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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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564 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />

nuncupatus 29 . Significativamente esse seguono a ruota le rubriche sulle vesti<br />

e sulle doti, a mostrare <strong>la</strong> stretta connessione individuata dal legis<strong>la</strong>tore tra<br />

questi argomenti. Le meretrici “autorizzate” si distinguono grazie ad un<br />

pannicello giallo (o del colore del croco, che è a sua volta una sfumatura di<br />

giallo) portato sulle spalle e possono esercitare esclusivamente nei luoghi deputati;<br />

qualora si comportassero altrimenti, a parte l’inevitabile multa,<br />

chiunque potrà strappare loro le vesti di dosso.<br />

La rubrica successiva riguarda gli ebrei, e precisamente il signum distintivo<br />

che anch’essi, come le meretrici, devono portare. Il colore è il medesimo,<br />

giallo o color croco, ma varia <strong>la</strong> forma, che deve essere rotonda e del<strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza<br />

di un pollice 30 .<br />

La legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong> ebbe ripercussioni anche per altre categorie, in<br />

partico<strong>la</strong>re per quegli artigiani che del lusso facevano <strong>la</strong> loro professione.<br />

Nel testo è riportata <strong>la</strong> protesta degli artigiani del<strong>la</strong> <strong>la</strong>na, del<strong>la</strong> quale si fece<br />

portavoce presso il signore il reggimento stesso del<strong>la</strong> città. Probabilmente,<br />

nel secolo successivo anche l’arte del<strong>la</strong> seta ebbe a <strong>la</strong>mentarsi, come appare<br />

leggendo tra le righe di verbali di sedute dell’arte stessa 31 . Negli statuti delle<br />

arti, comunque, non compare alcun accenno al<strong>la</strong> normativa <strong>suntuaria</strong>.<br />

Nel corso del ’500 si trovano anche testimonianze opposte, che manifestano<br />

<strong>la</strong> reale circo<strong>la</strong>zione di oggetti di lusso espressamente proibiti dal<strong>la</strong> legge.<br />

La prima risale al 1560: il 16 febbraio venne indetto per ordine del governatore<br />

di Reggio un lotto nel quale saranno messi «al<strong>la</strong> ventura» diversi<br />

oggetti preziosi, «tutte robe dell’elemosina accolta generalmente per i poveri»:<br />

si trattava di «una col<strong>la</strong>nna d’oro, un fillo d’oro, una col<strong>la</strong>nnina d’oro,<br />

un gioiello con tre perle, una turchina, uno diamantino et uno smeraldo, tre<br />

turchine, due agathe et una corniol<strong>la</strong>, tre annelletti, dui colli di perle, una<br />

medaglia et una veste di raso verde» 32 . Ancora meglio fece trent’anni più tardi<br />

l’orefice reggiano Giovanni Maria Baetini, che organizzò in proprio una<br />

notevole lotteria avente in palio oggetti preziosi stimati «da persone giudiciose<br />

et intelligenti». Rimandando all’edizione completa di questo «Editto<br />

29 AS RE, Archivio del Comune di Reggio, parte I, Statuti, 13.1: De meretricibus publicis,<br />

De mulieribus impudice et turpiter se gerentibus et cognosci se facientibus, De lenonibus, Quod<br />

nulli liceat prestare auxilium aut habitationis comoditatem meretricibus publicis, mulieribus inhoneste<br />

viventibus et lenonibus, Quod dominus potestas et officialis bulletarum forensium civitatis<br />

Regii habeant cognitionem et iurisdictionem contra mulieres inhoneste viventes, meretrices et<br />

lenones (Lib. VII, Rubb. 3, 4, 6-8, cc. 169r-170v).<br />

30 Ibid., De signo per hebreos et hebreas portando (Lib. VII, Rub. 9, c. 171r).<br />

31 N. CAMPANINI, Ars siricea Regii. Vicende dell’arte del<strong>la</strong> seta in Reggio Emilia dal XVI al<br />

XIX secolo, Reggio Emilia 1888, p. 67 e passim.<br />

32 AS RE, Archivio del Comune di Reggio, parte I, Gridario, Gride manoscritte, b. 2 (sec.<br />

XVI).

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