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2009 - Cc-Ti

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Ospite<br />

Intervista di Lisa Pantini a Remigio Ratti, già Consigliere nazionale, e Professore all’ Università di Friborgo,<br />

all’USI di Lugano e al Politecnico federale di Losanna<br />

tracciato tra Lugano e Chiasso. Praticamente scontate<br />

le risposte: va bene tutto quello che passa in<br />

galleria; perfino a Chiasso si è sentito questo ragionamento<br />

pur di non avere impatti locali. Comunque<br />

si lascerebbe intendere che è musica del futuro in<br />

quanto, a torto a nostro parere, i tempi affiorati<br />

dalla Berna federale sono quelli di una necessità<br />

realizzativa per il dopo 2030-40. Non lasciamoci<br />

ingannare nemmeno dalle dichiarazioni del Consigliere<br />

federale Leuenberger dello scorso 17 luglio<br />

in occasione della visita privilegiata ai cantieri di<br />

Sedrun del Commissario europeo ai trasporti e altri<br />

ministri europei (assente quello italiano) secondo<br />

il quale sul tracciato si deciderà entro l’anno. Ma<br />

sono le Camere federali che dovranno decidere la<br />

realizzazione e qui, per il momento, tutto è contro<br />

di noi e senza nemmeno dover andare a cercare<br />

scuse nei ritardi delle promesse italiane sul<br />

quadruplicamento della tratta Monza-Como. Per il<br />

periodo 2018-2030 sono previsti in tutto 20 miliardi<br />

di franchi, di cui 8 per la novità che è quella<br />

del finanziamento del risanamento del traffico nelle<br />

agglomerazioni metropolitane. La sola Lugano-<br />

Chiasso richiede un finanziamento di 5 miliardi di<br />

franchi e non si possono dimenticare le necessità<br />

di completazione di Alptransit nel Sopraceneri con<br />

in particolare l’aggiramento di Bellinzona”.<br />

Lei ha forse una soluzione?<br />

“Da una vita le trasversali alpine sono uno dei<br />

miei cavalli di battaglia e posso almeno schizzare<br />

una pista per l’entrata in materia di una difficile<br />

negoziazione. Innazitutto, il finanziamento di<br />

20 miliardi per il 2030 sottovaluta chiaramente i<br />

progetti dell’intero Paese e le Camere federali dovrebbero<br />

perlomeno raddoppiarlo. Il finanziamento<br />

della completazione di Alptransit a Sud delle<br />

Alpi andrebbe suddiviso in tre parti: la principale<br />

da includere nel progetto Alptransit, una seconda<br />

parte da considerare come progetto infrastrutturale<br />

di una nuova politica d’agglomerazione (la novità<br />

del credito 2030) e d’integrazione nella rete metropolitana<br />

lombarda; infine, una terza parte come<br />

finanziamento di terzi a livello europeo. Sarebbe<br />

in quest’ultimo caso una diversa scelta di campo,<br />

dopo che la Svizzera ha voluto, sin dal accordo<br />

sulla costruzione delle trasversali alpine del 1992<br />

18 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

far tutto da sola. La possibilità costituzionale esiste<br />

(Art. 196, Capitolo 3, cpv.2, lettera f) da quando il<br />

Parlamento accettò questa possibilità da me proposta<br />

nel 1998 contro il parere della Commissione<br />

trasporti e dello stesso Consiglio federale”.<br />

In una continuità di economie sempre più integrate<br />

– basti pensare alla contiguità tra <strong>Ti</strong>cino e<br />

Lombardia – non sarebbe giusto pensare ad una<br />

politica dei trasporti quanto meno Insubrica?<br />

“Riprendendo il ragionamento fatto in risposta alla<br />

prima domanda direi che la messa in cantiere dei<br />

binari per la Stabio-Arcisate rappresenta una felice<br />

e tempestiva operazione ben negoziata dal Cantone<br />

e dai nostri parlamentari federali (permettemi di<br />

ricordare anche il mio postulato originale dell’aprile<br />

1998, accettato dal Consiglio federale) inserendo<br />

questo investimento in un consistente pacchetto di<br />

progetti infrastrutturali d’interesse zurighese e ginevrino.<br />

Questo tronco di una dozzina di chilometri<br />

appena in realtà dal 2013 farà entrare il <strong>Ti</strong>cino in<br />

rete con Varese e Malpensa e, via Gallarate direttamente<br />

con la linea del Sempione, la Romandia e<br />

Berna, tramite il tunnel di base del Loetschberg. E<br />

soprattutto, cosa che tendiamo a non vedere, collegherà<br />

di nuovo Como, via Mendrisio, con Varese.<br />

Dopo i treni TILO le basi anche infrastrutturali per<br />

una politica insubrica sono date. Ma ci vuole di più:<br />

i legami funzionali del <strong>Ti</strong>cino e di Lugano in parcolare<br />

con Milano e la metropoli lombarda esigono<br />

una strategia operativa su più scale e ben strutturata<br />

nel tempo (con obiettivo finale la completazione<br />

Lugano-Milano di Alptransit). Su questo punto,<br />

dopo la bella partenza della Cisalpino a metà degli<br />

anni novanta e indipendentemente dalle peripezie<br />

tecniche del nuovo treno ETR 610 mi sembra che<br />

occorrano chiarezza o conferme strategiche”.

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