10.06.2013 Views

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Internazionale abbia risposto al problema<br />

con la volontà di consolidare, stabilizzare<br />

e confermare la centralità dello Stato come<br />

pietra angolare dell’ordine internazionale.<br />

Gli Stati che sono falliti, i loro confini e la<br />

loro personalità giuridica non sono contestati.<br />

Essi non hanno smesso di partecipare ad<br />

organizzazioni internazionali e, comunque, le<br />

loro relazioni diplomatiche sono rimaste intatte.<br />

Ancorché siano impossibilitati nello stipulare<br />

nuovi trattati, quelli già in vigore rimangono<br />

in forza.<br />

Vi è stato comunque un veloce adattamento<br />

della politica comunitaria internazionale al<br />

problema e sono in aumento gli Stati controllati<br />

ed amministrati da organi dell’ONU (come,<br />

ad esempio, la Cambogia), sempre più efficaci<br />

nell’assicurare la supervisione sul “cessate<br />

il fuoco”, distruzioni di armi, ripresa della<br />

routine ed inserimento di nuovi rappresentanti<br />

statali 34 .<br />

Inoltre, in relazione ad interventi umanitari,<br />

come raccomandato dalla Commission of<br />

Global Governance 35 , l’impiego dell’articolo<br />

39 e dell’articolo 2 - paragrafo 7 - della<br />

Carta dell’ONU è sempre più frequente, con<br />

conseguente intervento in caso di violazione<br />

sistematica dei diritti umani o “del diritto<br />

internazionale tout court, sopperendo ad<br />

una carenza istituzionale del sistema: così il<br />

Consiglio di Sicurezza può legittimamente<br />

ritenere, ad esempio, che costituiscano una<br />

minaccia alla pace la politica di apartheid o<br />

una situazione di guerra civile nella quale non<br />

è neppure identificabile uno Stato” 36 .<br />

LE CAUSE DEL “FALLIMENTO”<br />

Uno Stato arriva al fallimento per motivi<br />

storici, economici e sociali sia interni che<br />

esterni. Ma, soprattutto, è la concatenazione di<br />

questi fattori che porta al risultato di uno Stato<br />

“in dissesto”.<br />

Cause Endogene<br />

Il fattore umano è, di certo, uno degli elementi<br />

che più comunemente sono riscontrati quando<br />

si esaminano le cause del fallimento di una<br />

Nazione. Soprattutto in Africa si è spettatori di<br />

un totale fallimento della leadership, che diventa<br />

un ostacolo insormontabile allo sviluppo:<br />

sistemi politici a partito unico e dittature militari<br />

degenerano in tirannia, nelle quali “l’enorme<br />

concentrazione di potere politico ed economico<br />

nello Stato lo ha trasformato in Stato vampiro<br />

o illegale” 37 . Le istituzioni statali diventano<br />

quindi ostaggio di una ristretta cerchia di<br />

uomini che si arricchiscono, lasciando il resto<br />

della popolazione nella povertà, malnutrizione,<br />

vessazione ed, in generale, nella totale assenza<br />

dei beni che dovrebbero essere garantiti<br />

dal Governo. Lo Zimbabwe ne è uno degli<br />

esempi più efficaci, dove l’84enne dittatore<br />

Robert Mugabe infierisce sulla popolazione<br />

conducendo scellerate campagne come quella<br />

denominata murambatsvina (lavando la feccia),<br />

inaugurata nel 2005 per liberare più di 100.000<br />

abitazioni urbane; l’effetto che ne seguì fu<br />

devastante, con la morte di quasi la metà della<br />

popolazione lasciata senza riparo e cibo nelle<br />

campagne 38 .<br />

Le tirannie possono essere, a loro volta, il<br />

motivo principale – ma non l’unico – delle<br />

ribellioni condotte da gruppi etnici/religiosi/<br />

tribali che si oppongono al regime o all’elite<br />

al potere. Tali conflitti degenerano spesso<br />

in vere e proprie guerre interne che portano<br />

lo Stato al fallimento. L’origine di queste<br />

forme di ribellione è generalmente legata allo<br />

sfruttamento delle risorse che sono concentrate<br />

nella zona contesa 39 . Caso emblematico<br />

è il Sudan, sconquassato da movimenti<br />

indipendentisti sia nella regione meridionale<br />

che nel Darfur dove i pastori stanziali si sono<br />

ribellati al governo, egemonizzato da gruppi<br />

arabi, per far valere i propri diritti sulle poche<br />

risorse che interessano l’intera fascia sudanosaheliana.<br />

Cause Esogene<br />

Se il fallimento è determinato in buona parte<br />

da problematiche endogene, è opportuno<br />

sottolineare che spesso è rilevabile una<br />

componente esogena che favorisce, in qualche<br />

modo, il crollo di uno Stato.<br />

33 Daniel Thürer, op. cit..<br />

34 ONU, Supplement to an Agenda for Peace, New York, 1995, pag. 11.<br />

35 Commission on Global Governance, Our Global Neighbourhood, Oxford, 1995.<br />

36 Faraone Arturo, Cenni di Diritto Internazionale e appunti di Diritto Internazionale Marittimo, Venezia, ISMM, gennaio 2005,<br />

pag. 20.<br />

37 Ayittey George B.N., “L’aiuto che serve”, Aspenia nr. 29/2005, pag. 76.<br />

38 Johnson R.W., “Zimbabwe: the case for intervention” in Current History - Africa, maggio 2007,pag. 233.<br />

39 Per un elenco esaustivo di esempi, motivi ed effetti derivanti dalle contese tra gruppo egemone e ribelli per lo sfruttamento delle<br />

risorse naturali, Le Billon Philippe, Fuelling war: natural resources and armed conflict, Adelphi Paper nr. 373, New York, IISS,<br />

2005.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!