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2009 - Cc-Ti

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Attualita`<br />

di Daniela Lepori, Avenir Suisse<br />

quel FArAbuTTo<br />

di un libero mercATo!<br />

Come noto nel libero mercato i venditori e gli acquirenti<br />

si scambiano beni e servizi e si accordano tra di loro sui<br />

prezzi di quest’ultimi. Nel sistema economico di concorrenza<br />

dove lo Stato dovrebbe svolgere solo un ruolo di<br />

comparsa, il profitto funge da mezzo per generare nuova<br />

ricchezza da reinvestire per creare ad esempio nuovi posti<br />

di lavoro e mettere sul mercato prodotti migliori a prezzi<br />

inferiori. Idealmente nel libero mercato la libertà d’azione,<br />

strettamente collegata alla responsabilità individuale, ha il<br />

primato su tutto: consente rispetto reciproco e mancanza<br />

di gerarchie tra i vari attori economici e offre così la possibilità<br />

ai migliori di emergere. In questo particolare periodo<br />

storico da più parti s’innalzano però cori anti-libero mercato<br />

che invocano il bisogno di riscoprire l’etica nel mondo<br />

degli affari. Il «laisser faire» e il profitto assumono sempre<br />

più una connotazione negativa: sono diventate parole tabù<br />

e vengono subito accostate ai recenti tracolli finanziari. Ma<br />

il liberismo è quindi un cattivo sistema che non possiede<br />

una sua etica? La colpa della crisi economica globale è<br />

davvero da ricondurre al libero mercato?<br />

Tra beni etici<br />

Bisogna ammettere che per dare una risposta a quesiti<br />

così complessi e ad ampio respiro è tuttavia necessario<br />

cercare di racchiudere il concetto di etica in una definizione<br />

pertinente. Cosa s’intende quindi per etica nell’economia?<br />

Sempre più spesso si pretende un comportamento<br />

esemplare e moralmente lecito dalle aziende e quindi dal<br />

venditore. Ma chi stabilisce cos’è etico e cosa no? A conti<br />

fatti questa condizione unilaterale dovrà correlarsi con un<br />

comportamento moralmente accettabile anche da parte<br />

dell’acquirente. Anche lui ha infatti un enorme potere nelle<br />

sue mani: molto più di quanto s’immagini. La variazione<br />

delle abitudini di consumo della gente varia l’equilibrio tra<br />

domanda e offerta e nello specifico può avere delle importanti<br />

ripercussioni sul destino di una o dell’altra impresa.<br />

Si potrebbe quindi affermare che l’asticella delle pretese<br />

dell’acquirente nei confronti del venditore si sia alzata: in<br />

una società dell’informazione e della conoscenza il consumatore<br />

non desidera più solo che la controparte gli offra<br />

un prodotto di qualità ad un prezzo conveniente ma che<br />

sia anche equo e solidale a livello sociale, ambientale ed<br />

economico.<br />

La Corporate Social Responsibility (responsabilità sociale<br />

d’impresa) sembra poter fornire alcune risposte interessanti<br />

a certe «necessità etiche» di oggigiorno. Spesso sono<br />

però le ditte stesse che si attribuiscono bei codici morali<br />

affidandosi alle mani di abili esperti di comunicazione. Alla<br />

fine intercorre comunque ancora una certa differenza tra<br />

mostrarsi ed essere veramente etici. È quindi lecito porsi<br />

alcuni quesiti sull’effettività di questa nuova «filosofia di<br />

vita aziendale»: spesso non è purtroppo solo un innovativo<br />

strumento di marketing?<br />

... e manovre senza scrupolo<br />

A differenza di ciò che accade nell’acquisto di prodotti veri<br />

e propri l’asticella delle pretese non monetarie dei clienti<br />

delle banche è stata forse posta troppo in basso. Il riporre<br />

eccessiva fiducia in venditori di fumo ingarbugliati in venali<br />

circoli viziosi che garantiscono (solo a parole però!) il «tutto<br />

e subito» senza porsi alcun interrogativo sull’attuabilità e<br />

l’etica delle promesse fatte non sembra pertanto un comportamento<br />

totalmente senza macchia.<br />

D’altro canto il fatto che individui senza scrupolo abbiano<br />

la possibilità di scaricare le proprie responsabilità su altri<br />

e che vengano defenestrati potendo poi atterrare su di un<br />

materasso pregiato e morbido risulta un segnale che con<br />

i principi etici del libero mercato ha veramente poco da<br />

spartire.<br />

Il tema è complesso e necessita di riflessioni approfondite<br />

che verranno discusse durante la nostra tavola rotonda.<br />

Giovedì 9 aprile <strong>2009</strong>, ore 19.00<br />

(dalle ore 18.30 piccolo rinfresco, dopo il dibattito<br />

standing dinner)<br />

Origlio Hotel & Country Club<br />

QUALE ETICA NEL LIBERO MERCATO?<br />

Liberismo economico nell’occhio del ciclone<br />

Tavola rotonda con interventi di:<br />

Luca Crivelli (USI/SUPSI), Armando Massarenti<br />

(Sole24ore), Alberto Siccardi (Medacta International<br />

SA) e Fabrizio Zilibotti (Università di Zurigo).<br />

Con la partecipazione di:<br />

Francesco Kneschaurek<br />

(prof. emerito dell’HSG e socio fondatore di SGOC).<br />

Organizzazione: Avenir Suisse e SGOC – Anziani<br />

Goliardi.<br />

Entrata libera.<br />

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