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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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690 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />

se che non fossero lo sfruttamento del patrimonio boschivo, un’agricoltura<br />

di sussistenza e il contrabbando; percorsa da un endemico banditismo e dipendente<br />

in spiritualibus dalle diocesi delle città romagnole di pianura, con<br />

rilevanti contrasti giurisdizionali col potere civile attraverso tutta l’età granducale<br />

(in partico<strong>la</strong>re nell’epoca del giurisdizionalismo leopoldino).<br />

Ci si aspetterebbe senz’altro una sostanziale assenza di normative suntuarie<br />

in una terra con questi caratteri: invece non è così giacché, tra le cospicue<br />

fonti normative di quest’area che si trovano nel<strong>la</strong> vastissima serie degli Statuti<br />

delle comunità autonome e soggette conservata presso l’Archivio di Stato di<br />

Firenze (che raccoglie gli originali degli statuti fatti convergere nel<strong>la</strong> dominante<br />

per esigenze di stretto controllo politico-amministrativo, per essere<br />

poi approvati dalle apposite magistrature fiorentine) 2 , si addensano numerose<br />

norme di carattere suntuario recepite o redatte pressoché tutte nel giro di<br />

pochi giorni di febbraio del 1547. Si tratta analiticamente di norme per le<br />

comunità di:<br />

- Castel dell’Alpi («Legge sopra gl’ornamenti, vestiti et habiti degl’homini<br />

et delle donne del comune di Castello del’Alpe di Romagna» del 23 febbraio<br />

1547) 3 ;<br />

- Castrocaro («Legge et statuto delli habiti, vestiti et ornamenti degli<br />

huomini et delle donne del comune di Castrocaro» del 13 febbraio 1547) 4 ;<br />

- Corniolo («Modo et ordine sopra habiti et portamenti delle persone del<br />

comune del Corgniolo» del 20 febbraio 1547) 5 ;<br />

- Dovado<strong>la</strong> («Capituli, ordini e regule sopra il vestire et ornamenti de li<br />

homini, done del castel et contado di Dovado<strong>la</strong> et loro (...) figlioli et figliole»<br />

del 21 febbraio 1547) 6 ;<br />

- Galeata («Statuti delli homini del<strong>la</strong> podesteria di Galeata sopra il modo<br />

del vestire» del 23 febbraio 1547) 7 ;<br />

2 Per <strong>la</strong> repertoriazione complessiva di queste fonti (non soltanto gli statuti veri e propri,<br />

ma anche molte modifiche e aggiunte) cfr. le schede curate da Lorenzo Fabbri e da Paolo Pirillo<br />

per il Repertorio degli statuti comunali <strong>emilia</strong>ni e romagnoli (secc. XII-XVI), a cura di A.<br />

VASINA, I, Roma 1997 (Istituto storico italiano per il Medio Evo, Fonti per <strong>la</strong> storia dell’Italia<br />

medievale, Subsidia, 6*), pp. 201-281.<br />

3 AS FI, Statuti delle comunità autonome e soggette, 167, cc. 92r-96v e 105r-110v.<br />

4 Ibid., 208, cc. 219r-226v.<br />

5 Ibid., 275, cc. 109r-117v.<br />

6 Ibid., 300, cc. 100r-105v.<br />

7 Ibid., 345, cc. 151r-156v. Su di essi cfr. D. MAMBRINI, Galeata nel<strong>la</strong> storia e nell’arte,<br />

Bagno di Romagna 1935, pp. 117-129; G. ORLANDELLI, Gli archivi del<strong>la</strong> valle del Bidente,<br />

in «Studi Romagnoli», X (1959), pp. 115-144, in partico<strong>la</strong>re pp. 125-132.

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