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2009 - Cc-Ti

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Commercio estero<br />

di Marco Passalia, Responsabile Servizio Export <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong><br />

A zurigo il secondo swiss – sub-sAhArAn AFricAn TrAde & invesTmenT exchAnge: bringing<br />

TogeTher swiss & AFricAn business<br />

Il secondo Swiss – Sub-Saharan African Trade & Investment Exchange: Bringing Together Swiss & African Business, si terrà il prossimo<br />

21 e 22 aprile <strong>2009</strong> a Zurigo, presso il World Trade Center in Leutschenbachstrasse 95.<br />

Lo scopo è quello di creare un evento che funga da capofila e meeting annuale di riferimento dove aziende e persone d’affari svizzere e<br />

dell’area africana Sub-Sahariana possano incontrarsi per discutere insieme di relazioni d’affari.<br />

Quest’evento non è una conferenza, bensì uno scambio ed un’opportunità per le imprese svizzere di esplorare nuove possibilità di business<br />

con aziende africane, che offrono attività nel commercio e negli investimenti in una vasta gamma di settori.<br />

Il programma prevede:<br />

• 21 aprile <strong>2009</strong>: giornata con incontri, speeches, presentazioni di progetti e relatori di spicco<br />

I partecipanti potranno fissare degli appuntamenti one-to-one con i presentatori e con i partecipanti stranieri per approfondire vari<br />

aspetti<br />

• 22 aprile <strong>2009</strong>: giornata di inconti one-to-one tra i partecipanti (già fissati il 21.4.09)<br />

La tassa di partecipazione per persona è di franchi 170.— per i due giorni. Per i soci <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> è prevista una riduzione di prezzo di franchi<br />

40.—, dunque il prezzo ammonta a franchi 130.—. Per favore indicare sul formulario d’iscrizione la vostra affiliazione alla <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> per<br />

ottenere lo sconto.<br />

Organizzato da rainbow unlimited gmbh con Osec, SwissCham Southern Africa, Ambasciata del Sudafrica in Svizzera e Istituto Tropicale<br />

Svizzero di Basilea.<br />

Tutto il materiale informativo è visionabile sul sito della <strong>Cc</strong>-<strong>Ti</strong> all’indirizzo www.cciati.ch, dove trovate pure il formulario d’iscrizione.<br />

Per qualsiasi domanda potete contattare i Signori Michael Rheinegger o Thomas Seghezzi<br />

Tel. +41 31 534 47 14, info@rainbow-unlimited.com<br />

34 <strong>Ti</strong>cino Business<br />

diFFicolTà nel commercio<br />

e nei rAppor<strong>Ti</strong> con lA libiA<br />

I fatti<br />

Lo scorso luglio Hannibal Gheddafi, figlio di Muammar Gheddafi, fu<br />

arrestato assieme alla consorte a causa di una denuncia per maltrattamenti<br />

nei confronti degli inservienti della coppia. L’arresto dei due<br />

coniugi da parte della polizia ginevrina non passò inosservato in Libia.<br />

In effetti, nonostante il rilascio della coppia ed il conseguente ritiro<br />

della denuncia da parte dei maltrattati, le reazioni libiche - più o meno<br />

ufficiali - nei confronti della Svizzera furono immediate: dal blocco<br />

dei collegamenti aerei alla sospensione della fornitura di petrolio, dal<br />

fermo di cittadini elvetici alla cessazione delle relazioni commerciali<br />

fino ad altre ripercussioni.<br />

Le relazioni commerciali: quali conseguenze per le<br />

aziende esportatrici elvetiche<br />

Tra la Svizzera e la Libia non esiste un accordo di carattere commerciale.<br />

Inoltre, Tripoli non ha nemmeno mai sottoscritto gli accordi coperti<br />

dal cappello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, perciò non<br />

essendo membro dell’OMC non è applicabile alcun principio di non<br />

discriminazione sancito negli accordi GATT.<br />

I casi concreti affrontati negli ultimi mesi di crisi diplomatica tra i due<br />

Paesi c’insegnano che nei rapporti commerciali con la Libia occorre<br />

fare attenzione ai seguenti aspetti:<br />

• se l’origine della merce è svizzera, questa non viene sdoganata all’importazione<br />

in Libia. Inoltre, come già detto, l’ambasciata libica a<br />

Berna si rifiuta di legalizzare i certificati d’origine. Si tenga presente<br />

che alcune aziende sono comunque riuscite ad esportare in Libia<br />

senza quest’ulteriore legalizzazione.<br />

• Il fatto che come esportatore risulti un’azienda svizzera è un’ulteriore<br />

elemento discriminatorio. Molti hanno aggirato la problematica<br />

passando da un intermediario estero oppure da una consorella di un<br />

Paese terzo. Tuttavia, se l’origine è svizzera il problema allo sdoganamento<br />

permane.<br />

• Eccezioni: vi sono operatori svizzeri che indipendentemente dall’origine<br />

della merce sono riusciti a sdoganare in Libia senza problemi.<br />

ARTICOLO AGGIORNATO AL 27.03.<strong>2009</strong><br />

In questi casi, risulta molto importante la tipologia del cliente e la<br />

sua influenza nel contesto libico. Inoltre, chi non ha problemi particolari<br />

ad esportare in Libia, spesso e volentieri fa riferimento ad una<br />

persona residente nel Paese.<br />

• Seppur ovvio, è importante ricordare di fare attenzione a mandare un<br />

proprio dipendente di cittadinanza svizzera in Libia. Infatti, vi sono<br />

casi concreti di cittadini svizzeri bloccati in questo Paese. A questo<br />

proposito, è fortemente consigliato di rivolgersi al Dipartimento Federale<br />

degli Affari Esteri – DFAE.<br />

Particolarità relative ai documenti commerciali<br />

Basandosi sul principio che sono i clienti e non le normative del Paese<br />

in questione a determinare le richieste particolari relative ai documenti<br />

commerciali, è opportuno riprendere alcuni punti importanti:<br />

• nella fattura commerciale occorre tenere presente la dichiarazione<br />

(firmata dall’esportatore) concernente Israele, ovvero “We herewith<br />

certify that the goods are neither of Israeli origin nor do they contain<br />

Israeli materials”. Naturalmente, questa dichiarazione deve essere<br />

inserita sul retro della fattura nel caso in cui la stessa dovesse essere<br />

legalizzata dalla Camera di commercio.<br />

• Il certificato d’origine rilasciato dalla Camera di commercio competente<br />

di solito viene fatto legalizzare dal Consolato libico e spesso<br />

anche dalla Camera di commercio arabo-svizzera. Anche per il certificato<br />

d’origine spesso è richiesta la dichiarazione di merce non israeliana<br />

ed anche in questo caso la dichiarazione firmata dev’essere<br />

scritta sul retro del certificato.<br />

Protezione degli investimenti svizzeri in Libia<br />

La Svizzera non ha alcun accordo commerciale con la Libia, tuttavia<br />

esiste un accordo che obbliga le parti a proteggere sul proprio territorio<br />

determinati investimenti degli investitori dell’altro Stato contraente.<br />

L’Accordo tra la Confederazione svizzera e la Libia sulla promozione e<br />

la protezione reciproca degli investimenti dell'8 dicembre 2003 (RS<br />

0.975.249.8) si applica dunque non a tutte le transazioni commerciali,<br />

bensì a quelle attività correlate ad un investimento in Libia.

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