la legislazione suntuaria. secoli xiii-xvi. emilia-romagna - Direzione ...

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XXX Legislazione suntuaria popolo romano); la maiuscola si usa solo per il nome della divinità e delle persone sacre; tutti gli attributi che precedono tale nome richiedono la minuscola. Nel caso la divinità sia indicata solo con un vocabolo questo avrà l’iniziale maiuscola: In nomine Domini; In nomine domini Dei; In nomine domini Iesu Christi; interceptio Virginis; interceptio virginis Mariae; riguardo ai termini santo (lat. sanctus) e beato (lat. beatus) si è utilizzata la maiuscola, come di norma, se individuano un luogo oppure un’istituzione connotata dalla persona del santo stesso o dal luogo, ma la minuscola se riferiti alla sola persona del santo o del beato (es. ecclesia Sancti Dominici, ma regula sancti Benedicti, terra Sancti Iohannis in Persiceto ma festo sancti Martini); per quanto riguarda gli ordini religiosi, si è utilizzata la maiuscola soltanto per il termine “caratterizzante” (es. fratres Predicatores e ordo fratrum Predicatorum). * Riguardo ad apostrofi ed accenti: Sono presenti secondo l’uso moderno soltanto nella trascrizione dei testi in volgare. * Riguardo all’andare a capo: Si è deciso generalmente di rispettare il testo; la presenza di segni di paragrafo non è stata annotata in alcun modo, ma si è tradotta con il punto e a capo. Non si è ritenuto opportuno evidenziare in alcun modo la fine delle righe né quella delle singole carte. * Riguardo ai segni abbreviativi: Essi sono stati tutti sciolti, senza l’uso delle parentesi tonde per integrare le lettere omesse. Quanto all’uso dei dittonghi latini ae ed oe, la trascrizione “fotografa” il testo; contrariamente alla norma generale, le e caudate si sciolgono nel dittongo corrispondente; si fotografa il testo anche nel caso di c caudata. * Riguardo ai numerali: Se espressi in lettere, sono stati riportati in lettere anche nella trascrizione (es. pena decem librarum bononinorum); se espressi in cifre romane, si sono utilizzati per la trascrizione caratteri maiuscoletti senza punteggiature (es. pena X librarum bononinorum); stesso criterio è stato seguito per le datazioni (es. MCCCXV); i numeri arabi sono stati trascritti come tali. * Riguardo all’uso delle parentesi: Quelle quadre segnalano le lacune in generale (guasti meccanici e dimenticanze del redattore), tanto colmate quanto lasciate in bianco, con tre punti in parentesi quadre sono stati segnalati anche spazi lasciati in bianco dal redattore; tre punti tra parentesi tonde indicano l’omissione di parti del testo non pertinenti alla materia trattata.

Criteri per l’edizione dei testi XXXI Riguardo alle problematiche presentate dalle trascrizioni da testi a stampa si è deciso di seguire i medesimi criteri stabiliti per i manoscritti, in modo da realizzare il più possibile l’uniformità tra le due tipologie di fonti. Si segnala in particolare che: spazi e punteggiatura, apostrofi ed accenti seguono l’uso moderno; la scelta tra maiuscole e minuscole segue le regole sopra delineate per i manoscritti; gli “a capo” rispettano il testo; lo scioglimento delle abbreviazioni si uniforma alle regole per i manoscritti; si sono trasformate comunque la j in i e utilizzate u e v secondo l’uso corrente; i numerali vengono trascritti uniformandosi alle regole delineate per i manoscritti; quanto alle integrazioni, valgono i criteri seguiti per i manoscritti. Ove si sia resa necessaria la collazione di più fonti, perché manoscritti recanti il medesimo testo o perché testi riproposti in tempi successivi sostanzialmente immutati, sono state riportate in nota le sole varianti significative presentate dai testi collazionati, omettendo quelle puramente grafiche. Per evidenziare ulteriormente il caso dei medesimi testi riproposti in tempi successivi, senza perdere la scansione cronologica, in luogo dei testi omessi perché già collazionati con i precedenti il lettore troverà comunque un’indicazione che rinvia al testo collazionato, e questo sia nell’elenco delle fonti sia nell’edizione vera e propria. Nell’elenco delle fonti il rimando è reso più evidente da un quadratino vuoto che precede l’indicazione della fonte che ha subito la collazione. Un caso particolare si è poi presentato per gli statuti di Bologna: nel corso delle diverse redazioni statutarie talune rubriche hanno subìto integrazioni e varianti, ma riportare per intero il testo di queste rubriche ogni volta avrebbe comportato un’apparente ripetitività e nel contempo fatto perdere di vista le varianti significative. Si è individuata perciò una soluzione alternativa: nel momento della sua prima comparsa la rubrica è stata riportata normalmente, per intero e in carattere tondo; le volte successive si è utilizzato il carattere corsivo per evidenziare le parti in comune con il testo precedente e quello tondo per contraddistinguere le novità. Una nota a piè di pagina avverte comunque sempre della scelta compiuta. Il corsivo è utilizzato anche per ogni intervento dei curatori sia nel testo che nelle note. Sono state elencate in corpo minore alla fine di ciascuna introduzione tutte le fonti consultate, con o senza profitto; l’indice che precede le trascrizioni riguarda esclusivamente le fonti trascritte. Maria Parente

Criteri per l’edizione dei testi XXXI<br />

Riguardo alle problematiche presentate dalle trascrizioni da testi a stampa<br />

si è deciso di seguire i medesimi criteri stabiliti per i manoscritti, in modo<br />

da realizzare il più possibile l’uniformità tra le due tipologie di fonti. Si segna<strong>la</strong><br />

in partico<strong>la</strong>re che: spazi e punteggiatura, apostrofi ed accenti seguono<br />

l’uso moderno; <strong>la</strong> scelta tra maiuscole e minuscole segue le regole sopra delineate<br />

per i manoscritti; gli “a capo” rispettano il testo; lo scioglimento delle<br />

abbreviazioni si uniforma alle regole per i manoscritti; si sono trasformate<br />

comunque <strong>la</strong> j in i e utilizzate u e v secondo l’uso corrente; i numerali vengono<br />

trascritti uniformandosi alle regole delineate per i manoscritti; quanto<br />

alle integrazioni, valgono i criteri seguiti per i manoscritti.<br />

Ove si sia resa necessaria <strong>la</strong> col<strong>la</strong>zione di più fonti, perché manoscritti recanti<br />

il medesimo testo o perché testi riproposti in tempi successivi sostanzialmente<br />

immutati, sono state riportate in nota le sole varianti significative<br />

presentate dai testi col<strong>la</strong>zionati, omettendo quelle puramente grafiche. Per<br />

evidenziare ulteriormente il caso dei medesimi testi riproposti in tempi successivi,<br />

senza perdere <strong>la</strong> scansione cronologica, in luogo dei testi omessi perché<br />

già col<strong>la</strong>zionati con i precedenti il lettore troverà comunque un’indicazione<br />

che rinvia al testo col<strong>la</strong>zionato, e questo sia nell’elenco delle fonti sia<br />

nell’edizione vera e propria. Nell’elenco delle fonti il rimando è reso più evidente<br />

da un quadratino vuoto che precede l’indicazione del<strong>la</strong> fonte che ha<br />

subito <strong>la</strong> col<strong>la</strong>zione.<br />

Un caso partico<strong>la</strong>re si è poi presentato per gli statuti di Bologna: nel corso<br />

delle diverse redazioni statutarie talune rubriche hanno subìto integrazioni<br />

e varianti, ma riportare per intero il testo di queste rubriche ogni volta<br />

avrebbe comportato un’apparente ripetitività e nel contempo fatto perdere<br />

di vista le varianti significative. Si è individuata perciò una soluzione alternativa:<br />

nel momento del<strong>la</strong> sua prima comparsa <strong>la</strong> rubrica è stata riportata<br />

normalmente, per intero e in carattere tondo; le volte successive si è utilizzato<br />

il carattere corsivo per evidenziare le parti in comune con il testo precedente<br />

e quello tondo per contraddistinguere le novità. Una nota a piè di pagina<br />

avverte comunque sempre del<strong>la</strong> scelta compiuta.<br />

Il corsivo è utilizzato anche per ogni intervento dei curatori sia nel testo<br />

che nelle note.<br />

Sono state elencate in corpo minore al<strong>la</strong> fine di ciascuna introduzione<br />

tutte le fonti consultate, con o senza profitto; l’indice che precede le trascrizioni<br />

riguarda esclusivamente le fonti trascritte.<br />

Maria Parente

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