143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare
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1<br />
globale e la sua formidabile incidenza sugli<br />
sviluppi futuri dei flussi economici superano il<br />
concetto di Cindoterraneo. Purtroppo il Chimea<br />
non si preoccupa dell’incapacità dell’Africa<br />
neocolonizzata ad autosostenersi ed essere<br />
indipendente. Non esiste un interesse da parte<br />
di Cina, India e Nazioni arabe mediorientali<br />
in un’Africa stabile e pacifica e ciò rappresenta<br />
un grosso rischio per l’Italia e l’Europa. I costi<br />
diretti e indiretti di un’Africa che non sta in piedi<br />
verrebbero infatti addossati alle regioni europee<br />
del bacino mediterraneo.<br />
Per ciò che concerne la politica economica,<br />
l’Italia riveste il ruolo di hub terminale del<br />
mercato cinese in Mediterraneo, con tutti i<br />
pro e contro che questo rapporto di inferiorità<br />
comporta. Fintanto che il mercato è in ascesa<br />
i problemi non si pongono, ma nel momento in<br />
cui si dovessero verificare defaillances a monte,<br />
queste finirebbero per investire automaticamente<br />
chi ne è a valle con un effetto domino. Per fare<br />
un esempio, se le linee di commercio dovessero<br />
cambiare e Bab el Mandeb o Suez dovessero vivere<br />
una nuova crisi, l’Italia finirebbe per ripetere le<br />
sorti di Venezia, rimanendo tagliata fuori dalle<br />
nuove sloc (sea lane of communication).<br />
Alla luce di quanto ragionato, l’Italia deve<br />
profondere nel breve termine il massimo<br />
sforzo per aumentare la ricettività del porto<br />
di Gioia Tauro 4 e l’integrazione del suddetto<br />
scalo marittimo con il sistema dei trasporti<br />
terrestri (rete ferroviaria). Penalizzare tale<br />
hub commerciale significherebbe soccombere<br />
alla concorrenza di Malta e ai porti spagnoli<br />
emergenti, perdendo competività.<br />
L’Italia e Malta posseggono i principali porti<br />
per container in Mediterraneo in quanto<br />
occupano una posizione baricentrica e risultano<br />
potenzialmente ben inserite anche nelle rotte<br />
di traffico Sud-Nord intra ed extraeuropee. La<br />
lezione che si deve trarre da queste riflessioni<br />
consiste nel fatto che l’Italia non può più<br />
accontentarsi di un concetto di Mediterraneo<br />
Allargato.<br />
Ma non si registra solo un problema di natura<br />
infrastrutturale nazionale. La Russia di Putin<br />
sta offrendo a Cina e Giappone l’opportunità di<br />
avviare una joint venture per la realizzazione<br />
di una nuova transiberiana. Questa ipotesi, se<br />
dovesse trasformarsi in realtà, sottrarrebbe<br />
in maniera fatale traffico pregiato alle rotte<br />
commerciali in questione. La conseguenza<br />
diretta consiste nel fatto che tale volume di<br />
merci non transiterebbe più in Italia e ciò<br />
sancirebbe la perdita di un mercato vitale.<br />
LA MARINA MILITARE E<br />
LE AREE DI PROIEZIONE<br />
Volendo fare un punto della situazione della<br />
flotta della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> è possibile ricorrere<br />
al grafico in figura 1:<br />
- in ascisse sono riportate le tre aree di<br />
proiezione di quelli che sono e di quelli che<br />
potrebbero essere in futuro gli interessi policoeconomici<br />
dell’Italia (Mediterraneo Allargato<br />
- Med. Al, Cindoterraneo e CHIMEA);<br />
- in ordinata è riportata l’entità della flotta<br />
italiana, in termini del dispositivo d’altura<br />
e di proiezione di capacità sul mare e dal<br />
mare che la caratterizzano. In tal senso<br />
sono rappresentati i salti di qualità, su scala<br />
lineare, che l’entrata in linea del Cavour, del<br />
Joint Strike Fighter, delle FREMM (fregate<br />
oceaniche da 6000 tons) e dell’EH101<br />
rappresentano nel medio termine, ovvero il<br />
conseguimento della sostenibilità e credibilità<br />
della presenza della Bandiera nazionale<br />
nel contesto del Cindoterraneo. L’eventuale<br />
scelta della dotazione di una vera portaerei è<br />
considerata quale semplice ipotesi di studio,<br />
ma potrebbe rivelarsi la scelta ad hoc quale<br />
chiave d’accesso dell’Italia al CHIMEA;<br />
- la curva disegnata rappresenta l’adeguamento<br />
del dispositivo della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> in<br />
funzione dei livelli di ambizione di politica<br />
estera ed economica del paese (riportati in<br />
ascissa);<br />
- la stella individua lo stato attuale della<br />
flotta italiana, che, grazie al Garibaldi e<br />
all’AV8B (Garibaldi Air Wing, GAW), alle<br />
fregate classe Maestrale e alla connotazione<br />
expeditionary del dispositivo d’altura ha<br />
consentito l’affermazione degli interessi<br />
nazionali in Mediterraneo, Mar Nero, Mar<br />
Rosso, Mar Arabico, Golfo d’Aden, Golfo<br />
d’Oman, Golfo Persico.<br />
4. “La disponibilità di grandi spazi a ridosso delle banchine portuali, l’ampiezza degli accosti e la profondità dei fondali, riferiti alle<br />
dimensioni degli altri porti nazionali, hanno aperto la strada al nuovo assetto funzionale del porto.La prevalenza della tipologia<br />
del traffico container che si è affermata alla fine degli anni ’80 ed il particolare favore conferitogli dalla sua posizione geografica<br />
mediana lungo la direttrice Suez – Gibilterra e baricentrica nel mar Mediterraneo, ne hanno orientato la futura caratterizzazione<br />
quale scalo di transhipment di contenitori e merci unitizzate in genere. L’attività operativa ha avuto inizio nel 1995 e si è sviluppata<br />
a ritmo elevato fino a far assumere allo scalo, nel giro di poco tempo, il ruolo leader nel settore del transhipment che ad oggi<br />
lo contraddistingue suscitando il primario interesse delle maggiori compagnie di navigazione”. Cfr Autorità Portuale di Gioia<br />
Tauro, il piano operativo portuale <strong>2008</strong>-2010, http://www.portodigioiatauro.it/ 1701<strong>2008</strong>/POT<strong>2008</strong>2010.pdf.