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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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INTRODUZIONE<br />

Lo sviluppo delle istituzioni comunali riminesi si consolida, come nel<strong>la</strong><br />

maggior parte delle città-stato italiane, dopo <strong>la</strong> pace di Costanza (1183), in<br />

seguito al<strong>la</strong> quale il comune intraprende <strong>la</strong> conquista del territorio rurale fino<br />

ad ottenerne l’amministrazione fiscale e giurisdizionale. Durante <strong>la</strong> fase<br />

di espansione territoriale, avvenuta frequentemente ai danni del clero locale,<br />

le vicende del comune si intrecciano sempre più fra il XII e il XIII secolo<br />

con quelle dei Ma<strong>la</strong>testi, vicecomites degli arcivescovi di Ravenna. Dopo aver<br />

ottenuto <strong>la</strong> cittadinanza riminese e importanti incarichi nelle magistrature<br />

comunali, i Ma<strong>la</strong>testi giungono al potere con Ma<strong>la</strong>testa da Verucchio<br />

(1212-1312), il quale, grazie ad una politica di ampie alleanze, adottate in<br />

concomitanza con il crollo delle fortune dell’imperatore Federico II, guida il<br />

definitivo passaggio di Rimini dall’alleanza ghibellina a quel<strong>la</strong> guelfa (1248).<br />

Approfittando dei conflitti sorti all’interno del<strong>la</strong> città fra i ceti magnatizi e i<br />

ceti popo<strong>la</strong>ri emergenti, i Ma<strong>la</strong>testi consolidano dapprima il controllo sulle<br />

magistrature comunali, sostenendo poi i rettori pontifici nel loro tentativo<br />

di riportare <strong>la</strong> Romagna al<strong>la</strong> sovranità del<strong>la</strong> Chiesa di Roma. Intensificatosi<br />

a partire dal 1278, questo piano di assoggettamento risulta però di difficile<br />

realizzazione, a causa del<strong>la</strong> forte opposizione delle città romagnole, che non<br />

si piegano facilmente alle ingenti pretese militari e fiscali imposte dai rettori.<br />

Inizialmente i Ma<strong>la</strong>testi, così come i riminesi, si oppongono alle richieste<br />

papali, tuttavia, dopo una serie di rappresaglie, sono costretti a cedere e a<br />

concludere un accordo. Le loro sorti sembrano allora vacil<strong>la</strong>re, poiché i riminesi,<br />

fermamente contrari all’intesa, cercano e trovano nei ghibellini Parcitadi,<br />

rivali dei guelfi Ma<strong>la</strong>testi, una nuova guida da opporre all’autorità papale.<br />

A Rimini si riaccendono i conflitti di parte fra schieramenti guelfi e ghibellini,<br />

i quali infine hanno <strong>la</strong> meglio, riuscendo a cacciare i Ma<strong>la</strong>testi dal<strong>la</strong><br />

città e ad ottenere <strong>la</strong> carica di podestà, tenuta ininterrottamente da Ma<strong>la</strong>testa<br />

da Verucchio dal 1282 al 1288. Mentre il governo papale continua il suo<br />

processo di consolidamento del potere, ostaco<strong>la</strong>ndo le autonomie cittadine,

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