143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare
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L’ultimo Failed State<br />
frammentazione dei gruppi dominanti e delle<br />
istituzioni statali e l’impiego di retorica politica<br />
nazionalista da parte delle elite dominanti,<br />
spesso in termini di irredentismo comunitario<br />
ovvero solidarietà comunitaria;<br />
• intervento di stati terzi o fattori esterni<br />
(I-12): legato all’impiego di forze militari o<br />
para-militari estere negli affari interni dello<br />
Stato a rischio, con lo scopo di influenzare il<br />
bilanciamento del potere o la risoluzione di un<br />
conflitto. In questo indicatore sono compresi<br />
anche gli aiuti economici, specialmente se è<br />
presente una tendenza alla sovra-dipendenza<br />
da aiuti stranieri o missioni di peace-keeping.<br />
Con la premessa che l’Index è una fotografia<br />
della salute mondiale che risale al maggio<br />
2007, è comunque interessante osservare che:<br />
- il Sudan, per il secondo anno consecutivo, è<br />
il Paese maggiormente instabile;<br />
- nelle prime dieci posizioni sono compresi<br />
sette paesi dell’Africa sub-sahariana. Dalla<br />
cartina è immediatamente evidente la<br />
concentrazione di stati della zona “alert”, da<br />
cui si evince anche come, in alcune situazioni,<br />
le cause del fallimento valichino i confini<br />
interstatali. In questo caso si potrebbe quasi<br />
parlare di “regione fallita”;<br />
- al contrario, la regione maggiormente stabile<br />
è quella scandinava. Danimarca, Svezia,<br />
Norvegia, Islanda e Finlandia sono nelle ultime<br />
otto posizioni dell’elenco;<br />
- la maggioranza dei paesi industrializzati,<br />
tra cui l’Italia, gli Stati<br />
Uniti, la Gran Bretagna, la<br />
Francia e la Germania, sono<br />
classificati “moderate”. Ciò<br />
non indica l’imminenza o la<br />
possibilità di un fallimento;<br />
piuttosto, mette in luce le<br />
aree “grigie” dove i Governi<br />
hanno evidenziato maggiori<br />
difficoltà e dove dovrebbero<br />
porre rimedio.<br />
Ovviamente, non tutti i Paesi<br />
classificati “alert” sono da<br />
considerarsi falliti, ma sono<br />
di sicuro quelli più vicini<br />
ad esserlo. In quest’ottica,<br />
la classifica potrebbe<br />
rappresentare uno strumento<br />
diagnostico per evitare<br />
ulteriori fallimenti o per<br />
determinare dove la Comunità Internazionale<br />
dovrebbe agire prima che sia troppo tardi.<br />
Inquadramento nel diritto<br />
internazionale<br />
Il problema dell’inquadramento degli Stati<br />
falliti nel diritto internazionale si è palesato<br />
soprattutto in un memorandum del 22 gennaio<br />
2002, redatto dal capo dell’ufficio legale del<br />
Dipartimento di Giustizia degli USA, Jay. S.<br />
Bybee, ove si legge che “il Presidente Bush<br />
non è vincolato dalle leggi internazionali<br />
nei confronti dell’Afghanistan in quanto<br />
l’Afghanistan è un failed State, vale a dire uno<br />
‘Stato mancato’ e in quanto tale non farebbe<br />
parte della comunità internazionale degli Stati<br />
soggetti alla legislazione internazionale”.<br />
Secondo il memorandum, lo status di failed<br />
State dell’Afghanistan costituisce motivo<br />
sufficiente perché il Presidente sospenda la<br />
Convenzione di Ginevra 31 . Seppur basata<br />
sul concetto che in un failed State viene a<br />
mancare uno dei due elementi costituenti uno<br />
Stato, ossia l’effettività (intesa come “capacità<br />
di esercitare la propria potestà di imperio su<br />
una data comunità stanziata su un determinato<br />
territorio” 32 ), l’affermazione del legale<br />
americano appare alquanto opportunistica e<br />
non aderente alla realtà dei fatti.<br />
La necessità di trovare l’idonea collocazione<br />
degli Stati falliti nel Diritto Internazionale<br />
era già stata evidenziata da Daniel Thürer 33<br />
che, in definitiva, ricorda come la Comunità<br />
31 Babee Jay S. “Memoradum for Alberto R. Gonzales Counsel to the President, and William J. Haynes II, General Counsel of the<br />
Deportment of Defense”, 22/01/02, www.washingtonpost.com 21/01/08.<br />
32 Consorti Benedetto, Diritto Internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 2006, Pag. 14.