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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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496 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />

Ciò non di meno a Ravenna è ancora più manifesta l’esistenza di forti pressioni<br />

“capitaliste” perché ogni tentativo di redigere una normativa <strong>suntuaria</strong><br />

si risolva in un nul<strong>la</strong> di fatto: a queste resistenze, catalogate moralisticamente<br />

come «frivole ragioni», è attribuita <strong>la</strong> responsabilità del fatto che tale materia<br />

si sia «andata prorrogando fino al presente giorno».<br />

E prorogata sarebbe andata anche in futuro, ché, nonostante si tracciasse<br />

per i futuri riformatori perfino un “programma d’azione” invero ampio, che<br />

toccava più o meno tutti gli argomenti fondamentali (dall’abbigliamento<br />

tanto maschile quanto femminile troppo costoso a quello «oltra <strong>la</strong> loro condictione»,<br />

alle arti “parassitarie”, che avrebbero dato introito senza richiedere<br />

investimento di capitale), e per loro si facesse ricorso ad un inusuale e significativo<br />

incentivo in danaro pur di motivarli a redigere tempestivamente<br />

questa normativa, non v’è traccia del loro operato nelle Parti successive –<br />

quando era ben chiaro che il loro eventuale e<strong>la</strong>borato avrebbe dovuto essere<br />

discusso in consiglio «a capitulo per capitulo» entro un mese – e non soltanto<br />

in esse. Nei tre volumi di Indici delle Parti non v’è traccia di dibattito su<br />

“moderazione del lusso” o “spese eccessive”, dopo di questa nomina, fino al<strong>la</strong><br />

pubblicazione dei capitoli di una prammatica specifica che si avrà soltanto<br />

nel 1632 12 ; perché poi si ritorni sullo stesso argomento bisognerà attendere<br />

ancora soltanto il 1668 13 e il 1703 14 , quindi assai al di là dei limiti del<strong>la</strong> presente<br />

indagine.<br />

Parimenti non si rinviene traccia di normative di carattere suntuario nel<strong>la</strong><br />

raccolta di Bandi, composta nel 1921 da Silvio Bernicoli radunando materiali<br />

prima sparsi 15 .<br />

Mentre i territori faentino e brisighellese sono oggetto di trattazione separata<br />

in questa sede, si ricorda che al territorio ravennate nel<strong>la</strong> sua attuale<br />

estensione provinciale appartiene storicamente Cervia, che non conserva<br />

normative di interesse specifico per questa indagine nei propri statuti – una<br />

redazione tarda, approvata nel 1586, in cui sono confluiti materiali tra loro<br />

difformi del XIII-XIV secolo 16 –; questo mentre non sono state prese in<br />

considerazione le sue frammentarie e tarde Congregazioni del consiglio 17 .<br />

12 ASC RA, Sezione antica, Cancelleria, Parti, vol. 38, cc. 11-14.<br />

13 Ibid., vol. 39, cc. 286-287.<br />

14 Ibid., vol. 40, cc. 295-297.<br />

15 Ibid., Bandi, b. 1, per cui cfr. L’archivio storico comunale di Ravenna... cit., p. 9.<br />

16 Cfr. U. ZACCARINI, Cervia (RA), in Repertorio degli statuti comunali… cit., I, pp. 317-321.<br />

17 Cfr. Archivi storici in Emilia-Romagna. Guida generale degli archivi storici comunali, a<br />

cura di G. RABOTTI, Bologna 1991, p. 685.

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