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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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di Enea Cisbani<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

NINO CARUSO<br />

Nel 1954 ASSEN PEYKOF, celebre scultore<br />

bulgaro, conclude la serie dei grandi artisti<br />

italiani come Sante CIANI, Renato GUTTU-<br />

SO e Luigi MONTANARINI, per citare i<br />

nomi più illustri, che hanno operato nel<br />

nostro centro, lasciando a testimonianza<br />

del loro passaggio opere in ceramica di<br />

notevole spessore artistico e culturale.<br />

Il 1987 è un anno importante per Civita<br />

Castellana in quanto segna il ritorno sulla<br />

ribalta artistica locale, dopo più di trent’anni,<br />

di un importante e celebrato ceramista<br />

come NINO CARUSO (1928), le cui<br />

opere in ceramica sono conservate nei più<br />

importanti musei americani, francesi e<br />

giapponesi.<br />

Nel Settembre del 1987, nel Forte Sangallo<br />

di Civita Castellana si tiene un’importante<br />

Mostra Antologica delle sue opere,<br />

patrocinata dall’Amministrazione Comunale,<br />

dove vengono esposte le sue realizzazioni<br />

monumentali in terracotta come<br />

portali e strutture decorative, basate sull’impiego<br />

costante e meditato di elementi<br />

modulari in ceramica realizzati con impasti<br />

a base di argilla colorata e ingobbiata.<br />

Nell’esposizione civitonica le opere in ceramica<br />

di Caruso, dove modelli formali derivati<br />

dagli Etruschi si fondono con materiali<br />

e tecniche di lavorazione innovative, si<br />

sublimano con le possenti architetture del<br />

Sangallo creando effetti scenografici di<br />

assoluto livello artistico.<br />

L’esposizione del 1987 segna una tappa<br />

e Civita Castellana<br />

fondamentale nel cammino artistico<br />

di Caruso dove abbandonati<br />

modelli formali ormai<br />

desueti e sorpassati si concentra<br />

sull’utilizzo di strutture<br />

modulari che, opportunamente<br />

distribuite e correlate, creano<br />

cornici decorative, portali scenografici<br />

e pavimentazioni,<br />

dove tradizione storica e<br />

modernità si fondono mirabilmente.<br />

Nella recinzione/scultura del<br />

<strong>Campo</strong> I° Maggio, l’impiego<br />

di sculture modulari in grès<br />

smaltato bianco, combinate con<br />

l’uso magistrale e sapiente del<br />

tufo a faccia-vista, crea un contesto<br />

artistico e ambientale di<br />

rara bellezza e suggestione.<br />

L’opera civitonica trova il suo<br />

fondamento nelle analoghe realizzazioni<br />

di Ferrara e<br />

Castellamonte, dove l’opera<br />

in ceramica non è più relegata<br />

all’interno di uno spazio costruito,<br />

ma esce dai contesti tradizionali e si<br />

lega all’ambiente naturale diventando<br />

recinzione, panchina e gioco per bambini.<br />

L’opera del <strong>Campo</strong> 1° Maggio è il fondale<br />

scenografico di via Mazzini e il completamento<br />

architettonico di uno spazio naturale,<br />

vero “polmone verde” di Civita<br />

Castellana e delle<br />

zone urbane di<br />

recente espansione.<br />

Così scrisse Nino<br />

Caruso: “………se<br />

l’artista è informato<br />

a tempo<br />

debito dell’esistenza<br />

di un prodotto<br />

ceramico<br />

che abbia certe<br />

caratteristiche<br />

funzionali ed estetiche,<br />

che possano<br />

rispondere<br />

alle sue esigenze,<br />

egli potrà<br />

tenerne conto<br />

nella progettazione<br />

degli spazi<br />

che vuole caratterizzare<br />

con il<br />

prodotto ceramico.<br />

Il risultato<br />

sarà certamente<br />

una maggiore<br />

33<br />

unità tra opera ceramica e opera<br />

architettonica. ……..si tratta di elementi<br />

ripetitivi che nel loro assemblaggio<br />

costituiscono un particolare<br />

effetto di superficie e di colore che,<br />

posti in posizione diversa, possano<br />

offrire infinite possibilità di variazione.”<br />

Grafico, scultore, ceramista, artista multiforme<br />

e poliedrico, Nino Caruso è il più<br />

importante ceramista italiano affermato a<br />

livello nazionale ed internazionale.<br />

Le sue opere in ceramica più note, basate<br />

sull’impiego di strutture modulari, si trovano<br />

in Italia nella Chiesa Evangelica di<br />

Savona progettata con l’Architetto Carlo<br />

Aymonino nel 1967 e a Gubbio nella Piazza<br />

dei Consoli.<br />

In Francia nella metropolitana di Marsiglia<br />

e di Parigi.<br />

In Giappone, a Tokyo, i suoi rivestimenti<br />

modulari ornano gli ingressi delle più<br />

importanti società finanziarie.<br />

Fondamentali i suoi rapporti con la ceramica<br />

orientale tanto da diventare negli anni<br />

’80 l’ambasciatore della Ceramica Raku in<br />

Italia, creando un laboratorio-scuola a<br />

Roma, attualmente il più importante centro<br />

studi per la ceramica artistica.<br />

Per Civita Castellana Nino Caruso è il grande<br />

ceramista che, con le sue realizzazioni,<br />

ha segnato il cammino artistico e culturale<br />

del nostro centro.

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