10.06.2013 Views

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

2009 - Cc-Ti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Attualita`<br />

di Alessio del Grande<br />

un 16 Settembre da dimentiCare<br />

Con il Senatore neocastellano Didier Burkhalter, il<br />

PLR ha mantenuto il seggio di Pascal Couchepin.<br />

Un’elezione che non ha riservato sorprese, il PPD<br />

ha mostrato i muscoli con Schwaller, il Senatore<br />

ticinese Dick Marty omaggiato con 34 voti e al<br />

quarto turno è stato eletto Burkhalter. Per il <strong>Ti</strong>cino<br />

la partita si era già chiusa prima che a Palazzo<br />

si cominciasse a giocare davvero. La bocciatura<br />

delle candidature di Fulvio Pelli e Luigi Pedrazzini<br />

aveva tagliato fuori le speranze del Cantone di<br />

ottenere finalmente, dopo dieci anni di attesa, un<br />

seggio in Governo. Inutile, ormai, recriminare sugli<br />

errori, o presunti tali, commessi nel sostenere le<br />

candidature ticinesi. Piuttosto questo 16 settembre<br />

ci ha insegnato due cose: bisogna capire perché<br />

il <strong>Ti</strong>cino sia così poco considerato a Berna e<br />

come risolvere questo problema; in secondo luogo<br />

anche in questa occasione si è dato del federalismo,<br />

ossia dell’essenza stessa della nazione e<br />

dello Stato elvetico una ben miserevole rappresentazione.<br />

Ben lontana da un vero dibattito politico<br />

capace di affrontare il nodo di un Governo federale<br />

all’altezza dei nuovi problemi che il paese deve<br />

gestire e risolvere sul piano interno e su quello<br />

internazionale.<br />

Riguardo al primo punto è ormai da anni che ci<br />

si lamenta della scarsa attenzione di cui il nostro<br />

Cantone gode a Berna. Ma poco si è fatto per guadagnarsi<br />

o imporre una maggiore considerazione,<br />

se non i soliti lamenti e piagnistei. Eppure, il <strong>Ti</strong>cino<br />

avrebbe le sue carte da giocare nella capitale.<br />

Avrebbe da giocare la sua specificità territoriale,<br />

la contiguità con la Lombardia, una delle aree economicamente<br />

più forti dell’Europa, realtà questa<br />

del tutto ignorata a Berna. Avrebbe da giocare il<br />

suo peso di terza piazza finanziaria del paese, le<br />

sue radici culturali che affondano nel cuore della<br />

più autentica civiltà europea. Tra economia, geografia<br />

e cultura abbiamo un capitale strategico che<br />

sino ad ora non è stato adeguatamente investito<br />

e valorizzato, limitandosi solo a tendere la mano.<br />

Ancora più delicato e complesso è il problema<br />

di un Governo all’altezza della Svizzera di oggi.In<br />

questi ultimi mesi, mentre abbiamo visto acuirsi<br />

alcuni mali ormai storici, quali l’esplosione dei costi<br />

sanitari, con il continuo aumento dei premi delle<br />

casse malati, l’impossibile riduzione della spesa<br />

pubblica con la mancata riforma per modernizzare<br />

il Welfare state, sul piano internazionale abbiamo<br />

ricevuto anche clamorose batoste che dovrebbero<br />

far riflettere non solo il Consiglio federale ma tutta<br />

la classe politica. A rischio ci sono l’immagine<br />

stessa della Svizzera nel mondo e il suo ruolo sulla<br />

scena internazionale. Ma di tutto questo nel dibattito<br />

che ha accompagnato il 16 settembre non si è<br />

parlato. Così come non si è discusso fino in fondo<br />

delle ragioni per cui anche il <strong>Ti</strong>cino dev’essere<br />

rappresentato nel Governo. Ragioni che non sono<br />

di certo quelle di un federalismo lottizzato dai più<br />

forti, ma che si identificano invece negli interessi<br />

strategici del nostro stesso Paese.<br />

19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!