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2009 - Cc-Ti

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Contromano<br />

di Alessio del Grande<br />

lA sinisTrA vuole TAssAre<br />

i pArcheggi grATui<strong>Ti</strong><br />

La sinistra tassaiola ci aveva già provato con una<br />

mozione nel 2005, “Misure per contenere il traffico<br />

privato generato dai centri commerciali”, con<br />

cui chiedeva di rendere obbligatorio il pagamento<br />

dei posteggi nei centri commerciali. Quattro anni<br />

dopo, nel febbraio scorso, ha riproposto in termini<br />

ancora più “tassativi” la stessa mozione, dopo che<br />

Silvio Tarchini aveva minacciato di trasferire altrove il<br />

Fox Town, qualora il Comune di Mendrisio gli avesse<br />

imposto di far pagare il parcheggio ai clienti dell’outlet.<br />

Considerata la media del tempo, 3-4 ore, che i<br />

clienti passano al Fox Town, parcheggiare costerebbe<br />

10 franchi circa. Tarchini aveva giustamente fatto<br />

notare quanto disincentivante possa essere un simile<br />

balzello per un grande snodo commerciale che oggi<br />

mette a disposizione 1’200 posteggi gratuiti.<br />

Se Tarchini ha già dimostrato coi fatti di essere un<br />

imprenditore deciso che sa fare bene i suoi conti,<br />

altrettanto accorto dovrebbe essere il Municipio di<br />

Mendrisio nel valutare cosa perderebbero le casse<br />

comunali se l’outlet dovesse essere trasferito, magari<br />

più a Sud. A Como, ad esempio, dove, detto<br />

per inciso, tutti i grandi centri commerciali, aperti<br />

proprio a ridosso del confine anche per attirare la<br />

clientela ticinese, offrono posteggi gratuiti. Proprio<br />

quando il commercio di frontiera aveva conosciuto<br />

una discreta ripresa, grazie al cambio più vantaggioso<br />

ed ad una politica dei prezzi più concorrenziale,<br />

si rischia di compromettere tutto con la strategia<br />

dissuasiva dei parcheggi a pagamento. Ancora una<br />

volta il <strong>Ti</strong>cino ha dimostrato la sua spiccata vocazione<br />

nel voler farsi del male da solo.<br />

La sortita di Mendrisio ha messo in allarme i Comuni<br />

che ospitano centri commerciali e la grande<br />

distribuzione. Il Cantone, difatti, sta lavorando alla<br />

revisione della Lapt, la legge di applicazione delle<br />

norme federali sulla pianificazione del territorio che,<br />

tra le altre cose, dovrebbe prevedere il pagamento<br />

del posteggio per edifici o impianti che nei giorni<br />

di apertura generano un traffico superiore ai mille<br />

movimenti quotidiani o che hanno una superficie<br />

da 1’500 metri quadrati in su. Principio, questo,<br />

ancorato in una scheda del Piano direttore cantonale<br />

sui cosiddetti “grandi generatori di traffico”.<br />

Detto in altre parole, i centri commerciali di: Pian<br />

Scairolo, San Martino, Bisio-Serfontana, Cornaredo,<br />

Castione, Piano di Magadino, Ascona-Losone e di<br />

Riazzino. Dunque, ci sarebbero già i presupposti<br />

legali per questa nuova tassa sui posteggi. Tassa<br />

che secondo i calcoli della Disti, l’Associazione dei<br />

grandi distributori, costerebbe ad ogni famiglia 210<br />

franchi all’anno in parcheggi. Si potrebbe obiettare:<br />

invece dell’auto si usino i mezzi pubblici per andare<br />

a fare la spesa. Ma a parte il fatto che i biglietti dei<br />

mezzi pubblici costano eccome, ve la immaginate<br />

una famiglia di Lugano o di Locarno che va a fare<br />

acquisti sul Pian Scairolo o sul Piano di Magadino<br />

e che carica di buste deve ritornare a casa in bus e<br />

deve, magari, anche cambiare due o tre bus prima<br />

di arrivare a domicilio?<br />

La sinistra tassaiola, socialisti e verdi, e i pianificatori<br />

cantonali sostengono che con i soldi dei posteggi<br />

si finanzierebbe il potenziamento dei trasporti pubblici.<br />

Ebbene, da tempo i commercianti di Grancia<br />

versano all’ente pubblico 200'000 franchi annui in<br />

contributi di miglioramento, ma la rete dei mezzi<br />

pubblici della zona non è migliorata al punto di alleggerire,<br />

quantomeno parzialmente, il traffico stradale.<br />

Il problema è proprio questo: per sua natura<br />

nessuna rete di trasporti pubblici urbana o regionale<br />

può essere tanto elastica da adattarsi a tempi, modalità,<br />

comodità e necessità della mobilità odierna.<br />

Non ci sarà mai un bus che ti porta sotto casa con<br />

le borse della spesa. Per cui, introdotta la tassa sui<br />

posteggi, ci sarà chi potrà permettersi di arrivare<br />

comodamente in auto, pagare cinque o dieci franchi<br />

di parcheggio e ripartire altrettanto comodamente,<br />

e chi, invece, non potendo permetterselo, sarà costretto<br />

a caricarsi le sporte in spalla come un asino<br />

e viaggiare in bus, imprecando per l’attesa e per<br />

gli inevitabili disagi. È questa la vera disparità di<br />

trattamento e non quella denunciata nell’ultima mozione<br />

dalla sinistra tassaiola che vorrebbe imporre<br />

una tariffa di posteggio di almeno 2 franchi all’ora<br />

(applicata sin dal primo minuto) per correggere, si<br />

sottolinea, “due fonti di disuguaglianza fra utenti del<br />

trasporto pubblico e utenti del trasporto privato; fra<br />

Comuni che hanno una visione più sostenibile della<br />

mobilità e quelli che non ce l’hanno”.<br />

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