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2009 - Cc-Ti

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le rIsposte dell’economIa tIcInese<br />

alla crIsI FInanzIarIa<br />

Come far fronte alla crisi finanziaria e alle sue conseguenze<br />

sull’economia reale? Quali strumenti utilizzare e quali<br />

misure adottare già a breve termine? Le associazioni<br />

economiche si sono poste da subito questi interrogativi<br />

e nell’incontro organizzato lo scorso 9 dicembre a Bellinzona<br />

dal Dipartimento delle finanze e dell’economia e dal<br />

Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport,<br />

nell’ambito dell’organizzazione di una “task force” cantonale<br />

per far fronte alla crisi finanziaria, si è dibattuto<br />

apertamente attorno alle diverse proposte.<br />

Più che a misure a lungo termine, le risposte devono essere<br />

funzionali già a breve termine. In linea generale v’è una<br />

forte preoccupazione che la crisi finanziaria possa portare<br />

ad una stretta creditizia che metterebbe in difficoltà le<br />

imprese sul fronte degli investimenti ma anche del mantenimento<br />

dell’attività corrente. Queste settimane e pure<br />

le prossime sono decisive in questo senso, nel momento<br />

cioè in cui le imprese clienti delle banche sono chiamate<br />

a rinegoziare le linee di credito e i loro limiti.<br />

Il contingente quanto in alcuni casi repentino rallentamento<br />

delle ordinazioni richiede un allentamento almeno<br />

provvisorio delle condizioni di accesso e utilizzo dello<br />

strumento della disoccupazione parziale. L’obiettivo delle<br />

aziende è quello di mantenere il più possibile il livello della<br />

manodopera, ragione per cui lo strumento della disoccupazione<br />

parziale potrebbe contribuire fortemente a mantenere<br />

questo obiettivo, soprattutto se la crisi sul fronte delle<br />

ordinazioni non dovesse penalizzare fortemente anche la<br />

seconda metà del <strong>2009</strong>.<br />

Pure l’ente pubblico è chiamato a fare la sua parte, laddove<br />

ad esempio è possibile anticipare progetti e opere già<br />

previste che hanno un impatto a livello regionale/locale.<br />

Nell’ottica di una contrazione anche importante dei gettiti<br />

d’imposta non ci si sottrae alla discussione sui costi dello<br />

Stato e della macchina amministrativa, perché è evidente<br />

che questi costi non sembrano più essere finanziabili agli<br />

attuali livelli attraverso la ricchezza che i cittadini e le<br />

imprese distribuiscono allo Stato a questi scopi.<br />

Sempre in linea generale si tratta di non penalizzare gli<br />

investimenti aziendali, di favorire quelli mirati alle attività<br />

produttive, di non penalizzare il ricorso alla manodopera<br />

qualificata, anche di provenienza estera e di monitorare<br />

tutti gli aggravi che colpiscono le imprese, cercando di evi-<br />

tare o comunque di contenere gli aggravi (prezzo dell’elettricità,<br />

imposte…).<br />

A livello del parco immobiliare appare fortemente sensato<br />

promuovere investimenti in linea con gli obiettivi di un<br />

minore dispendio energetico, riconvertire il risanamento<br />

degli edifici privati e pubblici a questo scopo, magari anche<br />

attraverso facilitazioni di ordine fiscale e finanziario.<br />

In estrema sintesi un catalogo (non esaustivo) delle attese<br />

del mondo economico cantonale potrebbe essere così<br />

delineato:<br />

• Richiedere alla Segreteria di Stato dell’economia di facilitare<br />

nella misura del possibile il ricorso alla disoccupazione<br />

parziale da parte delle imprese, attraverso una<br />

diversa regolazione della legislazione federale sul lavoro<br />

ad orario ridotto.<br />

• Approfondire l’idea di un partenariato temporaneo fra<br />

Banca dello Stato del cantone <strong>Ti</strong>cino (eventualmente anche<br />

altre banche) e altri istituti di credito (in particolare<br />

quelli che si rifinanziano a tassi elevati sul mercato e che<br />

a loro volta hanno difficoltà nell’offrire condizioni di credito<br />

interessanti alla clientela) per sostenere la garanzia<br />

e la fluidità del credito alle imprese.<br />

• Anticipare laddove possibile e auspicabile investimenti e<br />

opere pubbliche già previste con un impatto sulla realtà<br />

economica regionale e locale (infrastrutture).<br />

• Non penalizzare la ricerca della manodopera qualificata,<br />

anche di origine straniera.<br />

• Sostegno alle imprese nell’acquisto di beni d’investimento.<br />

• Detassazione dei capitali finalizzati all’investimento in<br />

attività produttive.<br />

• Verifica dell’impatto della crisi economica sulle imprese<br />

che formano apprendisti; verifica delle formazioni in atto<br />

dei giovani che concluderanno la loro formazione nel<br />

mese di giugno del <strong>2009</strong> e valutazione delle misure per<br />

un effettivo loro inserimento nel mondo del lavoro.<br />

• Valutazione di un intervento mirato sul fronte degli sgravi<br />

fiscali, soprattutto a favore di chi investe nell’innovazione<br />

tecnologica, nella formazione e nell’aggiornamento<br />

professionale dei dipendenti.<br />

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