la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

Rimini 645
lizzare pannis honestis et congruis magistratiis dominorum consulum vale a dire
una veste congrua ut vulgo dicetur a la francese vel simili modo cum erunt de
consulibus et id fiat sumptibus comunitatis deputentur; sebbene tale richiesta
non sia immediatamente accolta dalla maggioranza (58 persone su 102 votarono
infatti sfavorevolmente) 16 , nella provvisione suntuaria del 1561 ciò
viene loro consentito durante e dopo il consolato, emergendo pertanto come
categoria sociale privilegiata. Nel 1580, inoltre, furono emanati alcuni
capitoli sull’abbigliamento invernale ed estivo dei consoli, distinti per categorie
sociali, vale a dire per i dottori in legge o medicina, i conti e i cavalieri,
infine gli artigiani 17 .
Sono state trovate tre prammatiche o provvisioni a stampa di carattere
suntuario pubblicate rispettivamente nel 1561, nel 1573 e nel 1594 18 . Queste
hanno soprattutto intenti moralistici, tendono cioè a limitare gli sprechi
e il dispendio delle risorse dei cittadini, cui si rivolgono indistintamente,
tuttavia le donne, rispetto agli uomini, continuano ad essere il principale
oggetto della normativa. L’edizione del 1561 prende in considerazione qualità
e quantità di vesti e ornamenti di uomini e donne, distinguendo in
bambini di età compresa fra i 10 e i 16 anni, bambine di età superiore ai 12
anni, uomini e donne della città, del barigellato e delle ville del contado, infine
gli abitanti dei castelli del contado; fra i capitoli compaiono nuove limitazioni
relative ai cocchieri e ai cavalli. Le provvisioni del 1573 sono più dettagliate
rispetto alle precedenti e distinguono le donne in maritate, vedove e
nubili prescrivendo per ciascuna quantità e qualità di vesti e ornamenti consentiti;
disciplinano inoltre i battesimi e prendono in considerazione artigiani,
sarti ed orefici, i quali dovevano attenersi ai capitoli della provvisione soltanto
per i clienti riminesi, poiché con licenza del magnifico signore governatore
potevano realizzare vesti e ornamenti proibiti per quelli forestieri. I capitoli
del 1594 sembrano essere meno restrittivi rispetto a quelli dell’edizione
precedente, anche se prendono in considerazione argomenti mai apparsi prima
come le feste e le carrozze. È interessante notare che la qualità e quantità
16 Ibid., serie AP 860 (1556-1568), Atti consiliari, seduta del 19 novembre 1559, c. 79v;
cfr. C. e L. TONINI, Della storia… cit., VI, parte I, p. 288.
17 AS RN, Archivio storico comunale, Carteggio AS4, secoli XVI-XVIII, Capitoli vari, b. 5,
fasc. cart. rileg. di cc. 23, cc. 17r-19r. In tali capitoli si fa riferimento ad altre disposizioni
sul “Magistrato de signori Consoli” approvate il 9 ottobre 1569, dove viene fatto solo un accenno
al loro abbigliamento (AS RN, Archivio storico comunale, serie AP 861 (1569-1571),
Atti consiliari, seduta del 9 ottobre 1569, c. 29r).
18 Cfr. R. ADIMARI, Sito riminese, in Historiae Urbium et regionum Italiae rariores, XCIV,
nuova serie, X, 1616, (ristampa fotomeccanica, Sala Bolognese 1974), II, pp. 107-108; C. e
L. TONINI, Della storia… cit., VI, parte I e passim; II, pp. 942-951.