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2009 - Cc-Ti

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Attualita`<br />

di Luca Albertoni, Direttore <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

20 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

quale FisCalità per il tiCino<br />

Del Futuro?<br />

Riflessioni in margine al dibattito sullo studio «Il Cantone <strong>Ti</strong>cino<br />

nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale»<br />

Il dibattito organizzato lo scorso 12 novembre dalla <strong>Cc</strong>-<br />

<strong>Ti</strong> unitamente ad ABT, AITI e SSIC-<strong>Ti</strong>cino in merito allo<br />

studio della SUPSI “Il Cantone <strong>Ti</strong>cino nel contesto della<br />

concorrenza fiscale intercantonale”(www3.ti.ch/index.<br />

php?fuseaction=press.cartella&id=24885)<br />

ha offerto numerosi spunti interessanti. Il Professor Marco<br />

Bernasconi, Responsabile dell’analisi, ha brillantemente<br />

esposto in modo preciso e chiaro la problematica<br />

dell’imposizione fiscale delle persone fisiche in <strong>Ti</strong>cino. Lo<br />

studio mostra chiaramente che il sistema fiscale ticinese<br />

è molto sociale, perché l’imposizione dei redditi bassi è<br />

nettamente inferiore alla media svizzera. Per i salari di<br />

medio livello ci attestiamo invece su posizioni in linea con<br />

gli altri Cantoni, mentre, e questa è la conclusione preoccupante,<br />

per i salari alti il <strong>Ti</strong>cino è chiaramente superiore<br />

alla media nazionale. Risulta quindi penalizzato il 2% dei<br />

contribuenti che assicura il 27% del gettito fiscale cantonale<br />

e questo è un dato che non può non preoccupare,<br />

soprattutto perché questa fascia di contribuenti ha la<br />

possibilità di spostarsi in modo molto semplice e rapido<br />

verso Cantoni non lontani, che possono offrire una qualità<br />

di vita simile a quella ticinese ma con un onere fiscale<br />

decisamente inferiore. Il rischio di perdere soggetti fiscali<br />

di peso è quindi molto concreto. Lo Studio della SUPSI<br />

propone alcune varianti di soluzione, come ad esempio<br />

fissare un tetto massima di aliquota per l’imposta cantonale<br />

all’11% (attualmente al 15,076%) o eventualmente<br />

al 12 o 13%. Al di là delle singole varianti proposte, bene<br />

illustrate nello studio, emerge chiaramente la necessità di<br />

urgenti ed incisive riforme del sistema fiscale cantonale,<br />

in modo da poter reggere il confronto con una concorrenza<br />

nazionale ed internazionale sempre più agguerrita<br />

e che, piaccia o no, rimarrà una costante per i prossimi<br />

decenni. È per questo che abbiamo voluto presentare il<br />

lavoro della SUPSI e dibatterne, per tentare di dare un<br />

nostro contributo costruttivo ad una discussione più che<br />

mai necessaria, ma purtroppo non sempre facile in un<br />

contesto in cui parlare di sgravi fiscali sembra un tabù o<br />

un delitto di lesa maestà, con il risultato che non si riesce<br />

più nemmeno ad imbastire un discorso di più ampio<br />

respiro sul sistema fiscale in generale. L’immobilismo in<br />

questo ambito sarebbe catastrofico, perché molti altri<br />

Cantoni corrono e hanno il coraggio di proporre novità. In<br />

occasione del dibattito del 12 novembre lo hanno sottolineato<br />

non solo il Professor Bernasconi, ma anche la Consigliera<br />

di Stato e Direttrice del Dipartimento delle finanze<br />

e dell’economia Laura Sadis, la Presidente dell’Ordine<br />

I relatori in alcuni momenti del dibattito del 12 novembre scorso<br />

dei commercialisti del Cantone <strong>Ti</strong>cino Cristina Maderni<br />

e il Direttore della Fiduciaria Mega Riccardo Biaggi, sollecitati<br />

dal moderatore Gianni Righinetti del Corriere del<br />

<strong>Ti</strong>cino. Il tempo delle rendite di posizione è ormai clamorosamente<br />

terminato e i cambiamenti si susseguono ad<br />

una rapidità a volte sorprendente e fino a qualche anno fa<br />

sconosciuta, per cui è stata molto apprezzata l’affermazione<br />

di Laura Sadis, secondo cui lo studio della SUPSI<br />

non resterà chiuso in un cassetto, ma sarà utilizzato per<br />

la proposta di riforme della fiscalità. Speriamo che questa<br />

intenzione trovi l’appoggio politico necessario, affinché<br />

vi sia un vero confronto su questa tematica e si giunga<br />

rapidamente alla formulazione di proposte concrete. Da<br />

tempo la <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> chiede riforme strutturali e finora pochi<br />

avevano dato credito alle nostre rivendicazioni. La delicata<br />

situazione attuale potrebbe avere il pregio di attirare<br />

l’attenzione su quegli interventi da cui non possiamo più<br />

prescindere, a meno di essere pronti a pagare un prezzo<br />

altissimo in termini di ridotta attrattiva fiscale con conseguente<br />

riduzione di insediamenti di persone fisiche e<br />

giuridiche e quindi un minore gettito fiscale. Anche i professionisti<br />

della redistribuzione dovrebbero capire che, se<br />

non si facilita la creazione di ricchezza, diventa difficile<br />

sostenere molte delle spese che sono considerate come<br />

acquisite, capiti quel che capiti. La realtà non è così e<br />

sarebbe peccato perdere l’occasione storica di apportare<br />

quei correttivi che permetterebbero poi a tutti di beneficiarne,<br />

spesa sociale in primis. Certo che se ci si limita a<br />

parlare di favori ai ricchi per bloccare ogni riforma, non<br />

saranno solo i ricchi a piangere.

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