la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...
la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ... la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...
290 Legislazione suntuaria nel 1264, mediante acclamazione sulla pubblica piazza, il giorno del funerale del nonno Azzo VII 3 ; utilizzò gli anni intercorsi tra l’inizio della signoria e l’emanazione degli statuti per consolidare il proprio potere e piegare, in buona sostanza, le istituzioni comunali a strumento per l’affermazione personale. Non per nulla Dante lo colloca nell’Inferno tra i «tiranni / che dier nel sangue e nell’aver di piglio», immersi nelle acque vermiglie del Flegetonte 4 . La signoria di vari rami della casa d’Este su Ferrara, tra alterne vicende, lotte fratricide e congiure di palazzo, ebbe durata lunghissima: di fatto dalla fine del XII secolo a tutto il XVI gli Estensi mantennero il controllo della città. Si segnala soltanto un breve intervallo a partire dal 1310, quando prevalsero gli eserciti pontifici e Ferrara, già territorio della Santa Sede, ne ritornò sotto il diretto dominio. Il vicariato fu concesso al re di Napoli Roberto d’Angiò, che inviò alcuni suoi delegati e s’impose militarmente grazie all’aiuto di truppe mercenarie catalane. I ferraresi non tollerarono a lungo la situazione e una sommossa scoppiata nel 1317 permise agli Estensi di ritornare in città e ripristinare la signoria. Dal 1334, però, essi accettarono di essere investiti dal papa del governo su Ferrara pagando alla Santa Sede un tributo annuale. Tra i signori più potenti ricordiamo Nicolò III (1393-1441), noto anche per la fama di libertino – lasciò, oltre ai figli legittimi, un numero di figli naturali che appartiene più alla leggenda che alla storia – e per la crudeltà efferata che lo portò a condannare a morte la moglie Parisina e il figlio naturale Ugo, scoperti in flagrante adulterio; poi Leonello (1441-1450) e Borso (1450-1471). Fu quest’ultimo, nel 1456, ad emanare quegli statuti giunti fino a noi grazie a tre copie manoscritte e all’incunabolo fatto stampare vent’anni dopo dal successore, Ercole I (1471-1505). Nel XVI secolo si assiste al declino della signoria estense. Alfonso I, primogenito di Ercole e scampato a una congiura familiare nel 1506, dovette barcamenarsi nelle numerose guerre che insanguinarono vaste parti dell’Italia, divenuta terra di conquista per Francia e Spagna; sposò Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI, realizzando un matrimonio di chiaro interesse per entrambi. Il figlio Ercole II (1534-1559) ereditò, insieme al ducato, la 3 Azzo VII aveva dominato la città dal 1240, dopo una fase di aspre lotte contro Salinguerra Torelli, lotte che avevano avuto tra l’altro come conseguenza la stipulazione di patti con Venezia dai costi economici particolarmente gravosi per Ferrara. Tutte le notizie sulla storia di Ferrara, da qui in avanti, sono state tratte dalle sintesi di F. BOCCHI contenute nella Storia illustrata di Ferrara, Repubblica di San Marino 1987-1989: Dal Comune alla signoria estense. 1119-1293, pp. 97-112; La signoria estense tra Medioevo e Rinascimento (1293- 1441), pp. 113-127; Gli Estensi nel Rinascimento. 1441-1598, pp. 337-352. 4 Inf., XII, 104-112, in particolare 104-105.
Ferrara 291 difficile situazione politica, resa ulteriormente complicata dalle nozze con Renata di Francia, figlia di re Luigi XII. Siamo nell’epoca in cui il calvinismo si diffuse nella corte francese, e la presenza di Renata a Ferrara era mal tollerata dal papa; il figlio Alfonso II (1559-1597) la allontanerà dalla città. Alla morte di quest’ultimo la Santa Sede riuscì comunque ad avere il sopravvento, scomunicando il successore designato, e alla fine di gennaio del 1598 fece il suo ingresso a Ferrara il primo legato, cardinale Pietro Aldobrandini: la città, economicamente stremata, si arrendeva. Come sopra accennato, la prima normativa suntuaria ferrarese si trova negli statuti di Obizzo II: riguarda in particolare i doni dei padrini e le offerte fatte in occasione di ordinazioni e monacazioni, i funerali e le nozze, con limitazione per il numero degli invitati e per i doni nuziali. Non si regolamenta ancora l’utilizzo delle vesti di lusso, che farà la sua comparsa soltanto un secolo e mezzo più tardi, in una delibera del 1434. Anche se si deve considerare la carenza delle fonti presenti nell’archivio del comune ferrarese (la serie delle “Deliberazioni dei XII Savi” è conservata soltanto a partire dal 1393), a causa della quale non si può escludere a priori l’esistenza di legislazione suntuaria nel corso dell’intero XIV secolo, nei primi tentativi di regolamentazione non si vede certo trasparire quello zelo che caratterizza i legislatori di altre città. Nonostante compaia anche qui la formula «pro bono et honestate hominum et personarum ac etiam rei publice totius civitatis», causa prima dell’intervento volto alla limitazione del lusso eccessivo, nel consiglio non si riuscì ad ottenere l’unanimità dei voti su disposizioni tutto sommato non particolarmente restrittive, quali la riduzione delle code che superavano un quarto di braccio e l’obbligo delle maniche chiuse per evitare imbottiture di pelli o interni di stoffe preziose. Anzi, quest’ultimo partito fu approvato con quarantasei voti a favore e tredici contrari: più del 20% dei votanti non era d’accordo! Nel 1456, con gli statuti di Borso, si tornò sull’argomento e venne regolamentata nel dettaglio la disciplina di vesti e ornamenti 5 . Pochi anni più tardi, però, in seguito alle lamentele della popolazione, una delibera del consiglio concesse una dispensatio relativa ad alcuni aspetti di questa legge; tale dispensatio, a scanso di equivoci, venne anche riportata a piè di pagina in una delle copie degli statuti 6 . 5 Se ne è recentemente occupata P. MARISALDI, “… Mulierum, quarum sexus est fragilis”. Normativa statutaria sulla condizione femminile (sec. XV), tesi di laurea, Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Lettere e filosofia, rel. T. Bacchi, a.a. 1999-2000. 6 BA FE, Ms. Cl. I, n. 475, c. 62v.
- Page 272 and 273: 240 Legislazione suntuaria lo d’o
- Page 274 and 275: 242 Legislazione suntuaria po nel q
- Page 276 and 277: 244 Legislazione suntuaria 1575, ma
- Page 278 and 279: 246 Legislazione suntuaria provisio
- Page 280 and 281: 248 Legislazione suntuaria Volendo
- Page 282 and 283: 250 Legislazione suntuaria quattro;
- Page 284 and 285: 252 Legislazione suntuaria pra 374
- Page 286 and 287: 254 Legislazione suntuaria All’es
- Page 288 and 289: 256 Legislazione suntuaria 1587, fe
- Page 290 and 291: 258 Legislazione suntuaria morto fo
- Page 292 and 293: 260 Legislazione suntuaria la testa
- Page 294 and 295: 262 Legislazione suntuaria Et per o
- Page 297 and 298: INTRODUZIONE Le vicende storiche di
- Page 299 and 300: Imola 267 servano atti di questo no
- Page 301 and 302: Imola 269 culturale di “nascondim
- Page 303: Imola 271 Per il resto, a seguito d
- Page 306 and 307: 274 Legislazione suntuaria 1574, gi
- Page 308 and 309: 276 Legislazione suntuaria mum in c
- Page 310 and 311: 278 Legislazione suntuaria tem in a
- Page 312 and 313: 280 Legislazione suntuaria Dominus
- Page 314 and 315: 282 Legislazione suntuaria Dominus
- Page 316 and 317: 284 Legislazione suntuaria cessarii
- Page 319: FERRARA a cura di Antonella Campani
- Page 324 and 325: 292 Legislazione suntuaria Nell’a
- Page 327 and 328: INDICE DELLE FONTI 1287 Statuti AS
- Page 329 and 330: FONTI 1287 Statuti De santolis Stat
- Page 331 and 332: Ferrara 299 comunis Ferrarie approb
- Page 333 and 334: Ferrara 301 bet evidenti negligenti
- Page 335 and 336: Ferrara 303 damna permaxima product
- Page 337 and 338: Ferrara 305 bemus per notarium XII
- Page 339 and 340: Ferrara 307 1460, aprile 18 Deliber
- Page 341 and 342: Ferrara 309 ne li quali per tutto i
- Page 343: FORLÌ a cura di Elisa Tosi Brandi
- Page 346 and 347: 314 Legislazione suntuaria hanno la
- Page 348 and 349: 316 Legislazione suntuaria nella pr
- Page 351 and 352: 1359-1373 Statuti INDICE DELLE FONT
- Page 353: Forlì 321 De eodem (Lib. V, Rub.
- Page 356 and 357: 324 Legislazione suntuaria in poste
- Page 358 and 359: 326 Legislazione suntuaria legum ve
- Page 360 and 361: 328 Legislazione suntuaria dominum
- Page 362 and 363: 330 Legislazione suntuaria Del vest
- Page 364 and 365: 332 Legislazione suntuaria trafacie
- Page 366 and 367: 334 Legislazione suntuaria Donne do
- Page 368 and 369: 336 Legislazione suntuaria che non
- Page 370 and 371: 338 Legislazione suntuaria raccamar
290 Legis<strong>la</strong>zione <strong>suntuaria</strong><br />
nel 1264, mediante acc<strong>la</strong>mazione sul<strong>la</strong> pubblica piazza, il giorno del funerale<br />
del nonno Azzo VII 3 ; utilizzò gli anni intercorsi tra l’inizio del<strong>la</strong> signoria e<br />
l’emanazione degli statuti per consolidare il proprio potere e piegare, in buona<br />
sostanza, le istituzioni comunali a strumento per l’affermazione personale.<br />
Non per nul<strong>la</strong> Dante lo colloca nell’Inferno tra i «tiranni / che dier nel<br />
sangue e nell’aver di piglio», immersi nelle acque vermiglie del Flegetonte 4 .<br />
La signoria di vari rami del<strong>la</strong> casa d’Este su Ferrara, tra alterne vicende,<br />
lotte fratricide e congiure di pa<strong>la</strong>zzo, ebbe durata lunghissima: di fatto dal<strong>la</strong><br />
fine del XII secolo a tutto il XVI gli Estensi mantennero il controllo del<strong>la</strong><br />
città. Si segna<strong>la</strong> soltanto un breve intervallo a partire dal 1310, quando prevalsero<br />
gli eserciti pontifici e Ferrara, già territorio del<strong>la</strong> Santa Sede, ne ritornò<br />
sotto il diretto dominio. Il vicariato fu concesso al re di Napoli Roberto<br />
d’Angiò, che inviò alcuni suoi delegati e s’impose militarmente grazie all’aiuto<br />
di truppe mercenarie cata<strong>la</strong>ne. I ferraresi non tollerarono a lungo <strong>la</strong><br />
situazione e una sommossa scoppiata nel 1317 permise agli Estensi di ritornare<br />
in città e ripristinare <strong>la</strong> signoria. Dal 1334, però, essi accettarono di essere<br />
investiti dal papa del governo su Ferrara pagando al<strong>la</strong> Santa Sede un tributo<br />
annuale.<br />
Tra i signori più potenti ricordiamo Nicolò III (1393-1441), noto anche<br />
per <strong>la</strong> fama di libertino – <strong>la</strong>sciò, oltre ai figli legittimi, un numero di figli<br />
naturali che appartiene più al<strong>la</strong> leggenda che al<strong>la</strong> storia – e per <strong>la</strong> crudeltà efferata<br />
che lo portò a condannare a morte <strong>la</strong> moglie Parisina e il figlio naturale<br />
Ugo, scoperti in f<strong>la</strong>grante adulterio; poi Leonello (1441-1450) e Borso<br />
(1450-1471). Fu quest’ultimo, nel 1456, ad emanare quegli statuti giunti fino<br />
a noi grazie a tre copie manoscritte e all’incunabolo fatto stampare vent’anni<br />
dopo dal successore, Ercole I (1471-1505).<br />
Nel XVI secolo si assiste al declino del<strong>la</strong> signoria estense. Alfonso I, primogenito<br />
di Ercole e scampato a una congiura familiare nel 1506, dovette<br />
barcamenarsi nelle numerose guerre che insanguinarono vaste parti dell’Italia,<br />
divenuta terra di conquista per Francia e Spagna; sposò Lucrezia Borgia,<br />
figlia del papa Alessandro VI, realizzando un matrimonio di chiaro interesse<br />
per entrambi. Il figlio Ercole II (1534-1559) ereditò, insieme al ducato, <strong>la</strong><br />
3 Azzo VII aveva dominato <strong>la</strong> città dal 1240, dopo una fase di aspre lotte contro Salinguerra<br />
Torelli, lotte che avevano avuto tra l’altro come conseguenza <strong>la</strong> stipu<strong>la</strong>zione di patti<br />
con Venezia dai costi economici partico<strong>la</strong>rmente gravosi per Ferrara. Tutte le notizie sul<strong>la</strong><br />
storia di Ferrara, da qui in avanti, sono state tratte dalle sintesi di F. BOCCHI contenute nel<strong>la</strong><br />
Storia illustrata di Ferrara, Repubblica di San Marino 1987-1989: Dal Comune al<strong>la</strong> signoria<br />
estense. 1119-1293, pp. 97-112; La signoria estense tra Medioevo e Rinascimento (1293-<br />
1441), pp. 113-127; Gli Estensi nel Rinascimento. 1441-1598, pp. 337-352.<br />
4 Inf., XII, 104-112, in partico<strong>la</strong>re 104-105.