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2009 - Cc-Ti

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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

Si mobiLita iL partito deLLe taSSe<br />

Il Partito socialista, da mesi ormai in forte crisi d’identità<br />

e travagliato da dissidi interni sempre più manifesti, tenta<br />

di ricompattarsi col referendum contro la riduzione permanente,<br />

dal 9 all’8,5%, dell’aliquota sugli utili delle persone<br />

giuridiche, decisa poche settimane fa dal Parlamento. I<br />

Verdi si sono accodati alla chiamata alle urne sostenendo<br />

la raccolta di firme del PS, saranno di certo in buona compagnia<br />

col sindacato Unia e col Movimento per il socialismo.<br />

Il partito delle tasse è mobilitato. Priva di un progetto<br />

politico alternativo e di una cultura riformista capace di<br />

guardare senza paraocchi ideologici alla modernizzazione<br />

del Paese, la sinistra ha trovato nell’inasprimento fiscale<br />

la sua unica ragione sociale.<br />

Che si vada a votare per mezzo punto di aliquota, rilanciando<br />

così quello scontro sul fisco che per anni ha paralizzato<br />

la politica e la governabilità del Cantone, la dice<br />

lunga sulla vocazione politica di una sinistra che identifica<br />

ancora il socialismo con la lotta ai ricchi e a chi la ricchezza<br />

la produce. Del resto lo ha ribadito chiaramente il<br />

Presidente stesso del PS, Manuele Bertoli, riassumendo<br />

a braccio: bisogna far passare alla cassa le aziende perché<br />

contribuiscono sempre meno alle casse pubbliche.<br />

Le aziende in questi anni hanno, invece, contribuito in<br />

maniera crescente a riempire quelle casse che, secondo<br />

la sinistra, sarebbero state svuotate dalla politica di sgravi<br />

fiscali dell’ex ministro delle finanze Marina Masoni. Le<br />

cifre del gettito fiscale sono inequivocabili: a metà degli<br />

anni ’90 con un’aliquota del 13% sugli utili e una del 3 per<br />

mille sul capitale, l’erario incassava all’incirca 186 milioni<br />

di franchi; ridotta l’aliquota sugli utili al 9% e dimezzata<br />

quella sul capitale, lo scorso anno il cantone ha incamerato<br />

la bellezza di 304 milioni di franchi. Di queste cifre<br />

socialisti e compagni, ovviamente non parlano.<br />

Ma al di là di tutto ciò nelle parole del presidente del PS<br />

si può leggere quella prepotenza ideologica del “tassa e<br />

spendi”, per cui il fisco è solo un randello per punire le<br />

imprese, un’idrovora per succhiare risorse dall’economia<br />

e dalla società per finanziare la crescente spesa pubblica<br />

di cui i socialisti, in ogni paese, si sono dimostrati amministratori<br />

voraci. Che sulle imprese si scarichino anche<br />

nuove oneri, come il finanziamento del fondo di formazione,<br />

o costi supplementari con l’aumento, ad esempio, del<br />

prezzo dell’energia elettrica, poco importa. Chi fa utili non<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

merita uno sgravio di mezzo punto, è solo un regalo dice la<br />

sinistra, anzi un “furto”, e non importa nemmeno se questi<br />

utili vengono magari reinvestiti nell’azienda, se servono ad<br />

accrescerne i mezzi che le permettono di restare competitiva<br />

sul mercato e, quindi, mantenere anche posti di lavoro.<br />

Contro questo minisgravio la sinistra è partita lancia in<br />

resta, non accettando il fatto che il parlamento lo abbia<br />

reso definitivo, oltrepassando la decisione del Governo che<br />

lo voleva in vigore solo per il biennio 2010-2011. Che senso<br />

avrebbe avuto, però, uno sgravio temporaneo? Sarebbe<br />

solo servito a sottolineare una variabilità delle aliquote<br />

che di certo non è un fattore attrattivo per le imprese,<br />

tanto meno per quelle estere che vorrebbero investire in<br />

<strong>Ti</strong>cino. Sia per le une che per le altre, la stabilità fiscale<br />

nel tempo è, invece, un elemento assai importante nella<br />

pianificazione aziendale. Ma c’è di più. Oggi, se il <strong>Ti</strong>cino<br />

vuole restare fiscalmente competitivo ha bisogno di una<br />

riduzione delle imposte per le imprese, che da noi pagano<br />

in media più di quanto paghino in altri Cantoni, come a<br />

San Gallo, Turgovia, Obvaldo, Lucerna o nei Grigioni, per<br />

esempio, che grazie ad un’accorta politica di sgravi non<br />

solo hanno risanato le finanze ma hanno anche attirato<br />

nuove imprese. Dunque, grazie a questo alleggerimento<br />

della pressione tributaria sono riusciti a conseguire un<br />

triplice risultato: allargamento del gettito fiscale che ha<br />

facilitato il risanamento finanziario, nuovi investimenti e<br />

nuova occupazione. E sarebbe anche ora di mettere mano<br />

ad una politica ragionata e mirata di sgravi per le persone<br />

fisiche, i cui redditi, soprattutto quelli delle famiglie,<br />

saranno colpiti ancora dall’aumento dei premi delle casse<br />

malati, dalle probabili detrazioni su stipendi e salari che<br />

molte società chiederanno per risanare le casse pensioni,<br />

dalla tassa sul CO 2 e dalla prevedibile ripresa dell’inflazione.<br />

Sarebbe, quindi, più che opportuna una riduzione del<br />

carico fiscale anche per le persone fisiche, non fosse altro<br />

che per compensare gli aggravi d’imposte e tasse decisi<br />

mesi fa dal governo proprio quando si entrava nel pieno<br />

della recessione. Purtroppo si è dovuta constatare la frettolosa<br />

superficialità con cui il parlamento, in una decina<br />

di minuti e con un’aula semivuota, ha deciso all’inizio di<br />

giugno di bocciare la proposta dell’UDC. Una proposta che<br />

avrebbe quanto meno meritato maggiore attenzione e una<br />

discussione molto più approfondita.

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