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40° Congresso della Soci<strong>et</strong>à It<strong>al</strong>iana di Biologia Marina<br />
Livorno, 26-29 maggio 2009<br />
B. LA PORTA, M. TARGUSI, L. LATTANZI, P. LA VALLE, L. NICOLETTI<br />
ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambient<strong>al</strong>e<br />
Via di Casolotti, 300 – 00166 Roma, It<strong>al</strong>ia.<br />
b.laporta@icram.org<br />
ANALISI DELLA FAUNA ASSOCIATA<br />
ALLE BIOCOSTRUZIONI A SABELLARIA ALVEOLATA (L.)<br />
IN RELAZIONE AL LORO STATO DI CONSERVAZIONE<br />
ASSOCIATED FAUNA OF SABELLARIA ALVEOLATA (L.)<br />
REEFS AND THEIR CONSERVATION STATE<br />
Abstract - The aim of this study was to an<strong>al</strong>yze the morphologic<strong>al</strong> features of Sabellaria <strong>al</strong>veolata reefs and<br />
the associated fauna in three different coast<strong>al</strong> areas of the Tyrrhenian Sea (Mediterranean Sea, It<strong>al</strong>y). The<br />
structure of the associated assemblages differed according to the physic<strong>al</strong> structure of the reefs. Species<br />
richness was high in reefs in a bad conservation state, while it decreased in a good state reefs.<br />
Key-words: Sabellaria <strong>al</strong>veolata, macrobenthos, ecosystem engineer, bioconstruction , Tyrrhenian Sea.<br />
Introduzione - Sabellaria <strong>al</strong>veolata è un polich<strong>et</strong>e che vive <strong>al</strong>l’interno di tubi di sabbia<br />
agglutinata, in grado di re<strong>al</strong>izzare biocostruzioni, anche di notevoli dimensioni, su<br />
fondi sabbiosi nelle zone intertid<strong>al</strong>i e subtid<strong>al</strong>i. T<strong>al</strong>i reef possono essere strutture a<br />
cuscin<strong>et</strong>to, scogliere e piattaforme, la cui evoluzione segue uno specifico ciclo di<br />
sviluppo (Gru<strong>et</strong>, 1982). T<strong>al</strong>i biocostruzioni, morfologicamente molto complesse ed<br />
articolate, rendono più <strong>et</strong>erogeneo l’ambiente meso-infr<strong>al</strong>itor<strong>al</strong>e aumentandone la<br />
biodiversità. In Europa, diversi studi hanno evidenziato l’importanza di S. <strong>al</strong>veolata<br />
come “ecosystem engineer” sottolineando il v<strong>al</strong>ore dei suoi reef come patrimonio<br />
biologico e paesaggistico da monitorare e preservare (Dauvin, 1997; Frost <strong>et</strong> <strong>al</strong>., 2004;<br />
Dubois, 2004). In It<strong>al</strong>ia le biocostruzioni a S. <strong>al</strong>veolata, anche se piuttosto diffuse, sono<br />
ancora poco studiate (Sparla <strong>et</strong> <strong>al</strong>., 1992; Gambi <strong>et</strong> <strong>al</strong>., 1996; <strong>La</strong> <strong>Porta</strong> e Nicol<strong>et</strong>ti, in<br />
stampa). Gli obi<strong>et</strong>tivi di questo lavoro sono: studiare la fauna associata ai reef a S.<br />
<strong>al</strong>veolata, definire lo stato di conservazione dei reef e an<strong>al</strong>izzare le possibili relazioni<br />
tra la fauna associata e lo stato di conservazione dei reef.<br />
Materi<strong>al</strong>i e m<strong>et</strong>odi - I reef a S. <strong>al</strong>veolata sono situati in tre diverse aree del <strong>La</strong>zio<br />
(Tirreno centr<strong>al</strong>e): Punta della Quaglia (Viterbo), Tor C<strong>al</strong>dara (<strong>La</strong>tina) e Torre Paola<br />
(<strong>La</strong>tina), tra 1 e 2,5 m di profondità. I campionamenti sono stati eff<strong>et</strong>tuati in tre diversi<br />
periodi: inverno 2000, estate 2000 e primavera 2001. In ciascuna delle aree, indicate<br />
risp<strong>et</strong>tivamente con la sigla PQ, TC, TP, sono stati prelevati blocchi di biocostruzione<br />
di 20×20×20 cm (Gru<strong>et</strong>, 1982). Gli organismi macrobentonici (Polich<strong>et</strong>i, Crostacei,<br />
Molluschi e Echinodermi) rinvenuti sono stati identificati e contati e, inoltre, sono stati<br />
c<strong>al</strong>colati i seguenti indici di comunità: numero tot<strong>al</strong>e di specie (S), abbondanza tot<strong>al</strong>e<br />
(N), ricchezza specifica di Marg<strong>al</strong>ef (d), diversità di Shannon-Wiener (H'). Lo stato di<br />
conservazione dei reef (cattivo, discr<strong>et</strong>o, buono, eccellente) è stato definito attraverso<br />
l'an<strong>al</strong>isi delle seguenti caratteristiche morfologiche: percentu<strong>al</strong>e di tubi con collar<strong>et</strong>to di<br />
sabbia intorno <strong>al</strong>l’apertura, stato della superficie del reef (presenza/assenza di porzioni<br />
erose e con fessure e buchi), presenza/assenza di epibionti, compattezza del blocco e<br />
orientamento dei tubi (<strong>La</strong> <strong>Porta</strong> e Nicol<strong>et</strong>ti, in stampa).<br />
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Risultati - Nelle tre aree sono stati raccolti risp<strong>et</strong>tivamente 4475 individui di S.<br />
<strong>al</strong>veolata a TP, 1164 a TC e 1871 a PQ. L'abbondanza di S. <strong>al</strong>veolata aumenta nel<br />
tempo a TP, oscilla a TC ed è relativamente costante a PQ (Fig. 1). I crostacei, i<br />
polich<strong>et</strong>i e i molluschi sono i taxa più abbondanti in tutte le aree. In gener<strong>al</strong>e si osserva<br />
un rapporto inverso tra l’abbondanza di S. <strong>al</strong>veolata e della fauna associata (Fig. 1). Il<br />
reef di PQ è il più ricco e diversificato sia come numero di individui (2754) sia di<br />
specie (86) (Fig. 1). Le specie più abbondanti sono Apseudes latreillii (935 individui),<br />
Quadriaera inaequipes (183), Leptochelia savignyi (82), Monocorophium sextonae<br />
(48), Notomastus lineatus (39), Sabellaria spinulosa (33), Striarca lactea (18) e<br />
Perinereis cultrifera (17). <strong>La</strong> composizione specifica del popolamento rifl<strong>et</strong>te l’elevata<br />
disponibilità di microambienti, tipica di reef in fase di degradazione (Dubois, 2004).<br />
L’an<strong>al</strong>isi degli indici di comunità rivela una riduzione dei v<strong>al</strong>ori della ricchezza<br />
specifica (d: 9,72–4,67) e di diversità (H': 3,48–2,32) nel tempo. A TC sono stati<br />
rinvenuti complessivamente 807 individui e 22 specie. Le specie più abbondanti sono<br />
Lentidium mediterraneum (101), Jassa marmorata (82), J. ocia (76), Melita hergensis<br />
(59), Cymodoce sp. (45), Nereis f<strong>al</strong>sa (42) e Eul<strong>al</strong>ia viridis (23). Il popolamento di TC<br />
risulta il più povero sia in termini di abbondanza sia di numero di specie (Fig. 1),<br />
mostrando v<strong>al</strong>ori degli indici piuttosto costanti nel tempo (d: 2,23–2,39; H': 2,80–3,04).<br />
Questa condizione è tipica dei reef in fase di crescita (Dubois, 2004). Da sottolineare<br />
che il drastico impoverimento del popolamento di TC2 è attribuibile sia <strong>al</strong>le avverse<br />
condizioni m<strong>et</strong>eo-marine riscontrate nell'estate del 2000 sia <strong>al</strong>l'elevata pressione<br />
turistica cui questa area è sogg<strong>et</strong>ta in questo periodo dell'anno. Il popolamento a TP è<br />
in una condizione intermedia tra PQ e TC, sia come abbondanza tot<strong>al</strong>e (2134) sia come<br />
numero di specie (40) (Fig. 1). Corophium acherusicum (356), Mytilus<br />
g<strong>al</strong>loprovinci<strong>al</strong>is (210), Jassa ocia (152), M. sextonae (88), Apocorophium acutum<br />
(69), Mytilaster cfr minimum (44) e N. lineatus (30) sono le specie più abbondanti.<br />
Alcune di esse sono tipiche di reef in degradazione mentre <strong>al</strong>tre, come E. viridis e N.<br />
f<strong>al</strong>sa, di reef in fase di crescita (Gru<strong>et</strong>, 1982; Dubois, 2004). I v<strong>al</strong>ori degli indici d<br />
(3,48-2,91) e H' (2,43–2,29) mostrano un lieve decremento nel tempo. D<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi<br />
tempor<strong>al</strong>e delle caratteristiche morfologiche è emerso che il reef di PQ risulta in uno<br />
stato di conservazione quasi discr<strong>et</strong>o, caratterizzato da bassa percentu<strong>al</strong>e di tubi con il<br />
collar<strong>et</strong>to di sabbia, presenza di porzioni erose, fessure e buchi, moderata compattezza<br />
del blocco, orientamento disordinato dei tubi, discr<strong>et</strong>a presenza di epibionti. Queste<br />
caratteristiche sono tipiche di reef in fase di degradazione con tendenza <strong>al</strong> recupero<br />
(Gru<strong>et</strong>, 1982). Il reef di TC è in uno stato di conservazione molto buono con elevata<br />
percentu<strong>al</strong>e di tubi con il collar<strong>et</strong>to, assenza di porzioni erose, fessure e buchi, elevata<br />
compattezza del blocco, andamento par<strong>al</strong>lelo dei tubi e scarsa presenza di epibionti.<br />
Questa condizione è caratteristica di reef in fase di crescita (Gru<strong>et</strong>, 1982). Il reef di TP<br />
è in una situazione intermedia; lo stato di conservazione risulta, infatti, più che discr<strong>et</strong>o<br />
caratterizzato da discr<strong>et</strong>a percentu<strong>al</strong>e di tubi con collar<strong>et</strong>to, assenza di porzioni erose,<br />
fessure e buchi, buona compattezza dei blocchi, andamento par<strong>al</strong>lelo dei tubi ed elevata<br />
presenza di epibionti. T<strong>al</strong>i caratteristiche sono tipiche di reef degradati in un avanzato<br />
stato di recupero (Gru<strong>et</strong>, 1982).<br />
12
n. individui<br />
n. specie<br />
4000<br />
3500<br />
3000<br />
2500<br />
2000<br />
1500<br />
1000<br />
500<br />
0<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
A<br />
40° Congresso della Soci<strong>et</strong>à It<strong>al</strong>iana di Biologia Marina<br />
Livorno, 26-29 maggio 2009<br />
PQ1 PQ2 PQ3 TC1 TC2 TC3 TP1 TP2 TP3<br />
B<br />
PQ1 PQ2 PQ3 TC1 TC2 TC3 TP1 TP2 TP3<br />
Crostacei Polich<strong>et</strong>i Molluschi Echinodermi Sabellaria <strong>al</strong>veolata<br />
Fig. 1 – A) Numero tot<strong>al</strong>e di individui (S. <strong>al</strong>veolata inclusa) e B) di specie rinvenuti in ogni<br />
campione e ogni area.<br />
A) Tot<strong>al</strong> number of individu<strong>al</strong>s (S. <strong>al</strong>veolata included) and B) species collected in each sample for<br />
each of the study areas.<br />
Conclusioni - I risultati di questo studio mostrano che una fauna associata ricca e<br />
diversificata è tipica di reef in uno stato di conservazione quasi discr<strong>et</strong>o (PQ) mentre<br />
popolamenti più poveri sono associati a reef in uno stato di conservazione migliore (TC<br />
e TP). Ciò è in accordo con la fase del ciclo di sviluppo individuata per questi reef (PQ<br />
fase di distruzione, TC fase di crescita, TP fase intermedia tra distruzione e crescita) in<br />
un precedente lavoro da <strong>La</strong> <strong>Porta</strong> e Nicol<strong>et</strong>ti (in stampa). Questo studio contribuisce ad<br />
ampliare le conoscenze sulle biocostruzioni a S. <strong>al</strong>veolata e costituisce una base per<br />
ulteriori ricerche su questi particolari ambienti. Dato l’elevato v<strong>al</strong>ore biologico e<br />
paesaggistico di queste biocostruzioni, studi futuri potrebbero essere utili per<br />
individuare specifici param<strong>et</strong>ri che descrivano lo “stato di s<strong>al</strong>ute” dei reef,<br />
an<strong>al</strong>ogamente a quanto proposto da Dubois (2004) per i reef delle coste atlantiche<br />
francesi. Ciò perm<strong>et</strong>terebbe di caratterizzare e monitorare su sc<strong>al</strong>a spazi<strong>al</strong>e e tempor<strong>al</strong>e<br />
queste biocostruzioni verso cui, sarebbe auspicabile, pianificare mirate azioni di<br />
protezione e conservazione.<br />
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