2009 - Cc-Ti

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10.06.2013 Views

Attualita` di Boris Zürcher e Daniela Lepori, Avenir Suisse 20 Ticino Business GloBalIzzazIone: una crescIta senza precedentI Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da un incremento del volume commerciale mondiale e da una crescita economica come mai prima nella storia dell’umanità. Solo pochi esperti avevano pronosticato un aumento del tenore di vita a livello globale così repentino. A titolo d’esempio, secondo le stime della Banca Mondiale infatti, tra il 1990 e il 2004 più di 400 milioni di cinesi sono usciti dalla povertà che li affliggeva. L’India ha subìto una crescita economica importante, il ceto medio brasiliano e messicano è prosperato e persino Paesi africani come il Ghana o la Tanzania, partecipano alla crescita del benessere a livello planetario. I primi passi di grande fenomeno La globalizzazione non rappresenta però un fenomeno che si è sviluppato solo negli ultimi decenni: possiamo infatti andare a ritrovare le sue basi già molto prima. Verso la fine del Diciottesimo secolo ebbe inizio la rivoluzione industriale. Grazie al vapore si facevano funzionare le macchine, i treni e le navi. Questo provocò la prima ondata di globalizzazione: le materie prime, i beni e le persone infatti, avevano la possibilità di viaggiare facilmente anche per lunghe distanze. Le aziende europee per esempio prelevavano le materie prime dalle colonie e rifornivano il mondo con i loro articoli convenienti prodotti in serie. Questo portò ad un vivace e proficuo scambio transfrontaliero. A seguito delle due guerre mondiali e della crisi economica il libero scambio subì un’importante battuta d’arresto. A partire dagli anni Cinquanta però, le multinazionali, soprattutto statunitensi iniziarono a conquistare i mercati del mondo intero. Esse, grazie alle loro importanti dimensioni poterono imporre le loro marche in tutto il pianeta. Per citarne una su tutti: la Coca-Cola. Grazie alle estese possibilità di comunicazione le multinazionali fornivano sempre meno prodotti dalla sede principale, bensì producevano i propri articoli in loco. Grazie a questo fenomeno a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta il mondo occidentale visse un rilancio importante che per la prima volta nella storia creò benessere per la maggior parte delle persone. Dal crollo della cortina di ferro nel 1989 il mondo si è trasformato in un unico mercato globale, coinvolgendo anche colossi come Cina, India e Russia. Numerose multinazionali occidentali hanno pertanto trasferito milioni di posti di lavoro all’estero per approfittare delle condizioni favorevoli offerte dal basso costo del lavoro, ma anche per sfruttare questi enormi mercati. La produzione odierna è caratterizzata dal «global sourcing»: le catene del valore vengono scomposte in singoli anelli; i team collaborano anche a livello intercontinentale. Svizzera: quanto sei global? Come il resto del mondo il nostro Paese ha vissuto una continua crescita e a partire dal 1997 un importante aumento dell’occupazione. Negli ultimi dieci anni in Svizzera sono stati creati più di 461’000 nuovi posti di lavoro. Essendo una nazione piccola senza sbocchi sul mare e non possedendo materie prime, la Svizzera ha sempre dovuto commerciare con gli altri Paesi: a livello mondiale Ginevra e Zugo sono oggigiorno per esempio tra i crocevia più importanti per il petrolio greggio, i metalli, i cereali e il caffè. Anche nel mondo globalizzato, dove gli Stati Uniti, l’UE e in misura crescente anche l’Asia dettano sempre più le regole del gioco, la Svizzera ricopre una posizione importante. Per esempio, il nostro Paese possiede un patrimonio netto all’estero di 560 miliardi di franchi che corrisponde al 115% del suo Prodotto Interno Lordo: esso si colloca già da dieci anni al di sopra della sua produzione economica annua. La piazza finanziaria elvetica, terra di due tra le maggiori banche al mondo ha un peso elevato, motivo per cui risente delle crisi finanziarie internazionali. L’economia locale si contraddistingue però per un’ampia gamma di prodotti richiesti a livello mondiale: ciò tutela la Svizzera da crolli di mercato in singoli settori che possono gravare su tutta l’economia nazionale. Neanche il commercio estero si limita, a differenza di molti altri Paesi, a pochi settori: la Svizzera commercia con tutto il mondo e percepisce dunque in modo meno traumatico i crolli congiunturali in alcune regioni. Grande importanza viene data allo scambio con l’UE, alla quale la Svizzera è legata con gli accordi bilaterali: l’84% delle importazioni proviene dalla comunità europea, il 64% delle esportazioni vi sono destinate. La Svizzera importa quasi quanto esporta, la sua bilancia commerciale è dunque in pari. Sono numerosi i ranking che valutano il livello di globalizzazione o la competitività dei Paesi. In alcuni casi la loro attendibilità può essere messa in discussione, ma nel complesso emerge che la Svizzera è uno dei Paesi più competitivi, liberali e internazionali al mondo. La globalizzazione in tasca Avenir Suisse ha pensato di ideare un breviario che ha come scopo di spiegare il fenomeno complesso della globalizzazione in modo semplice e completo. La pubblicazione si indirizza a tutti gli interessati che non hanno per forza basi d’economia ma sono desiderosi di scoprire le varie sfaccettature di un fenomeno così importante. Il breviario è ottenibile presso Avenir Suisse al numero +41 44 445 90 00 o via mail assistent@avenir-suisse.ch.

Attualita` di Cristina Milani, Great Place to Work Switzerland nell’arIa c’è voGlIa dI FIducIa È possibile asserire che la fiducia viene definita come un’emozione, un comportamento di risposta profondamente legato alle motivazioni, suscitato da stimoli interni o esterni. Potremmo asserire che si tratta di un meccanismo che ci ritroviamo dalla nascita e che ci permette di sopravvivere, confidando pienamente nelle persone che ci accudiscono. In questo senso, la fiducia sarebbe un meccanismo innato ed universale, ma la fiducia è un processo molto più complesso. È una relazione sociale su base cognitiva ed affettiva, da un lato è opinione, dall’altro è feeling; ma fidarsi è anche una decisione. La relazione di fiducia nasce prima di tutto come un rapporto empatico, attraverso uno scambio di informazioni su chi è l’altro, cosa desidera, cosa prova, utilizzando tutti i canali della comunicazione. La fiducia ci guida nelle scelte. Inoltre, ci permette di costruire alleanze, di scegliere chi è amico, di selezionare prodotti d’uso quotidiano o beni durevoli, ma anche di confidarci ad un consulente bancario per i nostri risparmi. In questa epoca moderna, la fiducia del consumatore rappresenta il motore dell’economia; non per nulla negli ultimi mesi si è assistito a cali spaventosi delle vendite in settori come quello automobilistico. Nel settore alimentare molte sigle (ad esempio DOC, DOP oppure i vari “made in”) si sono fatti portatori della bontà dei prodotti a garanzia della fiducia presso il consumatore. In altri casi è stata la reputazione, basata sulle capacità relazionali, i valori di immagine e la gestione etica delle aziende a permettere di acquisire fiducia presso i consumatori. Nokia, Barilla, BMW, Sony, Philips, Luxottica, Samsung, Microsoft, Toyota, Illy, Apple e Granarolo sono, nell'ordine, le imprese che nel 2007 risultavano godere in assoluto della più alta corporate reputation in Italia (sia nella percezione degli opinion leader che dell'opinione pubblica) secondo la ricerca ideata e realizzata da Cohn&Wolfe e dall'istituto Research International. Nel passato, aziende quali Swissair, UBS, Parmalat o Cirio godevano di questo stesso status, poi sfumato all’improvviso. Dare fiducia significa abbassare le difese, ritenendo veritiero quello che ci viene detto, alle volte senza neppure verificarne la veridicità. Lo sboom economico del 2008 è un esempio di come questo sentimento possa scolorire. La fiducia serve in un’epoca complessa dove è sempre più difficile orientarsi nelle mille proposte offerte giornalmente specialmente attraverso i media. La fiducia è alla base di qualsiasi rapporto umano, si dice che bastino 30 secondi per affidarci o meno ad un estraneo. Nel mondo del lavoro il Codice delle Obbligazioni svizzero afferma che il principio di base sul quale si fonda qualsiasi contratto di lavoro è il concetto della fiducia. Creare fiducia all’interno di un’azienda significa occuparsi di: • credibilità: comunicando regolarmente i programmi e i piani dell'azienda ai dipendenti e richiedendo i loro pareri. Le persone sono coordinate in modo efficiente ed efficace, cosi che vengano a conoscenza del rapporto tra il loro lavoro e gli obiettivi dell'azienda. • rispetto: i dipendenti ricevono gli strumenti, le risorse e la preparazione necessari a svolgere il lavoro. Diventano partecipi delle attività dell'azienda, laddove è incoraggiato lo spirito di collaborazione tra i reparti. • equità: il successo economico è condiviso in modo equo attraverso la retribuzione e i benefit. Le decisioni di assunzione e promozione vengono prese in modo imparziale. In azienda, come nel mercato, la fiducia è un facilitatore di business. Elaborando un modello matematico della fiducia, Paul J. Zak (Paul J. Zak, professore di economia e fondatore del centro studi in neuroeconomia della Claremont University) ha scoperto che è tra i più interessanti indicatori della ricchezza di una nazione. I Paesi con bassi livelli di fiducia interpersonale sono tra i più poveri, frenando la circolazione di investimenti, idee e risorse. Great Place to Work Switzerland (www.greatplacetowork.ch) 21

Attualita`<br />

di Cristina Milani, Great Place to Work Switzerland<br />

nell’arIa c’è voGlIa dI FIducIa<br />

È possibile asserire che la fiducia viene definita come<br />

un’emozione, un comportamento di risposta profondamente<br />

legato alle motivazioni, suscitato da stimoli interni<br />

o esterni.<br />

Potremmo asserire che si tratta di un meccanismo che ci<br />

ritroviamo dalla nascita e che ci permette di sopravvivere,<br />

confidando pienamente nelle persone che ci accudiscono.<br />

In questo senso, la fiducia sarebbe un meccanismo innato<br />

ed universale, ma la fiducia è un processo molto<br />

più complesso. È una relazione sociale su base cognitiva<br />

ed affettiva, da un lato è opinione, dall’altro è feeling;<br />

ma fidarsi è anche una decisione. La relazione di fiducia<br />

nasce prima di tutto come un rapporto empatico,<br />

attraverso uno scambio di informazioni su chi è l’altro,<br />

cosa desidera, cosa prova, utilizzando tutti i canali della<br />

comunicazione.<br />

La fiducia ci guida nelle scelte. Inoltre, ci permette di<br />

costruire alleanze, di scegliere chi è amico, di selezionare<br />

prodotti d’uso quotidiano o beni durevoli, ma anche di<br />

confidarci ad un consulente bancario per i nostri risparmi.<br />

In questa epoca moderna, la fiducia del consumatore<br />

rappresenta il motore dell’economia; non per nulla negli<br />

ultimi mesi si è assistito a cali spaventosi delle vendite<br />

in settori come quello automobilistico.<br />

Nel settore alimentare molte sigle (ad esempio DOC, DOP<br />

oppure i vari “made in”) si sono fatti portatori della bontà<br />

dei prodotti a garanzia della fiducia presso il consumatore.<br />

In altri casi è stata la reputazione, basata sulle capacità<br />

relazionali, i valori di immagine e la gestione etica delle<br />

aziende a permettere di acquisire fiducia presso i consumatori.<br />

Nokia, Barilla, BMW, Sony, Philips, Luxottica, Samsung,<br />

Microsoft, Toyota, Illy, Apple e Granarolo sono, nell'ordine,<br />

le imprese che nel 2007 risultavano godere in assoluto<br />

della più alta corporate reputation in Italia (sia nella percezione<br />

degli opinion leader che dell'opinione pubblica)<br />

secondo la ricerca ideata e realizzata da Cohn&Wolfe e<br />

dall'istituto Research International. Nel passato, aziende<br />

quali Swissair, UBS, Parmalat o Cirio godevano di questo<br />

stesso status, poi sfumato all’improvviso.<br />

Dare fiducia significa abbassare le difese, ritenendo veritiero<br />

quello che ci viene detto, alle volte senza neppure<br />

verificarne la veridicità. Lo sboom economico del 2008 è<br />

un esempio di come questo sentimento possa scolorire.<br />

La fiducia serve in un’epoca complessa dove è sempre<br />

più difficile orientarsi nelle mille proposte offerte giornalmente<br />

specialmente attraverso i media.<br />

La fiducia è alla base di qualsiasi rapporto umano, si dice<br />

che bastino 30 secondi per affidarci o meno ad un estraneo.<br />

Nel mondo del lavoro il Codice delle Obbligazioni<br />

svizzero afferma che il principio di base sul quale si fonda<br />

qualsiasi contratto di lavoro è il concetto della fiducia.<br />

Creare fiducia all’interno di un’azienda significa occuparsi di:<br />

• credibilità: comunicando regolarmente i programmi e i<br />

piani dell'azienda ai dipendenti e richiedendo i loro pareri.<br />

Le persone sono coordinate in modo efficiente ed<br />

efficace, cosi che vengano a conoscenza del rapporto<br />

tra il loro lavoro e gli obiettivi dell'azienda.<br />

• rispetto: i dipendenti ricevono gli strumenti, le risorse e<br />

la preparazione necessari a svolgere il lavoro. Diventano<br />

partecipi delle attività dell'azienda, laddove è incoraggiato<br />

lo spirito di collaborazione tra i reparti.<br />

• equità: il successo economico è condiviso in modo equo<br />

attraverso la retribuzione e i benefit. Le decisioni di<br />

assunzione e promozione vengono prese in modo imparziale.<br />

In azienda, come nel mercato, la fiducia è un facilitatore<br />

di business. Elaborando un modello matematico della<br />

fiducia, Paul J. Zak (Paul J. Zak, professore di economia<br />

e fondatore del centro studi in neuroeconomia della Claremont<br />

University) ha scoperto che è tra i più interessanti<br />

indicatori della ricchezza di una nazione. I Paesi con<br />

bassi livelli di fiducia interpersonale sono tra i più poveri,<br />

frenando la circolazione di investimenti, idee e risorse.<br />

Great Place to Work Switzerland<br />

(www.greatplacetowork.ch)<br />

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