10.06.2013 Views

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

cupa molto in questi periodi particolarmente<br />

turbolenti. La riscoperta<br />

del protezionismo a tutto campo. È<br />

ovvio che in momenti di difficoltà e<br />

di mancanza di punti di riferimento<br />

la tentazione protezionistica è in una<br />

certa misura comprensibile, ma in<br />

un’ottica a media e lunga scadenza<br />

un cedimento in questa direzione<br />

avrebbe conseguenze solo negative.<br />

A questo proposito è particolarmente<br />

istruttiva e meritevole di attenzione<br />

una pubblicazione di Avenir Suisse<br />

del luglio dello scorso anno, dal<br />

titolo “Globalizzazione: la Svizzera<br />

vincente”, scaricabile dal sito www.<br />

avenirsuisse.ch nel capitolo “Pubblicazioni”.<br />

Il testo evidenzia bene come<br />

l’apertura dei mercati sia avantutto<br />

un fatto ineluttabile, considerato<br />

l’intreccio internazionale sempre più<br />

fitto di economia, scienza, politica e<br />

cultura. Inoltre, per economie votate<br />

molto all’esportazione come quella<br />

elvetica, una scelta di chiusura avrebbe<br />

ovviamente effetti devastanti non<br />

solo sulla crescita, ma anche sul<br />

mantenimento di quanto sviluppato<br />

fino ad oggi. Sorprende quindi che,<br />

anche nel contesto di dibattiti fra<br />

persone di ideologia liberale (ammesso<br />

che questo termine possa ancora<br />

essere usato senza essere insultati),<br />

emerga spesso un parallelismo fra<br />

globalizzazione e perdita di valori, in<br />

riferimento all’attuale crisi scatenata<br />

dal mondo finanziario. A parte il<br />

fatto che si dimentica o si finge di<br />

dimenticare che praticamente quasi<br />

tutte le crisi del passato si sono verificate<br />

ben prima della vituperata globalizzazione,<br />

si ignora che alla base<br />

del disastro vi è la fallibilità umana,<br />

immanente a qualsiasi sistema (indi-<br />

pendentemente dall’eccesso o dalla<br />

mancanza di regole, ma questo è un<br />

altro discorso che andrà affrontato a<br />

parte). È evidente che un’economia<br />

svizzera autarchica avrebbe risentito<br />

meno dei casini combinati dagli<br />

americani, ma senza l’apertura dei<br />

mercati oggi non saremmo certo al<br />

livello di benessere in cui a volte tendiamo<br />

a crogiolarci e non avremmo<br />

strutture competitive atte a permetterci<br />

una ripartenza veloce quando la<br />

situazione congiunturale si rimetterà<br />

su binari normali. La questione del<br />

protezionismo è quindi delicata ma<br />

non va confusa con la giusta considerazione<br />

che tutti noi dobbiamo<br />

dimostrare verso le nostre aziende.<br />

Sostanzialmente non si tratta quindi<br />

di chiudersi, ma piuttosto di non fare<br />

“i polli”, visto che la tendenza della<br />

Svizzera è quella di profilarsi sempre<br />

come la prima della classe nel contesto<br />

internazionale, applicando regole<br />

addirittura prima che esse entrino in<br />

vigore, o applicandole troppo alla lettera,<br />

aprendo quindi spiragli eccessivi<br />

e nemmeno necessari. È qui che<br />

probabilmente dobbiamo migliorare,<br />

integrando nel nostro modo di essere<br />

un sano realismo, che permetta alle<br />

nostre aziende di lottare ad armi pari<br />

con tutti, evitando una discriminazione<br />

alla rovescia, cioè un migliore<br />

trattamento degli altri. Una scelta di<br />

chiusura sarebbe invece certamente<br />

controproducente.<br />

5

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!