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2009 - Cc-Ti

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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

Grandi GeneratOri di traffiCO<br />

ma anChe Grandi GeneratOri<br />

di riCChezza<br />

Lo scorso agosto il Governo ticinese ha presentato<br />

l’aggiornamento del nuovo Piano Direttore cantonale.<br />

Presentazione che è venuta a cadere nel pieno delle<br />

polemiche tra la Città di Bellinzona e il Cantone per la<br />

realizzazione del nuovo stadio comunale. Uno scontro<br />

dai toni assai duri che ha risollevato il problema dei cosiddetti<br />

Grandi generatori di traffico, il nervo scoperto<br />

della pianificazione urbanistica e territoriale in <strong>Ti</strong>cino.<br />

Dei Grandi generatori di traffico (Ggt) si era parlato<br />

recentemente anche per la decisione di far pagare ai<br />

clienti il parcheggio, ora gratuito, nei centri commerciali,<br />

una misura che nelle intenzioni dei pianificatori<br />

cantonali dovrebbe incentivare l’uso dei mezzi pubblici<br />

e compensare, con il ricavo dei posteggi, i danni o i<br />

fastidi arrecati dal traffico privato. Aree nevralgiche su<br />

cui inciderebbe positivamente questa misura sono il<br />

Piano di Magadino, Pian Scairolo e la zona commerciale<br />

di Mendrisio che gravita attorno al Fox Town.<br />

Ma di Ggt se ne parla, comunque, ogni qual volta c’è in<br />

progettazione qualche importante insediamento commerciale<br />

o produttivo che, inevitabilmente, provocherà<br />

del traffico supplementare.<br />

Ma cosa s’intende per Grandi generatori di traffico? Le<br />

raccomandazioni dell’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente,<br />

ne fissano caratteristiche e vincoli: “I grandi<br />

centri commerciali, i mercati specializzati e le strutture<br />

per il tempo libero, come cinema multiplex o i<br />

parchi acquatici, soddisfano molte esigenze dell’uomo<br />

moderno. E gli interessi economici legati alla loro realizzazione<br />

sono elevatissimi. Tuttavia, se da un lato<br />

possono fornire impulsi importanti allo sviluppo urbano<br />

dei trasporti, dall’altro tali strutture comportano<br />

un forte carico per l’ambiente. Un effetto analogo è,<br />

inoltre, prodotto dall’insediamento di grandi poli occupazionali”.<br />

Perciò, la loro ubicazione deve essere decisa,<br />

secondo le procedure stabilite, dal Piano direttore<br />

dei Cantoni, a cui viene così delegata una funzione<br />

d’indirizzo strategico nella pianificazione del territorio.<br />

Che siano attività commerciali, per il tempo libero o<br />

dei poli produttivi, è chiaro che si tratta d’insediamenti<br />

di cui oggi la collettività non può fare a meno. Ma i<br />

Gtg sono ormai diventati il bau bau, la minaccia della<br />

devastazione del territorio agitata di continuo dalle<br />

cerchie rosso verdi e da non pochi funzionari cantonali<br />

e federali, i quali interpretano la tutela della natura e<br />

la lotta all’inquinamento, con un tale furore ideologico<br />

che lascia ben poco spazio alla conciliazione intelligente<br />

di interessi diversi: le sacrosanti ragioni della<br />

salvaguardia ambientale e quelle dell’economia che<br />

non è solo profitto, ma anche posti di lavoro, redditi e<br />

ricchezza per tutti.<br />

Tanto per cominciare, per dare un senso completo<br />

alla funzione strategica dei Piani direttori cantonali,<br />

bisognerebbe,allora, guardare anche l’altra faccia della<br />

medaglia. Se tutte queste attività contribuiscono indubbiamente<br />

ad aumentare il traffico e l’inquinamento<br />

in determinate aree e a sovraccaricare le strade, esse<br />

però creano anche occupazione, con migliaia di posti<br />

di lavoro diretti e nell’indotto. Il che significa buste paga,<br />

ricchezza che si trasforma in consumi e in risparmi,<br />

con cui si finanziano gli investimenti per la produzione<br />

di altri beni e servizi. Sono, insomma, uno snodo chiave<br />

del tessuto commerciale e produttivo e del ciclo economico.<br />

Pensiamo solo un attimo a quanti impieghi si<br />

perderebbero, a quante persone resterebbero senza un<br />

lavoro, se con un colpo di bacchetta magica si cancellassero<br />

i centri commerciali del Piano di Magadino, di<br />

Grancia o di Mendrisio, a quanta ricchezza economica<br />

si sottrarrebbe al <strong>Ti</strong>cino e alla popolazione tutta. Certamente,<br />

ci sarebbe meno traffico, l’aria sarebbe più<br />

pulita, ma bisognerebbe pagare per questo un prezzo<br />

assai salato. Che probabilmente il <strong>Ti</strong>cino non potrebbe<br />

permettersi.<br />

Che in alcune aree commerciali si sia ormai raggiunto<br />

il punto critico col traffico è sotto gli occhi di tutti, ma<br />

non si può imputare del tutto a queste attività la causa<br />

di una tale situazione. A monte ci sono degli errori di<br />

pianificazione passati e presenti. Errori commessi soprattutto<br />

a cavallo degli anni ’70, quando ogni Comune<br />

pianificava per conto suo insediamenti commerciali,<br />

abitativi o infrastrutture per il tempo libero, senza una<br />

visione d’assieme dei comparti territoriali d’interesse<br />

intercomunale. Interventi del tutto disorganici poiché<br />

allora mancavano le linee strategiche delle agglomerazioni<br />

urbane, così come mancava l’intuizione delle<br />

potenzialità economiche indotte dai nuovi bisogni e<br />

dai nuovi consumi. Ma errori se ne fanno ancora oggi.<br />

Basta vedere quello che succede sul piano di Magadino,<br />

dove è stato bocciato il collegamento veloce con<br />

l’autostrada, mentre il traffico soprattutto nei periodi

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