143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

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143 Anno XVIII - 2008 DIREZIONE E REDAZIONE ISTITUTO DI STUDI MILITARI MARITTIMI CenTRO STUDI Castello, 2409 - 30122 VeneZIA Tel. Fax 041/2441730 - Mil.40730 e-mail: maristudi.cs@marina.difesa.it DIRETTORE RESPONSABILE C.V. Giuseppe SCHIVARDI Tel. 041/2441322 - Mil. 40322 GESTIONE TESTI 1° Mrs Riccardo JANNUZZI SGT. Davide MAGLIONICO STAMPA E FOTORIPRODUZIONE O.G. Aldo ROSSETTI AUS. Marco BUCELLA AUS. Giovanna VIAN Registrazione al tribunale Civile di Venezia n. 1353. La riproduzione, totale o parziale degli scritti e delle illustrazioni è subordinata all’autorizzazione della Direzione del Bollettino. Pubblicazione non in commercio DELL’ISTITUTO DI STUDI MILITARI MARITTIMI Sommario LA BUSSOLA 4 FAILED STATES 16 L’ITALIA, LA SOMALIA E IL CINDOTERRANEO 32 A NEw SUN ON ThE hORIzON? ThE AwN OF JApAN’S ExpEDITIONARy CApABILITy
Nel corso del 47° Corso Normale recentemente conclusosi, un paio di frequentatori impegnati su temi diversi nel campo dell’analisi strategica sono giunti ad una serie di deduzioni che, lette in maniera complementare, convergevano verso un punto di vista molto prossimo. E’ il caso appunto di due elaborati frutto delle fatiche del Capitano di Corvetta Calvetti e del T.V. Quondamatteo: il primo dedicato al tema dei “failed states” e il secondo un consueto “caso paese” relativo però ad una delle entità statuali più evanescenti della scena internazionale degli ultimi 15 anni , la Somalia. E’ fin troppo evidente come l’attenzione della Comunità Internazionale negli ultimi anni, soprattutto quelli in cui il sistema internazionale è passato dalla chiarezza strategica della guerra fredda alla più indecifrabile frammentazione, si sia appuntata sulle fonti dell’instabilità dei sistemi regionali quali causa di inevitabili scosse telluriche indirette anche nelle zone come il mondo occidentale usualmente caratterizzate da maggiore stabilità e ordine. La lista dei “failed states”, gli stati falliti così come quello dei “weak states” , gli stati deboli, e di tutte quelle entità statuali già nel baratro o sull’orlo del baratro del caos istituzionale, politico e sociale, è continuamente aggiornata e tenuta sotto stretta osservazione. Gli esperti di settore sono infatti consapevoli di come i livelli dei problemi e le dinamiche relative non siano sempre facilmente separabili e che ciò che avviene a livello locale e regionale può trasferirsi d’incanto sul livello globale portando con sé tutta una serie di problemi di non immediata e semplice soluzione. L’argomentazione potrebbe sembrare puramente accademica se l’osservazione attenta delle vicende locali in paesi come il Sudan, il Chad o il Pakistan non ci riportasse nell’evidenza della pratica applicazione del principio. Si tratta di paesi che vivono una permanente condizione di insicurezza istituzionale in bilico fra colpi di stato e rivolte popolari o, come nel caso della Somalia, privi di un vero e proprio apparato politico amministrativo perché nelle mani di capi clan o signori della guerra. Nell’analisi strategica relativa a questo paese del corno d’africa la crisi permanente che lo atta- La BUSSOLA naglia da anni è vista nella sua dimensione globale prendendo in esame le presumibili conseguenze che scaturirebbero dalla chiusura dello Stretto di Bab el Mandeb qualora la crisi assumesse dimensioni ancora più significative. Si tratterebbe di conseguenze sul piano dei trasporti marittimi, in particolare delle forniture energetiche per l’Europa ma anche per l’intero sistema della portualità italiana che vedrebbe ridotte ulteriormente le quote di merci scambiate. Mentre elaboriamo questo numero dell’Osservatorio le forze speciali della Marina Francese sono state costrette ad intervenire nel Golfo di Aden per liberare alcuni ostaggi nelle mani di pirati somali; a dimostrazione che l’instabilità istituzionale politica e sociale si esprime anche nella sua forma di instabilità “marittima” sulla quale la comunità internazionale si domanda come intervenire. La puntualità delle analisi che qui proponiamo non manca di fare riferimento anche ad un nuovo concetto geopolitico quello di “Cindoterraneo” 1 che, lungi dall’essere nato all’interno delle nostre mura, prende però le mosse, per estensione geografica e politica, da quel “Mediterraneo Allargato” tanto caro all’IGM che ormai è stato però superato nei fatti e nelle intenzioni del nostro sistema paese. Per i molteplici aspetti trattati ci è sembrato dunque interessante proporre questo numero dell’Osservatorio come monografico pubblicando i due lavori citati nella loro versione integrale comprensiva delle parti allegate cui normalmente, solo per motivi di spazio, siamo costretti a rinunciare. I due elaborati che, come abbiamo detto sono da leggersi in maniera complementare, rispondono ad un taglio di analisi che racchiude in sé l’essenza della didattica della strategia propria del nostro Istituto basata sulla convinzione che i fatti geopolitici e le vicende connesse agli spazi marittimi siano parti componenti dell’analisi strategica indissolubilmente correlati e che, come tali, impongono un approccio il più globale possibile. 1 Concetto geopolitico introdotto da Alessandro Politi nel rapporto “Nomos e Khaos “ 2006 a cura dell’Osservatorio Scenari Strategici e di Sicurezza di Nomisma
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