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2009 - Cc-Ti

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Strong Opinion<br />

di Franco Ambrosetti, Presidente della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

raddoppio del Gottardo autostradale è sicuramente<br />

assieme ad altre bocciature popolari come<br />

il collegamento A2- A13 - Locarno, un elemento<br />

negativo. Fra qualche anno si chiuderà la<br />

galleria per lavori di manutenzione che dureranno<br />

oltre un anno se non due. Il raddoppio, anche<br />

ad una sola corsia mi sembra inevitabile per non<br />

far soccombere l’economia Cantonale. L’augurio<br />

della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è che il nostro Governo e soprattutto<br />

la deputazione ticinese alle camere federali si<br />

facciano carico della faccenda per tempo e con<br />

determinazione. Ne va della sopravvivenza del<br />

Paese.<br />

2) La fiscalità. Questo è l’altro tema che punisce il<br />

Cantone che dai primi posti è passato al diciannovesimo<br />

nella classifica della tassazione di persone<br />

fisiche, e a perso molte posizioni in quella<br />

delle persone giuridiche. La nostra istituzione è<br />

anni che insiste per avere le imposte più basse<br />

e bilanci statali in pareggio. Sembra la quadratura<br />

del cerchio, ma non lo è. Una fiscalità più<br />

leggera privilegia la crescita e abbassa, se si<br />

vuole, il debito.<br />

Si suol dire che ciò che arricchisce lo stato, impoverisce<br />

il Paese e i suoi cittadini. Ma esiste pure,<br />

purtroppo, uno stato povero e un Paese che non sta<br />

troppo bene. Questo è il nostro caso e riconosciamo<br />

al Governo, alla responsabile di economia e finanza,<br />

On. Laura Sadis, il merito di aver voluto portare<br />

avanti la riduzione di mezzo punto dell’aliquota<br />

delle persone giuridiche, con coraggio e volontà,<br />

in un contesto difficile e ingrato. Mezzo percento<br />

non è entusiasmante. Non ci proietta in cima alla<br />

classifica. Ma è meglio di un pugno in faccia. Serve<br />

come segnale per il partito delle tasse composto<br />

da coloro che sostengono che “i soldi ci sono” affermazione<br />

che dovrebbe appartenere più ai ladri<br />

che ai politici. Ora, ai ladri non si può imputare<br />

il fatto che non si preoccupino della creazione di<br />

ricchezza. Ma al partito delle tasse sì. La politica<br />

deve occuparsi in primo luogo della creazione di ricchezza<br />

affinché ci possa essere una ridistribuzione<br />

confacente ed equa. Se dovesse passare il referendum<br />

socialista, sarebbe un pessimo segnale per<br />

la piazza economica e finanziaria cantonale. Vuol<br />

dire che non t’importa di alleggerire fiscalmente<br />

chi mette lo Stato in condizioni di attuare politiche<br />

fondamentali per la coesione sociale, non t’importa<br />

di prosciugare nel lungo periodo quel torrente che<br />

alimenta fra l’altro l’assicurazione disoccupazione.<br />

L’economia funziona così: prima si produce la ricchezza,<br />

poi la si ridistribuisce. Non il contrario!<br />

Non voler favorire le aziende è segno di grettezza,<br />

di chiusura mentale. Come cittadino ciò mi preoc-<br />

6 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

cupa perché tutti lavoriamo in aziende, colpire loro<br />

significa colpire noi.<br />

Tuttavia, se lo sgravio passasse, ciò non basterebbe.<br />

Lo stato del Canton <strong>Ti</strong>cino prima o poi, dovrà<br />

affrontare ciò che provoca i maggiori esborsi, ovvero<br />

l’amministrazione e la sua dimensione. Questa<br />

Camera l’ha detto, scritto, se potesse lo canterebbe;<br />

abbiamo un organico che è troppo grande per<br />

il Paese, andrebbe ridotto senza traumi; senza tagli<br />

ai servizi statali essenziali, privatizzando alcune attività<br />

e, senza licenziamenti pianificando nel tempo<br />

prepensionamenti, incentivi e pensionamenti.<br />

D’altronde il debito Cantonale è destinato a crescere,<br />

passerà i due miliardi fra non molto. È un debito<br />

che in gran parte è dovuto a cause strutturali, non<br />

si assorbe con un miglioramento della congiuntura,<br />

le entrate fiscali degli anni di boom servono solo a<br />

mascherare un problema che puntualmente riappare<br />

ad ogni recessione economica.<br />

Tre semplici domande inquadrano la problematica<br />

1) Tutte le aziende di qualunque settore negli ultimi<br />

15 anni hanno subito ristrutturazioni e sostanziose<br />

riduzioni di organico. Perche lo stato<br />

invece no?<br />

2) Nelle aziende si è dibattuto intensamente su<br />

quale sia la propria missione, il core business.<br />

Le aziende fanno outsourcing. Gli stati per contro<br />

applicano il principio di sussidiarietà: lascia<br />

al privato ciò che sa fare meglio dello stato e<br />

viceversa. Il Cantone sa qual è il suo core business?<br />

3) Qual è la strategia di riduzione, nel lungo periodo,<br />

del debito, per evitare che valga anche in<br />

<strong>Ti</strong>cino la battuta di Reagan che a proposito del<br />

debito USA, diceva che “è abbastanza grande<br />

per badare a se stesso”?<br />

Non sono domande provocatorie e non chiedono<br />

una risposta. Servono esclusivamente per mettere<br />

in luce il problema. Sono le stesse domande che<br />

le aziende si pongono con regolarità e persistenza<br />

ad ogni riunione strategica.<br />

Termino con un esempio che mi sta a cuore come<br />

musicista e come ticinese. Un esempio di come<br />

non fare una ristrutturazione di un ente statale.<br />

La direzione della SSR ha deciso di ridurre i costi<br />

dell’ente. Ottima scelta. Se nonché invece di colpire<br />

laddove c’è il bubbone, ha deciso di tagliare<br />

dov’è più facile. In <strong>Ti</strong>cino verranno chiusi i rubinetti<br />

che alimentano l’OSI, il Festival Jazz (Estival),<br />

tra le varie misure previste, l’organico circa 1’500<br />

persone però rimane intoccato. C’è da chiedersi<br />

quale coraggio, quale lungimiranza, quale miracolosa<br />

intuizione porta a operare misure di rispar-

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