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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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Reggio Emilia 565<br />

sopra il lotto» 33 , si ricordano qui soltanto i premi che maggiormente colpiscono<br />

tra gli oggetti posti in palio per i quattordici fortunati vincitori: troviamo<br />

così, ad esempio, «un pendente da collo, cioè una gatta che mangia<br />

un topo, con rubini numero 23, et perle di bel<strong>la</strong> fattura, di valore di scudi<br />

20», «rose d’oro da vesta numero 71 zetate e smaltate di bellissima fattura,<br />

di valore di scudi 76», «un gioiello con diamanti e rubini e smeraldi numero<br />

20 et perle grosse numero 4, con drento uno Atheone che va a caccia, di bellissima<br />

fattura, di valore di scudi 70», «due navizelle d’argento dorate bellissime,<br />

e una corona d’ingranate grosse quarnita d’oro, con bottoni grossi numero<br />

10, et bottonzini numero 77, e un diamante in punta, con bellissima<br />

fattura, et un cane d’avorio quarnito d’oro, un piro di muschio con oro, di<br />

valore di scudi 45». Sarebbe stato interessante, ma le fonti ci negano <strong>la</strong> possibilità,<br />

scoprire chi poté adornarsi con tanto splendore o esporre nel<strong>la</strong> propria<br />

dimora gli oggetti preziosi, quali candelieri e tazze d’argento riccamente<br />

decorate, vinti nel<strong>la</strong> lotteria di Baetini. Forse le stesse donne di c<strong>la</strong>ssi elevate,<br />

alle quali lo sfarzo era comunque, all’epoca, consentito dal<strong>la</strong> legge? O, magari,<br />

per una volta, <strong>la</strong> fortuna potrebbe aver baciato in fronte anche persone<br />

più umili, anche se pur sempre in possesso delle tre barbarine necessarie per<br />

avere “voce” nel lotto. Sarà difficile dare una risposta.<br />

Negli statuti dei comuni del territorio reggiano non sono state rilevate<br />

norme che limitino il lusso e lo spreco nelle vesti, nei funerali e nei banchetti.<br />

In diversi statuti, però, si trovano limitazioni alle donationes propter nuptias.<br />

Trattandosi di diritto dotale, e inoltre di chiara derivazione dagli statuti<br />

di Reggio, non si ritiene necessario riportare tali rubriche in questa sede.<br />

Antonel<strong>la</strong> Campanini<br />

Per Reggio Emilia si è resa necessaria una campionatura del<strong>la</strong> serie conosciuta come<br />

«Provvigioni del Consiglio Generale; dei Dodici Saggi e Difensori del<strong>la</strong> città; dei deputati<br />

sulle entrate del Comune; e degli Anziani», compiuta sul<strong>la</strong> base di segna<strong>la</strong>zioni<br />

in precedenti studi e di verifiche più puntuali per i periodi in cui era probabile<br />

trovare qualche traccia di delibera in materia <strong>suntuaria</strong>. Grazie a citazioni non sempre<br />

precise si è potuto risalire anche al materiale reperito tra i recapiti alle riformagioni<br />

e i carteggi del comune. Le gride (come ovviamente gli statuti) sono state inve-<br />

33 A. CAMPANINI, Il pescatore... di perle, in «Il Pescatore Reggiano», 2000, pp. 169-176.<br />

La grida è conservata in AS RE, Archivio del Comune di Reggio, parte I, Gridario, Gride a<br />

stampa, b. 2 (1575-1599).

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