contenente tessuto<br />

cartilagineo, connettivale e talora muscolo liscio. Le manifestazioni cliniche sono<br />

correlate alla compressione sulle vie aeree e sull' esofago oppure legate ad un<br />

inadeguato drenaggio delle secrezioni bronchiali con infezioni secondarie. Il neonato<br />

può presentare distress respiratorio, il bambino dispnea, stridore espiratorio, cianosi,<br />

e disfagia se c’è compressione toracica [2, 4].<br />

Talora le cisti broncogene e polmonari vengono diagnosticate nel corso di controlli<br />

radiologici del torace per una polmonite a lenta risoluzione [2, 4]. La radiografia del<br />

torace evidenzia una massa solida paratracheale o ilare, sferica, a contorni lisci,<br />

senza calcificazioni, che sposta le vie aeree adiacenti e frequentemente crea un<br />

enfisema distale, anche in bambini asintomatici. La presenza di un livello idro-aereo<br />

indica una comunicazione con l'albero tracheo-bronchiale, soprattutto se viene<br />

rilevato dopo un'infezione acuta. La cisti polmonare congenita può situarsi ovunque,<br />

anche in sede sub pleurica e spesso è difficile distinguerla da un ascesso polmonare<br />

o da una malattia adenomatoidecistica. La TC e la RM ci offre una migliore<br />

definizione anche dei rapporti anatomici tra la cisti e le strutture circostanti. La<br />

terapia è chirurgica, consiste nell’asportazione della cisti broncogena o polmonare,<br />

per via toracotomica o in toracoscopia [2, 4].<br />

Malformazione adenoido-cistica congenita polmonare<br />

La malformazione adenoido-cistica congenita (CCAM) è una delle più comuni<br />

anomalie polmonari congenite. L'incidenza stimata è tra 1 :25.000 e 1 :35.000 nati<br />

[2]. Si tratta di una rara alterazione polmonare caratterizzata dalla presenza di<br />

tessuto polmonare displastico o amartomatoso frammisto a tessuto polmonare<br />

normale [15]. La lesione verosimilmente è conseguente ad un insulto che interviene<br />

durante la vita embrionale prima dei 50 giorni di gestazione, e determina un arresto<br />

del normale sviluppo del’abbozzo polmonare con abnorme crescita dei bronchioli<br />

terminali e soppressione dello sviluppo alveolare [4, 16].<br />

La storica classificazione di Stoker ed altri distingue tre tipi istologici :<br />

• tipo I: caratterizzato da cisti di dimensioni > 2 cm di diametro rivestite da epitelio<br />

cuboidale o colonnare pseudostratificato ciliato, con presenza di cellule muscolari<br />

lisce e tessuto elastico. La cartilagine è raramente presente. Le strutture alveolari<br />

negli spazi adiacenti o interposti tra le cisti sono relativamente normali; questa è la<br />

forma più comune (75%) e ha una buona prognosi;<br />

• tipo II: caratterizzato da numerose cisti di dimensioni inferiori a 1 cm, con istologia<br />

simile al tipo II. Si associa in genere ad altre anomalie e ha una prognosi peggiore.<br />

• tipo III: coinvolge tutto il lobo, non sono presenti cisti macroscopicamente visibili,<br />

ma masse di strutture canalicolari, bronchiolo-simili, strettamente affiancate,<br />

delimitate da epitelio cuboide ciliato. È la forma a prognosi peggiore [2, 4].<br />

Dal punto di vista clinico, si fa riferimento alla suddivisione ecografica, proposta da<br />

Adzick, in due categorie:<br />

• forma macrocistica, caratterizzata da cisti sopra i cinque millimetri<br />

• forma microcistica, caratterizzata da cisti più piccole di cinque millimetri o dall’<br />

aspetto di massa solida.<br />

Diversamente dalla cisti broncogena intrapolmonare, la CCAM è irrorata da<br />

un'arteria di origine polmonare; tutti i tre tipi comunicano con un albero bronchiale e<br />

sono limitate ad un lobo polmonare. La CCAM può causare ipoplasia polmonare e<br />

inadeguatezza del drenaggio tracheo-bronchiale. Il 30% dei neonati affetti da CCAM,<br />

si presenta clinicamente con distress respiratorio acuto o progressivo per l’ipoplasia<br />

del polmone omolaterale (in misura minore di quello contro laterale) determinante<br />

un'ipertensione polmonare. Nel corso dei primi anni di vita, per l'inadeguatezza del<br />

drenaggio tracheo-bronchiale causata dalla mancanza di meccanismi di clearance, i<br />

piccoli affetti dalla malformazione presenteranno ricorrenti infezioni respiratorie,<br />

ascessi polmonari, polmoniti recidivanti sempre nello stesso lobo. In alcuni casi le<br />

cisti di piccole dimensioni rimangono asintomatiche e rappresentano un reperto<br />

occasionale in occasione di indagini radiologiche [2, 18] La diagnosi della<br />

malformazione viene posta in utero in oltre il 50% dei casi ed è possibile a partire<br />

dalla 16a settimana. Il follow-up prenatale include la sorveglianza della comparsa di<br />

segni di complicanze quali l’estensione della lesione all’intero emitorace, la<br />

compressione cardiaca e mediastinica (20% dei casi), la comparsa di segni di<br />

impegno cavale quali il polidramnios e l’idrope. Dopo la nascita la radiografia del<br />

torace può evidenziare una lesione a carico di un lobo, microcistica, macrocistica o<br />

solida che nei casi gravi determina spostamento del mediastino, compressione del<br />

polmone adiacente e appiattimento del diaframma omolaterale. Di aiuto nella<br />

diagnosi differenziale con un enfisema lobare congenito, una cisti broncogena o<br />

un'ernia diaframmatica sono la TC o la RM. La TC è raccomandata inoltre, nei<br />

neonati asintomatici con diagnosi prenatale di CCAM in cui la radiografia è negativa.<br />

La valutazione istologica rappresenta la conferma diagnostica [4, 16]. La terapia è<br />

chirurgica e consiste nella resezione chirurgica del lobo polmonare interessato. Nei<br />

casi urgenti e gravi viene eseguito in utero il drenaggio delle cisti di grosse<br />

dimensioni o la rimozione di masse solide di grandi dimensioni [2, 17]. La lobectomia<br />

è raccomandata in tutti i casi sintomatici per evitare la comparsa di infezioni<br />

ricorrenti e per la segnalazione di aumentata incidenza di neoplasie polmonari<br />

primitive. Alcuni studi propongono per i casi asintomatici un approccio più<br />

conservativo considerata la possibilità di risoluzione spontanea nei primi mesi dopo<br />

la nascita [19, 20]. La prognosi dipende prevalentemente dalla grandezza e dalla<br />

progressione della lesione. Lesioni di grosse dimensioni possono determinare,<br />

attraverso la compressione del tessuto adiacente, un'ipoplasia polmonare. In alcuni<br />

casi la lesione può regredire o scomparire spontaneamente; in casi a decorso più<br />

severo può invece progredire e causare morte fetale per idrope o morte neonatale


secondaria ad ipoplasia polmonare. I reperti ecografici in utero che suggeriscono<br />

una prognosi peggiore includono polidramnios, idrope, ascite, sbandieramento<br />

mediastinico, lesioni completamente adenomatose, coinvolgimento polmonare<br />

bilaterale [16]. La prognosi a lungo termine, dei pazienti con CCAM con o senza<br />

lobectomia è generalmente buona [19, 20].<br />

Sequestro polmonare<br />

È una malformazione caratterizzata da tessuto polmonare anomalo, non connesso<br />

all’albero tracheobronchiale, fornito di vascolarizzazione arteriosa sistemica<br />

proveniente spesso dall'aorta discendente toracica e meno frequentemente<br />

dall'aorta sottodiaframmatica. Il suo drenaggio venoso avviene attraverso il sistema<br />

azygos, le vene polmonari o la vena cava inferiore. Si distinguono due tipi di<br />

sequestro: intralobare, localizzato all'interno della pleura viscerale del polmone<br />

normale (75%), ed extralobare, localizzato al di fuori del polmone e rivestito di una<br />

pleura propria (25%) [4, 21].<br />

Il sequestro polmonare congenito si forma per un anomalo sviluppo<br />

broncopolmonare dall'intestino anteriore, pertanto è possibile l'associazione con<br />

altre anomalie quali la malattia adenomatoide cistica soprattutto di tipo II, ernia<br />

diaframmatica, fistola tracheoesofagea, duplicazione intestinale, cardiopatie, oppure<br />

il riscontro di una comunicazione, anche non pervia, del bronco del sequestro con<br />

l'esofago o lo stomaco.<br />

La diagnosi di sequestro extralobare, spesso viene fatta in utero. All' ecografia<br />

appare come una massa solida iperecogena situata nel mediastino posteriore o<br />

sottodiaframmatica, e al doppler si visualizza una vascolarizzazione arteriosa di tipo<br />

sistemico. Se di grandi dimensioni, può determinare un effetto massa con<br />

spostamento del mediastino, idrope e morte del feto. Quando il sequestro sfugge<br />

alla diagnosi prenatale, viene diagnosticato occasionalmente talora in corso di<br />

intervento per ernia diaframmatica, o più frequentemente nei primi mesi o anni di vita<br />

tramite indagini radiologiche eseguite per distress respiratorio, difficoltà<br />

all’alimentazione, o complicanze quali, emorragie e scompenso cardiaco per shunt<br />

artero-venoso nel suo interno. A meno che vi sia una comunicazione con l’esofago,<br />

raramente causano infezione, non essendo connessi con l'albero tracheobronchiale<br />

[22]. Il sequestro intralobare invece generalmente viene diagnosticato più<br />

tardivamente, dopo i primi anni di vita, per polmoniti ricorrenti o persistenti, per un<br />

ascesso polmonare oppure per emottisi dovuta ad alterazioni arteriosclerotiche dei<br />

vasi arteriosi anomali. I batteri arrivano al tessuto sequestrato attraverso i pori di<br />

Kohn (ventilazione collaterale) dove per la scarsa ventilazione e l'assenza<br />

meccanismi di rimozione delle secrezioni, proliferano e determinano l’infezione.<br />

Talora l’infezione si instura nel parenchima polmonare adiacente anatomicamente<br />

normale, a causa del drenaggio inadeguato secondario a compressione da parte del<br />

tessuto sequestrato [2]. Alla radiografia del torace il sequestro intralobare,<br />

tipicamente appare come una opacità persistente a livello dei segmenti basale e<br />

posteriore del lobo inferiore (più spesso il sinistro), raramente coinvolge il lobo<br />

superiore o è bilaterale. Il sequestro extralobare appare nel 75-90% dei casi come<br />

un'opacità retrocardiaca, posteriore al lobo sinistro, a livello del diaframma.<br />

L’angio-TC è la tecnica di prima scelta per la valutazione ottimale del polmone<br />

sequestrato, il suo apporto vascolare, e nella valutazione preoperatoria del<br />

sequestro (Fig 3) ; l’ angio-RM è utile nei casi in cui la TC è controindicata per<br />

esempio nei pazienti con ipersensibilità al mezzo di contrasto iodato. L’angiografia in<br />

quanto invasiva è riservata a casi selezionati e prima di un’embolizzazione<br />

preoperatoria dell’arteria anomala che irrora il sequestro [21, 23].<br />

Fig - 3a Immagine Angio-tc di in un bimbo di 7 anni: arteria sistemica<br />

aberrante che origina dall'aorta (singola freccia) e fornisce un segmento<br />

sequestrato nel lobo inferiore destro<br />

Fig - 3b drenaggio venoso del sequestro attraverso la vena polmonare in atrio<br />

sinistro (doppia freccia) caratteristica tipica di sequestro intralobare [23]<br />

Il trattamento di scelta consiste nella resezione chirurgica del sequestro, anche se<br />

asintomatico, per la conferma istologica, e per i rischi di emorragia, infezione e<br />

trasformazione neoplastica. In genere per il sequestro intralobare è preferita<br />

l’asportazione dell’intero lobo interessato. Diversi autori descrivono la possibilità di<br />

un trattamento toracoscopico (VATS o Video Assisted Thoracic Surgery) anche a<br />

pochi mesi di vita per entrambe le forme di sequestro [21, 23, 24].<br />

Per il trattamento del sequestro extralobare è stata suggerita anche<br />

l'embolizzazione del vaso arterioso anomalo. Tale intervento non è però radicale<br />

perché rimangono i rischi di complicanze legati alla lesione (infezione e neoplasia).<br />

Alcuni autori suggeriscono l’ embolizzazione preoperatoria dell’arteria anomala<br />

prima della resezione di un sequestro intralobare [21, 23].<br />

Enfisema lobare congenito<br />

È una rara anomalia del polmone caratterizzata dall’abnorme accumulo post-natale<br />

di aria in un lobo polmonare. Il lobo interessato per l’intrappolameto di aria si<br />

distende progressivamente causando compressione del circostante tessuto<br />

polmonare e spostamento del mediastino [25].<br />

L’enfisema lobare è secondario ad un’ostruzione bronchiale estrinseca o intrinseca,<br />

primitiva o secondaria, oppure ad un'anomalia alveolare. In circa i 2/3 dei casi è<br />

correlato ad un’anomalia strutturale primitiva quale broncomalacia, atresia, stenosi<br />

bronchiale. Tra le anomalie alveolari primitive si include il lobo polialveolare, cioè un<br />

lobo ipersviluppato con un'istologia alveolare e vascolare normale ma con un<br />

eccessivo numero di alveoli, che agisce sugli altri lobi con un effetto massa.<br />

L’ostruzione bronchiale può essere secondaria a lesioni endobronchiali parzialmente<br />

reversibili (muco viscido, tappi di muco, tessuto di granulazione) o a lesioni<br />

estrinseche compressive (linfoadenopatie, anormalità dei grossi vasi, cisti<br />

broncogene) [2, 25]. In molti casi comunque la causa di un enfisema rimane<br />

sconosciuta. L' enfisema lobare congenito è una patologia molto rara, 2-3 volte più<br />

frequentemente nei maschi, interessa solitamente un lato, colpendo più<br />

frequentemente il lobo superiore sinistro (40-50% dei casi), il lobo medio destro nel<br />

30-40%, il lobo superiore destro nel 20%, raramente i lobi inferiori o più lobi. Non è<br />

nota la causa di questa distribuzione. Fino al 12-20% dei casi può associarsi a<br />

cardiopatie congenite [25, 27]. I disturbi respiratori quali tachipnea, dispnea, tosse,<br />

cianosi, irrequietezza, secondari all’air-trapping e all’espansione progressiva del lobo<br />

affetto, compaiono nei primi giorni di vita nel 50% dei casi. Il 50% dei bimbi affetti<br />

diventano sintomatici più tardi ma comunque entro i primi 6 mesi di vita. La gravità<br />

del distress respiratorio è correlata all’estensione del tessuto polmonare funzionante.<br />

L’esame obiettivo del bambino con enfisema lobare può rilevare un'asimmetria del<br />

torace, un' iperfonesi focale con diminuzione del murmure vescicolare nel lato<br />

affetto. La radiografia del torace è di aiuto nella diagnosi anche se non definitiva.<br />

Aspetti radiologici indicativi di enfisema sono l’iperdiafania del lobo coinvolto, un<br />

ampliamento degli spazi intercostali, lo spostamento controlaterale del mediastino, la<br />

compressione o l’atelettasia del polmone adiacente, l’appiattimento del diaframma<br />

omolaterale (fig 4).<br />

Fig 4 - Rx torace di un neonato di 22 giorni con enfisema polmonare sinistro:<br />

sovra distensione del lobo superiore sinistro con spostamento del mediastino<br />

a destra, e il collasso del polmone omolaterale [27<br />

La diagnosi differenziale si pone con il pneumotorace radiologicamente simile:<br />

nell’enfisema è quasi sempre visibile la trama broncovascolare del polmone<br />

adiacente compresso, mentre nel pneumotorace l’intero polmone appare collassato<br />

all’ilo [2, 4]. La TC o la RM sono utili nei casi dubbi e forniscono migliori dettagli<br />

anotomici. La broncoscopia può essere utile per escludere tappi di muco, corpi<br />

estranei endobronchiali anomalie strutturali dei bronchi su cui poter intervenire.<br />

Potrebbe essere usata in tutti i pazienti che sono candidati al trattamento<br />

conservativo o prima di un intervento chirurgico [2, 25]. Nei neonati e nei bambini<br />

con grave distress respiratorio il trattamento di scelta è la lobectomia perché la storia<br />

naturale della malformazione prevede la progressione verso l'insufficienza<br />

respiratoria, un’elevata mortalità e persistenza dell' enfisema nel 75% dei<br />

sopravvissuti. Diversi studi sono a favore di un atteggiamento conservativo nel<br />

bambino asintomatico poiché la probabilità di un improvviso scompenso è molto<br />

bassa [25, 27].<br />

L'enfisema lobare congenito è tipico del bambino piccolo a termine, e va distinto<br />

dalla malattia enfisematosa tipica del neonato prematuro sottoposto a ventilazione<br />

meccanica a pressione positiva che colpisce soprattutto il lobo inferiore destro e si<br />

presenta con un enfisema interstiziale ed aree multiple di iperinflazione locale.<br />

Nell’enfisema acquisito del pretermine il trattamento medico di supporto è la terapia<br />

di scelta, perché in genere va incontro a risoluzione nell'arco di mesi. La chirurgia è<br />

indicata solo in alcuni casi non rispondenti nel tempo al trattamento medico. A lungo<br />

termine i risultati della lobectomia sono buoni, con bassa mortalità.<br />

Agenesia e aplasia polmonare<br />

L’agenesia polmonare consiste nella mancanza dell'intero polmone con il suo<br />

albero bronchiale, determinata dalla mancata formazione dell'abbozzo bronchiale<br />

dalla trachea. L’eziologia non è nota, sebbene fattori genetici, teratogeni e meccanici<br />

siano stati proposti come possibili cause. È una patologia molto rara (nella sua<br />

forma isolata, 1 ogni 10.000-15.000 autopsie), e colpisce con uguale incidenza i due<br />

lati del polmone e i due sessi [2, 4]. Generalmente è unilaterale ma sono stati<br />

descritti anche rari casi di agenesia polmonare bilaterale. Si associa in oltre il 50%<br />

dei casi ad altre anomalie congenite, quali cardiopatie, atresia dell'esofago,<br />

anormalità scheletriche, malformazioni genitourinarie, sindrome di Vater [28]. Dal<br />

punto di vista anatomico manca la cavità pleurica dal lato affetto e il polmone<br />

controlaterale ha una struttura normale, ma presenta un’ipertrofia compensatoria,<br />

anche nel feto [2].


La classificazione storica di Schneider prevede 2 tipi principali di agenesia<br />

polmonare:<br />

• I tipo: caratterizzato dall'assenza completa di tessuto bronchiale e alveolare;<br />

• II tipo: caratterizzato dalla presenza di elementi bronchiali maggiori con assenza<br />

di alveoli.<br />

In quest'ultimo tipo si parla anche di aplasia polmonare [2, 29]. La differenza tra<br />

agenesia e aplasia polmonare effettivamente è solo radiologica ed endoscopica con<br />

la dimostrazione della presenza di un abbozzo bronchiale.<br />

La presentazione clinica dell’agenesia è variabile: occasionalmente può essere<br />

asintomatica, a volte si manifesta con sintomi respiratori specifici, altre volte con i<br />

sintomi relativi alla malformazione associata. I sintomi respiratori specifici vanno<br />

dalla dispnea all'intolleranza allo sforzo, alla mancata crescita, alle bronchiti e<br />

polmoniti ricorrenti. Frequentemente i pazienti affetti vanno incontro a insufficienza<br />

polmonare cronica progressiva e alla morte. Ciò avviene più frequentemente in caso<br />

di agenesia polmonare destra che si associa ad una rotazione in senso orario e<br />

verso destra del cuore e dei grossi vasi, alla deviazione delle strutture mediastiniche<br />

nell'emitorace destro vuoto, che viene occupato dall'erniazione compensatoria<br />

dell’unico polmone. Questo arrangiamento delle strutture mediastiniche porta ad una<br />

compressione della trachea distale e del bronco principale sinistro tra arco aortico,<br />

arteria polmonare sinistra, dotto arterioso e colonna vertebrale. All'esame obiettivo si<br />

può osservare: asimmetria del torace e nei bambini più grandi scoliosi, riduzione o<br />

assenza del murmure vescicolare [2, 30]. La diagnosi di agenesia polmonare può<br />

essere inizialmente sospettata alla radiografia al torace che mostra un emitorace<br />

piccolo, completamente opaco associato a spostamento delle strutture mediastiniche<br />

e del diaframma (fig 5). Generalmente il polmone controlaterale è normale ma<br />

presenta iperinflazione compensatoria e formazioni di ernie lungo la linea mediana. I<br />

corpi delle vertebre toraciche possono a loro volta presentare una segmentazione<br />

anomala [4].<br />

Deve essere differenziata dall’atelettasia e dall’ernia diaframmatica con l’ausilio<br />

delle indagini strumentali. La TC convenzionale in genere conferma la diagnosi<br />

rivelando l’assenza del parenchima polmonare e dell’albero bronchiale.<br />

L’ecocardiografia, in maniera non invasiva mostra l’assenza del ramo principale<br />

dell’arteria polmonare. Altre indagini più invasive quali broncografia, broncoscopia e<br />

angiografia possono essere riservate a casi particolari [4, 31].<br />

L’aspettativa di vita nel neonato affetto da agenesia polmonare, anche isolata, è<br />

inferiore rispetto al bambino normale: per l’agenesia polmonare destra si calcola sia<br />

in media di 6 anni, mentre per l'agenesia polmonare sinistra di 16 anni [2, 31].<br />

Probabilmente questa differenza è dovuta alla più frequentemente associazione<br />

dell’agenesia destra con lo spostamento mediastinico con distorsione di grossi vasi<br />

e bronchi [28]. Coloro che sopravvivono presentano difficoltà respiratoria e muoiono<br />

quasi tutti per polmonite o insufficienza respiratoria. L’agenesia bilaterale è<br />

incompatibile con la vita. La prognosi è anche influenzata dalla presenza di altre<br />

anomalie associate. La terapia prevede il supporto respiratorio non invasivo e<br />

soprattutto il trattamento aggressivo delle infezioni. Gli interventi chirurgici devono<br />

essere limitati al trattamento delle principali malformazioni associate. Nei casi con<br />

importante sintomatologia respiratoria, può essere preso in considerazione il<br />

posizionamento di una protesi per prevenire lo spostamento del mediastino e le sue<br />

complicanze [2, 32]. Alcuni autori suggeriscono la traslocazione omolaterale del<br />

diaframma quale valida alternativa nei pazienti con aplasia polmonare con distress<br />

respiratorio non responsivo ad altro trattamento [33, 34].<br />

Fig 5 - Rx in proiezione postrero-anteriore in un bambino di 5 anni: opacità<br />

totale dell’emitorace destro e spostamento del cuore e del mediastino verso<br />

destra [4].<br />

È importante citare in questo contesto anche l’agenesia e l’aplasia lobare<br />

segmentale, condizioni molto rare che, probabilmente, non vengono diagnosticate<br />

come tali o vengono classificate come ipoplasia polmonare. Rimangono<br />

asintomatiche, a meno che si associno ad altre malformazioni soprattutto<br />

cardiovascolari (ritorno venoso polmonare anomalo, sindrome della scimitarra). Alla<br />

radiografia del torace si presentano con riduzione di volume del polmone<br />

interessato, spazi intercostali ristretti e sollevamento omolaterale del diaframma. La<br />

diagnosi si fa con la broncoscopia o la broncografia che dimostrano la mancanza di<br />

un lobo o la presenza di un abbozzo di bronco con mancanza di tessuto polmonare.<br />

Il trattamento è legato alle anomalie vascolari e alle infezioni polmonari [2].<br />

Ipoplasia polmonare<br />

Per ipoplasia polmonare s’intende uno sviluppo incompleto o deficitario del<br />

polmone [4], e si caratterizza per la presenza di un ridotto numero di unità broncoalveolari.<br />

Si può presentare in forma isolata e monolaterale, ma molto più<br />

frequentemente in forma bilaterale [2]. La maggior parte dei casi di ipoplasia<br />

polmonare sono secondari a condizioni che direttamente o indirettamente<br />

compromettono lo spazio toracico disponibile per la crescita del polmone fetale,<br />

determinado una compressione intratoracica intrinseca (ernia diaframmatica,<br />

malattia adenomatoide cistica, stenosi bronchiale) o estrinseca (distrofie della parete<br />

toracica che impediscono i normali movimenti respiratori fetali). L’ipoplasia è stata<br />

osservata inoltre nell’oligoidramnios (secondario a malattie renali bilaterali o a<br />

prolungata rottura prematura delle membrane) [35] e in varie patologie<br />

extratoraciche che causano compressione del torace del feto da parte dell’utero.<br />

Altre cause sono la riduzione della perfusione vascolare polmonare (tetralogia di<br />

Fallot) e l’assenza unilaterale dell'arteria polmonare [4]. L’ipoplasia polmonare<br />

primaria è, invece estremamente rara e può essere causata da difetti embriologici<br />

del polmone o dei tessuti vascolari (come nella displasia congenita degli acini) o a<br />

un danno vascolare durante le prime settimane di gestazione (trombosi dell’arteria<br />

polmonare sinistra) [35, 36, 37]. Dopo la nascita, la presentazione clinica è variabile<br />

in base all’estensione del polmone coinvolto e alla presenza di anomalie associate.<br />

Alcuni neonati presentano un distress respiratorio severo nelle prime ore di vita, che<br />

può complicarsi ulteriormente per l’insorgenza di un pneumotorace e di ipertensione<br />

polmonare. Altri neonati possono essere completamente asintomatici [4, 35].<br />

Nell’ipoplasia estesa o bilaterale la morte può essere immediata o rapida,<br />

nonostante l'utilizzo di tutti i presidi terapeutici di cui è oggi fornito un reparto di<br />

terapia intensiva neonatale. Nelle forme meno gravi e quando non vi sono anomalie<br />

associate, l’ipoplasia può essere asintomatica e compatibile con una normale<br />

sopravvivenza [2]. Anche l’età di scoperta di tali malformazioni dipende<br />

dall’estensione dell’ipoplasia e dal volume polmonare funzionante [35].<br />

La diagnosi di ipoplasia polmonare può essere sospettata durante la gravidanza<br />

per i cambiamenti nell'immagine ecografica del parenchima polmonare e per<br />

l'evidenza di patologie che comprimono il polmone, quali un'effusione liquida, una<br />

massa cistica entro il torace, un'ernia diaframmatica, un oligoidramnios od un torace<br />

piccolo [2]. La RM prenatale fornisce ulteriori preziose informazioni permettendo di<br />

valutare il volume dei polmoni. Nell’ipoplasia unilaterale, in genere rileva anche uno<br />

spostamento del mediastino verso il lato dell’ipoplasia, accentuata durante<br />

l'inspirazione a causa dell’aumentata ventilazione compensatoria da parte dell’altro<br />

polmone [4, 35]. In alcuni casi si riscontra un aspetto cistico, che potrebbe essere<br />

dovuto ad un difetto di sviluppo a livello della giunzione bronchiolo-alveolare. Si<br />

rende pertanto necessaria la diagnosi differenziale con la malformazione<br />

adenomatoide cistica congenita [4]. Quando l’ipoplasia unilaterale isolata sfugge alla<br />

diagnosi prenatale, alla nascita la diagnosi viene sospettata con la radiografia del<br />

torace e deve essere differenziata dalle altre cause di dispnea neonatale associata<br />

ad opacità toracica unilaterale: atelettasia, ernia diaframmatica, sequestro<br />

polmonare, chilotorace, cisti broncogena, tumore toracico (neuroblastoma, teratoma,<br />

fibrosarcoma), malformazione adenomatoide cistica congenita [34, 36]. Nel sospetto<br />

di ipoplasia polmonare è utile inoltre eseguire un ecocardiogramma per individuare o<br />

escludere difetti cardiaci congeniti associati e per valutare il drenaggio venoso<br />

polmonare. La diagnosi di ipoplasia bilaterale si basa sulla combinazione di un<br />

precoce distress respiratorio, pneumotorace precoce e ripetuto e di un quadro<br />

radiologico caratterizzato da un piccolo polmone iperlucente per ridotta<br />

vascolarizzazione e persistente circolazione fetale [2]. È essenziale il rigoroso<br />

follow-up dei bambini affetti da ipoplasia polmonare anche se moderata, unilaterale e<br />

inizialmente asintomatica. Bisogna monitorare la funzionalità respiratoria in quanto<br />

questi pazienti spesso sviluppano una patologia polmonare ostruttiva associata a<br />

tracheo-broncomalacia, iperreattività bronchiale o a compressione bronchiale da<br />

parte dei vasi circostanti [38]. La scintigrafia, l’angiografia e la broncoscopia e la RM<br />

sono preziosi strumenti di indagine per il follow-up come per la diagnosi [37]. Il<br />

trattamento consiste nel prevenire le infezioni polmonari e nel trattarle<br />

aggressivamente quando si presentano. Si ricorre alla chirurgia per la correzione<br />

delle anomalie vascolari associate e, nelle forme unilaterali, alla resezione del<br />

polmone ipoplasico in caso di gravi infezioni ricorrenti [35].<br />

Malformazioni vascolari<br />

Tra le malformazioni più rilevanti si annoverano gli anelli vascolari, le malformazioni<br />

arterovenose polmonari, e il ritorno venoso anomalo. Si parla di anello vascolare<br />

quando un’anomalia vascolare, determina per compressione estrinseca<br />

un'ostruzione delle vie aeree. L'anello si dice completo o incompleto a seconda che<br />

la trachea e l'esofago siano completamente o parzialmente avvolti dal vaso<br />

anomalo. Quelli completi sono il doppio arco aortico e l'arco aortico destroposto con<br />

presenza a sinistra del legamento arterioso. L’anomalia più frequentemente<br />

riscontrata è il doppio arco aortico, altre anomalie sono l'arteria innominata<br />

aberrante, lo sling dell'arteria polmonare, l'arteria succlavia sinistra aberrante. Gli<br />

anelli vascolari si manifestano comunemente con stridore spesso bifasico<br />

(esacerbato durante l'alimentazione), tosse secca, cianosi, difficoltà respiratoria,<br />

sibili con espirazione prolungata e rumorosa. L’esordio può avvenire alla nascita o in<br />

periodi successivi, specie in concomitanza di episodi flogistici a carico delle vie<br />

aeree. In alcuni casi l'anomalia anatomica può passare misconosciuta anche per<br />

anni poiché la ricorrenza o la persistenza di episodi di dispnea, stridore, wheezing<br />

vengono impropriamente interpretati e trattati come episodi flogistici o asmatici. Per<br />

la diagnosi è utile l'esofagogramma che può evidenziare incisure riferibili a<br />

compressione estrinseca sulla trachea. Ma sono l’endoscopia, l'angio-RMN o<br />

all'angio-TAC che permettono la conferma diagnostica e l'esatta valutazione<br />

anatomica delle malformazioni vascolari. La terapia consiste nella correzione<br />

chirurgica dell’anomalia. La prognosi è generalmente buona, ma talora residuano<br />

disturbi respiratori legati alla malacia dovuta proprio alla compressione esercitata<br />

sulla trachea [2, 38]. Le malformazioni arterovenose sono molto rare e sintomatiche<br />

nel 50% dei casi. I segni clinici caratteristici sono: dispnea da sforzo, cianosi e dita a<br />

bacchetta di tamburo. La cianosi è causata da un importante shunt destro-sinistro.<br />

All’asculatazione del torace può apprezzarsi un soffio continuo in corrispondenza<br />

della lesione. La malformazione può complicarsi con una massiva emottisi o un<br />

imponente emotorace. Alla radiografia del torace appare come una massa rotonda,<br />

ovalare o plurilobata di varie dimensioni; alla TC o all’angiografia è dimostrata la<br />

natura vascolare della lesione. Frequentemente si riscontrano nel contesto della<br />

sindrome di Osler-Weber-Rendu. Il trattamento consiste nella resezione della lesione


(lobectomia o resezione cuneiforme) ed è curativo. Quando indicata può essere<br />

eseguita anche l'embolizzazione con buoni risultati [2]. Il ritorno venoso anomalo<br />

consiste nel drenaggio di sangue dai polmoni al cuore destro e può essere totale o<br />

parziale, unilaterale o bilaterale, isolato o associato ad altri difetti, ostruito o non<br />

ostruito. Un tipo di ritorno venoso polmonare anomalo parziale è rappresentato dalla<br />

Sindrome della Scimitarra, una rara anomalia congenita (1-3 casi ogni 100.000<br />

nascite), caratterizzata da un polmone destro ipoplastico, un ritorno venoso anomalo<br />

dal polmone nella vena cava inferiore (di solito nel tratto infradiaframmatico) e<br />

un'anomala vascolarizzazione arteriosa, comunemente proveniente dalla<br />

circolazione sistemica. In molti casi una parte del polmone destro riceve sangue<br />

arterioso dall'aorta toracica o dal primo tratto dell' aorta sottodiaframmatica. Il<br />

termine scimitarra deriva dall’immagine radiografica determinata da un vaso<br />

anomalo che originando dal polmone destro scende contornando l’atrio destro, per<br />

confluire nella vena cava inferiore. La sindrome si associa frequentemente a<br />

cardiopatia, destrorotazione cardiaca, ipoplasia o altre malformazioni dell’arteria<br />

polmonare destra, ad anomalie anatomiche dei bronchi, del diaframma, del tratto<br />

genitourinario, ad emivertebre [4, 39]. Il quadro clinico e la prognosi della sindrome<br />

della scimitarra dipendono in larga misura dall’ampiezza dello shunt destro-sinistro.<br />

In genere si manifesta clinicamente intorno alla II o III decade di vita con fatica e<br />

dispnea da sforzo, più raramente con ricorrenti infezioni polmonari. Nella forma<br />

infantile si riscontra una maggiore prevalenza di ipertensione polmonare [4]. La<br />

diagnosi si basa sulla radiografia del torace, l’ecocardiocolordoppler, la TC o la RM.<br />

All'esame radiografico il polmone appare di dimensioni ridotte ed è visibile a destra<br />

un’opacità convessa, nastriforme che si allontana dall’ilo [39]. La TC mostra la<br />

dimensione dell'emitorace destro, le anomalie bronchiale, e la vena anomala.<br />

L’ecodoppler può mostrare l'ingresso del vena anomala nella vena cava inferiore ed<br />

è in grado di verificare il flusso venoso. L’angio-RM o TC permettono un’eccellente<br />

visualizzazione dell’anatomia vascolare polmonare ed sono indispensabili prima<br />

dell’intervento chirurgico [4.]. In genere la correzione comporta la deviazione<br />

nell'atrio sinistro del ritorno venoso anomalo polmonare destro. Raramente si rende<br />

necessaria la pneumonectomia [2].<br />

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Trimestrale di divulgazione scientifica dell'Associazione <strong>Pediatrica</strong> di <strong>Immunologia</strong> e <strong>Genetica</strong><br />

Legge 7 marzo 2001, n. 62 - Registro della Stampa Tribunale di Messina n. 3/09 - 11 maggio 2009<br />

Direttore scientifico Carmelo Salpietro - Direttore responsabile Giuseppe Micali - Segreteria redazione Basilia Piraino - Piera Vicchio<br />

Direzione-Redazione: UOC <strong>Genetica</strong> e <strong>Immunologia</strong> <strong>Pediatrica</strong> - AOU Policlicnico Messina<br />

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