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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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Faenza 543<br />

Item concedono a gli huomini lo stratagliar come gli piacerà i giupponi et cossali<br />

so<strong>la</strong>mente; i quali cossali, bragoni o calze non possano essere d’alcuna sorte di<br />

seta, né si possano foderare se non d’una sorte so<strong>la</strong> di seta, cioè di taffetà, hermesino<br />

o di raso di bavel<strong>la</strong>; ma non sia però in dette calze con gli bragoni et cossali più<br />

di braccia uno et mezzo di panno, et braccia due di taffetà, hermesino o raso predetto.<br />

Item ordinano che volendosi listar habito, o vestimento alcuno, non si possa<br />

metter nelle liste più di braccia due e mezzo di drappamento in tutto; le quali liste<br />

si possano so<strong>la</strong>mente, et non l’habito o vestimento, stratagliare.<br />

Item prohibiscono espressamente il portar gioie, perle, col<strong>la</strong>ne o altro d’oro e<br />

d’argento battuto per ornamento del<strong>la</strong> testa o dell’orecchie, eccedente però <strong>la</strong> valuta<br />

et prezzo di mezzo scudo d’oro.<br />

Item prohibiscono medesimamente le corone, cinture, manigli o braccialetti d’oro<br />

o d’argento battuto o fi<strong>la</strong>to, o di smalto o di pasta d’ambro, muschio o profumi.<br />

Item concedono alle spose, etiam per dui anni doppo che saranno state co’l marito,<br />

il poter portar un vezzo di perle, overo un pendente, o l’uno et l’altro; pur che uno o<br />

tutti due insieme, computata <strong>la</strong> fattura, non eccedano <strong>la</strong> valuta di dodici scudi d’oro.<br />

Item vogliono che sia lecito alle dette spose, et alle donne maritate, portar al<br />

collo una o più catene d’oro, pur che, computata <strong>la</strong> fattura, non eccedano fra tutte<br />

<strong>la</strong> valuta di scudi venticinque d’oro; et volendo portar perle, o altro ornamento senza<br />

catena o con <strong>la</strong> catena, et catene d’oro, se gli concede pur che in tutto non eccedano<br />

<strong>la</strong> detta valuta di scudi venticinque d’oro.<br />

Item prohibiscono espressamente alli huomini et alle donne il portar piume,<br />

medaglie d’oro o altro simile ornamento nelle berrette et capelli; et che le donne<br />

non possano portar di giorno per <strong>la</strong> città <strong>la</strong> berretta in capo, non andando in vil<strong>la</strong>,<br />

né possano portar gebellini né ventagli.<br />

Item concedono ad ogni persona le berrette, capelli, scarpe et pianelle di velluto,<br />

ma schiette senza alcun <strong>la</strong>voro, eccetto, nelli cappelli et berrette, un cordon di seta;<br />

né con altro ornamento, né che siano di velluto cremisino o morello di grana.<br />

Item prohibiscono alle donne che non siano maritate, et alle donzelle, che non<br />

possano portar catene d’oro, né vezzi di perle, né anel<strong>la</strong> in dito, né alcuna veste, roboni<br />

o habito d’alcun sorte di seta.<br />

Item comandano che nissuna donna possa haver per portar più di due veste o<br />

roboni di seta, dichiarando che nelle dette vesti et roboni non siano comprese le<br />

burratte di seta, né mochaiate o altro simile.<br />

Item generalmente prohibiscono che nissuna persona possa portar veste, roboni<br />

o altro habito che di valuta, computata <strong>la</strong> fattura, passi il prezzo di scudi trentacinque<br />

d’oro.<br />

Item dichiarano che tutte le vesti, roboni o altri ornamenti di panno o di velluto<br />

o d’altra sorte con qualunque ornamento prohibito nel<strong>la</strong> presente riforma, che hora<br />

si trovano fatti, non siano proibiti, et si possano portare et usare; ma si debbano, fra<br />

termine d’un mese dal dì del<strong>la</strong> pubblicatione delli presenti capitoli, dar in nota al<br />

cancelliere del<strong>la</strong> magnifica communità di Faenza, acciò che non si faccia fraude alcuna<br />

et, sotto nome delle cose fatte, non vengano quelle che s’hanno a fare.

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