10.06.2013 Views

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Biblioteca liberale<br />

di Alessio del Grande<br />

eLoGio DeL capitaLiSmo<br />

e DeL Libero mercato<br />

“Negli ultimi mesi si sono lette cose molto dure contro la<br />

finanza, che è stata messa sul banco degli imputati. In<br />

realtà, se osserviamo bene quello che è successo, possiamo<br />

fare una scoperta molto semplice e sorprendente:<br />

senza finanza il mondo non gira, si ferma e accadono<br />

disastri. La vecchia polemica – più finanza o più industria?<br />

– che ancora fa capolino nelle parole del Presidente<br />

francese Sarkozy, che vorrebbe un mondo con più<br />

industria, non ha senso. (…) La finanza, in un mondo<br />

necessariamente diseguale, adempie ad una funzione<br />

essenziale. In sostanza cosa fa la finanza? Nel mondo<br />

ci sono delle differenze e quindi, a seconda dei diversi<br />

periodi storici, ci sono aree in cui si crea molto risparmio<br />

e aree in cui non se ne crea. La finanza svolge il lavoro di<br />

unire queste due parti. In pratica prende il risparmio là<br />

dove si forma e lo porta in giro per il mondo alla ricerca<br />

delle migliori occasioni d’investimento. Senza il raccordo<br />

della finanza vivremmo in uno strano mondo. In un<br />

mondo in cui alcune aree devono tenersi il loro risparmio<br />

(senza sapere peraltro che cosa farsene) mentre altre<br />

aree sono alla disperata ricerca di risparmi, di capitali,<br />

senza sapere come trovarli. Oggi le grandi banche d’affari<br />

sono state di fatto cancellate – alcune come la Lehman,<br />

proprio non esistono più –, ma si può stare certi<br />

che torneranno. Con gli stessi nomi o sotto diverse sigle.<br />

E torneranno perché la loro funzione è indispensabile.<br />

E torneranno anche alcune «figure» (come i future) oggi<br />

tanto disprezzate. E torneranno perché la finanza è fatta<br />

anche di questo: è fatta anche di scommesse”.<br />

A scrivere l’elogio della finanza e a remare coraggiosamente<br />

controcorrente, non è un qualche inguaribile<br />

liberista, ma Giuseppe Turani, giornalista economico di<br />

sinistra, firma illustre di un quotidiano italiano di sinistra<br />

come «La Repubblica», saggista e Direttore di diverse<br />

testate economiche. Il suo ultimo libro «Viva il capitalismo»<br />

(Edizioni Sperling & Kupfer) già nel titolo è una<br />

dichiarata requisitoria contro la vulgata dominante che<br />

imputa alla finanza, e non alla politica come giustamente<br />

fa Turani, le cause della crisi. Per la semplicità<br />

e la lucidità delle sue tesi vale la pena di riportare integralmente<br />

il ragionamento di Turani sulla finanza che<br />

è anche scommessa. Certo, afferma, dovranno esserci<br />

più garanzie, ma una certa area di rischio nelle attività<br />

finanziarie saranno inevitabili.<br />

“D’altra parte, è sempre stato così. Per i Re spagnoli<br />

– ricorda – sarebbe stato molto più semplice finanziare<br />

qualche capitano per armare delle navi<br />

e andare a pescare dei tonni a poche<br />

miglia dalla spiaggia invece di spendere<br />

soldi per mandare Cristoforo Colombo chissà dove.<br />

Il buon senso avrebbe suggerito di fare la prima cosa<br />

(finanziare la pesca dei tonni). Invece Colombo è stato<br />

spedito ad Ovest, verso non si sa bene dove. E ha trovato<br />

l’America e la storia del mondo è cambiata, per sempre<br />

(e in meglio). In modo del tutto analogo, è evidente<br />

che per un banchiere sarebbe più saggio finanziare la<br />

costruzione di villette monofamigliari per una clientela<br />

abbiente e solida invece di perdere tempo a dare soldi<br />

(milioni di dollari) a ragazzi smanettoni su Internet. Però<br />

in questo caso avremmo molte villette monofamigliari,<br />

ma non avremmo Google e altre meraviglie di Internet,<br />

che hanno cambiato il mondo, come la scoperta<br />

dell’America, e che ancora di più lo cambieranno nei<br />

prossimi anni”. Ecco la necessaria scommessa insita<br />

nella finanza che per Turani non è solo indispensabile,<br />

ma deve contenere al suo interno anche una quota di<br />

rischio, di follia: “Senza questo elemento non avremmo<br />

la ricerca super avanzata. Non avremmo semplicemente<br />

il nuovo. Saremmo una società ferma, immobile, intenta<br />

solo a costruire villette monofamigliari per una clientela<br />

abbiente”.<br />

A chi sostiene che il capitalismo e l’economia di mercato<br />

siano ormai arrivati al capolinea, Turani replica ricordando<br />

che proprio grazie a questo sistema l’umanità ha avuto<br />

negli ultimi cento anni un progresso che non ha pari<br />

in <strong>2009</strong> anni di storia. Per contro è fallito del tutto e<br />

ovunque il comunismo in tutte le sue varianti. Una bancarotta<br />

fraudolenta la definisce: “Invece del paradiso<br />

promesso, il comunismo, insieme ad una massa di orrori<br />

spaventosi (e alcuni milioni di morti), ha regalato alle<br />

popolazioni che ne hanno fatto l’esperienza un tenore<br />

di vita assolutamente arretrato e nemmeno paragonabile<br />

a quello che c’è nei paesi cosiddetti capitalisti (persino<br />

nei meno avanzati)”.<br />

<strong>Ti</strong>tolo: Viva il capitalismo<br />

Autore: Giuseppe Turani<br />

Editore: Sperling & Kupfer<br />

19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!