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la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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464 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />

sposi, eccettuando però li servitori et domestici di casa, alli quali se gli possa fare<br />

quel<strong>la</strong> honesta benedica42 che più piacerà a detti sposi.<br />

Che s’intenda essere convito quello dove sarà il numero di sei persone che non<br />

siano habitanti nel<strong>la</strong> casa medema.<br />

Che tutti li cuochi et scalchi siano obbligati a servare et far servare gli predetti<br />

ordini del convito et dare in nota il giorno seguente, doppo che sarà stato fatto il<br />

banchetto o nozze come si sia, all’officio del notariato del criminale di esse città col<br />

nome et cognome di chi haverà fatto tal convito et deponere il suo giuramento che<br />

in esso sia stato osservato o no quanto in questi ordini si contiene, sotto pena de<br />

scudi dieci a chi contrafarà, d’applicarsi ut supra, et non havendo il modo, di star<br />

in pregione un mese continuo.<br />

Che nei capitoli predetti dei vestimenti et viveri superflui s’habbia da credere et<br />

dar fede alli testimonii domestici et se li gargioni accusano li loro maestri et i servitori<br />

et fantesche i loro patroni s’intendano haver compito il loro accordio et ben<br />

servire et debbano havere il suo sa<strong>la</strong>rio subito et guadagnino <strong>la</strong> parte di <strong>la</strong> pena43 come di sopra.<br />

Dei funeralli<br />

Il sepelire gli defonti con spesa grande de vivi senza profitto alcuno all’anime de<br />

morti niente giova, però si ordina che nelle essequie di qualunche persona d’ogni<br />

grado, età, sesso et conditione si sia, non si possa pigliare più di due regole de fratti<br />

oltra gli orfani et poverelli del<strong>la</strong> Misericordia et Carità d’essa città con trenta pretti<br />

al più, né manco accendere più di quattordici torcie di una lira e mezza in dua per<br />

ciascuna, dando alle due compagnie del<strong>la</strong> Carità et Misericordia predette quel che<br />

parerà per ciascaduno defonto, eccettuando però gli artisti d’arte mecaniche, quali<br />

habbino da spendere per ciascun defonto <strong>la</strong> metà al<strong>la</strong> ratta come di sopra al più.<br />

Si prohibisce il far suonar campane a lungo in altro luogo che nel<strong>la</strong> parochia del<br />

deffonto et nel<strong>la</strong> chiesa dove egli andarà sepolto, eccetto a persone graduate et di<br />

dignità, alli quali sia concesso di più il puottere fare suonare il Baglione, Ugolina et<br />

pigliare quattro regole de fratti mendicanti et non eccedendo li trenta preti come di<br />

sopra.<br />

Che non si possa per modo alcuno mandare donzelle dinanzi o di dietro ad alcuno<br />

morto se prima lo herede del deffonto non haverà fatto <strong>la</strong> promissione per instituire<br />

a dette donzelle del<strong>la</strong> dote che le vorrà dare qual sia almeno de lire vinticinque<br />

imperiali per ciascuna dote et donzel<strong>la</strong>.<br />

Nel fare l’essequie nel settimo al deffonto o qualunque altro officio de morti si<br />

prohibisce l’affigere l’arme né torcie salvo che sul cattaletto e su l’altare maggiore<br />

del<strong>la</strong> chiesa et che essi siano coperti di velluto né d’altra sorte di drappi di seta; il<br />

cattaletto sia d’altezza di sei braccia al più et le torcie accese sino al numero di duodeci<br />

in tutto.<br />

42 Nell’interlinea: mancia.<br />

43 Annotazione di mano coeva: con <strong>la</strong> rata di tempo.

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