la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

Rimini 669
dano un braccio e mezzo di drappo et parimente maniche di drappo schiette di
braccia dua per paro, col suo centurino fatto secondo il solito di valore di scudi 5
d’oro con la manifattura. Prohibendole oro, argento, battuto, tirato, filato et smaltato,
perle et altre gioie come di sopra; concedendo loro portare al collo coralli et
ambri, quali non eccedino il valor di scudi 5 d’oro, et due anelle, uno d’oro et l’altro
d’argento, di pretio fra tutti duoi de scudi 2.
Alle donne habitanti nelli castelli de ditto contado di Rimino, delle quali i padri,
mariti et fratelli sotto la cura et governo de quali saranno non lavoraranno la
terra, si concede una sola vesta di drappo con busti, senza pelo, schietta, buratto,
saglia, dublone, moncaiardo con una lista di braccia due di drappo senza coda, et
ancora se concede loro portare al collo una collana de scudi 10 d’oro, computata la
manifattura. Prohibendo loro similmente oro et argento, battuto, tirato, smaltato,
filato, et d’ogni altra sorte che immaginar si possa come di sopra, et similmente beretta,
capello et pianelle di veluto.
Alli huomini del barigellato et ville del contado come di sopra, si concede portar
beretta, saglio, cappa, gabbano di panno schietto, giubbone di tela, fustagno et
bombacina, colletto di cordoame, calze col suo taffetado di pretio di lire 12 di denari
computata la manifattura. Prohibendoli oro et argento d’ogni sorte come di
sopra è detto, seta et drappo.
Alli huomini che habitano nelle castella, qual non lavorano la terra, si concede
portar cappa con due braccia di drappo in liste, al gabbano braccia due e mezzo et
al saglio un braccio et mezzo, calze di pretio di lire 16 de denari computata la manifattura.
Prohibendo loro giupponi, saglio, beretta et capello di veluto, oro, argento,
battuto, filato, tirato, smaltato come di sopra.
Dechiarando se alcuno contrafarà o sarà trovato haver contrafatto alli presenti
capitoli, ordini et provisioni in tutti o in alcuna parte di essi come è detto di sopra,
s’intenda ipso facto essere incorso nella pena de lire 25 de Bologna per la prima volta
et nella seconda volta duplicata et nella terza triplicata con la perdita delli vestimenti
et robbe suddette prohibite, et s’intenda essere incorso ciascuno nelle suddette
pene, che contrafarà o sarà ritrovato contrafare publicamente o secretamente in
qualunque sorte o capo delle sudetti vestimenti, ornamenti et altre cose come di sopra
prohibite. Qual pena si dividerà in 3 parti, una parte sia applicata alla reverenda
camara apostolica, una parte al Monte della pietà di Rimino et l’altra allo esecutore.
Et quando intervenerà accusatore, la pena si divida in quattro parte, quale accusatore
sarà creduto cun un testimonio degno di fede. Nelle qual pene s’intendano essere
incorsi li sarti, orefici, intagliatori, ricamatori et ogni altro fabricatore delle sudette
cose prohibite et sia tenuto alle dette pene il padre per li figlioli et figliole, il
fratello per la sorella et il marito per la mogliere.
Dechiarando ancora che gli habiti et vestimenti fatti per il passato, tanto degli
huomini quanto delle donne, si possino usare sin che saranno lograti et consumati,
levando però da quelli totalmente ogni sorte d’oro o d’argento eccettuando quelli
che per li capitoli di sopra si concede.
Stampate in Rimino per Astolpho de Grandi Veronese. Nelli anni del Signore
MDLXI.