2009 - Cc-Ti

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10.06.2013 Views

Attualita` Il punto di vista dell’azienda 16 Ticino Business banCastato. obiettivo: inCrementare la sensibilità per l’ambiente In questa edizione di Ticino Business, dedicata ad arcobaleno aziendale, vi proponiamo la testimonianza di BancaStato attraverso due prospettive: quello della direzione e quello del personale “Già sostenitori da anni dei mezzi pubblici di trasporto, dal primo gennaio 2009, grazie all’interessante offerta della CTM, abbiamo ampliato in maniera attiva il progetto arcobaleno aziendale ed il successo è stato grande” racconta Dario Caramanica, Capo del personale e responsabile della formazione a Banca- Stato. “L’eco riscontrata è stata positiva così come l’entusiasmo manifestato dai dipendenti: molti di loro hanno infatti deciso di rinunciare al loro posteggio in azienda per scegliere di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici. Ad oggi, complessivamente sono 66 i collaboratori che viaggiano con arcobaleno aziendale, cifra che rappresenta il 14% di tutti i dipendenti di BancaStato. Il 2009 era considerato come un anno test per l’iniziativa: alla luce dei feedback positivi ricevuti dai collaboratori, continueremo anche l’anno prossimo, certi di registrare un ulteriore incremento delle adesioni”. Il risparmio sul costo dell’abbonamento annuale per i collaboratori BancaStato è sicuramente attrattivo (in totale il 30%: 10% da BancaStato e 20% dalla Comunità tariffale Ticino e Moesano) e spinge quantomeno a riflettere sull’opportunità di rinunciare all’auto per il trasporto pubblico. “Al fine di promuovere ulteriormente l’uso del mezzo pubblico – prosegue Caramanica –, abbiamo emanato anche una direttiva con riferimento agli spostamenti generati da riunioni o appuntamenti di lavoro. In questi casi, ad esempio, rimborsiamo per le trasferte solo il valore corrispondente al biglietto del mezzo pubblico e non il costo dell’utilizzo dell’auto. Naturalmente il dipendente è libero di scegliere ma, con questa raccomandazione, miriamo a sensibilizzare il personale sul tema della mobilità sostenibile”. In BancaStato il tema sostenibilità è ampio e si articola anche su altri L A S C E LTA G I U S TA P E R L A S U A A Z I E N D A ARCOBALENO A Z I E N D A L E aspetti come il risparmio energetico e la limitazione dei consumi e, più in generale, sulla salvaguardia dell’ambiente: “abbiamo, per esempio, organizzato delle serate informative rivolte ai nostri collaboratori su temi quali lo spreco della carta e l’uso energeticamente economico del PC. In generale, cerchiamo di portare avanti progetti che sviluppino una sensibilità più ampia per l’ambiente e vadano quindi al di là delle nostre attività principali ed ordinarie. Crediamo che un’azienda debba sfruttare tutti i mezzi a sua disposizione per dare il proprio contributo alla socialità, anche, e soprattutto per le generazioni future”. Il punto di vista del personale Daniele Garbin vive a Solduno e lavora in BancaStato da molti anni. Per lungo tempo, per recarsi al lavoro, ha percorso con il treno il tragitto Locarno–Bellinzona. Nonostante da qualche mese sia stato trasferito nella sede di Lugano ha deciso di continuare ad usare i mezzi pubblici. “Per me è ancora più comodo perché evito tutti i problemi di traffico, i costi di benzina e di posteggio e viaggio rilassato. Possiedo da molto tempo l’abbonamento annuale e mi fa piacere che il mio datore di lavoro mi sostenga in questa scelta, offrendo a me ed ai miei colleghi un grosso vantaggio economico e contribuendo ad aumentare la nostra sensibilità sulle tematiche dei trasporti e dell’ecologia”. In ultima analisi, abbiamo chiesto a Daniele Garbin, che valore ed importanza attribuisce ad arcobaleno aziendale: “Per me è comodità e semplicità: lo acquisto una volta all’anno, risparmio, mi muovo con la massima facilità e salvaguardo l’ambiente. Ci sono solo vantaggi!”

Attualita` di Marco Passalia, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti qualChe Dato CommerCiale per spazzar via un po’ Di ConFusione L’idea di crisi da poco più di un anno a questa parte ispira migliaia di giornalisti di tutto il mondo, determina le fortune o le disgrazie di vari analisti, stimola le teorie o le elucubrazioni di tanti economisti, ma soprattutto, pone le aziende ed i singoli cittadini di fronte ad una situazione di confusione e di incertezza. In quest’ultimo caso, mettendo l’accento sulle aziende attive nelle esportazioni, il quadro è naturalmente eterogeneo: da chi rivede per l’ennesima volta le strategie del prossimo futuro a chi si sta adoperando per trovare nuovi clienti e nuovi sbocchi, da chi è tuttora confrontato con degli ordinativi limitati a chi continua a crescere stabilmente, da chi si muove con l’occupazione parziale a chi assume nuovo personale in maniera oculata e così via. Le problematiche sono certamente più specifiche e più dettagliate di quelle appena menzionate, tuttavia per fare un po’ di ordine è importante capire i movimenti commerciali della Svizzera andando poi a dare un’occhiata all’andamento delle esportazioni per settori. La tendenza elvetica – quasi naturale – degli ultimi dieci anni a diversificare i propri partner commerciali ha mostrato una direzione inequivocabile: da una parte, un aumento percentuale degli scambi verso le economie emergenti (tra cui Cina, Russia, GCC, ecc.) ed i Paesi in via di sviluppo, e dall’altra, una riduzione percentuale delle esportazioni verso i Paesi industrializzati (in particolare, UE ed USA). Naturalmente, con un pizzico di lungimiranza e di buon senso, s’intuisce che questa dinamica è destinata a rafforzarsi e quindi tutte le misure di politica economica estera che seguono questo indirizzo sono da considerare in un’ottica di lungo termine; si pensi ad esempio alle negoziazioni relative a nuovi accordi di libero scambio (India, Consiglio di Cooperazione del Golfo-GCC, ecc.) ed al rafforzamento delle relazioni commerciali con i partner storici dell’Unione Europea. In linea con quanto detto sino ad ora e senza apportare di proposito giudizi di valore sulle cause e sulle motivazioni di queste tendenze, è importante concentrarsi sull’evoluzione delle esportazioni svizze- Fonte: Amministrazione federale delle Dogane re di questo mese di ottobre facendo un confronto con il 2008. A questo proposito, si nota che rispetto allo scorso anno le esportazioni mostrano una diminuzione verso l’Unione Europea (-12.2%) ed un aumento verso l’Oceania (+5%). Inoltre, si può osservare che l’America latina (-18.8%), contrariamente a quanto si dice, ha perso molto più terreno rispetto all’America del Nord (-8.7%). Più in particolare, è interessante mettere un accento sulle esportazioni elvetiche che mostrano un andamento positivo: aumento tra l’1% ed il 4% verso la Cina, il Belgio, l’Australia e Taiwan, mentre la domanda è ancor più forte (+8%/10%) verso il Portogallo, la Grecia e Singapore. Per quanto riguarda l’andamento nei diversi settori nel confronto con l’anno precedente, si ritrovano diverse conferme rispetto a quanto risaputo dai più. Il settore chimico-farmaceutico è quello che soffre di meno in Svizzera mostrando addirittura un aumento delle vendite (+5%) nel mese di ottobre del 2009. Su ritmi meno rallentati rispetto ad altri, si ritrova anche il settore delle derrate alimentari, delle bibite e del tabacco. Infine, si nota chiaramente che a subire maggiormente gli effetti nefasti della crisi con cali superiori al 20% sono l’industria metallurgica, l’industria dei macchinari e dell’elettronica, ma anche il settore del tessileabbigliamento accompagnato a braccetto dal settore della carta e delle arti grafiche. In conclusione, mettendomi nei panni di chi legge dei dati statistici, mi pare opportuno tenere in considerazione tre elementi: i dati delle esportazioni e delle importazioni rilasciati dalle dogane rispecchiano in maniera quasi immediata l’andamento della bilancia commerciale; in secondo luogo, è importante ricordare che gli indicatori economici sono molteplici, provengono da fonti più o meno attendibili e danno risposte diverse in momenti diversi del ciclo economico; infine, si tenga sempre presente che il confronto con un anno record quale il 2008 può creare delle visioni erronee e non sempre realistiche sull’andamento di un determinato settore. 17

Attualita`<br />

di Marco Passalia, Responsabile del Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

qualChe Dato CommerCiale per<br />

spazzar via un po’ Di ConFusione<br />

L’idea di crisi da poco più di un anno a questa parte ispira migliaia<br />

di giornalisti di tutto il mondo, determina le fortune o le disgrazie di<br />

vari analisti, stimola le teorie o le elucubrazioni di tanti economisti,<br />

ma soprattutto, pone le aziende ed i singoli cittadini di fronte ad<br />

una situazione di confusione e di incertezza. In quest’ultimo caso,<br />

mettendo l’accento sulle aziende attive nelle esportazioni, il quadro<br />

è naturalmente eterogeneo: da chi rivede per l’ennesima volta<br />

le strategie del prossimo futuro a chi si sta adoperando per trovare<br />

nuovi clienti e nuovi sbocchi, da chi è tuttora confrontato con degli<br />

ordinativi limitati a chi continua a crescere stabilmente, da chi si<br />

muove con l’occupazione parziale a chi assume nuovo personale in<br />

maniera oculata e così via. Le problematiche sono certamente più<br />

specifiche e più dettagliate di quelle appena menzionate, tuttavia<br />

per fare un po’ di ordine è importante capire i movimenti commerciali<br />

della Svizzera andando poi a dare un’occhiata all’andamento<br />

delle esportazioni per settori.<br />

La tendenza elvetica – quasi naturale – degli ultimi dieci anni a diversificare<br />

i propri partner commerciali ha mostrato una direzione<br />

inequivocabile: da una parte, un aumento percentuale degli scambi<br />

verso le economie emergenti (tra cui Cina, Russia, GCC, ecc.)<br />

ed i Paesi in via di sviluppo, e dall’altra, una riduzione percentuale<br />

delle esportazioni verso i Paesi industrializzati (in particolare, UE<br />

ed USA). Naturalmente, con un pizzico di lungimiranza e di buon<br />

senso, s’intuisce che questa dinamica è destinata a rafforzarsi e<br />

quindi tutte le misure di politica economica estera che seguono<br />

questo indirizzo sono da considerare in un’ottica di lungo termine;<br />

si pensi ad esempio alle negoziazioni relative a nuovi accordi di<br />

libero scambio (India, Consiglio di Cooperazione del Golfo-GCC,<br />

ecc.) ed al rafforzamento delle relazioni commerciali con i partner<br />

storici dell’Unione Europea.<br />

In linea con quanto detto sino ad ora e senza apportare di proposito<br />

giudizi di valore sulle cause e sulle motivazioni di queste tendenze,<br />

è importante concentrarsi sull’evoluzione delle esportazioni svizze-<br />

Fonte: Amministrazione federale delle Dogane<br />

re di questo mese di ottobre facendo un confronto con il 2008. A<br />

questo proposito, si nota che rispetto allo scorso anno le esportazioni<br />

mostrano una diminuzione verso l’Unione Europea (-12.2%)<br />

ed un aumento verso l’Oceania (+5%). Inoltre, si può osservare<br />

che l’America latina (-18.8%), contrariamente a quanto si dice, ha<br />

perso molto più terreno rispetto all’America del Nord (-8.7%). Più<br />

in particolare, è interessante mettere un accento sulle esportazioni<br />

elvetiche che mostrano un andamento positivo: aumento tra l’1%<br />

ed il 4% verso la Cina, il Belgio, l’Australia e Taiwan, mentre la<br />

domanda è ancor più forte (+8%/10%) verso il Portogallo, la Grecia<br />

e Singapore.<br />

Per quanto riguarda l’andamento nei diversi settori nel confronto<br />

con l’anno precedente, si ritrovano diverse conferme rispetto a<br />

quanto risaputo dai più. Il settore chimico-farmaceutico è quello<br />

che soffre di meno in Svizzera mostrando addirittura un aumento<br />

delle vendite (+5%) nel mese di ottobre del <strong>2009</strong>. Su ritmi<br />

meno rallentati rispetto ad altri, si ritrova anche il settore delle<br />

derrate alimentari, delle bibite e del tabacco. Infine, si nota chiaramente<br />

che a subire maggiormente gli effetti nefasti della crisi<br />

con cali superiori al 20% sono l’industria metallurgica, l’industria<br />

dei macchinari e dell’elettronica, ma anche il settore del tessileabbigliamento<br />

accompagnato a braccetto dal settore della carta e<br />

delle arti grafiche.<br />

In conclusione, mettendomi nei panni di chi legge dei dati statistici,<br />

mi pare opportuno tenere in considerazione tre elementi: i<br />

dati delle esportazioni e delle importazioni rilasciati dalle dogane<br />

rispecchiano in maniera quasi immediata l’andamento della bilancia<br />

commerciale; in secondo luogo, è importante ricordare che gli<br />

indicatori economici sono molteplici, provengono da fonti più o<br />

meno attendibili e danno risposte diverse in momenti diversi del<br />

ciclo economico; infine, si tenga sempre presente che il confronto<br />

con un anno record quale il 2008 può creare delle visioni erronee<br />

e non sempre realistiche sull’andamento di un determinato settore.<br />

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