10.06.2013 Views

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Non esiste una definizione universale di<br />

Stato fallito e, da quando il fenomeno ha<br />

cominciato ad entrare nell’agenda di politica<br />

estera delle varie Nazioni, molti analisti hanno<br />

cercato di precisare cosa sia un failed State e,<br />

conseguentemente, come riconoscerlo.<br />

Probabilmente i primi ad impiegare il termine<br />

failed States furono nel 1993 Gerald Helman 9<br />

e Steven Ratner 10 , che lo definirono come<br />

“fastidioso nuovo fenomeno” legato ad uno Stato<br />

“incapace di auto-sostenersi come membro<br />

della Comunità Internazionale” 11 . Invero, è<br />

già stato evidenziato come gli Stati falliti siano<br />

parte della realtà politica da quando esiste il<br />

sistema internazionale delle Nazioni.<br />

In tempi più recenti, Michael Ignatieff 12 ,<br />

rifacendosi alla teoria di Machiavelli, ha<br />

affermato che il fallimento consiste nella<br />

perdita, da parte del Governo centrale, del<br />

monopolio della violenza, visto come elemento<br />

basico per assicurare altre condizioni come<br />

il rispetto dei diritti umani e la distribuzione<br />

dei servizi sociali. Più ampia è la definizione<br />

data da William Zartman 13 , secondo il quale<br />

uno stato fallisce se non può più garantire le<br />

sue funzioni basiche in una situazione in cui<br />

struttura, autorità, legge e ordine politico sono<br />

crollati 14 .<br />

Uno studio approfondito sul significato di Stato<br />

fallito, condotto dal ricercatore universitario<br />

australiano Shahar Hameiri 15 , individua due<br />

macro-famiglie che delineano differenti<br />

tipologie di approccio e quindi della definizione<br />

del problema: quella neoliberale e quella neo-<br />

Weberiana.<br />

La visione neoliberale poggia la base sulle<br />

relazioni tra il mercato e la sfera sociale,<br />

economica e politica, con particolare enfasi<br />

alla creazione e costruzione della capacità<br />

delle istituzioni di fornire le condizioni per<br />

un efficace funzionamento del mercato stesso.<br />

Il cuore del problema è quindi visto nel<br />

sottosviluppo e nella diffusa povertà, che però<br />

hanno un’incidenza marginale sull’economia<br />

mondiale mentre ha maggiore rilevanza<br />

l’incapacità statale di assicurare l’integrazione<br />

nell’economia globale e, quindi, la ripresa della<br />

Nazione. In questa letteratura, viene più spesso<br />

usato l’aggettivo “fragile” piuttosto che “fallito”,<br />

ancorché vi sia comunque qualche difformità<br />

nella definizione. A titolo d’esempio, il British<br />

Department for International, Development<br />

(DfID) definisce uno Stato fragile come<br />

quello all’interno del quale “il Governo non<br />

può o non vuole fornire le funzioni basiche<br />

alla maggioranza delle sua gente, inclusi i<br />

poveri” 16 , mentre lo United States Agency for<br />

International Development (USAID) impiega<br />

il medesimo termine per indicare “un ampio<br />

spettro di Stati falliti, in fallimento o in fase di<br />

ripresa” 17 , differenziandoli a seconda della loro<br />

vulnerabilità o crisi.<br />

L’approccio neo-Weberiano è, invece, basato<br />

sullo Stato visto come insieme di capacità<br />

istituzionali relazionate ad un ideal-tipo di<br />

Nazione moderna. La difformità nel definire<br />

le funzioni e quindi le capacità che un<br />

Governo dovrebbe esprimere sono alla base<br />

dell’articolazione del pensiero neo-Weberiano,<br />

che assume sfaccettature diverse a seconda<br />

dell’autore. Tra tutte, si riporta Robert I.<br />

Rotberg 18 che elenca le capacità che vengono<br />

a mancare nello Stato fallito, individuabile<br />

secondo le seguenti caratteristiche 19 :<br />

- crescita della violenza criminale e politica;<br />

- impossibilità di controllare i propri confini;<br />

- aumento delle ostilità etniche, religiose,<br />

linguistiche ovvero culturali;<br />

- guerra civile;<br />

- uso del terrore contro i propri cittadini;<br />

- istituzioni deboli;<br />

- infrastrutture insufficienti o degradate;<br />

- incapacità di raccogliere le tasse senza<br />

coercizione;<br />

- elevati livelli di corruzione;<br />

- sistema sanitario collassato;<br />

- livello di mortalità infantile in crescita e<br />

contestuale diminuzione dell’aspettativa<br />

9 Ambasciatore degli Stati Uniti.<br />

10 Insegnante di Diritto Internazionale all’Università del Michigan (USA).<br />

11 Helman Gerald B. e Ratner Steven R., “Saving failed States”, Foreign Policy nr. 89, inverno 1993.<br />

12 Politico canadese, vice-presidente del Partito Liberale, nonché giornalista e storico.<br />

13 Insegnante di Organizzazioni Internazionali e risoluzione di Conflitti nonchè Direttore del Conflict Management Program presso<br />

l’Università Johns Hopkins.<br />

14 Zartman William, “Introduction: Posing the Problem of State Collapse”, in Collapsed States: the Disintegration and Restoration<br />

of Legitimate Authority, Londra, Colorado and Lynne Rienner Publisher, 1995.<br />

15 Hameiri Shahar, “Failed States or a fialed paradigm? State capacity and the limits of institutionalism” in Journal of International<br />

Relations and Development nr. 10/2007, www.palgrave-journals.com, 15/01/08.<br />

16 DfID, Why we need to work more effectively in fragile States, Londra, gennaio 2005, pag. 7.<br />

17 USAID, Fragile States Strategy, Washington DC, gennaio 2005, pag. 1.<br />

18 Presidente del World Peace Foundation, Direttore del Program on Interstate Conflict della John F. Kennedy School of Government<br />

presso l’Università di Harvard.<br />

19 Robert I. Rotberg, “Failed States in a world of terror” in Foreign Affair vol. 81 nr. 4, pag. 132 .

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!