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2009 - Cc-Ti

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Editoriale<br />

di Luca Albertoni, Direttore della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

tra forMazione e... sportellate<br />

Il tema di questo numero di <strong>Ti</strong>cino Business<br />

è la formazione, perché ci sembra doveroso<br />

sottolinearne l’importanza strategica sul<br />

lungo periodo, in un momento in cui molti<br />

impropriamente chiedono interventi miliardari<br />

di ogni genere, anche per settori che<br />

non ne hanno un bisogno immediato. Il sistema<br />

formativo elvetico, di cui illustriamo<br />

alcune caratteristiche fondamentali in uno<br />

dei contributi che seguono, è fondamentale<br />

per la competitività della nostra economia<br />

e sarebbe un suicidio trascurarlo o, forse<br />

ancora peggio, cercare di rafforzarlo somministrandogli<br />

vitamine poco adatte. Fuori<br />

di metafora, la linea della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong>, ribadita<br />

con fermezza nel documento sottoposto<br />

all’attenzione della task-force cantonale incaricata<br />

di studiare misure anti-crisi (www.<br />

cciati.ch/index.cfm?fuseaction=m6.332&la<br />

n=it&showNewsDetail=65), è chiara. Al fine<br />

di favorire la formazione (sia quella di base,<br />

come l’apprendistato, ma anche quella<br />

continua che permette l’aggiornamento ed<br />

il mantenimento di un alto livello di conoscenze)<br />

è necessario sostenere in primis le<br />

aziende e le associazioni di categoria che<br />

da tempo si prodigano in questo ambito,<br />

mettendo a disposizione importanti mezzi<br />

finanziari e umani per formare le nuove leve<br />

e permettere loro una costante evoluzione<br />

durante tutta la carriera professionale. La<br />

strada che abbiamo indicato con decisione<br />

è quella degli sgravi fiscali perché riteniamo<br />

che sia lo strumento più efficace per<br />

garantire che questo impegno possa essere<br />

svolto con continuità. Inutile creare balzelli e<br />

tasse generalizzati (quindi anche a carico di<br />

chi già contribuisce in maniera importante<br />

alla formazione), con l’illusione di poter poi<br />

ridistribuire cifre faraoniche secondo criteri<br />

quantomeno nebulosi. Un’ulteriore tassa<br />

sulla formazione avrebbe effetti nefasti,<br />

soprattutto in momenti come quelli che ci<br />

accingiamo a vivere. Una sensata e mirata<br />

politica di sgravi fiscali premierebbe chi già<br />

si occupa d formazione e potrebbe al contempo<br />

incentivare a farlo chi, per vari motivi,<br />

ancora non vuole o non può farlo.<br />

Un alto livello formativo conferisce una<br />

concorrenzialità molto forte, che permette<br />

quindi di affrontare tutte le situazioni<br />

con maggiore serenità, compresa la sfida<br />

dell’applicazione degli Accordi bilaterali<br />

con l’Unione Europea, affossati dal popolo<br />

ticinese lo scorso 8 febbraio, ma fortunatamente<br />

confermati dal popolo svizzero. A<br />

proposito di Accordi bilaterali è curioso osservare<br />

come l’importante novità introdotta<br />

dalla Camera di commercio di Como per le<br />

aziende svizzere (uno sportello unico per<br />

espletare tutte le pratiche burocratiche italiane)<br />

sia stata commentata con toni molto<br />

diversi. C’è chi ha parlato di bufala e chi<br />

invece si è subito arrogato meriti non suoi,<br />

utilizzando toni trionfalistici per celebrare la<br />

storica conquista. Il tutto mescolato nell’immenso<br />

minestrone del tema della reciprocità,<br />

ormai Faro d’Alessandria di qualsiasi<br />

discorso politico che si rispetti. Peccato<br />

che la reciprocità non sia un monolite e che<br />

l’onestà intellettuale dovrebbe ad esempio<br />

portare a distinguere chiaramente l’ambito<br />

degli appalti pubblici (molto problematico)<br />

da quello delle prestazioni transfrontaliere<br />

inferiori ai 90 giorni (che è assai meno complicato).<br />

Ma, si sa, nel contesto di infuocati<br />

dibattiti politici, gli argomenti oggettivi non<br />

hanno purtroppo alcun diritto di cittadinanza.<br />

Per tornare però al menzionato sportello<br />

unico di Como, nessuno ha ritenuto opportuno<br />

ricordare che questa piccola conquista<br />

è frutto del lungo lavoro svolto dalla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

(unitamente alle Camere di commercio dei<br />

Grigioni e del Vallese) nel contesto della<br />

Conferenza permanente delle Camere di<br />

commercio di frontiera italo-svizzere, come<br />

del resto esplicitamente annunciato dal sottoscritto<br />

in occasione dell’Assemblea generale<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> lo scorso 10 ottobre 2008.<br />

Ma forse non è così strano in un Cantone in<br />

cui la cultura del lamento sta sostituendo<br />

quella del lavoro, per cui è ovviamente più<br />

popolare chi sbraita piuttosto che chi lavora.<br />

Noi, comunque, continueremo a lavorare.

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