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2009 - Cc-Ti

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Ospite<br />

Intervista a Cristina Maderni, Presidente dell’Ordine dei commercialisti del Canton <strong>Ti</strong>cino, di Elisabetta Pisa<br />

14 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

amnIstIa FIscale e IncentIvI<br />

alle assunzIonI e aGlI InvestImentI<br />

ecco come uscIre dalla crIsI<br />

Da quello che ha potuto constatare dal suo<br />

osservatorio privilegiato, qual è la situazione<br />

dell’economia ticinese?<br />

“Come commercialisti e quindi consulenti per varie industrie<br />

nazionali e internazionali, artigiani, liberi professionisti<br />

e così via, riusciamo ad avere una visione generale,<br />

ma non nascondiamo una seria difficoltà a commentare<br />

la situazione economica: alcuni settori (finanziario e<br />

industriale) segnalano gravi difficoltà che in parte non<br />

emergeranno con i risultati economici del 2008 ma maggiormente<br />

nel <strong>2009</strong>. Artigiani e commercianti per ora<br />

non sembrano risentire della crisi. Per ciò che riguarda<br />

il nostro settore di consulenti, coloro che si occupano di<br />

gestione patrimoniale hanno seri problemi: la clientela<br />

tende a disinvestire o a investire in modo più prudente,<br />

la massa patrimoniale gestita si riduce, dunque anche<br />

le commissioni con conseguenze sui risultati. Per contro<br />

grazie ai tassi ipotecari di favore i fiduciari immobiliari<br />

e i commercialisti, impegnati nella consulenza e amministrazione,<br />

sono particolarmente sollecitati e quindi in<br />

attività. Il costo ridotto del denaro porta chi aveva investimenti<br />

in Borsa a dirottarli sugli immobili. Se da una parte<br />

le industrie registrano commesse annullate e chi magari<br />

intendeva acquistare un’auto nuova rinuncia, dall'altra chi<br />

aveva in progetto di acquistare casa non torna sui suoi<br />

passi. Inoltre c'è una buona richiesta dall'estero per il<br />

settore immobiliare”.<br />

Quali sono i segnali della crisi?<br />

“Si avvertono una grande paura e un’incertezza generale<br />

sul futuro. Questa crisi, esplosa così rapidamente e<br />

diffusasi in tutto il globo, ha messo in difficoltà l’intero<br />

sistema economico. I «grandi ricchi» in pochi giorni si<br />

sono ritrovati il patrimonio sensibilmente ridotto; grandi<br />

banche fallite o a rischio di chiusura; incertezza sull’occupazione;<br />

governi che intervengono con importanti manovre<br />

di sostegno alle aziende. Nel nostro piccolo notiamo<br />

una notevole flessione della domanda di prodotti di lusso<br />

(pelletteria, orologi di alto target, alta moda, insomma<br />

accessori di costo elevato) e la paralisi delle società di<br />

trading internazionale: aziende che commerciano nel<br />

settore dell’acciaio, della grande industria di produzione,<br />

dei prodotti derivati del petrolio registrano una riduzione<br />

della domanda o la tendenza a rimandare le commesse”.<br />

Quali sono le prospettive?<br />

“Purtroppo gli scenari descritti dagli esperti sono di tem-<br />

pi duri, anzi durissimi. Che bello sarebbe se questo pazzo<br />

mondo finanziario ci sorprendesse in positivo e che con<br />

la stessa velocità con cui è precipitato riesca a risollevarsi…”.<br />

Quali sono le principali difficoltà con cui devono<br />

fare i conti al momento i vostri soci?<br />

“Nell’immediato sono tutti molto sollecitati dalla clientela<br />

per la ricerca della «soluzione» per garantire un futuro<br />

ad aziende e dipendenti. Nel prossimo futuro, se la crisi<br />

dovesse persistere, sicuramente saranno confrontati con<br />

la perdita di clientela, fatturato e quindi a loro volta potrebbero<br />

essere costretti a ridimensionamenti”.<br />

Da più parti si moltiplicano le ricette anticrisi:<br />

secondo lei quali sarebbero le misure più efficaci<br />

per far ripartire l’economia ticinese?<br />

“Sostegno all’occupazione: lavoro a orario ridotto, incentivi<br />

all’assunzione e sgravi degli oneri sociali sono buone<br />

misure. E ancora aiuti alle aziende evitando qualsiasi<br />

aumento di tasse e imposte e incentivi all’investimento<br />

per imprese già sul territorio e a nuove che intendono<br />

insediarsi. È inoltre un buon momento per rilanciare, ma<br />

a livello federale, un’amnistia fiscale generale che permetterebbe<br />

sicuramente di far riemergere ingenti capitali<br />

sommersi e peggio ancora depositati o gestiti all’estero.<br />

Ma la ricetta per superare i momenti difficili è senz’altro<br />

fatta di professionalità, aggiornamento continuo, precisione<br />

e puntualità, il tutto mescolato con un po’ di ottimismo!”.<br />

Per il <strong>2009</strong>, gli economisti dell’istituto di analisi<br />

congiunturali KOF di Zurigo prevedono una<br />

contrazione del Pil dello 0,5%. Non è una riduzione<br />

drammatica. Si tratta di una previsione troppo<br />

ottimistica, anche alla luce del fatto che il settore<br />

finanziario è una colonna portante dell’economia<br />

elvetica, o si è ormai diffuso troppo pessimismo?<br />

“Una riduzione dello 0,5%? Ci metterei la firma. Non<br />

conosco nello specifico questa analisi del KOF: evidentemente<br />

ritengono che gli altri comparti dell’economia<br />

compenseranno la contrazione del settore finanziario. Il<br />

comparto finanziario sta vivendo una crisi senza precedenti,<br />

repentina e inaspettata. È difficile prevedere cosa<br />

succederà e dire se abbiamo già toccato il fondo oppure<br />

no. Fare previsioni è quasi impossibile. Stiamo a vedere<br />

cosa succede”.

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