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143 Anno XVIII - 2008 - Marina Militare

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decisioni delle Nazioni Unite, il cui Consiglio<br />

di Sicurezza “ha la responsabilità primaria<br />

del mantenimento della pace e della sicurezza<br />

internazionali”. Nella definizione della Politica<br />

Europea di Sicurezza e Difesa (PESD),<br />

l’UE ribadisce il proprio sostegno all’ONU,<br />

mantenendo un atteggiamento pro-attivo ed<br />

efficace 68 .<br />

Per quanto riguarda la NATO, l’ultimo concetto<br />

strategico, elaborato nel 1999, non tratta di<br />

Stati falliti in maniera esplicita, ma contempla<br />

comunque l’intervento per prevenzione di<br />

conflitti e gestione delle crisi ancorché non<br />

previste dall’Articolo 5. Detto intervento deve<br />

comunque essere motivato dalla “salvaguardia<br />

della pace, prevenzione della guerra e<br />

rafforzamento della sicurezza e della stabilità” 69 .<br />

Per soddisfare questa esigenza, la NATO ha<br />

dato la propria disponibilità sia per effettuare<br />

Peace Support Operations (PSO) sotto mandato<br />

dell’ONU o dell’OSCE che per contribuire alle<br />

operazioni a guida UE in sostegno alla Politica<br />

Estera e di Sicurezza Comune (PESC).<br />

Anche l’Italia si è resa disponibile a fornire<br />

il proprio apporto alle organizzazioni<br />

internazionali (ONU, NATO, UE, etc.)<br />

“mediante la partecipazione ad operazioni<br />

di prevenzione e gestione delle crisi, al<br />

fine di garantire la pace, la sicurezza, la<br />

stabilità e la legalità internazionale, nonché<br />

l’affermazione dei diritti fondamentali<br />

dell’uomo” 70 . L’azione italiana è mirata<br />

alla salvaguardia degli interessi vitali e/o<br />

strategici nazionali 71 anche in alcune aree<br />

dove sono presenti Stati che non sono in<br />

grado di “prevenire l’utilizzazione del<br />

proprio territorio, delle proprie risorse<br />

economiche e strutture sociali da<br />

parte di organizzazioni terroristiche o<br />

criminali” 72 .<br />

L’approccio delle maggiori potenze<br />

orientali<br />

Se gli Stati Uniti, la NATO e l’Europa<br />

guardano agli Stati falliti come una<br />

potenziale minaccia per la propria sicurezza,<br />

è diverso l’atteggiamento delle due più grandi<br />

Potenze del mondo orientale.<br />

La Russia sta cercando di riaffermarsi a<br />

livello mondiale dopo la sofferta dissoluzione<br />

dell’URSS. Tuttavia, in relazione alle esigenze<br />

di sicurezza interne ed alla sempre più crescente<br />

pressione da Cina ed Europa, la politica estera<br />

di Putin è orientata maggiormente ad esercitare<br />

una certa influenza sui paesi che una volta erano<br />

parte dell’Unione Sovietica, assicurandosi una<br />

cintura di sicurezza attorno ad i propri confini.<br />

Lo sguardo della Russia non va oltre il Medio<br />

Oriente, dove comunque la policy è volta<br />

al mantenimento dello status quo 73 . Nessun<br />

impegno, quindi, nei confronti dei failed States<br />

che, al momento non rientrano nell’agenda<br />

politica del Presidente russo.<br />

Dal canto suo, la Cina ha indirizzato la strategia<br />

globale all’allargamento della propria sfera di<br />

influenza in tutto il globo. I “mandarini” vedono<br />

negli Stati falliti dei potenziali clienti con cui<br />

intrecciare rapporti soprattutto economici. Allo<br />

stato attuale, la Cina è prossima a superare<br />

la Francia e comunque dietro gli Stati Uniti<br />

nel numero di scambi commerciali in Africa.<br />

Sudan, Etiopia, Nigeria, Senegal, Zimbabwe<br />

sono solo alcune delle nazioni legate ai cinesi<br />

da interessi economici 74 . Proprio per i forti<br />

68 Un’Europa Sicura in un Mondo Migliore – Strategia Europea in materia di Sicurezza, op. cit., pagg. 9-11.<br />

69 Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza Atlantica, Washington D.C., aprile 1999.<br />

70 Stato Maggiore della Difesa, Il Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa, aprile 2005, pag. 16.<br />

71 L’area d’interesse nazionale è individuata nel: territorio nazionale ed aree contigue, area del Trattato Atlantico, area dell’Unione<br />

Europea, Balcani, Europa Orientale, area caucasica, Africa Settentrionale e Corno d’Africa, vicino e medio Oriente e Golfo<br />

Persico, nonché l’intero continente africano limitatamente alla gestione di crisi a bassa e media entità. Concetto Strategico, pagg.<br />

26-27.<br />

72 Concetto Strategico, pagg. 23-24.<br />

73 Rumer Eugene B., Russian foreign policy beyond Putin – Adelphi paper nr. 390, New York, IISS, 2007, pag 29.<br />

<br />

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