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143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

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1<br />

legami in Sudan, la Cina<br />

ha inizialmente opposto<br />

resistenza alla risoluzione<br />

del Consiglio di Sicurezza,<br />

per poi approvarla avendo<br />

“pattuito” l’invio di circa<br />

315 caschi blu cinesi<br />

con le forze UNAMID<br />

(United Nations - African<br />

Union Mission in Darfur)<br />

che saranno stanziate nella<br />

martoriata zona del Darfur. Queste<br />

relazioni sono talmente salde e<br />

consolidate che il Presidente dello<br />

Zimbabwe, Mugabe, ha affermato<br />

nel maggio 2005 che “ci siamo<br />

voltati verso est dove il sole sorge,<br />

e dato le spalle all’ovest, dove il sole<br />

tramonta”, mentre in Eritrea la Cina è<br />

considerata il partner commerciale più<br />

affidabile 75 .<br />

CONCLUSIONE<br />

La cronaca di questi giorni è affollata di<br />

notizie allarmanti e spesso tragiche che<br />

provengono dalla Somalia, dal Sudan, dal<br />

Ciad, dall’Iraq e da tutti gli altri Paesi che<br />

ricadono sotto la definizione di failed States.<br />

Ma quando e come la Comunità Internazionale<br />

deve intervenire in soccorso di uno Stato fallito<br />

ovvero potenzialmente tale?<br />

Non esiste una ricetta universale per il “mal<br />

da fallimento”, ed ogni situazione merita<br />

un’analisi circostanziata ed attenta delle cause,<br />

delle forze e degli interessi in gioco in quella<br />

regione. Di sicuro, è necessario intervenire<br />

sia per fermare l’emorragia umanitaria che<br />

si consuma quotidianamente e sia per<br />

arginare i devastanti fenomeni collaterali<br />

che crescono in seno ad uno Stato fallito<br />

e che si allargano a macchia d’olio<br />

oltre i suoi confini. Ed è opportuno,<br />

nonché economicamente più conveniente,<br />

intervenire prima che uno Stato collassi.<br />

Al riguardo, le Nazioni Unite dovrebbero<br />

rappresentare l’unico organo deputato ad<br />

organizzare e gestire un intervento in un<br />

Paese fallito, ma sia l’Assemblea Generale<br />

che il Consiglio di Sicurezza hanno più<br />

volte evidenziato difficoltà interne che<br />

hanno rallentato il processo decisionale.<br />

Difficoltà magari dettate da divergenti<br />

punti di vista dei Paesi membri che<br />

vedono uno Stato fallito come un ottimo<br />

cliente piuttosto che come un paziente<br />

da curare. Così, mentre la complessa<br />

macchina dell’ONU fatica a<br />

muoversi, l’Unione Africana non

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