10.06.2013 Views

la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

4 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />

1376, del 1389 e del 1454. In una paro<strong>la</strong>, bisognava far par<strong>la</strong>re tra loro le indicazioni<br />

suntuarie di tre <strong>secoli</strong> contenute nell’intero corpo statutario bolognese:<br />

un’operazione tutt’altro che semplice. Si è presa <strong>la</strong> determinazione,<br />

dopo non pochi esperimenti, di trascrivere per intero le norme del 1288<br />

contenute in ben 12 rubriche e di far riferimento nel testo, con indicazioni<br />

in nota, ma senza trascriverle, alle norme identiche contenute negli statuti<br />

successivi. Sono state riportate invece per intero tutte le norme nuove e trascritte<br />

in corsivo quelle che, pur ricalcando le precedenti, presentavano differenze<br />

sensibili evidenziate in tondo. In questa maniera ci è sembrato che potessero<br />

risaltare sia <strong>la</strong> continuità (espressa dall’indicazione di una rubrica non<br />

riportata in quanto appunto identica a quel<strong>la</strong> precedente) sia le novità (che<br />

emergevano dalle rubriche nuove) senza sacrificare le modificazioni delle vecchie<br />

regole introdotte nel corso del tempo dai legis<strong>la</strong>tori e rese visibili dal<strong>la</strong><br />

modificazione del carattere. L’ordine cronologico ci è sembrato imperativo<br />

per dar conto delle novità progressivamente emergenti: nuovi assetti politici,<br />

nuovi protagonisti sul<strong>la</strong> scena, nuovi oggetti, nuove fogge, nuovi usi. Insomma<br />

un mondo che cambia osservato dal<strong>la</strong> speco<strong>la</strong> delle norme suntuarie.<br />

Il rispetto rigoroso del criterio cronologico ha imposto di interrompere <strong>la</strong><br />

continuità fra gli statuti inserendo fra l’uno e l’altro ulteriori tipologie documentarie.<br />

Questo ha consentito, tra l’altro, di cogliere le reazioni al<strong>la</strong> normativa,<br />

di vederne l’attuazione e gli esiti. Mi pare che <strong>la</strong> combinazione delle<br />

fonti offra <strong>la</strong> possibilità di cogliere <strong>la</strong> dialettica fra le istituzioni ma anche fra<br />

le singole persone e le istituzioni. Questo è forse il dato più vivace e realistico<br />

dell’intero discorso.<br />

È infatti di rilievo conoscere l’evoluzione delle leggi, perché taluni comportamenti<br />

continuino ad essere normati e in quali termini, perché altri non<br />

lo siano più e così via. Il discorso però rischierebbe di iso<strong>la</strong>rsi all’interno del<strong>la</strong><br />

visione propria ai legis<strong>la</strong>tori, certo non privi di contatto con <strong>la</strong> realtà, ma<br />

pur sempre legati al loro punto di vista. Come reagivano uomini e donne,<br />

colpiti nel loro gusto e nelle loro intenzioni, alle restrizioni suntuarie e come<br />

cercavano le autorità politiche di far rispettare le norme? E ancora, come nasceva<br />

l’idea del disciplinamento di vesti o di cerimonie?<br />

Se gli statuti costituiscono il filo rosso del discorso, le “derive”, vale a dire<br />

le multe, le inquisitiones o l’elencazione delle vesti bol<strong>la</strong>te rappresentano invece<br />

l’irruzione del<strong>la</strong> realtà nel<strong>la</strong> selva delle norme, sono l’attestazione e <strong>la</strong><br />

descrizione del reale versus l’indicazione astratta di quello che non si poteva<br />

sfoggiare. Fra le diverse tipologie di fonti corre <strong>la</strong> stessa differenza che esiste<br />

fra <strong>la</strong> grammatica di una lingua e <strong>la</strong> lingua par<strong>la</strong>ta, cioè tra le regole e l’uso.<br />

Ci si è posto il problema di quali documenti introdurre nel<strong>la</strong> raccolta e<br />

quali eventualmente scartare, ma anche di quali e quanti fondi sondare e<br />

quali no. È vero che l’Età medievale non offre una mole eccessiva di docu-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!